Glyphosate : sur quelles pathologies portent les soupçons et avec quels niveaux de preuves ?

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Xavier Coumoul, Université Paris Cité

En novembre 2023, l’autorisation de mise sur le marché du glyphosate a été renouvelée pour les dix prochaines années alors que des organismes de références, au niveau national ou international, soupçonnent ce pesticide de favoriser la survenue de pathologies graves, et notamment des cancers.

Au moment du vote, la majorité des états membres de l’Union européenne a préféré suivre l’avis rendu en juillet 2023 par l’Autorité européenne de sécurité des aliments (EFSA). Cette dernière a en effet statué que « l’évaluation de l’impact du glyphosate sur la santé humaine, la santé animale et l’environnement n’a pas identifié de domaine de préoccupation critique ».

Des soupçons de cancers, de malformations congénitales…

Dès 2015 pourtant, le Centre international de recherche sur le cancer (CIRC ou IARC en anglais), qui dépend directement de l’Organisation mondiale de la santé (OMS), a classé le glyphosate comme « cancérigène probable pour l’Homme », mais pas comme cancérigène avéré.

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ISTITUTO RAMAZZINI. PUBBLICATI I DATI SULLE LEUCEMIE DELLO STUDIO GLOBALE SUL GLIFOSATO

 

Fonte Istituto Ramazzini

I ricercatori dello Studio Globale sul Glifosato (Global Glyphosate Study GGS), che hanno recentemente presentato i loro risultati sull’aumento dell’incidenza della leucemia nei ratti esposti a basse dosi di glifosato e di erbicidi a base di glifosato, hanno reso ora pubblici i dati sulle leucemie dello studio. >>>

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ECHA sous le feu des critiques à propos du glyphosate

Pubblichiamo anche una versione lite in italiano  di questo articolo

Fonte Etui 

Le comité d’évaluation des risques (RAC) de l’Agence européenne des substances chimiques (ECHA) vient de conclure dans un nouvel avis que la classification du glyphosate comme cancérogène n’est pas justifiée.

L’Agence maintient la classification actuelle de l’herbicide le plus vendu au monde comme causant des dommages oculaires graves et comme étant toxique pour la vie aquatique. Elle estime par ailleurs que les preuves scientifiques disponibles ne répondent pas aux critères de classification du glyphosate en tant que substance cancérogène, mutagène ou reprotoxique. Cet avis ouvre par conséquent la voie à un prolongement de l’autorisation de l’herbicide vedette du géant Bayer. En effet, si l’ECHA avait classé cette substance active comme cancérogène présumé (catégorie 1B selon le règlement Classification, Etiquetage et Emballage de l’UE), elle aurait été automatiquement interdite d’utilisation selon les critères d’exclusions définis dans le règlement de l’UE sur les substances phytosanitaires.

L’avis de l’ECHA, très attendu, a déchainé un flot de critiques de la part des syndicats européens et d’autres organisations de la société civile. Un communiqué commun, signé par la Fédération européenne des syndicats de l’alimentation, de l’agriculture et du tourisme (EFFAT) et de nombreuses ONG, qualifie cet avis de « déni de la science et de non-respect du droit européen ». D’après l’EFFAT, pour parvenir à sa conclusion, l’ECHA a dû rejeter voire même ignorer un grand nombre d’éléments de preuve provenant de diverses revues scientifiques à comité de lecture – des éléments tendant vers un classement du  glyphosate comme un cancérogène humain présumé.

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Difendi il divieto austriaco del glifosato!

Fonte IUF

 

A luglio, la camera bassa del parlamento austriaco ha votato per vietare tutti gli usi dell’erbicida tossico glifosato. La legislazione dovrebbe entrare in vigore il 1 ° gennaio 2020. Ma c’è un problema. Ai sensi dei regolamenti dell’UE, la Commissione europea e gli Stati membri hanno tempo fino al 19 novembre per “commentare” il divieto. Bayer / Monsanto, produttore di Roundup a base di glifosato, sta lavorando con la lobby dei pesticidi per rovesciare la nuova legge. Immediatamente dopo il voto, la società ha annunciato la sua opposizione al divieto, dichiarando “Ci aspettiamo che la Commissione europea riveda questa decisione in modo critico, in quanto potrebbe essere incompatibile con i requisiti legali e procedurali obbligatori e il ragionamento scientifico”.

La Monsanto è stata impegnata in una forte attività di lobbying a seguito del rapporto del 2015 dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui il glifosato è probabilmente cancerogeno per l’uomo (e quindi illegale ai sensi della legge europea sui pesticidi). L’autorizzazione del glifosato è stata rinnovata per 5 anni nel 2017, nonostante le prove crescenti della sua tossicità e una cascata di rivelazioni che documentano l’entità della cattura normativa della società nell’UE e a livello internazionale.

