Fonte : Newsletter ETUI che ringraziamo
Dopo la dichiarazione della pandemia Covid-19 e la sua grande distribuzione in Europa, è stato necessario classificare il nuovo virus che causa questa malattia, SARS-CoV2 in modo da applicare le disposizioni della direttiva europea sulla protezione dei lavoratori esposti a agenti biologici . Questa direttiva contiene disposizioni generali applicabili a tutti i rischi biologici. Altre disposizioni sono classificate in base al livello di pericolo associato a un agente. La scala va dal gruppo 1 (nessun rischio per l’uomo) al gruppo 4 (livello di rischio più alto).
In questo contesto, l’Istituto sindacale europeo (ETUI) ha chiesto al professor Jean-Pierre Unger dell‘Università di Newcastle per effettuare una valutazione sulla base dei dati scientifici disponibili a maggio 2020.
La conclusione di questo studio è che le caratteristiche del Covid-19 ne giustificano la classificazione nel gruppo 4. Lavoratori contaminati a contatto con il il pubblico gioca un ruolo importante nella diffusione del virus. Negli ospedali e nelle case di cura aumentano il tasso complessivo di mortalità dei casi. Proteggendo fortemente questi lavoratori, l’Unione Europea (UE) non solo migliorerebbe la salute sul lavoro, ma attiverebbe anche un meccanismo chiave per ridurre il carico di Covid-19 nella popolazione generale. La disponibilità di un nuovo vaccino o di un nuovo trattamento cambierebbe questa conclusione, che corrisponde alla situazione della prima pandemia. L ‘”International Journal of Health Services” ha convalidato lo studio del professor Unger attraverso il suo processo di revisione tra pari. Lo ha pubblicato nell’agosto 2020.
Il 3 giugno, invece, la Commissione Europea ha adottato la direttiva che classifica la SARS-CoV2 nel gruppo 3: una categoria di rischio intermedio. Questa classificazione non corrisponde ai criteri della direttiva adottata dal Parlamento e dal Consiglio. In particolare, non rispetta il principio di precauzione formulato dall’articolo 18 §3 di questa direttiva che impone di scegliere la classe di rischio più alta se le caratteristiche di un agente biologico possono giustificare classificazioni diverse. Nel caso della SARS-CoV2, la mancanza di vaccino e la massiccia circolazione sul posto di lavoro come vettore di contaminazione nella comunità punta chiaramente nella direzione della classificazione nel gruppo 4.
Per i sindacati, questa decisione molto controversa della Commissione europea rischia di promuovere un doppio standard di protezione. Nella sanità pubblica, in tutta la storia dell’umanità, le misure preventive non hanno mai raggiunto una tale intensità nei paesi più colpiti dal Covid-19. Nella salute sul lavoro si osserva una banalizzazione del rischio e la politica di prevenzione attuata raramente va oltre i gesti barriera di misure strettamente igieniche.
Riferimenti :