L’Organizzazione mondiale della sanità: “Il Coronavirus è una pandemia”

“Un nuovo virus che si diffonde in tutto il mondo e contro il quale la maggioranza degli uomini non ha difese immunitarie”. Ora l’Oms potrà emanare direttive e inviare équipe nelle nazioni più colpite come fatto in Cina, Italia e Iran

fonte Repubblica.it

Il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità: «Non cambia la valutazione sulla minaccia rappresentata da questo virus, non cambia ciò che i Paesi dovrebbero fare»

fonte Corriere.it

 

REGIONE MARCHE. NOTA INFORMATIVA PER LE AZIENDE DEL TERRITORIO MARCHIGIANO,NEL PERIODO DI EPIDEMIA DA NUOVO CORONAVIRUS.

Come ormai noto, l’epidemia di COVID-19 rappresenta una emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale ovvero un evento straordinario che può costituire una minaccia sanitaria per altri Stati membri attraverso la diffusione di una malattia e richiedere una risposta coordinata a livello
internazionale (Organizzazione Mondiale della Sanità- OMS, 31.1.20).

IL DOCUMENTO

Il mestiere della vita

di Gabriele Polo 09 marzo 2020
Medici, infermieri e operatori sanitari stanno dimostrando di conoscere il loro lavoro e di saper farlo bene. Salvo misurarsi con limiti che vanno al di là della cattiveria di un virus venuto da Oriente, più frutto della stupidità maturata in Occidente

 

A un lavoratore si chiede di saper fare il proprio mestiere. E di farlo bene. Tanto più se si guadagna da vivere occupandosi della salute e della vita degli altri. Ma saperi e buona volontà dei singoli non bastano e quando si scontrano con stati di forza maggiore, si rischia il cortocircuito. In queste ore e in questo Paese medici, infermieri e operatori sanitari di ogni tipo stanno certamente dimostrando di conoscere il loro mestiere e di saper farlo bene, persino con abnegazione. Salvo misurarsi con limiti che vanno al di là della cattiveria di un virus venuto da Oriente, più frutto della stupidità maturata in Occidente. Con il risultato di veder snaturato il senso del proprio mestiere.

Si chiama “medicina delle catastrofi”, è un protocollo che indica agli operatori sanitari come comportarsi in caso di guerre, disastri naturali, epidemie incontenibili e tragedie di simile natura.

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La Federazione dei Giornalisti Europei EFJ esorta politici e media a riferire in modo responsabile su COVID-19

FONTE EFJ 

La Federazione europea dei giornalisti (EFJ) si rammarica della mancanza di una risposta sanitaria europea coordinata alla pandemia di COVID-19. L’EFJ invita i responsabili politici europei, a livello europeo e nazionale, a formulare chiare raccomandazioni in coordinamento con tutte le parti interessate.

I giornalisti devono essere in grado di fornire informazioni concrete e chiare raccomandazioni ai cittadini che sono sempre più irritati dall’inflazione di informazioni intorno al COVID-19. Hanno il dovere di contrastare la disinformazione e la disinformazione sul coronavirus. Hanno la responsabilità di dare la parola agli esperti, qualificati per commentare questioni così delicate.

L’EFJ si unisce all’IFJ nel chiedere ai media di riferire in modo responsabile ed evitare di creare panico ingiustificato o condividere commenti discriminatori e razzisti.

Crediamo che il ruolo dei media e dei giornalisti sia quello di fornire ai cittadini rapporti verificati, accurati e concreti ed evitare sensazionalismi che potrebbero portare al panico e alla paura.

La Carta globale etica IFJ per giornalisti  è un riferimento eccellente in questi periodi di incertezza. Giornalisti e media devono riferire su fatti e fonti scientifiche affidabili , evitando speculazioni. Il vocabolario che spaventa la paura e che potrebbe creare uno stato di allarme che non corrisponde alla realtà dovrebbe essere evitato. I giornalisti dovrebbero anche essere particolarmente sensibili alla privacy delle persone colpite.

Di conseguenza, l’EFJ invita le autorità pubbliche e le istituzioni mediche a fornire informazioni tempestive e trasparenti affinché i giornalisti e il pubblico abbiano accesso a tutte le informazioni pertinenti. L’EFJ invita inoltre i datori di lavoro dei media a valutare i rischi quotidiani dei giornalisti che segnalano sia all’esterno che all’interno della redazione.