Il divieto austriaco ha ricevuto ampio sostegno da tutti i partiti politici, dai sindacati e dalle organizzazioni di piccoli agricoltori. “Le prove scientifiche dell’effetto cancerogeno del veleno vegetale sono in aumento. È nostra responsabilità vietare questo veleno dal nostro ambiente”, ha affermato Pamela Rendi-Wagner del Partito socialdemocratico. L’affiliata austriaca IUF PRO-GE, che si è opposta alla riautorizzazione del 2017, sostiene il divieto. È fondamentale difendere la prima mossa sostanziale da parte di uno Stato membro dell’Unione Europea per fermare l’uso del glifosato.

I cittadini europei possono anche commentare la legge. Gli attivisti hanno lanciato una petizione a sostegno del divieto austriaco di glifosato – FARE CLIC QUI PER ACCEDERE E dire alla Commissione europea di sostenere il divieto austriaco. La petizione è disponibile anche in francese , tedesco e spagnolo .

 

Sydney council workers protest Roundup use

FONTE NEWS.YAHOO.AU

[ traduzione google translator ] 

Più di 500 lavoratori in un consiglio comunale  di Sydney hanno abbandonato il lavoro dopo che il management si è presumibilmente rifiutato di prestare attenzione alle loro preoccupazioni sull’uso del diserbante basato su glifosato Roundup, che è stato collegato al cancro.

Lo staff esterno del Blacktown City Council lo scorso mese ha rifiutato di continuare a usare gli spray al glifosato, esortando la direzione a seguire la guida di altri consigli locali che hanno vietato il prodotto e hanno iniziato a sperimentare alternative più sicure, ha detto la United Services Union.

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Le Vietnam interdit le glyphosate

Laurent Vogel

Laurent Vogel

Chercheur – Institut Syndical Européen

Le Vietnam a décidé d’interdire tous les herbicides contenant du glyphosate. Il s’agit d’un nouveau coup dur pour le Roundup, produit phare de la multinationale Monsanto, devenue propriété du géant de l’agrochimie Bayer.

La décision de principe est intervenue le 27 mars peu après qu’un jury californien avait condamné la firme à indemniser une des victimes du Roundup. Elle est entrée rapidement en pratique. Le 10 avril, le ministère de l’agriculture et du développement rural vietnamien a retiré cet herbicide de la liste de produits autorisés.

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USA: multinazionale Bayer-Monsanto condannata a pagare oltre 80 milioni di dollari per la vittima del glifosato

FONTE ETUI.ORG

Il 27 marzo, un tribunale federale statunitense a San Francisco, in California, ha condannato la multinazionale Bayer-Monsanto per pagare a Edwin Hardeman più di $ 80 milioni. La giuria ha votato all’unanimità. L’importo è il risarcimento ordinario di oltre $ 5 milioni per danni subiti o danni prevedibili e punitivi di $ 75 milioni per il comportamento particolarmente grave di Monsanto. La giuria non ha condannato solo la mancanza di informazioni. Ha commentato la relazione causale tra cancro e pesticida e ha considerato che quest’ultimo era un fattore sostanziale che causa la malattia. Per i giurati, non c’è dubbio che Monsanto era consapevole dei rischi e deliberatamente scelto di non informare gli acquirenti.

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Glifosato, l’Efsa dovrà rendere pubblici gli studi su tossicità e cancerogenità

A stabilirlo è una sentenza della Corte europea di giustizia secondo cui secondo deve prevalere “l’interesse del pubblico ad accedere alle informazioni sulle emissioni nell’ambiente” ICONA recensioni Legambiente, una vittoria per la trasparenza

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) deve rendere noti gli studi sulla tossicità e la cancerogenità del glifosato. A stabilirlo è la Corte europea di giustizia secondo cui “l’interesse del pubblico ad accedere alle informazioni sulle emissioni nell’ambiente è non solo quello di sapere che cosa è, o prevedibilmente sarà, rilasciato nell’ambiente stesso, ma anche quello di comprendere il modo in cui l’ambiente rischia di essere danneggiato dalle emissioni in questione”.

Vengono così annullate due decisioni con cui l’Autorità aveva negato a quattro eurodeputati e a un cittadino europeo l’accesso agli studi sulla tossicità e la cancerogenicità del glifosato, la sostanza attiva presente nell’erbicida Roundup, il più venduto al mondo prodotto dalla multinazionale americana Monsanto. L’Efsa aveva motivato la decisione sostenendo che la divulgazione delle informazioni avrebbe potuto “arrecare un serio pregiudizio agli interessi commerciali e finanziari delle imprese” autrici degli studi e che “non esisteva alcun interesse pubblico prevalente alla divulgazione”.

Con questa sentenza il Tribunale dell’Ue impone adesso all’Autorità di aprire i suoi archivi.

