Canada: un appello sindacale per proteggere i lavoratori degli impianti di lavorazioni carni. 1400 casi di lavoratori infetti nel settore industria alimentare

FONTE TUAC (Sindacato alimentaristi Canada) 

I lavoratori negli impianti di lavorazione della carne in Canada lavorano duramente in prima linea per produrre carne per le famiglie in tutto il paese.

Ad oggi, oltre 1.400 casi di COVID – 19 sono stati confermati nei lavoratori dell’industria alimentare. Alcuni di questi ultimi che stanno combattendo COVID-19 sono in condizioni critiche e alcuni sono morti.

In risposta alla pandemia, il governo federale ha recentemente annunciato $ 77 milioni per i trasformatori di alimenti, ma i dettagli sulla distribuzione di questi fondi non sono ancora chiari.

Gli operatori del settore alimentare devono svolgere un ruolo centrale nel determinare le condizioni e i criteri per il “Fondo per il trattamento di emergenza”.

Informare il governo canadese che i soldi dei contribuenti pagati alle imprese devono innanzitutto garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e che i lavoratori del settore alimentare devono avere voce in capitolo determinare le condizioni della propria salute e sicurezza!

MOSTRA IL TUO SOSTEGNO AI LAVORATORI DEL SETTORE ALIMENTARE INVIANDO UNA LETTERA ADESSO!

Per diverse settimane, i lavoratori dell’industria alimentare canadese hanno chiesto le seguenti misure, raccomandate dai sostenitori per i lavoratori alimentari di tutto il mondo, ma non hanno ricevuto impegni da governo federale su queste disposizioni di base:

  • Garantire che i lavoratori possano lavorare a una distanza di due metri (6,5 piedi) l’uno dall’altro per tutta la giornata lavorativa. Per fare ciò, è possibile modificare l’organizzazione del lavoro, l’orario di lavoro e le pause. Potrebbe essere necessario modificare la progettazione delle stazioni di lavoro, ad esempio installando Perspex, Plexiglas o materiale simile per proteggere i lavoratori dal rischio di infezione reciproca.
  • Ridurre la velocità e la quantità di prodotti sulla linea di produzione per garantire un divario di due metri tra i lavoratori. Ciò deve essere fatto senza rimuovere alcuna posizione e le decisioni relative a turni, accordi di condivisione del lavoro e straordinari devono coinvolgere il sindacato.
  • Fornire adeguate stazioni di lavaggio e disinfezione delle mani e aumentare il numero di pause affinché il lavaggio delle mani diventi parte integrante del lavoro.
  • Garantire la pulizia e l’igiene regolari e complete del posto di lavoro, compresi i servizi igienici e le sale da pranzo. Tutte le superfici comuni, ad esempio banchi da lavoro, maniglie delle porte, corrimani e tastiere, devono essere pulite regolarmente.
  • Fornire adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI), sebbene ciò non possa sostituire un adeguato spazio tra i lavoratori.
  • Adottare le misure necessarie per raggiungere il luogo di lavoro in sicurezza per ridurre al minimo il rischio di esposizione a COVID – 19.
  • Pubblica i protocolli sul posto di lavoro sui cartelloni pubblicitari in lingue che tutti i lavoratori possano comprendere e mantenere comunicazioni regolari.

Proteggere i lavoratori del settore alimentare e fermare la diffusione di COVID-19 negli impianti di produzione alimentare in Canada richiede un approccio coerente guidato da parti interessate, sindacati e datori di lavoro, e attuato dal governo.

I lavoratori del settore alimentare hanno bisogno di aiuto ADESSO!

Parrucchieri ed estetisti, pubblicate le raccomandazioni di Inail e Iss per la ripresa delle attività dopo il lockdown

Fonte Inail.it 

Il documento tecnico, approvato nella seduta di ieri dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19, contiene l’analisi del rischio contagio per il settore della cura alla persona e fornisce indicazioni sulle misure da adottare per il contenimento della diffusione del virus. Il presidente Bettoni: “Non sono regole vincolanti, sarà il governo con le parti sociali a operare la sintesi tra i vari interessi in gioco”

Parrucchieri ed estetisti, pubblicate le raccomandazioni di Inail e Iss per la ripresa delle attività dopo il lockdown

