Vanno bloccate le aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione e alimentano nelle campagne la dolorosa piaga del caporalato. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’approvazione alla Camera della proposta di legge che introduce il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agroalimentari e in particolare delle aste elettroniche a doppio ribasso. Le aste al doppio ribasso – sottolinea Coldiretti – provocano pesanti distorsioni e speculazioni aggravando così i pesanti squilibri di filiera della distribuzione del valore visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi, secondo Ismea. Le norme nazionali dunque – conclude Coldiretti – sono importanti per completare il quadro normativo contro le pratiche sleali nel settore alimentare approvato a livello comunitario.
Agricoltura
The Lancet: salumi e hamburger causano più morti del fumo
FONTE : PRESSENZA.COM
Le persone che non mangiano sano hanno più probabilità di morire prematuramente dei fumatori.
Una nuova ricerca pubblicata nella rivista scientifica The Lancet, chiarisce che il cosiddetto cibo spazzatura è responsabile ogni anno di 11 milioni di morti al mondo, rispetto agli 8 milioni causati dal fumo.
Gli scienziati dell’Institute of Health Metrics and Evaluation (IHME) di Seattle, a Washington, hanno affermato: «Questo studio conferma ciò che pensiamo da tanti anni, i cibi malsani mietono più vittime di altri fattori di rischio globali».
Il ricercatore Christopher Murray della University of Washington ha aggiunto: «Sale, zuccheri e grassi sono stati al centro del nostro interesse nel corso degli ultimi due decenni, ma le nostre ricerche suggeriscono che i fattori di rischio maggiori sono l’apporto di sodio e il basso apporto di cibi salutari, come i cereali integrali, la frutta, i semi, la frutta secca e le verdure».
Il team, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” , ha analizzato i dati relativi a 195 paesi tra il 1980 e il 2016, identificando 15 alimenti tra positivi e negativi, incluse le verdure, il latte, le fibre, gli acidi grassi Omega-3, le carni trattate e le bevande zuccherate.
Sorprendentemente gli scienziati non hanno trovato una sola regione del mondo in cui la popolazione consumasse una dieta bilanciata, anche se in alcuni casi, come in Asia, vi era una predominanza di verdure e ortaggi. Ancora, Israele è il Paese con la più bassa percentuale di morti causate da una dieta malsana.
Le principali malattie mortali legate alle cattive abitudini a tavola sono il diabete e le malattie cardiovascolari: circa 10 milioni di morti possono essere attribuite a problemi di cuore. Per ridurre queste scioccanti cifre gli esperti consigliano di cambiare immediatamente le loro diete, ridurre a zero i cibi del fast food, le carni rosse e gli affettati, le salsicce, i würstel e gli hamburger, ma anche tutti i cibi preconfezionati e tanti alimenti composti surgelati, ricchissimi di zuccheri e conservanti.
Le milioni di morti causate dalle malattie legate all’alimentazione sono del tutto prevenibili.
Consumi, un allarme alimentare al giorno nel 2018
Nel 2018 in Italia è scoppiato più di un allarme alimentare al giorno per un totale di ben 398 notifiche inviate all’Unione Europea durante l’anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf) divulgate in occasione della presentazione delle nuove norme sull’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio.
Sul totale dei 398 allarmi che si sono verificati in Italia nel 2018 – sottolinea la Coldiretti – solo 70 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 194 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea (49%) e 134 da Paesi extracomunitari (34%). In altre parole – precisa la Coldiretti – oltre quattro prodotti su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (83%).
Quali sono i cibi più pericolosi
I pericoli maggiori per l’Italia – continua la Coldiretti – sono infatti venuti dal pesce spagnolo con alto contenuto di mercurio e infestato dal verme Anisakis, dalle ostriche vive francesi con Norovirus, che provoca vomito e diarrea, e dal pollo polacco contaminato dalla salmonella enterica, i quali salgono sul podio del rischio. Ma nella black list alimentare – precisa la Coldiretti – ci sono anche il pesce francese sempre per l’anisakis, le arachidi dall’Egitto, le nocciole turche e quelle dell’Azebaijan per l’elevato contenuto di aflatossine cancerogene, il manzo ed il pollo provenienti dal Brasile e le cozze dalla Spagna infestati dal batterio Escherichia Coli.
