Fonte: Antropocene.org che ringraziamo
By Julia Conley 17 Febbraio 2025
«Per una transizione sostenibile, efficace e giusta, dobbiamo ridefinire la nostra relazione condivisa con l’acqua, al di là dei confini e delle culture», afferma The Global Commission on the Economics of Water [Commissione globale sull’economia dell’acqua] che ha redatto un nuovo rapporto.
Per la prima volta nella storia umana, il ciclo dell’acqua sulla Terra è sbilanciato
Secondo un nuovo rapporto, decenni di cattiva gestione delle risorse idriche, di deforestazione e di crisi del riscaldamento globale causata dai combustibili fossili hanno messo a dura prova i sistemi idrici della Terra, provocando uno «stress senza precedenti» e squilibrando «per la prima volta nella storia dell’umanità», il ciclo idrologico mondiale.
The Global Commission on the Economics of Water [Commissione Globale sull’Economia dell’Acqua], affiliata al governo olandese e composta da esperti di tutto il mondo, ha pubblicato lo studio, avvertendo che i decisori politici devono urgentemente «rivedere il ciclo idrologico come un bene comune globale», riconoscendo che è «profondamente interconnesso con le crisi climatiche e della biodiversità».
Il ciclo idrologico, o ciclo dell’acqua, è la permanente circolazione dell’acqua tra gli oceani, la terra e l’atmosfera del pianeta. Gli esperti coinvolti nel nuovo rapporto avvertono che l’aumento delle temperature e l’inquinamento, causati dalle continue emissioni di combustibili fossili e da altri impatti industriali, sono tra i fattori che stanno «compromettendo un futuro equo e sostenibile per tutti» in termini di accesso all’acqua.
La Commissione ha affermato che è necessaria una «nuova economia dell’acqua», che riconosca come l’acqua colleghi paesi e regioni attraverso flussi d’acqua atmosferici e corpi idrici.[1]
«Per una transizione sostenibile, efficace e giusta, dobbiamo ridefinire la nostra relazione condivisa con l’acqua, al di là dei confini e delle culture», ha dichiarato sui social media la Commissione.
Sia gli ecosistemi di acqua dolce che quelli terrestri sono stati danneggiati dalla cattiva gestione e dalla «sottovalutazione del problema idrico in tutto il mondo», si legge nel rapporto. «Non possiamo più contare sulla disponibilità di acqua dolce per il nostro futuro collettivo».
Attualmente più di 1.000 bambini muoiono ogni giorno a causa di malattie legate alla mancanza di acqua potabile, e più della metà della produzione alimentare mondiale avviene in aree in cui si prevede che le riserve idriche diminuiranno nei prossimi anni.
«Se questo non è abbastanza per dichiarare lo stato di emergenza, cos’altro potrà farlo?» ha dichiarato lo scrittore Matthew Todd in merito alla prevista crisi di produzione alimentare. «Pensiamo a cosa significa tutto questo: potenziale migrazione di miliardi [di persone], guerra e instabilità politica senza precedenti».
Secondo la Commissione, è necessario adottare un nuovo approccio alla governance dell’acqua, «da quella locale, a quella dei bacini fluviali, a quella globale; che sia governata in modo più efficace ed efficiente; che garantisca accesso e giustizia per tutti, e che sostenga gli ecosistemi della Terra».
Tharman Shanmugaratnam, presidente di Singapore e co-presidente della Commissione, ha dichiarato al The Guardian che i decisori politici devono «pensare radicalmente a come preserveremo le fonti di acqua dolce, a come la utilizzeremo in modo molto più efficiente e a come saremo in grado di garantire l’accesso all’acqua dolce disponibile ad ogni comunità, comprese le più vulnerabili, in altre parole, a come preservare l’equità [tra ricchi e poveri]».
Gli esperti hanno rilevato che gran parte dei 700 miliardi di dollari destinati ogni anno ai sussidi per l’acqua e l’agricoltura vengono spesi male, spingendo gli agricoltori più ricchi a utilizzare più acqua del necessario, mentre le comunità e gli agricoltori più poveri non ne hanno abbastanza.
