Bologna. Come conservare la salute e buone aspettative di vita sana .

SCIENZA MEDICINA ISTITUZIONI POLITICA SOCIETA’

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con il Patrocinio del Comune di Bologna

 

Venerdì 3 marzo 2023 h. 17 Palazzo d’Accursio sala “Anziani” Piazza Maggiore, Bologna

Presentazione del documento:

Come conservare salute e buone aspettative di “vita sana”

Ne discutono:

  • Luigi Bagnoli

Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Bologna

  • Francesco Domenico Capizzi

Presidente di OdV “Scienza Medicina Istituzioni Politica Società”

  • Paolo Pandolfi

Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica, AUSL di Bologna

  • Luca Rizzo Nervo

Assessore a welfare e salute, fragilità, anziani, Comune di Bologna

Coordina:

  • Giovanna Facilla

Dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo n.19 di Bologna

I testi sono letti da studentesse e studenti della Scuola secondaria di

primo grado “Lavinia Fontana” di Bologna

La cittadinanza è invitata in presenza e in diretta web:

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La corsa agli armamenti non è l’unico modo per garantire sicurezza e stabilità globali

Postiamo questo articolo pubblicato da equaltimes.org dopo averlo tradotto con google translator per facilitarne la lettura. Per un uso professionale e di approfondimento invitiamo a fare riferimento al testo originale 
Fonte Equaltimes.org che ringraziamo 

Spinti dalla volontà di potenza e pensando maggiormente alla difesa dei propri confini da possibili minacce esterne, gli Stati tendono a giustificare in questo modo le spese militari, che spesso finiscono per relegare in secondo piano i bisogni e le aspettative della popolazione.

(Xu Wei/Xinhua via AFP)

Se il processo non è iniziato con la guerra in Ucraina, vista in chiave occidentale, è senza dubbio il fattore che, unito alla percezione di minaccia suscitata da alcuni anni dall’emergere della Cina come potenza mondiale, meglio spiega un corsa agli armamenti che ora sembra inarrestabile.

Secondo gli ultimi dati raccolti dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), la spesa militare globale nel 2021 è aumentata dello 0,7% rispetto all’anno precedente e del 12% se prendiamo come riferimento il 2012.

Questo aumento non solo segna il massimo storico dal 1987, raggiungendo un totale di 2,113 miliardi di dollari USA (2,2% del PIL mondiale), ma conferma anche la tendenza al rialzo degli ultimi sette anni. Cifre e tendenze che, a prima vista, sconvolgono quando si sa che coincidono con una crisi economica di dimensioni planetarie (2008) e l’inizio della pandemia di Covid-19 (2020).

Anni, dunque, in cui la crescita economica ha conosciuto un generale declino e dove si presume debbano prevalere le priorità sociali relative alla cura dei più colpiti.

In un contesto che suggerisce sempre più chiaramente un prolungamento della guerra in Ucraina, il tutto sullo sfondo di una dinamica di crescente tensione tra Cina e Stati Uniti – le due potenze impegnate in un processo di confronto alla leadership globale – mentre altre le potenze regionali si sforzano di imporsi sui vicini e sono in corso più di trenta conflitti in varie regioni del pianeta, la corsa agli armamenti è in aumento, stimolata dalla necessità di molti Paesi di modernizzare le proprie capacità militari nella convinzione (a torto) che la loro sicurezza sarà rafforzata.

Stati Uniti e Cina rappresentano rispettivamente il 38% e il 14% di tutte le spese militari nel 2021. Se aggiungiamo India, Regno Unito e Russia, la percentuale sale al 62%. E se aggiungiamo Francia, Germania, Arabia Saudita, Giappone e Corea del Sud, la percentuale totale dei dieci paesi che hanno speso di più per la difesa raggiunge il 75% della spesa totale globale.

Una menzione a parte meritano gli Stati Uniti, con 801 miliardi di dollari di spesa per armamenti, in lieve calo dell’1,4% rispetto all’anno precedente ovvero, in altre parole, il 3,5% del Pil (due decimi di punto percentuale in meno rispetto all’anno precedente) – un calo che non si manterrà quest’anno, dal momento che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato il 23 dicembre il National Defense Authorization Act. difesa nazionale ) per l’anno fiscale 2023, destinando a quest’area un totale di 857,9 miliardi di dollari, con un aumento annuo del 7%.

La spesa della Cina, dal canto suo, ha raggiunto i 293 miliardi di dollari, pari al 4,7% del PIL. Va notato che la Cina ha registrato progressi ininterrotti in questo settore negli ultimi 27 anni. Molto indietro, la Russia ha aumentato il suo budget per la difesa per il terzo anno consecutivo, con un aumento del 2,9%, ovvero 65,9 miliardi di dollari o il 4,1% del PIL.

