Claudio Stanzani, un altro amico , un bravo sindacalista, conosciuto ai tempi del CRD, se n’è andato. Voglio ricordarlo, nei nostri anni migliori, mentre costruiva quelle reti competenti a livello europeo che hanno portato grandi miglioramenti nella gestione dei rischi per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Grazie Claudio . Riposa in Pace . Gino Rubini, Editor di Diario Prevenzione
Riproduciamo il ricordo di Claudio Stanzani pubblicato sul sito della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione (SNOP) a cura di Claudio Calabresi
Il 2019 ha portato via Claudio Stanzani, figura intelligente e appassionata del sindacalismo italiano ed europeo.Oltre alla copertina del recente volume da lui curato sulla storia del C.R.D. e ad una sua presentazione del 2017 sull’importanza fondamentale della partecipazione dei lavoratori per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, pubblichiamo qui un suo ricordo di Claudio Calabresi
Il 27 dicembre, alla fine di questo brutto 2019, è morto a 71 anni Claudio Stanzani, dopo una lunga e dolorosa battaglia contro un terribile male.
Claudio è stato fin da giovane nella CISL, e la sua prima attività si è svolta nello storico Centro Ricerche e Documentazione Rischi e Danni da Lavoro (Crd) dell’allora federazione sindacale unitaria Cgil-Cisl-Uil, diretto da Gastone Marri che per molti aspetti – e da molti – è considerato come uno dei padri della medicina dei lavoratori: erano gli anni delle iniziative ed esperienze di lotta nelle fabbriche per la tutela della salute e per il miglioramento delle condizioni di lavoro, che il Crd raccoglieva e diffondeva con la rivista “Medicina dei Lavoratori”; erano gli anni del rapporto collaborativo tra “tecnici ed operai” che innovò profondamente l’atteggiamento di molti – anche di parte del mondo scientifico – verso il concetto di prevenzione partecipata. Io – come altri che oggi hanno età avanzate – collaborai in quegli anni e conobbi Claudio, che verso la fine del decennio di vita del CRD (1985) ne era divenuto Direttore succedendo a Gastone Marri.
In questi ultimi anni, insieme ad altri (ricordo in particolare Diego Alhaique), ha contribuito (con l’aiuto di un progetto finanziato dall’INAIL) al salvataggio del formidabile archivio del Centro, migliaia e migliaia di documenti di origine sia operaia e sindacale sia tecnico-scientifica (spesso documenti che avevano entrambe le caratteristiche). A metà degli anni ’80 Claudio è entrato nel costituendo SindNova della CISL, un Istituto per lo studio sull’innovazione e le trasformazioni produttive e del lavoro, di cui è diventato Segretario Generale e poi Presidente, lavorandovi fino agli ultimi giorni di vita. Nei decenni successivi il contributo di Claudio è stato – dentro SindNova e tramite Sindnova – anche un contributo rilevante allo sviluppo del sindacalismo europeo e internazionale, a favore del dialogo sociale, delle relazioni industriali e spesso degli aspetti di partecipazione e informazione dei lavoratori. Per molti anni si è trasferito a Bruxelles animando il ruolo del sindacato italiano su questi temi. Era certamente uno dei maggiori conoscitori del tema del lavoro in una dimensione europea ed internazionale e, pur sindacalista CISL per tutta la vita, è stato sempre decisamente favorevole – intimamente e non solo pro-forma – all’unità sindacale Io lo frequentai negli anni del CRD e l’ho ritrovato, amico, negli ultimi anni soprattutto dopo il suo ritorno in Italia. Sempre attivo, sempre attento agli sviluppi tumultuosi del mondo del lavoro, sempre vicino alle esperienze di prevenzione pubblica territoriale e ai difficili (e oggi critici) sviluppi della riforma sanitaria. Abbiamo fatto lunghe chiacchierate su quanto stava cambiando il “nostro” mondo e su quanto occorrevano (o avrebbero dovuto occorrere) nuove lenti, nuovi approcci in particolare sul tema della tutela della salute nei luoghi di lavoro, vecchi e nuovi. Era una persona di valore e, come spesso (non sempre) accade, una persona modesta e non particolarmente incline al narcisismo, sensibile e disponibile nel rapporto umano. Ha affrontato questi ultimi anni pur consapevole della gravità del male terribile e raro che lo aveva colto, con grande coraggio e senza mai indulgere nel racconto della sua personale via crucis: la raccontava brevemente passando poi ai temi di lavoro, di confronto, di scambio culturale, professionale ed umano. Mancherà a molti. C. C. |
Ultimo aggiornamento Giovedì 02 Gennaio 2020 18:02 |