ROMA – Il Comitato tecnico scientifico istituito presso la Protezione civile nella seduta di ieri ha approvato il documento tecnico elaborato dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità, che fornisce raccomandazioni sulle strategie di prevenzione da adottare per il contenimento del nuovo Coronavirus nei servizi dei parrucchieri e degli altri trattamenti estetici, in vista della ripresa delle attività dopo la fase di lockdown. È l’ultima pubblicazione realizzata in ordine di tempo, dopo quelle dedicate all’analisi del rischio da Covid-19 nei luoghi di lavoro, nel trasporto pubblico terrestre e nei settori della ristorazione e della balneazione.

“Potranno essere riviste sulla base del trend epidemiologico”. “Non si tratta di disposizioni vincolanti – precisa il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – ma di contributi di carattere scientifico, che contengono analisi del rischio per settori specifici di attività, per cui forniscono ipotesi di modulazione delle misure di contenimento del contagio già note, anche attraverso criteri per l’individuazione di misure di prevenzione e protezione. È  evidente che non si tratta di linee guida impartite alle imprese, che né l’Inail né l’Iss sono titolati a emanare. Spetterà alle autorità politiche e alle parti sociali trovare il giusto contemperamento tra gli interessi in gioco, con la flessibilità che le situazioni territoriali possono richiedere. Se, sulla base del trend epidemiologico e dell’analisi dei dati di monitoraggio regionale, si dovesse verificare un miglioramento degli indici di contagio, il Comitato tecnico scientifico potrà richiedere la  revisione del quadro delle raccomandazioni”.

“L’Istituto si è attivato con l’obiettivo di tutelare la salute di tutti”. “Lo spirito con cui si è mosso l’Istituto – aggiunge Bettoni – è quello di mettere al servizio del Paese le proprie competenze tecniche. Fin dall’inizio dell’epidemia, infatti, ci siamo attivati per tutelare i lavoratori e le imprese, operando in stretta sinergia con il Ministero della Salute, la Protezione civile, il Comitato tecnico scientifico, il commissario straordinario e le altre istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza per individuare misure di prevenzione e protezione adeguate, con l’obiettivo di consentire la progressiva ripresa di tutte le attività produttive, tutelando allo stesso tempo la salute dei lavoratori, degli imprenditori e della popolazione in generale”.

I rischi maggiori derivano dalla stretta prossimità con la clientela. Come sottolineato nel documento tecnico pubblicato oggi, nel settore della cura alla persona, che comprende i saloni di barbieri e parrucchieri, gli istituti di bellezza e quelli di manicure e pedicure, per un totale di oltre 140mila imprese e 260mila addetti, i rischi maggiori derivano dalla stretta prossimità con il cliente e dall’elevata probabilità di esposizione a fonti di contagio, legata anche alla presenza di operazioni che comportano la formazione di aerosol.

Prevista la possibilità di realizzare aree di attesa all’esterno. Tra le misure di prevenzione proposte, la possibilità di consentire deroghe ai giorni di chiusura, l’estensione degli orari di apertura dei locali e una razionalizzazione degli spazi tale da permettere il distanziamento, anche attraverso la realizzazione di aree di attesa all’esterno, consentendo ove possibile l’occupazione del suolo pubblico in deroga. Per garantire la sostenibilità delle attività quotidiane, è necessaria una buona programmazione di tutte le attività e dei tempi medi dei trattamenti, che andrebbero predeterminati già al momento della prenotazione, per ottimizzare i tempi di attesa e prevenire ogni forma di affollamento. La distanza minima tra le postazioni dovrebbe essere di almeno due metri ed è preferibile lavorare con le porte aperte.

L’utilizzo della mascherina di comunità è obbligatorio. Come previsto dall’articolo 3 del Dpcm del 26 aprile, è obbligatorio l’utilizzo di mascherine di comunità da parte del cliente a partire dall’ingresso nel locale, a eccezione del tempo necessario per effettuare i trattamenti che non lo rendano possibile. È preferibile, inoltre, fare ricorso a grembiuli e asciugamani monouso. Se riutilizzabili, devono essere lavati ad almeno 60 gradi per 30 minuti. In tutti i casi possibili, le procedure devono essere svolte rimanendo alle spalle del cliente.