Fonte mente politica
Autore : Francesco Domenico Capizzi *
Chiese vuote, cimiteri pieni, ospedali tracimanti, terapie intensive insufficienti, saracinesche chiuse in strade deserte e silenziose, tutti annichiliti nello scorrere del tempo incollati a finestre, telefoni e schermi, inquieti verso la sospirata incerta riapertura nella convinzione che “nulla sarà più come prima”. Ma, basta una pandemia virale per “cambiare tutto”?
Per “cambiare” non sono bastati 8 milioni e mezzo di morti annui per la pandemia neoplastica, 40 milioni per la fame (75% della mortalità generale), 7 milioni per l’inquinamento atmosferico, centinaia di migliaia per le 35 guerre attive nel mondo, le migrazioni forzate, la povertà, la miseria, il miliardo di denutriti e senza futuro…! (The Lancet, OMS 2019). Forse la vera speranza recondita consiste, semplicemente, nell’attendere che i tanti rigagnoli, ora dispersi, riprendano a defluire nel solco della consuetudine quotidiana? E dunque gli applausi, i canti, gl’inni, le bandiere, la comunione d’intenti, la solidarietà, l’orgoglio e l’unità nazionale di fronte al pericolo, la lotta e la “presa di coscienza collettiva”…? Si restringono, si dissolvono, evaporano, “lasciano le cose come stavano prima”?
Va risorgendo, intanto, un’interpretazione pessimistica della realtà oscillante fra moralismi conservatori e ingiustificate ostilità e straripanti scontrosità distruttive verso le più disparate direzioni, lambendo il senso del “qualunquismo” post-bellico, mentre tarda la svolta epocale di cui tutti, cittadini e istituzioni, abbiamo impellente necessità. Una svolta perché effettivamente “nulla rimanga come prima”, una speranza di progresso che riscopra e indirizzi uno spazio interiore di ognuno verso tutti, nessuno escluso, consapevoli, finalmente, delle debolezze intrinseche dell’Esistenza avendo sperimentato le distanze che ci separano dal paradiso terrestre.