Quanto devono spendere le aziende per la sicurezza? Ci sono politiche pubbliche di sostegno?

 

Fonte: ilmanifestoinrete.it 

Autore: Maurizio Mazzetti  che ringraziamo

 

Nell’articolo pubblicato il 29 ottobre 2023 (QUI)  si era parlato dei costi della non sicurezza, cioè di quali sono i costi in Italia per le aziende e la collettività degli infortuni e delle malattie professionali (64.000 euro medi per ogni singolo infortunio, secondo gli studi più recenti). Ma quanto spendono – o devono spendere obbligatoriamente per essere meramente in regola – da parte loro le aziende, sia per la mera gestione dell’esistente (documentazione e formazione obbligatoria e relativi incarichi professionali) e quanto investono?

Non esistono dati complessivi, ma solo campionari, sulle spese. Le spese e gli investimenti per la sicurezza sono parte della complessiva gestione aziendale e non distinguibili globalmente da altre spese e investimenti; ed è persino banale ricordare come quanto più è rischiosa l’attività, e quanto più grande è l’organizzazione in termini di strutture produttive e addette/i, tanto più crescono spese e costi, anche se ci può essere qualche economia di scala. Viceversa, i costi calano quanto più sono presenti risorse interne professionalmente qualificate che supportino e non rendano necessarie, o parzialmente necessarie, apporti (essenzialmente consulenziali) esterni. Analogamente i servizi di consulenza forniti dalle associazioni di categoria e dagli organismi bilaterali/paritetici possono anch’essi calmierare i costi.

Se si cerca tra i siti specializzati, si possono trovare numerose elaborazioni sugli oneri per la mera gestione documentale; ma, a parte la difficoltà di districarsi tra quelle che restano,  sono offerte commerciali di servizi, le cifre sono sempre altamente indicative e parziali.

Riporto in ogni caso di seguito la quantificazione di costi più completa che ho trovato (non farò, ovviamente, pubblicità alla società); l’offerente è evidentemente molto strutturato, ed offre un servizio completo a canone annuo, come riportato nella tabella sottostante. In ogni caso, più ancora delle cifre richieste (che danno comunque un ordine di grandezza), è interessante l’elencazione delle valutazioni necessarie/possibili, che può stupire i non addetti ai lavori; e ho eliminato comunque le sole parti specifiche per i cantieri edili, quelle sul primo soccorso e le valutazioni di sicurezza alimentare HACCP. Si tenga presente che a tutte le somme va aggiunto un 4% di IVA e che ci sono ulteriori costi per eventuali interventi a chiamata, urgenti, sopralluoghi del medico competente e simili.

MINIMO MASSIMO FATTORI DI VARIAZIONE
GESTIONE ANNUALE SICUREZZA SUL LAVORO 600 2500 numero addetti e livello di rischio
INCARICO ANNUALE RSPP ESTERNO 800 16000 numero addetti e grado rischio
DVR DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHI 300 1300 numero addetti e grado rischio
DUVRI rischio da interferenze 300 1100 numero ditte coinvolte
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO RUMORE 500 1100 numero punti di rilievo con fonometro
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO VIBRAZIONI 270 3000 numero dipendenti
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO 100 1300 numero dipendenti
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO INCENDIO 400 2500 numero dipendenti
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO ATMOSFERE ESPLOSIVE 400 2200 numero dipendenti
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO CHIMICO MOVARISCH 250 600 numero prodotti chimici
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO CANCEROGENO-MUTAGENO 150 900 settore aziendale e numero dipendenti
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO DA RADIAZIONI OTTICHE 210 1620 numero punti rilievo con analizzatore
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO BIOLOGICO 540 1080 aziende sanitarie e no
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO CAMPI ELETTROMAGNETICI CEM 210 1620 numero punti rilievo con analizzatore
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI MMC SOLLEVAMENTO E TRASPORTO 200 1320 numero dipendenti
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI MMC SPINTA E TRAINO 210 1500 numero dipendenti
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI MMC ELEVATA FREQUENZA 300 1800 numero dipendenti
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI MMC PAZIENTI OSPEDALIERI 900 6000 numero reparti con mansioni analoghe
DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHIO SPECIFICO PRESCRIZIONI GRAVIDANZA ALLATTAMENTO 210 500 tipologia aziende e settore attività
PIANI EMERGENZA PLANIMETRIE EVACUAZIONE 200 3000 superficie occupata
SORVEGLIANZA SANITARIA ANNUALE 150 650 numero dipendenti
VISITE SECONDO PROTOCOLLO 20 45 tipo visita
SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA SUL LAVORO SGSL OHSAS 18001 3500 9000 numero dipendenti e giornate di consulenza

In sintesi, emerge che anche l’azienda più piccola – cosiddetta microimpresa fino a 10 dipendenti, secondo la classificazione ministeriale vigente – e con il rischio più basso si trova davanti ad oneri dell’ordine di grandezza di qualche migliaio di euro.

Oneri importanti, che talvolta le associazioni datoriali delle imprese piccole e piccolissime dimensioni, specie nel Terziario e nel Commercio, hanno dichiarato sproporzionate rispetto all’entità effettiva dei rischi. In effetti una riflessione su un modello di gestione obbligatorio della sicurezza relativamente indifferenziato circa le dimensioni aziendali è opportuna, e dibattuta: perché è opinione diffusa tra gli addetti ai lavori che la gestione della sicurezza rischia di tradursi in mera produzione di documentazione, restando, non solo metaforicamente, solo sulla carta (o su files in ambienti condivisi). Per contro, cattiva valutazione e documentazione sono sempre meglio che nulla, e semmai c’è da porsi il problema di come migliorarle, valutazione, documentazione e soprattutto interventi. Senza approfondire ora qui la specifica questione, (come pure sarebbe interessante, ma che richiederebbe un’indagine sulla qualità dei DVR e della documentazione obbligatoria che non mi risulta sia stata mai eseguita) una domanda si può certo fare: come è possibile aiutare le aziende a sostenere tali costi, costi che, si badi bene, non afferiscono alla sola documentazione?  Un sostegno pubblico più generoso e strutturato  sarebbe utile, anche perché (rinvio ancora al precedente articolo del 29 ottobre 2023) gli studi più recenti indicano che per ogni euro investito in prevenzione il ritorno è di 2,2 euro; ed anche ammesso che non tutte le spese illustrate sopra non siano propriamente investimenti, e quindi non vi sia questo ritorno, (lasciamo il dibattito agli economisti) vita, salute ed integrità psicofisica hanno un valore ben superiore e diverso da quello che misuriamo in denaro.

Nell’attesa, anzi nella speranza che il sistema Italia si dia finalmente una vera politica della prevenzione, registriamo due piccoli passi che si vuol credere vadano nella direzione giusta.

La prima è che nel bilancio di previsione 2024 dell’INAIL gli stanziamenti destinati alle imprese per i bandi cd. ISI per investimenti in sicurezza in regime di compartecipazione passano dai precedenti 330 a 508 milioni di euro, cioè la cifra più elevata nelle 14 edizioni dei bandi stessi; bandi che, secondo l’INAIL stesso, dal 2010 hanno erogato complessivamente 3,5 miliardi (fonte). A smorzare qualche eventuale, per quanto improbabile, entusiasmo, osserviamo quel che il medesimo comunicato stampa dice del bilancio

Il totale delle entrate dell’Istituto ammonta a oltre 12,4 miliardi di euro, in aumento di circa 300 milioni (+2,46%) rispetto alle previsioni del 2023, con entrate per contributi e premi di assicurazione a carico dei datori di lavoro e/o iscritti pari a più di 9,2 miliardi, mentre le spese ammontano a circa 10 miliardi di euro. Anche nel 2024 si prevede di generare un differenziale tra entrate e uscite di oltre 2,3 miliardi. La giacenza di cassa depositata in Tesoreria centrale, quantificata al 31 dicembre del prossimo anno nell’ammontare presunto di circa 40,7 miliardi, con un incremento di oltre 1,7 miliardi nel solo 2024, risulta fortemente condizionata dal permanere di un sistema di vincoli normativi che, oltre a non permettere l’implementazione delle tutele, continua a incidere sulle potenzialità operative dell’Inail e sulla sua piena autonomia.” Quindi, nonostante l’avanzo resti il medesimo, dei 300 milioni di euro di maggiori entrate poco più della metà andrà al prossimo Bando ISI.  Lo stesso comunicato stampa prosegue dicendo che “ Il bilancio 2024,  …. porta a 200 milioni le risorse per la riduzione del premio assicurativo delle imprese che realizzano interventi migliorativi per la prevenzione. Tenendo conto dei significativi avanzi economici registrati dall’Inail, con provvedimento del Ministero del Lavoro potrebbe (NB: il corsivo è nostroanche essere quasi raddoppiato, portandolo a 800 milioni, lo stanziamento per il bonus riservato alle aziende che registrano un calo di infortuni e malattie. Questo incremento determinerebbe (NB: il corsivo è nostro) un investimento annuale complessivo dell’Istituto per la sicurezza superiore al miliardo e mezzo di euro”.  Per dirla in poche parole, soldi ce ne sarebbero, ma i cordoni della borsa si allargano di poco, chi governa l’Italia ha altre priorità; se son rose fioriranno. Anche perché, se prendiamo per buono il moltiplicatore di 2,2 euro per ogni euro investito, si arriva ad oltre un miliardo di euro di ritorno.

La seconda riguarda il SINP, cioè il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione. Con comunicato dell’08 febbraio 2024 (QUI) l’INAIL comunica la firma di una convenzione quadro quinquennale Regioni-Inail per prevenzione e potenziamento del SINP stesso; o meglio, diciamo qui, perché sia sempre più uno strumento di prevenzione e non solo una fonte di statistiche.  In quest’ottica, nel SINP gli elementi più importanti sono il Servizio Flussi informativi (dati di infortuni e malattie professionali per singola azienda), il Registro delle Esposizioni (ad agenti cancerogeni, mutageni, biologici, con tutte le informazioni su soggetti, natura, intensità, durata) e il Registro Infortuni (dati su infortuni e comunicazioni di infortuni, dal livello aziendale;  un tempo il registro aziendale era obbligatorio e cartaceo). Nella convenzione si stabilisce  che (finalmente …) l’accesso agli elementi più importanti del SINP in un’ottica prevenzionale e non assicurativa avverrà on line 24 ore su 24 su specifica applicazione per il personale designato da Regioni e province autonome e Dipartimenti di prevenzione delle ASL. Ottima cosa, anche se qualche maligno potrebbe chiedersi come un sistema informatizzato e generale arrivi ad oltre 15 anni dall’entrata in vigore del TU 81/2008 che appunto istituiva il SINP: evidentemente, anche l’investimento pubblico in prevenzione, che non dovrebbe essere lasciato come ora alla sola INAIL, mostra tutti i suoi limiti. Per i curiosi, il testo integrale della Convenzione è consultabile QUI.