Cancers de l’ovaire et du larynx : les victimes oubliées de l’amiante

Alexandra Papadopoulos, Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (Anses)

L’amiante a été au cœur d’un vaste scandale sanitaire, dans les années 1990 notamment, alors que l’on prenait conscience des risques pour la santé qui lui étaient associés. Classé cancérogène depuis 1977, il est interdit en France depuis 1997.

On sait en effet désormais, de façon sûre, que l’exposition aux fibres d’amiante est à l’origine de cancers du poumon (cancers broncho-pulmonaires) et de cancers de la plèvre (mésothéliomes), la double membrane qui enveloppe les poumons et tapisse l’intérieur de la cavité thoracique.

Mais cette substance est également à l’origine de cancers du larynx et de l’ovaire. Or, si ce lien est connu, des scientifiques, ni les médecins spécialistes de ces pathologies, ni le grand public ne sont véritablement informés sur ce sujet.

Cette méconnaissance a largement contribué à la sous-déclaration de ces deux types de cancers dans le cadre de la reconnaissance des maladies professionnelles. Autre conséquence : le suivi médical des travailleurs et travailleuses exposés à l’amiante est incomplet.

Leggi tutto

Dati Inail di aprile contiene un focus sui lavoratori stranieri in Italia

“Nel mondo 281 milioni di persone vivono fuori dal paese di origine e di questi 169 milioni sono lavoratori. I migranti forzati (tra sfollati interni, rifugiati e richiedenti asilo) hanno superato i 100 milioni.
I 32 conflitti nel mondo (compreso il più recente ucraino), l’emergenza climatica e pandemica da Covid-19 sono tra le chiavi che il “Dossier Statistico Immigrazione – 2022” individua per analizzare e comprendere le attuali migrazioni.
Nella sola Unione Europea la popolazione straniera residente ammonta a 37,4 milioni, il 70% vive nei 4 principali Paesi comunitari di immigrazione: Germania, Spagna, Francia e Italia.
Nel nostro Paese i residenti stranieri sono quasi 5,2 milioni con un’incidenza pari all’8,8% sul totale della popolazione. Quasi la metà sono europei, oltre un quarto comunitari, un quinto asiatici e un quinto africani; 198 le collettività presenti, 5 delle quali coprono da sole quasi la metà di tutti i residenti stranieri. Al primo posto troviamo i romeni, con il 20,8% (1,1 milioni), seguono gli albanesi con l’8,4% (433mila), i marocchini con l’8,3% (429mila), i cinesi con il 6,4% (330mila) e gli ucraini con il 4,6% (236mila). La percentuale delle donne straniere supera di poco quella degli uomini, come per la popolazione italiana (rispettivamente 51,2% e 51,3%); l’età media è di quasi 35 anni, mentre per gli
italiani supera i 46: gli stranieri sono mediamente più giovani di quasi 12 anni.
Dal punto di vista lavorativo gli stranieri hanno un tasso di occupazione leggermente più basso di quello degli italiani (57,8% contro il 58,3%) e un tasso di disoccupazione più alto (14,4% contro il 9,0%). Il numero dei lavoratori stranieri ammonta a quasi 2,3 milioni (gli italiani sono 20,3), per il 42% donne (circa 950mila), il 10% del totale dell’occupazione. Il numero di disoccupati stranieri è circa 380mila (pari al 16% del totale), per il 52,5% donne, con una crescita tripla rispetto a quella degli uomini negli anni della pandemia (dal 2019 al 2021).”

Nel numero di aprile di DATI INAIL un focus sui dati degli infortuni e delle malattie professionali  dei lavoratori stranieri in Italia

DATI INAIL n° 4 Aprile 2023 . brochure pdf