Vivere a Berlino all’epoca del coronavirus . 03.01.2021 di Franco Di Giangirolamo

 Sguardi sotto il cielo di Berlino  . foto gierre

FINALMENTE  NEVE SU BERLINO!!

Dopo una settimana di previsioni fasulle, una nevicata che forse sarà lunga visto il cielo carico. Finalmente perché l’anno 2020 è stato anche il secondo più caldo da quando si registrano le temperature in Germania. Il DWD, servizio meteorologico tedesco, calcola che la temperatura media nel 2020 sia stata di 2,2 gradi superiore al valore di riferimento internazionale dal 1961 al 1990.

Il meteo è in linea con il clima politico, che sarà vieppiù surriscaldato sia perché il controllo della pandemia non pare a portata di mano, sia perché quest’anno finisce l’era Merkel e sarà un anno di superelezioni, dovendosi celebrare 6 elezioni statali (regionali), due elezioni locali e quella federale. Gran parte del conflitto politico, come è ovvio, si giocherà direttamente o indirettamente sul terreno del governo della pandemia e della “ricostruzione di una nuova (quale?) normalità“.

Alcuni pensano che le vecchie democrazie finora abbiano retto l’urto: quella statunitense scrollandosi di dosso il demolitore Trump, quelle europee trovando alcune soluzioni comuni, sia in campo economico che sanitario e scientifico, per affrontare gli affetti disastrosi della pandemia. Altri cominciano a pensare che il confronto con l’oriente ci abbia visti sostanzialmente perdenti, a prescindere dal modello di governo dei medesimi. Vero è che tensioni tra centro e periferia non sono mancati e anche i modelli federali più solidi hanno fibrillato, vero è che in quasi tutti i paesi si è registrato un divario tra le volontà di governo e la debolezza delle realizzazioni (asimmetria tra autorità e strumenti del suo esercizio), vero è che quasi tutti i paesi erano sostanzialmente impreparati, soprattutto psicologicamente, alla gestione di una pandemia. Così come è vero che sul terreno della comunicazione, la triangolazione tra politici, esperti, media sia stata più un problema che una risorsa. Il clima generale, stando ai media e facendo le relative tare, mi pare non ottimistico nè sul breve nè sul medio periodo. Forse sta prevalendo l’idea che “quasi tutti i soggetti in campo abbiano commesso errori, troppo rapidamente dimenticati“, sui quali non sarebbe sbagliato riflettere, aggiungerei.

L’ipotesi che si potesse “ballare con la tigre“, resa mansueta dalla strategia delle 3T (Testare, tracciare e trattare) e dell’AHA (acronimo tedesco per: distanziamento fisico, igiene e mascherine) è abbastanza inefficace. C’è chi scommette sul vaccino, chi sull’arrivo del caldo, chi sulla scoperta di un nuovo farmaco per la cura, chi su nuove strategie combinate di blocchi, chi se ne frega perché il quadrante dell’economia volge al peggio, ma la sostanza è che sono pochi a credere veramente che nel 2021 “potrebbe andare meglio“   Per ora la tigre in Europa la teniamo per la coda ma è lei che decide dove andare.

Le elezioni tedesche si svolgeranno in questo clima, che direi denotato da un certo pessimismo.

Il 16 gennaio la CDU deciderà chi sarà il futuro leader del partito, successivamente CSU e CDU dovranno indicare il candidato alla Cancelleria. Disponendo del 35-40% dei voti, si tratta di scelta di peso. Intanto incassano da Christofer Groener [ grande immobiliarista .ndr ] 500.000 euro di finanziamento per la campagna elettorale. La vittoria della CDU a Berlin, dove si voterà il 26 settembre, permetterebbe di eliminare le leggi sul blocco dei  fitti e degli sfratti. Non c’è dubbio, un investimento che si potrebbe rivelare molto redditizio.

I Verdi, che corrono anch’essi per il cancellierato, non hanno ancora un candidato. L’SPD pare proponga Olaf Scholz, attuale Ministro delle Finanze.