FONTE LANUOVAECOLOGIA 

Autore: redazione

La testata è nata nel 1978 con il nome di Ecologia (diventerà La Nuova Ecologia l’anno successivo) insieme ai primi gruppi ambientalisti… Vedi qui la voce sulla Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/La_Nuova_Ecologia

Il linfoma non-Hodking e esposizione a glifosato -Newsletter Medico Legale Numero 4/2019  Inca Cgil 

Newsletter Medico Legale Numero 4/2019  Inca Cgil 

Il linfoma non-Hodking e esposizione a glifosato

 

Uno studio pubblicato lo scorso dieci febbraio ci permette di tornare sul tema della associazione fra esposizione professionale a glifosato e insorgenza di linfoma non-Hodking.

Il glifosato è l’erbicida sistemico ad ampio spettro più utilizzato al mondo e maggiormente prodotto in termini di volumi. Viene utilizzato in oltre 750 prodotti diversi in agricoltura, silvicoltura, in ambito urbano ed in ambito domestico.

Il suo utilizzo è decisamente aumentato a seguito dello sviluppo di varietà di cultura geneticamente modificate resistenti al glifosato.

Il  potenziale carcinogenico degli erbicidi a base di glifosato (GBH) è stato oggetto di valutazione da  parte di varie agenzie regionali, nazionali e internazionali.

La IARC ha  valutato il glifosato nell’ambito della monografia numero 112 del 2017 “Some Organophosphate Insecticides and Herbicides. Il gruppo di lavoro formato da esperti di 11 paesi ha ritenuto che si disponesse di indicazioni limitate in tema di cancerogenicità del glifosato nell’uomo. Studi caso-controllo di esposti professionali negli Stati Uniti, in Canada ed in Svezia avevano rilevato un aumento del rischio di linfomi non-Hodgkin.
La coorte AHS  (
Agric Health Study )non metteva, invece, in evidenza un aumento significativo del rischio di linfoma non-Hodgkin.

Sulla base dei diversi studi disponibili la IARC ha classificato il glifosato come  “probabilmente cancerogeno per l’uomo Gruppo 2A””, rilevando una associazione positiva con il linfoma non-Hodgkin.

Uno studio pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista americana Mutation Research conclude per una associazione positiva fra esposizione a glifosato e insorgenza di linfomi non-hodgkin.

Lo studio condotto da diverse Università americane ha indagato se esistesse un’associazione tra elevate esposizioni cumulative a GBH (glifosato)  e aumento del rischio di linfoma non-Hodgkin (NHL) negli esseri umani.  E’ stata condotta una nuova meta-analisi che includeva l’ultimo aggiornamento della coorte dell’Agric Health Study (AHS) pubblicato nel 2018 insieme a cinque studi caso-controllo. Il rischio meta-relativo (meta-RR) degli individui esposti a NHL è stato aumentato del 41% (meta-RR = 1.41, IC al 95%, intervallo di confidenza: 1,13-1,75).

Test di sensibilità multipli condotti per valutare la validità dei risultati della meta-analisi non hanno rivelato differenze significative rispetto al meta-RR stimato primario.

Nello studio a supporto dei risultati sull’uomo vengono riportati gli studi di  incidenza di linfoma maligno  nei topi trattati con glifosato puro, così come l’esposizione potenziale a GBH determini quelle alterazioni genetiche che sono comunemente associate con NHL. Complessivamente sulla base del l’evidenza sperimentale degli studi sugli  animali e della meta-analisi degli studi epidemiologici umani gli Autori concludono per un  collegamento fra esposizione a GBHS e aumento del rischio per il NHL.

 

Tutta la documentazione citata può essere richiesta alla Consulenza Medico-Legale Nazionale via e-mail all’indirizzo m.bottazzi@inca.it

Glifosato: le insostenibili critiche della senatrice Cattaneo alla IARC

FONTE  LAVOROESALUTE BLOG

Pubblicato da 

Capao Bonito, Sao Paulo, Brazil, December 18, 2009. Farmer with manual pesticide sprayer on cabbage field in Sao Paulo state

La pubblicazione, su La Repubblica dell’1 dicembre scorso, dell’intervento di Elena Cattaneo era inteso, secondo le parole della senatrice, a “sgombrare il campo da alcuni equivoci”. Di fatto, ha provocato un gran vespaio, e diverse voci si sono espresse per confutare quanto affermato dalla staminologa di Milano. La quale, andando ben oltre le proprie specifiche competenze scientifiche, scaglia pesanti accuse all’indirizzo della IARC, l’Agenzia per la ricerca sul cancro facente capo all’OMS, avanzando il dubbio che la classificazione del glifosato come “probabile cancerogeno” sia in realtà il frutto di comportamenti poco onesti da parte dei membri del gruppo di studio dell’Agenzia di Lione chiamati a valutare la cancerogenicità dell’erbicida.

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