«L’industria e le persone più ricche ricevono molti sussidi. Quindi ciò di cui abbiamo bisogno sono sussidi più mirati. Dobbiamo identificare le persone povere che ne hanno davvero bisogno», ha detto al The Guardian Ngozi Okonjo-Iweala, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e altro co-presidente della Commissione.
L’impatto della continua pressione sulle risorse idriche potrebbe ridurre dell’8% il Pil dei paesi ricchi entro il 2050, e quello dei paesi a basso reddito fino al 15%.
Lo stress sui sistemi idrici del pianeta ha creato un impatto particolare sull'”acqua verde”, immagazzinata nel suolo, nelle piante e nelle foreste, che alla fine evapora trasformandosi in pioggia.
«La politica attuale tende a occuparsi dell’acqua “blu” che possiamo vedere, nei fiumi, nei laghi e nelle falde acquifere, trascurando gravemente l’acqua “verde”», si legge nel rapporto. «Ecosistemi e terreni integri, gestiti in modi che non influiscano negativamente sul loro funzionamento idrologico, sono essenziali per garantire le precipitazioni terrestri. Una fornitura stabile di acqua verde nei terreni è fondamentale per il sequestro del carbonio».
Il degrado dei sistemi idrici, compresa la perdita di umidità del suolo, ha già contribuito a «frequenti e sempre più gravi siccità, inondazioni, ondate di calore e incendi boschivi, che si verificano in tutto il mondo».
La Commissione ha mappato la «vasta rete interconnessa di scambi di acqua atmosferica che abbraccia l’intero pianeta» e creato uno storytelling website [2] animato che accompagna il rapporto, fornendo un’immagine di come «i flussi di acqua verde collegano i paesi in tutto il mondo».
«Gestire l’acqua come risorsa è più di una questione locale», ha affermato la Commissione. Il rapporto chiede che vengano forgiate partnership tra tutte le parti interessate, dal livello locale a quello globale, volte a completare cinque «missioni che affrontano le sfide più importanti e interconnesse della crisi idrica globale»:
- Avviare una nuova rivoluzione nei sistemi alimentari per migliorare la produttività idrica in agricoltura, soddisfacendo al contempo le esigenze nutrizionali di una popolazione mondiale in crescita;
- Conservare e ripristinare gli habitat naturali fondamentali per proteggere l’acqua verde;
- Instaurare un’economia circolare dell’acqua, che comprende cambiamenti nei processi industriali;
- Avviare un’epoca di energia pulita con un’intensità idrica molto più bassa;
- Garantire che entro il 2030 nessun bambino muoia a causa dell’acqua non potabile, garantendo un approvvigionamento affidabile di acqua potabile e di servizi igienici alle comunità meno servite.
«L’economia cinese dipende dalla gestione sostenibile delle foreste dell’Ucraina, del Kazakistan e della regione baltica», ha detto al The Guardian Johan Rockström, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research e co-presidente della Commissione. «Si può fare lo stesso discorso con il Brasile, che fornisce acqua dolce all’Argentina. Questa interconnessione dimostra che l’acqua dolce va posta come un bene comune globale nell’economia mondiale».
Note:
[1] N.d.T. La definizione che ne dà l’articolo 2.10 della Direttiva Europea è la seguente: «Un corpo idrico è un elemento distinto e significativo di acque superficiali, quale un lago, un bacino artificiale, un torrente, fiume o canale, parte di un torrente, fiume o canale, acque di transizione o un tratto di acque costiere».
[2] N.d.T. Con storytelling website ci si riferisce ad un sito che ricorre a «una serie di strategie comunicative al fine di veicolare dei messaggi, attraverso la narrazione e l’utilizzo di schemi propri della retorica. Lo storytelling permette quindi di trasmettere un concept, un’idea o un messaggio attraverso una narrazione coinvolgente e ben strutturata». (https://www.fishouse.it/magazine)
Julia Conley
Traduzione di Alessandro Cocuzza