Fonte Saluteinternazionale.info
Black Lives Matter
Editoriale di Lancet[1]
Coloro che lavorano nel campo della scienza, della medicina e della sanità pubblica hanno il compito di battersi per l’uguaglianza e il dovere di essere uniti contro il razzismo.
Centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in strada negli Stati Uniti e in tutto il mondo per testimoniare il profondo senso di indignazione per l’uccisione di George Floyd, Breonna Taylor e innumerevoli altri uomini e donne neri, per mano delle forze dell’ordine. Indifferenti al rischio di contrarre il virus giudicavano che ciò per cui stavano marciando era immediatamente più urgente. Le marce si sono svolte per attirare l’attenzione sulla carneficina di neri da parte della polizia e sul razzismo che pervade la società.
George Floyd è stato ucciso da un ufficiale di polizia bianco mentre era disarmato, ammanettato e immobilizzato, a Minneapolis, Minnesota, il 25 maggio. La sua morte mette in evidenza ancora una volta l’enorme rischio che corrono i neri americani: una probabilità su 1000 di essere uccisi dalla polizia nell’arco della vita[2]. Solidarietà e orrore sono stati i sentimenti più diffusi.
Il razzismo è un’emergenza di sanità pubblica di interesse globale. È la causa principale delle persistenti diseguaglianze nella morte e nelle malattie tra i bianchi e i neri negli Stati Uniti. Gli afro-americani di età compresa tra 18 e 34 anni hanno tassi di mortalità più elevati rispetto ai bianchi per otto delle dieci principali cause di morte, tra cui malattie cardiache, tumori, malattie cerebrovascolari, diabete, omicidi e HIV. Il razzismo provoca danni e malattie psicologiche a lungo termine. La continua rappresentazione di crimini compiuti dalla polizia nei media – inclusi televisione e social media – può generare problemi di salute mentale tra gli adulti neri americani. La detenzione in massa di uomini di colore è un’ulteriore causa di diseguaglianza nella salute.
Alla base del problema c’è il razzismo strutturale, ovvero una modalità di organizzazione della società che esclude un gran numero di persone provenienti da contesti di minoranza, impedendogli di prendere parte a pieno titolo alle istituzioni sociali. Tale razzismo si autoalimenta e si rafforza manifestandosi nell’assistenza sanitaria, nell’edilizia abitativa, nell’istruzione, nell’occupazione, nel welfare e nella giustizia penale. Questi problemi hanno le loro radici in secoli di discriminazione e permeano in profondità il tessuto della società americana. La loro soluzione richiede una risposta dell’intera società; è motivo di speranza la diversità dei manifestanti che hanno preso parte alle centinaia di marce informali e formali nelle città che si protraggono per più di 10 giorni dalla morte di Floyd nel Memorial Day. Le voci di coloro che hanno sofferto del razzismo nella società americana e i movimenti di attivisti come Black Lives Matter devono essere al centro per determinare il cambiamento, tuttavia noi tutti abbiamo la responsabilità di agire ora.
Nel campo della sanità e della medicina, associazioni come l’American Medical Association e l’American Public Health Association hanno condannato il razzismo e l’uccisione di afroamericani. Queste prese di posizione sono benvenute, ma tutti insieme dobbiamo andare oltre. Dobbiamo fornire i dettagli delle azioni concrete che intraprenderemo per risolvere queste ingiustizie. White Coats For Black Lives, un’organizzazione di studenti di medicina degli Stati Uniti, si sta facendo promotore del reclutamento e del supporto di studenti di medicina neri, latini e nativi americani. Ha anche chiesto che medici e studenti siano portati a conoscenza di come si manifesta il razzismo in medicina, dei principi dell’antirazzismo e delle strategie per smantellare il razzismo strutturale. Riguardo al singolo medico e operatore sanitario, spetta a tutti noi parlare, sostenere e protestare in qualsiasi modo possibile. Le aperte proteste non violente sono quelle che hanno maggiori probabilità di determinare un cambiamento.
Cosa possono fare le riviste mediche? Il nostro compito è educare noi stessi e gli altri sul razzismo. Dobbiamo sostenere gli operatori sanitari neri e quelli appartenenti a minoranze etniche. E dobbiamo usare le evidenze scientifiche e i nostri valori per parlare a favore delle comunità nere e delle minoranze etniche. The Lancet è una rivista con una profonda storia coloniale: la rivista ha pubblicato lavori a sostegno della salute dei colonizzatori, dando la precedenza alla loro salute rispetto a quella di coloro che erano dominati e oppressi. Dobbiamo non solo riconoscere questa storia, ma anche trovare i modi per usare la scienza come strumento di cambiamento sociale. Al movimento Black Lives Matter va tutta la nostra solidarietà. Ma ora dobbiamo trasformare questo impegno in azioni concrete nel nostro lavoro, attraverso le ricerche che pubblichiamo, gli autori a cui commissioniamo gli articoli e le persone che scegliamo. Abbiamo ancora molta strada da fare per raggiungere questi obiettivi. Ma lo faremo.
“I can’t breathe”, “Non riesco a respirare”. Queste sono state le ultime parole di George Floyd: un atto di accusa per la sanguinosa oppressione che lui e la sua comunità hanno subito e continuano a subire. Queste parole stanno lì anche contro l’oppressione inflitta a tutte le persone emarginate a causa del loro colore. Coloro che lavorano nel campo della scienza, della medicina e della salute pubblica devono farsi portavoce delle società che cercano di aiutare. Ma soprattutto, noi abbiamo il dovere di ricercare l’uguaglianza come una questione di giustizia e diritti. L’antirazzismo è una lotta a cui tutti devono unirsi.
Bibliografia
- Editorial. Medicine and medical science: Black lives must matter more. Lancet 2020, Published: June 13, 2020
- Risk of being killed by police use of force in the United States by age, race–ethnicity, and sex. PNAS 2019; 116 (34): 16793-16798
Traduzione a cura di Gavino Maciocco