C’è poi la collana delle elezioni statali: in Marzo il Baden Wurttemberge la Renania Palatinato, in Aprile la Turingia, in Giugno la Sassonia- Anhalt, in agosto la Bassa Sassonia, in settembre l’Assia.

Il grande scienziato naturalista A. Humboldt diceva, descrivendo la sua visione del mondo “Tutto è legato a tutto“. Credo che sia un principio valido anche nel nostro caso.

Tornando alla pandemia, il 5 gennaio nuovo vertice per la verifica degli effetti del blocco del 16 dicembre. L’andamento del tasso di infettività e del numero dei decessi non lascia margini di manovra. Il dato nazionale è ben lungi dall’obiettivo delle 50 nuove infezioni a settimana per 100.000 abitanti e il numero dei decessi è in preoccupante crescita. Entrare nei dettagli è inutile: la seconda ondata è stata tanto violenta quanto sorprendente e non è stata ridimensionata se non parzialmente dai provvedimenti di Novembre e Dicembre.

Ci si interroga sulle motivazioni dello “stallo“ della lotta antipandemica.

La società prende meno sul serio le misure di protezione? Pochi limiti all’uso dei mezzi pubblici? Negozi troppo pieni? Zone innevate troppo frequentate? Case di cura non abbastanza protette? E le scuole, che sono state sempre aperte?

Con la difficoltà di adottare ulteriori giri di vite e di gestire lo stress delle strutture ospedaliere, si ricorrerà all’ ancora di salvezza della vaccinazione, che non salva niente nel breve periodo ma che si pensa possa rassicurare i cittadini. Anche questo tuttavia è terreno di confronto politico a volte difficile da distinguere dal cazzeggio, ma, in campagna elettorale, tutto fa brodo. Il Ministro della salute è preso in mezzo perché non avrebbe garantito abbastanza vaccini al popolo tedesco.

I politici tedeschi sono controllati, misurati e non si permettono mai le cosiddette  “crisi di nervi“, che per noi italiani sono la normalità, o per lo meno non lo danno a vedere, ma temo che siano in serie difficoltà e per la Merkel sarà difficile ancora una volta non solo trovare la soluzione ma mettere d’accordo tuti. Quella che pare più semplice è il prolungamento del blocco attuale. Il virologo dell’SPD dice che per altri tre mesi non c’è niente altro da fare che blocco e vaccinazioni e potrebbe aver ragione. Il virologo della Charitè Christian Droste sostiene che sarà complicata la prima metà dell’anno e che ci si potrà rilassare solo dopo il primo semetre e dopo una vaccinazione sostenuta. Ma, come si chiede Crisanti: dopo aver abbassato la curva, che si fa? Si è pronti a gestire il tracciamento? Insomma: un rebus.

Inoltre vengono fuori buchi strutturali del tipo :”ognuno lotta per se stesso” (Frankfurter Allgemeine). Per dirla in breve il coordinamento delle 400 autorità sanitarie tedesche per adeguarsi alla lotta antipandemica è fallito. Entro il 31 dicembre dovevano tutte essere collegate alla Piattaforma Digitale SORMAS (sviluppata anni fa da Helmholtz Center for Infection Research-HZI per la lotta contro il virus Ebola) ma sono ancora ben lontani dall’aver realizzato questa rete digitale globale che avrebbe permesso a tutte le strutture sanitarie di avere informazioni in tempo reale sulla diffusione del virus. La faccio corta ma all’oggi solo 95 autorità sanitarie su 400 sono collegate alla piattaforma digitale. Il virus mette a dura prova anche gli efficaci modelli teutonici.

Il virus però è birichino: per esempio ha colpito a Lipsia uno dei principali organizzatori delle manifestazioni antigovernative e ha fatto uno scherzo anche ad un parlamentare dell’AfD che partecipava alle sedute del Bundestag con una mascherina retata, per provocare. Non hanno richiesto di essere curati contro il raffreddore né si sono opposti alle cure mediche ospedaliere acconciandosi, pecorecciamente, agli interventi contro la “inesistente” malattia Sars-Covid-. .

Fuori continua a nevicare. Chiudo. Ad una passeggiata sotto la neve non posso rinunciare.

Franco Di Giangirolamo