Fonte: The Lancet Planetary Health – 21.02.2025
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Era chiaro, durante la campagna elettorale presidenziale degli Stati Uniti, che se Donald Trump fosse stato rieletto non sarebbe diventato un amico dell’ambiente. L’assalto alla scienza climatica e all’azione per il clima è stato immediato. Nel momento in cui scriviamo, una serie di ordini esecutivi e di nomine politiche stanno interrompendo e smantellando i progressi della comunità scientifica in materia di clima e ambiente.
Le agenzie federali, come l’U.S. Department of Agriculture [Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti], hanno rimosso le pagine web che fanno riferimento al cambiamento climatico e hanno sospeso i pagamenti agricoli per la conservazione della fauna selvatica e l’adattamento al cambiamento climatico. Questa mossa renderà gli agricoltori più vulnerabili al cambiamento climatico. La rimozione delle informazioni dal sito web dell’U.S. Forest Service [Servizio forestale degli Stati Uniti] potrebbe ostacolare la tempestività nel combattere futuri incendi boschivi, sulla scia dei devastanti incendi in California che sono stati aggravati dal cambiamento climatico.
Il nuovo capo dell’Environmental Protection Agency [Agenzia per la protezione dell’ambiente], Lee Zeldin, ha minimizzato l’urgenza di un’azione sul cambiamento climatico e ha insistito sul fatto che la ricerca e le politiche statunitensi sul clima, sui combustibili fossili e sui trasporti dovrebbero rimuovere il cosiddetto fanatismo di sinistra e concentrarsi sulla fornitura di energia a basso costo per le famiglie americane e sul raggiungimento del predominio energetico americano. Questa prospettiva ignora il fatto che si prevede che gli impatti del cambiamento climatico costeranno molto di più, in termini monetari e sanitari, rispetto alle misure di adattamento e mitigazione, e che le persone più svantaggiate della società americana sono le più vulnerabili al cambiamento ambientale. Decidere chi, all’interno della società, debba farsi carico dei costi della transizione energetica, è una questione politica. Una transizione equa che fornisca benefici economici e sanitari – soprattutto per coloro che sono più pressati dalla crisi del costo della vita – è possibile.
L’amministrazione Trump mira ad aumentare l’estrazione di risorse naturali negli Stati Uniti e sembra che non veda l’ora di contrastare le prove scientifiche e le protezioni legali per raggiungere questo obiettivo. Il presidente Trump ha dichiarato un’emergenza energetica nazionale e ha incoraggiato l’espansione delle trivellazioni per la ricerca di petrolio e gas. Ordini precisi mirano a facilitare i progetti di trivellazione e disboscamento in importanti aree selvagge nella regione artica americana e nelle foreste nazionali. Queste azioni sono accompagnate da un blocco temporaneo delle locazioni di terreni per lo sviluppo di parchi eolici offshore e dei finanziamenti federali per l’eolico onshore.
Trump e i suoi alleati politici hanno sollevato preoccupazioni infondate sull’impatto ecologico dei parchi eolici. Tuttavia, in un vero e proprio potenziale colpo alla protezione della biodiversità americana, il primo National Nature Assessment degli Stati Uniti sarebbe stato annullato. La precedente amministrazione si era posta l’obiettivo di conservare il 30% della biodiversità nazionale; un obiettivo che sembra improbabile possa sopravvivere.
Un ordine esecutivo che vieta le attività relative alla diversità, all’equità e all’inclusione, ha sospeso tutti i lavori e i programmi federali relativi alla giustizia ambientale, che erano stati concepiti per proteggere le comunità più povere dagli impatti sulla salute dovuti a nuovi sviluppi estrattivi o industriali. Questo, e un altro ordine sul cosiddetto estremismo dell’ideologia gender, ha portato alla cancellazione di massa dai siti web di importanti agenzie federali come il CDC, di informazioni relative alla diversità sessuale o di genere, al divieto temporaneo di comunicare con enti esterni, e a una presunta istruzione di ritirare le pubblicazioni scientifiche che accettano l’ideologia gender. La soppressione di termini scientifici relativi all’ambiente, alla sessualità o al genere è un’agghiacciante e ironica limitazione della libertà di parola da parte di politici che si propongono come suoi paladini.
Il presidente Trump ha ordinato il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima, e ha bloccato tutti gli aiuti per il clima ai Paesi stranieri. L’accordo di Parigi è il miglior quadro di riferimento di cui disponiamo attualmente per ridurre le emissioni globali di gas serra e che il consenso scientifico ritiene necessario per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico. Gli Stati Uniti non sono il mondo, ma sono uno dei maggiori inquinatori, sono una delle nazioni più potenti e tra i maggiori contribuenti alla ricerca scientifica; la loro politica ha un’enorme influenza sull’approccio globale al cambiamento climatico.
Se resisteranno alle sfide legali e politiche, queste prime drammatiche azioni della presidenza Trump segnalano la volontà di ignorare le prove scientifiche. In mezzo a questa turbolenza, è fondamentale che i ricercatori, il settore privato, gli attori regionali e locali, sostengano e seguano le prove sul cambiamento climatico e ambientale e siano chiari: nascondersi dalla realtà del cambiamento climatico non farà altro che danneggiare gli americani e il mondo intero.
Traduzione a cura della Redazione di Antropocene.org
Fonte: The Lancet Planetary Health 21.02.2025