Una LATTINA POTENTE COME UNA BOMBA ATOMICA di Franco Di Giangirolamo da Berlino

Fotostreet.  Berlin Sprea. foto gierre 

Leggo da RND Nachrichten che il matematico Kit Yates si è posto il problema del „VOLUME totale dei virus“. Secondo i suoi calcoli, tenuto conto che il diametro di un virus è un millesimo di quello di un capello, il numero dei virus che circolano nel mondo ammonterebbe a 2 TRILIONI, all’incirca come il numero dei granelli di sabbia del pianeta. Inoltre, Yates, che immagino sia uno dei più simpatici studiosi in circolazione, calcola che, se potessimo catturarli tutti, potremmo imprigionarli in una lattina di 160 MILLILITRI, quasi un’aranciata. Assunte come vere, sono conclusioni che fanno tornare alla mente la potenza micidiale dell’infinitamente piccolo etc. etc. etc.

A Berlino, dopo una settimana di nevicate e gelate non troppo antipatiche, torna il sole e temperature fuori stagione. Il parco Friedrichshain e il Mont Klamott hanno ripreso la loro immagine abituale, dopo aver prestato le loro collinette imbiancate al divertimento di bambini e ragazzi, molti dei quali si sono ruzzolati nella neve per la prima volta.

Dopo anni di neve zero, è uno spettacolo entusiasmante quella di famiglie intere che sfruttano una occasione quasi unica per divertirsi all’aperto, viste le limitazioni nei movimenti verso le stazioni turistiche invernali. Slitte ovunque, resuscitate dalle cantine per sfrecciare sulle diverse pendenze che sembrano graduate sull’età dei piccoli. Mentre risalgo la pendenza del parco, col fiatone dovuto a mancanza di allenamento e a scarpe del tutto inadatte, il virus sembra per un attimo un problema del secolo scorso, sepolto sotto il manto nevoso ed esorcizzato dalla vita che irrompe con prepotenza. Hanno un bel da fare gli elicotteri della polizia che invitano i cittadini a non camminare sul ghiaccio dello Sprea o i poliziotti sguinzagliati a controllare il distanziamento nei parchi!

I diversivi non mi fanno dimenticare che sto camminando non solo su un declivio naturale ma su una montagna di detriti ammassati in quel luogo quando, terminata la guerra, si è dato il via alla ricostruzione. Migliaia di testimonianze di vite distrutte dalla violenza della guerra che il tempo ha trasformato in pacifici e ameni luoghi di riposo.

Berlino ha subito 378 raid aerei tra il 1943 e il 1945, che hanno lanciato circa 47.000 tonnellate di bombe al TNT (Trinitrotoluene) e ce ne ricordiamo solo perché qualche giorno fa si è cercato di disinnescare una bomba americana dopo aver trasferito da Reinickendorf oltre 1,500 persone, per ovvie ragioni di sicurezza. Pare, ma le stime sono sempre approssimative, che ci siano ancora 4.000 bombe sotto terra a Berlino e la notizia non mi rende tranquillo anche se ormai gli inneschi dovrebbero essere marci.

Calpestate a dovere le vestigia di un tempo, senza dimenticare che anche il popolo tedesco ha pagato un prezzo elevato per il delirio criminale nazionalsocialista di cui si è reso colpevole, guardo dall’alto la città anchilosata, alle prese con le difficoltà corona e il pensiero corre ai tanti amici e compagni che sono deceduti o sono ammalati in Italia e con i quali non posso fare altro che rielaborare, ricordandoli affettuosamente, un cortometraggio di immagini della vita vissuta insieme.

Il tema del giorno, qui come in tutta Europa, sono le “VARIANTI“, fenomeno normalissimo di tutte le infezioni virali che possono riservare sorprese molto poco simpatiche. Ergo ridiscussione dei provvedimenti sia tra i politici che tra i tecnici. Non riporto gli schieramenti formatisi in seno agli uni e agli altri perché non sono diversi tra i vari paesi europei. L’unica novità è che nell’ultimo summit nazionale la Merkel, sempre più prudente e pessimista dei suoi interlocutori, ha dovuto arrendersi ai presidenti regionali su diversi punti. Ha ribadito che non intende mettere in discussione il valore del federalismo che è uno dei pilastri della democrazia tedesca ma ha ricordato che il potere decisionale che si intende gestire comporta assunzione di responsabilità sugli effetti delle decisioni. Dando una interpretazione del tutto soggettiva credo abbia detto ai Presidenti delle Regioni: stavolta salto un giro ma vi mollo tutta la responsabilità e vi ricordo che si vota in 6 regioni nei prossimi mesi e che a settembre si vota per la Cancelleria! Come dire ….sò c…… vostri e non ci saranno sconti!!!!

Oltre al dibattito/conflitto sugli indici di infezione (50 o 35?) che è poco coinvolgente, c’è quello sui vaccini o meglio sulla “rincorsa“ tra immunizzazione e moltiplicazione/diffusione delle varianti. L’idea dei vaccini come “beni comuni globali“ perde quota giorno per giorno, di fronte al PROFITTO (solo Moderna non si arrocca sui Brevetti, fino ad ora) che i governi USA e UE non vogliono mettere in discussione pure avendone gli strumenti legali, di fronte alla criminale INDIFFERENZA , frutto di un colpevole NAZIONALISMO VACCINALE, in ordine al fatto che 130 paesi del mondo sono tuttora senza una dose di vaccino mentre 10 paesi hanno somministrato il 75% della produzione totale, di fronte alla GEOPOLITICA, che prevale sulla priorità salute (discriminazioni politiche e non tecniche tra vaccini maturi).

Sarà questo, come pensa il Pres. ONU, “il più grande test morale della comunità globale“???

Quest’anno sarà l’Italia ad ospitare il G7 e il G20 e sapremo come andrà il test. Draghi dei miei auguri non se ne fa niente, ma glieli faccio lo stesso!!!!

Una piccola nota positiva: non si è notato abbastanza che la percentuale di vaccinati nei paesi europei, con poche eccezioni, è omogenea. Ovvero la distribuzione dei vaccini e la loro somministrazione è abbastanza uniforme tra i paesi europei, eccezion fatta per l’Inghilterra. Che significa? Che si sta vaccinando solidalmente e uniformemente la popolazione europea. Non sembra un fatto politico di particolare rilevanza ma io lo ritengo un punto a favore della gestione europea della politica vaccinale.

Intanto il 22 torneranno a sciamare i ragazzi della scuola sotto casa mia e forse riprenderanno le manifestazioni Friday for Future, che mi mancano tanto, almeno tanto quanto mi hanno strapazzato gli zebedei quelle patetiche dei Querdenken.

Leggo di frodo il giornale di una signora seduta avanti a me nella S-bahn . Un settimana fa morte di un tizio che, allo stagno delle carpe in Treptow Park, facendo un tranquillo bagno mattutino con altri tre amici, dopo aver sfondato a colpi d’ascia il ghiaccio, è rimasto secco. Le abitudini non si discutono ma, se a meno 12 gradi si pensa di fare un bagnetto in acque gelide, almeno non si pretenda che i soccorsi siano rapidi.

L’evento berlinese più importante della settimana: Lo Staats Opera di Berlino ha messo on line l’ allestimento di JENUFA di LEOS JANACEK, diretta da Damiano Michieletto. Nella pagina web del teatro tutti i dettagli. Dopo un anno di vita culturale praticamente azzerata si tenta di…….non diciamolo forte per scaramanzia!.

Da Berlino Franco Di Giangirolamo