Un mondo a rischio L’importanza della prontezza all’azione

Segnaliamo questo interessante articolo già pubblicato dal Centro Documentazione per la Promozione della salute della Regione Piemonte. Nella gestione Pandemia la mancanza di  preparadness è stata esperienza negativa condivisa dal SSN italiano  ma non solo. Nell’articolo si affronta il tema della preparadness , ovvero della prontezza dell’azione, capacità dei sistemi sanitari pubblici, delle comunità e degli individui, di prevenire, proteggere, rispondere rapidamente e riprendersi da emergenze sanitarie, in particolare quelle la cui scala, tempistica o imprevedibilità minacciano di sopraffare le capacità di routine….

 

 

La preparedness, o prontezza all’azione, è definita come la capacità dei sistemi sanitari pubblici, delle comunità e degli individui, di prevenire, proteggere, rispondere rapidamente e riprendersi da emergenze sanitarie, in particolare quelle la cui scala, tempistica o imprevedibilità minacciano di sopraffare le capacità di routine” (1).

La prontezza è costosa: occorre finanziare, in continuo, programmi e azioni per prevenire eventi che potrebbero non verificarsi mai, o che potrebbero accadere in modo diverso da quanto si era previsto. Eppure l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2019, ha pubblicato le linee guida “A world at risk” elaborate dal Global Preparedness Monitoring Board (2), che approfondiscono, in 7 capitoli, le più importanti strategie che si dovrebbero mettere in atto. Sono così importanti che sono state tradotte in molte lingue – escluso l’italiano -.

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Quel mattino di primavera

Fonte: mentepolitica.it

Francesco Domenico Capizzi * – 13.06.2020

Contagio Stati Uniti

 

 

 

 

La notizia che la pandemia abbia portato gli Stati Uniti alla testa della triste classifica mondiale dei contagi e dei decessi e, nel contempo, causato finora  oltre 20 milioni di disoccupati, difficilmente riassorbibili nel mercato del lavoro, conduce ad inevitabili considerazioni che sconfessano uno dei fondamenti su cui è costruita la Costituzione americana: “ tutti gli uomini sono stati creati uguali… dotati di Diritti inalienabili, fra questi la Vita, la Libertà, la ricerca della Felicità”. Infatti, la situazione di precarietà socio-sanitaria degli USA poggia su uno storico, e ancor solido modello liberista, gravato dal più elevato tasso di privato conosciuto in ogni ambito delle organizzazioni sanitarie dell’Occidente con l’effetto inevitabile di divaricare le diseguaglianze sociali fino alla rottura con conseguenze incalcolabili, estensibili in ogni piega della società.

Difficile mantenere intenti ideali tanto alti, addirittura di stampo teleologico, se perfino la American Medical Association nel 2007 ha dichiarato pubblicamente la sua  “contrarietà alla Riforma sanitaria per un possibile deragliamento del sistema sociale verso un modello d’impianto socialista” di fronte alla volontà e alle iniziali misure dell’Amministrazione Obama di estendere, a fasce bisognose di popolazione, la gratuità dei diritti assistenziali.

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