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Inail .Prevenzione incendi per attività di autorimesse

Fonte Inail

Nella presente pubblicazione viene affrontata la progettazione di un’attività adibita ad autorimessa, utilizzando e confrontandone gli esiti risultanti, sia mediante l’ormai abrogato d.m. 1 febbraio 1986 (regola tecnica verticale tradizionale pre Codice) che secondo la V.6, “nuova” regola tecnica verticale, che integra, in base alle proprie specificità, le imprescindibili e ineludibili indicazioni fornite dalla regola tecnica orizzontale costituita dal Codice.

Immagine Prevenzione incendi per attività di autorimesse

Inoltre, nell’appendice si prevede che nell’autorimessa siano presenti veicoli elettrici e alimentati da combustibili alternativi, con lo scopo di evidenziare come possano cambiare la valutazione del rischio e l’attribuzione dei livelli di prestazione delle misure della strategia antincendio.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail 2023
Disponibilità: consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Human rights watch: i governi hanno il dovere di far rispettare i diritti umani

Fonte ASVIS  che ringraziamo 

Il rapporto annuale 2023 fa appello alle democrazie invitandole a non inseguire traguardi politici a breve termine. Italia criticata “per le politiche migratorie e le restrizioni ai diritti riproduttivi”. 

“L’ovvia conclusione da trarre dalla litania delle crisi dei diritti umani durante il 2022 è che il potere autoritario incontrollato lascia dietro di sé un mare di sofferenza”. Con queste parole Tirana Hassan, direttrice esecutiva ad interim di Human rights watch, apre l’editoriale del World Report 2023, giunto alla sua 33esima edizione, pubblicato dall’ong a gennaio scorso. “Ma il 2022 ha anche rivelato nel mondo un fondamentale cambiamento di potere, che apre la strada a tutti i governi interessati a contrastare gli abusi proteggendo e rafforzando il sistema globale dei diritti umani”, prosegue Hassan. Il documento fa il punto sul rispetto dei diritti in quasi 100 Paesi nel 2022 e delinea, afferma la direttrice di Hrw, un contesto dove i leader mondiali hanno “barattato le loro responsabilità in materia dei diritti umani” in cambio di traguardi politici a breve termine.

Il Rapporto si rivolge ai governi, esortandoli a rispettare e a far rispettare i diritti fondamentali, e rileva la presenza di “nuove coalizioni e nuove leadership” pronte a lavorare per piani d’azione rispettosi dei diritti. Per i governi esiste più spazio, e non meno, per garantire il godimento dei diritti umani nei territori da loro amministrati, sottolinea il documento. Viene citata come esempio “l’ondata verde” che ha portato all’acquisizione del diritto all’aborto in Colombia, Argentina e Messico, una “contro-narrativa” rispetto alla sentenza della Corte suprema degli Stati uniti che ha affossato “50 anni di diritti riproduttivi”. Ma viene anche riportata la richiesta inoltrata degli arcipelaghi-Stato del Pacifico, che hanno unito le loro forze per richiedere all’unisono ai Paesi più inquinanti di adottare politiche più ambiziose nel taglio alle emissioni di gas a effetto serra.

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Rail accidents: Public safety and accountability suffer because of deregulation

Bruce Campbell, York University, Canada and Jennifer Quaid, L’Université d’Ottawa/University of Ottawa

The ongoing environmental tragedy in Ohio caused by the derailment of a Norfolk Southern train carrying hazardous materials — which sent toxic chemicals into the air and local waterways — will take a long time to clean up. And if a similar rail tragedy in Canada is an example, it could take even longer for residents to get answers about the cause and true damage of the accident.

Almost a decade has passed since a runaway train hauling 72 tank cars laden with highly volatile Bakken shale oil derailed and exploded in Lac-Mégantic — a small Québec town near the border with Maine — killing 47 people, orphaning 26 children, spilling six million litres of toxic material and destroying the town centre.

The accident on July 6, 2013, was the worst industrial disaster on Canadian soil in over a century. A decade later, it has left the community with a legacy of economic, health and environmental effects.

Prolonged trauma

A rail bypass project, originally conceived as means of healing, has prolonged the trauma that has plagued the Lac-Mégantic community since that catastrophic night.

Construction of the bypass still has not begun. The route preferred by Canadian Pacific Railway Ltd., which will own the bypass upon completion, and supported by the federal government, has created deep divisions within the surrounding towns.

Citizens of the neighbouring town of Frontenac recently voted overwhelmingly against the proposed route. Voters expressed concern about potential negative environmental and property damage not properly addressed by Transport Canada.

The dispute over the bypass is just one of the ongoing issues for the citizens of Lac-Mégantic. Their latest quest for justice through the courts came to a disheartening end on Dec. 14, 2022.

Justice Martin Bureau of the Superior Court of Québec found that Canadian Pacific Railway could not be held liable for damages suffered by the victims of the Lac-Mégantic disaster. The plaintiffs have appealed the decision.

Raises questions about accountability

This case raises serious questions about who should be accountable for complex events that result in catastrophic harm. It’s also a reminder that private litigation is an imperfect means of understanding how disasters happen and what should be done to better protect public interest in the future. Only a public inquiry can do that.

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