È possibile che le navi solchino il “mare padano”?
Fonte : dal sito Arpae
L’influenza delle emissioni in atmosfera delle navi sulla qualità dell´aria in Emilia-Romagna.
(18/01/19)
È possibile che in pianura Padana vengano avvistate enormi navi porta-container, o eleganti imbarcazioni da crociera, mentre navigano tranquillamente in campagna, fra un campo di granturco e l’altro? Certamente no. Eppure così non sembrerebbe almeno da una prima lettura dei dati che emergono da una delle linee di studio del progetto Supersito, voluto dalla Regione Emilia-Romagna per studiare i rapporti fra l’inquinamento atmosferico e la salute delle persone.
Dall’analisi chimica delle polveri in aria (PM2,5) rilevate nelle stazioni di monitoraggio di Bologna, Parma, San Pietro Capofiume (BO) e Rimini emergerebbe l’influenza delle emissioni in atmosfera delle navi che solcano i mari adiacenti alle coste italiane, non solo nell’Adriatico. Si potrebbe quindi dire, ad esempio, che a Parma in minima parte l’inquinamento derivi perfino dalle navi in navigazione nel centro del Mediterraneo.
Come arrivare ad un uso sicuro dei prodotti chimici in agricoltura?
FONTE: PUNTOSICURO.IT CHE RINGRAZIAMO
Autore: Tiziano Menduto
Categoria: Interviste e inchieste
Bologna, 14 Dic – Molti articoli di PuntoSicuro hanno ricordato che il Regolamento REACH ( regolamento (CE) n. 1907/2006) prevede che tutte le informazioni sui prodotti chimici riguardanti le loro proprietà pericolose, insieme a condizioni d’uso e misure di gestione dei rischi, siano rese note mediante la scheda di dati di sicurezza (SDS). Ma questo avviene adeguatamente nel comparto agricolo?
E con riferimento ai temi della campagna europea « Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro in presenza di sostanze pericolose» 2018-2019, quale è oggi la sicurezza di coloro che hanno a che fare con le sostanze/miscele pericolose in agricoltura, lavoratori e non? C’è un’adeguata interazione tra utilizzatori finali delle sostanze/miscele e produttori?
L’uso sicuro dei prodotti chimici in agricoltura
Per affrontare questo tema, abbiamo intervistato Celsino Govoni (Dirigente Chimico Ausl Modena, Dipartimento Sanità Pubblica dell’AUSL di Modena), uno degli organizzatori e responsabili degli incontri che si tengono annualmente ad Ambiente Lavoro in materia di applicazione dei Regolamenti REACH e CLP.
Gli abbiamo fatto alcune domande con riferimento ad una sua relazione al convegno “REACH_AGRICOLTURA – L’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP in ambito agricolo. Prodotti Fitosanitari, Biocidi, Fertilizzanti, Detergenti e tutti gli altri prodotti chimici: immissione sul mercato, informazione sul pericolo e la gestione del rischio” ad Ambiente Lavoro 2018 di Bologna. La relazione si soffermava sull’uso sicuro nell’impiego professionale dei prodotti chimici in agricoltura.
Partendo anche dalla constatazione che “circa il 70% delle schede di sicurezza presenti sul mercato”, a livello europeo, non sono conformi, come migliorare la sicurezza in un comparto, quello agricolo, dove sono frequenti malattie e infortuni professionali correlati al rischio chimico?
Quali sono le criticità dei controlli sui prodotti chimici per la tutela di tutti coloro, anche non lavoratori o animali domestici, possono venire a contatto con tali prodotti?
Come favorire un uso sicuro dei prodotti?
Gli agricoltori leggono le schede di sicurezza? Forniscono informazioni sugli eventuali errori o non conformità contenute?
E quanto è importante la formazione per migliorare la sicurezza?
Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di seguire integralmente la video intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione.
L’intervista di PuntoSicuro a Celsino Govoni