No-vax, no-greenpass: “Libertarismo indeterminista”

di Francesco Domenico Capizzi *

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti, stabilisce il primo articolo della Dichiarazione del 10 dicembre del 1948. Anche di commettere errori, in buona fede, s’intende? Sì, perché, continua l’articolo, tutti gli esseri umani sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza, e perché l’articolo 21 della nostra Costituzione stabilisce che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Da aggiungere il postulato cartesiano del libero arbitrio, inteso come diritto al dubbio e alla ricerca della verità da parte di ogni essere umano.

Dunque, una società di liberi pensatori! Anche se vengono commesse e sostenute involontarie distorsioni interpretative della realtà ed errori nelle azioni, a parte le facinorose, che meritano rispetto ed ascolto in nome dei vincoli irrinunciabili della solidarietà e della tolleranza che sorreggono l’intera vita civile.

Il movimento composito, non univoco e piuttosto frastagliato nelle proposizioni e nei modi di agire, dei no-vax e dei no-green-pass sembra appartenere ad una sorta di libertarismo indeterminista per la tendenza mostrata a valorizzare singoli elementi critici dell’evento pandemico e a contrastare le misure cautelative adottate, dall’uso del passaporto verde alla vaccinazione.

La questione va affrontata e possibilmente risolta pacificamente, evitando ostilità e lacerazioni nel già fragile tessuto sociale ed istituzionale, proponendo di esaminare e discutere insieme i dati disponibili:

–        A causa della pandemia sono decedute nel Mondo ben oltre 4 milioni (accertati) di persone nel mondo.  La cifra, in realtà, potrebbe essere molto più alta a causa di inefficienze ed errori nel metodo nosologico adottato;

–        La variante Delta si è diffusa in ogni parte del pianeta anche se il numero dei vaccinati ha superato il miliardo, comunque racchiuso entro il coefficiente inaccettabile di 1:8 rispetto all’intera popolazione mondiale. Soltanto il 4% degli africani, ad esempio, ha ricevuto finora la prima dose di vaccino (fonte: Goalkeepers report foundation, settembre 2021);

–        Ogni infezione acquisita può generare nuove varianti che tenderebbero a diffondersi in ogni angolo del globo e, a loro volta, produrrebbero nuove varianti ancor più penetranti e a maggior rischio di complicanze e mortalità:

–        Appare logico che, per ragioni umanitarie ed epidemiologiche, le Nazioni del benessere dispongano la fornitura a Nazioni povere di strumenti e materiali per combattere il virus e la sua trasmissione;

–        Al momento, e neppure in un prossimo orizzonte, non esistono terapie anti-Covid alternative al vaccino, il quale non copre totalmente, e in permanenza, dall’infezione: è necessario affiancarvi misure prudenziali ben note e organizzarsi per la somministrazione della terza dose;

–        antivirali, clorochina, idrossiclorochina e trasfusioni di plasma immunizzato non hanno fornito risultati apprezzabili sul piano clinico;

–        Dovremo, nel futuro prossimo, aspettarci nuove pandemie con conseguenze nefaste se, con rapidità estrema, non si provvederà a risanare l’ambiente ed a prevenire le malattie cronico-degenerative e neoplastiche, in crescita costante e con effetti aggravanti in ogni pandemia e infezione;

–        Il livello di protezione da vaccino anti-Covid in termini di astensione da ricoveri ospedalieri è attestato all’86% dei casi complessivi, il risultato non si è ridotto con la variante Delta e mai è stato inferiore al 79,8-89% di protezione negli ultra 65enni (fonte: Androkronos, 2021);

–        I deceduti per Covid-19 risultano il 16,6 volte in meno fra i vaccinati mentre  gli infettati fra i non vaccinati ammontano a 11,1 volte in più rispetto al gruppo dei vaccinati (fonte: Androkronos, 2021);

–        A partire dal febbraio scorso il 98.7% dei deceduti non era stato vaccinato oppure aveva ricevuto soltanto la prima dose (fonte: ISTAT, settembre 2021);

–        Governo e Parlamento non hanno ritenuto finora di dovere varare una legge che stabilisca l’obbligo vaccinale, in forza del  II° comma dell’art. 32 della nostra Costituzione, confidando sul senso di responsabilità di ogni cittadino e optando per il passaporto verde, per quanto approssimativo e contraddittorio possa essere in alcuni punti, allo scopo di contrastare il propagarsi dell’infezione, ridurre il tasso di ospedalizzazione e di decessi pur permettendo maggiore libertà di circolazione e sviluppo delle attività socio-culturali e produttive. Si tratta di una restrizione delle libertà? E, allora, che dire dell’obbligo vaccinale per i bimbi, della “scuola dell’obbligo”, della normativa riguardante casco e cinture di sicurezza?

–        Sono 41 milioni – pari al 69,3% della popolazione complessiva – gli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale, cifra ben lontana dalla cosiddetta immunità di gregge sulla quale si è creato un malinteso: il 75% dei vaccinati è il valore minimo possibile per garantire un inizio apprezzabile, sul piano epidemiologico, di immunità su grandi numeri di popolazione, ma la reale immunità si realizza con l’approssimarsi al 100% degli immunizzati attivi (infezione contratta) e passivi (vaccini);

–        Non esiste un solo farmaco né un solo atto medico e chirurgico, diagnostico e terapeutico, che non comporti la possibilità di un certo tasso di eventi avversi, anche gravi e letali; la stessa evenienza esiste per le vaccinazioni, su cui è necessario sempre fare chiarezza, ma risulta incomparabile il confronto fra efficacia dei vaccini e importanza di eventi avversi e fra no-vaccini e tassi di malattia da Covid e relativi complicanze e decessi;

–        In Italia sono 14 i decessi risultati correlati alla vaccinazione, vale a dire un caso ogni 5 milioni di dosi somministrate (fonte: AIFA, settembre 2021);

–        L’emergenza socio-sanitaria ha prodotto fratture e squilibri nella vita quotidiana e nella percezione del futuro in singoli cittadini, famiglie e in ogni forma di aggregazione sociale, ma, nello stesso tempo, ha stimolato la necessità di ricostruire una quotidianità ed un futuro per molto tempo percepiti come annebbiati ed incerti. Le vaccinazioni e l’uso del passaporto verde rappresentano davvero il baricentro per il superamento della pandemia e delle sue conseguenze socio-sanitarie.

*Già docente di Chirurgia generale nell’Università di Bologna e direttore delle Chirurgie generali degli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna