Fonte SNOP che ringraziamo
Condividiamo dal sito della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione questo articolo .
Se questo succede negli USA…
Non possiamo non parlarne: ci riguarda, eccome!
I primi cento giorni della seconda era trumpiana stanno sconvolgendo molte cose non solo dentro gli Stati Uniti ma anche a livello globale, con effetti spesso immediati ma prospettandone altri a lungo termine e duraturi, comunque vada. Al di là dello specifico statunitense preoccupano il legame e la simpatia che esistono tra quelle politiche e quelle dei populismi sovranisti anche in Europa.
Tra gli altri, grande preoccupazione destano i provvedimenti a carico della ricerca scientifica e della sanità in particolare. Non a caso, uno dei primi provvedimenti aveva riguardato la decisione di far uscire gli USA dall’OMS (qui in snop.it) che sta producendo fermento e allarme ancorché i tempi per la sua realizzazione siano più lunghi. Ad essa è seguita l’offensiva – in questo caso immediata – verso istituzioni ed agenzie federali e nei confronti del mondo scientifico, sia mediante interruzione di finanziamenti (che ha riguardato MEDICAID, USAID, PEPFAR, CDC, FDA, EPA, National Institutes of Health e tante altre), cancellando migliaia di contratti, intervenendo con licenziamenti o sostituendo il management con figure allineate ma poi anche imponendo limiti e divieti su obiettivi e temi della ricerca (v. le direttive vincolanti in merito ai temi del gender, dell’inclusione, diversità ed equità ma anche su argomenti come l’esitazione vaccinale, il COVID-19 e gli effetti del cambiamento climatico sulla salute). Un editoriale di Antonio Mutti su “La medicina del lavoro” dedicato a questi temi ci informa, ad esempio, dello smantellamento in corso a carico del glorioso NIOSH e degli effetti che questo potrà avere (anche se non pensiamo che sarà solo per quello che si avranno aumenti di infortuni e malattie …).
I nuovi ordini esecutivi emessi riguardano la preparazione alle pandemie (coronavirus, influenza aviaria, vaccinazioni …), la salute ambientale, il clima e le collaborazioni globali, sollevando preoccupazioni riguardo al loro impatto a lungo termine e alla sicurezza sanitaria globale; ma, soprattutto, ignorano i più ampi determinanti socioeconomici della salute e sostituiscono i necessari approcci basati sull’evidenza scientifica con scelte ideologiche.
Il mondo scientifico USA sta vivendo giorni di spaesamento e di grande rabbia e lo stesso si registra a livello internazionale. Una parte delle maggiori riviste (e istituzioni) internazionali a livello biomedico e scientifico sta prendendo posizione con forza: British Medical Journal, Lancet, Nature, European Journal of Public Health e altri stanno intervenendo con editoriali ed articoli, chiamando all’opposizione a questa politica di pressione ed interferenza, rivendicando l’autonomia della scienza. Segnaliamo inoltre gli articoli che vi dedica Salute Internazionale
(https://www.saluteinternazionale.info/2025/04/oms-orfana-degli-usa
https://www.saluteinternazionale.info/2025/02/rabbia-e-disperazione-a-stelle-e-strisce
A proposito delle interferenze sulla ricerca, l’European Journal of Public Health scrive che “tale censura non è solo un attacco all’integrità scientifica, ma anche un presagio del dilagante autoritarismo che l’Europa ha già visto in passato, un autoritarismo a cui dobbiamo resistere con tutta la forza della storia. Noi in Europa (citando Germania nazista e URSS, n.d.r.) conosciamo fin troppo bene le conseguenze dell’ingerenza governativa nel dibattito scientifico.” Vede nelle mosse dell’amministrazione Trump l’eco di “una più ampia tendenza globale in cui gli attori politici cercano di minare l’elaborazione di politiche basate sull’evidenza. Dal negazionismo del cambiamento climatico alla disinformazione sui vaccini, dagli attacchi ai diritti riproduttivi alla revoca delle tutele di genere, osserviamo uno schema allarmante: quando la scienza contraddice l’ideologia, l’ideologia cerca di mettere a tacere la scienza.” E annota, significativamente: “La storia ci ha mostrato il costo del silenzio”.
Anche Mutti, nell’editoriale citato sopra, mette in guardia perché “questa pericolosa tendenza minaccia di estendersi oltre Atlantico. Qui in Europa, dobbiamo essere vigili” ma va anche oltre quando intravede un legame reale e pericoloso tra i “tentativi di smantellare le istituzioni e le tutele che tutelano la loro salute e il loro benessere” e i “venti di guerra” con “la tentazione di dirottare i fondi dalla previdenza sociale alla spesa militare”. Dice: “Non possiamo permettere che il perseguimento della sicurezza militare vada a discapito della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini.”
Ma a livello globale, oltre alla vicenda OMS, è il caso del taglio ai finanziamenti a USAID (importante strumento storico del soft power americano, istituito da Kennedy nel 1961) che sta avendo ripercussioni in altri continenti, dove innumerevoli programmi pluriennali di prevenzione e di cura rischiano ora di venire interrotti, con esiti sulle popolazioni interessate, specie nei sistemi sanitari dei Paesi a basso reddito, in ambiti come la prevenzione e la cura di infezioni (TBC, malaria, HIV…), i programmi nutrizionali, i farmaci ecc.
Secondo The Lancet questo svela drammaticamente la debolezza di quel sistema legata alla sua quasi completa dipendenza dal finanziamento USA e pone la necessità di ripensare il più ampio quadro degli aiuti internazionali, prospettando che il cambierà per sempre anche qualora, come si sta profilando, fosse la Cina – ponendo analoghi quesiti – a proporsi come sostituto degli USA.
Scrive K. Wagatsuma sull’International Journal of Public Health: “L’erosione della governance sanitaria globale sotto l’amministrazione Trump non è solo una preoccupazione interna, ma un’emergenza globale che richiede una risposta urgente e coordinata. Le comunità mediche e scientifiche devono agire prima che questo attacco alla conoscenza si diffonda ulteriormente, mobilitare strategie di finanziamento alternative, rafforzare le collaborazioni multilaterali e promuovere politiche di sanità pubblica basate sulla scienza.”
Nel nostro piccolo, come parte di quel variegato mondo di comunità scientifiche – e non solo mediche – che si occupano di tutela della salute e di prevenzione, intendiamo ostinatamente proseguire negli obiettivi fondanti della nostra Associazione, che sono ben lontani da quanto quelle politiche presuppongono, e vorremmo auspicare la collaborazione di altri soggetti nel contrastare tutte le minacce alla salute e ai diritti dei cittadini e alle istituzioni che li tutelano e questo non solo in risposta agli eventi drammatici della politica USA ma certo anche alla luce di quanto di ingiusto, irrazionale e antiscientifico quelli svelano.