Fonte Afeva Emilia Romagna
Dopo la manifestazione di CGIL-CISL-UIL dell’8 Novembre 2018 e dell’incontro col Ministero del Lavoro, dopo la proposta sindacale di emendamenti alla legge di bilancio, nonostante la condivisione pressochè unanime di tutte le forze politiche, sindacali e dell’associazionismo, nella legge di bilancio non c’è ancora nulla per la revisione delle provvigioni alle vittime NON Professionali dell’amianto e della revisione dei benefici previdenziali per gli ex-esposti amianto.
Leggi gli emendamenti proposti dalle OO.SS.
Leggi l’emendamento presentato da Debora Serracchiani
Le audizioni alla commissione della Camera dei Deputati avevano efficacemente illustrato le problematiche poste dalle OO.SS. e dalle Associazioni delle vittime dell’amianto. Guarda le audizioni di AFeVA
Tutti i disegni di legge presentati dalle forze politiche di diverso orientamento convergevano in linea di massima sull’obiettivo di rendere più equi i trattamenti per le vittime dell’amianto, riconoscendo che si tratta di un problema di prima grandezza, al quale il legislatore deve porre mano.
La revisione del Fondo Vittime Amianto è un’azione semplice e a costo zero in quanto l’aumento da 5600€ a 12000€ per gli anni 2019 e 2020 con rivalutazione del pregresso sarebbe realizzato con le economie del Fondo Vittime Amianto.
L’aumento riguarda le Vittime Familiari ed Ambientali, insomma tutti coloro che si sono ammalati di Mesotelioma senza avere lavorato con l’amianto.
Ora, come al solito siamo in “ZONA CESARINI”, all’ultimo atto della Legge di Bilancio e solo l’inserimento nel MAXIEMENDAMENTO del Governo o nell’accoglimento di un emendamento con questa misura può realizzare un minimo di tutela per le vittime.
Già lo scorso anno abbiamo dovuto assistere alla “marchetta” confindustriale che ha sollevato le imprese dal contributo annuo di 8 milioni di € al Fondo Vittime Amianto, contributo sostituito dai 27 milioni annui versati dall’INAIL, stornati dal bilancio sulla formazione per salute e sicurezza sul lavoro, un vero scandalo italiano.
Con la ulteriore beffa che Confindustria pur non versando nulla al Fondo, rimane nel Consiglio di Amministrazione del Fondo (?), non si capisce a che titolo.
Vedi la notizia pubblicata l’anno scorso.
Oramai, il disegno di Confindustria è chiaro, anche perchè esplicitato in numerose occasioni:
- costo zero per le bonifiche, dove l’industria può anche guadagnare;
- tutti i costi del disastro sociale, umano, sanitario a carico della collettività e dello stato;
- e in ultimo sollevare le imprese e gli imprenditori responsabili del disastro da responsabilità penali e civili.
In linguaggio popolare si direbbe che vogliono “La botte piena e la moglie ubriaca”
E’ un disegno da contrastare.