Graffiti in Berlin ( Foto di Gino Rubini- 2017)
Aggiornamento noioso oggi. Le curve italiana e tedesca che misurano la crescita delle infezioni si stanno sovrapponendo e convergono con quelle della Spagna e della Francia, mentre la crescita negli USA aumenta più che proporzionalmente.
Ieri il numero totale dei decessi in Germania i è arrivato a 3.445, quello dei guariti a 72.600. I contagiati a Berlino hanno raggiunto il numero di 4.736 mentre il totale dei decessi è stato di 62.
Più interessante il dibattito che anima qui, come ovunque, la individuazione delle strategie per l’uscita dalla crisi. Il Governo tedesco, nella conferenza quindicinale, chiamata impropriamente dai media “giorno delle decisioni” mentre si dovrebbe definire “giorno degli aggiustamenti”, ha scelto il criterio della gradualità, ovvero del giorno per giorno, passo dopo passo, per individuare scelte di ripresa delle attività. Non solo perché, come ha detto la Cancelliera gli esiti del blocco sono “fragili risultati” che non consentono promesse facili ma anche perché prevale tra gli esperti la grande preoccupazione di una ondata di ritorno delle infezioni proprio ora che stanno decrescendo, e perché la Pandemia si può considerare appena cominciata. La Merkel ritiene di dover accettare l’obiettivo fissato dai tecnici, di portare il tasso di infezione al fattore 1,1 (attualmente tra 0.8 e 1,2) perché se il rallentamento già registrato è una buona notizia, la cattiva notizia è che il “ghiaccio resta sottile”. Il sistema sanitario, inoltre, deve rafforzarsi sia sotto il profilo della tutela degli operatori (il numero degli infettati non è eccessivo ma egualmente problematico), che degli strumenti di protezione e delle attrezzature sanitarie che il Governo ha deciso debbano essere prodotte massicciamente in patria.
Nella mediazione del Governo hanno avuto ovviamente importanza le diverse posizioni dei Laender, con i quali è stato concertato almeno il principio della massima omogeneità possibile nella adozione dei provvedimenti che verranno assunti localmente all’interno della cornice nazionale. Superfluo dire che i settori “istruzione” e “produzione industriale” sono centrali nel dibattito.
Ma il convitato di pietra nelle relazioni tra Bundestag e Bundesrat è costitutio dalle elezioni politiche del prossimo anno. Di politica non capisco un gran che, ma è evidente che il protagonismo del Presidente della Baviera e di quello del Nordrehin- Westfalen, rispettivamente della CSU e della CDU, non è motivato esclusivamente dalle indubbie responsabilità di due regioni importanti tra le più colpite dal corona virus, ma è traguardato alle candidature per la prossima Cancelleria. Ecco allora che si scontrano e si esibiscono il Verwandelte (il trasformista) con l’Exit. Eiferer ( il fanatico dell’Exit) nel tirare l’elastico della prudenza e quello dell’economia, magari basandosi sulle non poche piattaforme scientifiche che anche qui non mancano di diversificarsi. Ho l’impressione che questa lotta per “chi sarà il capo futuro” di quella Unione (CSU e CDU) che governa da decenni condizioni la Merkel, ma fino ad un certo punto. Credere che, essendo a fine mandato, la Merkel abdichi alle sue responsabilità è, a mio avviso, una ingenuità, se non altro sotto il profilo statistico, data la quantità di “uomini leaders” che è riuscita a far fuori da quando è diventata Vorsitzender del suo partito (CDU). Semmai dovrebbe essere proprio questo suo limite, ovvero quello di non aver costruito la sua successione, a preoccupare chi volesse alzare la cresta più del necessario. Eppoi, ormai si sa, tutti i veri leaders danno il meglio di sè nei momenti più difficili e Frau Dr. Merkel è tra questi.
Aggiungo una nota a piè di pagina.Per limiti ovvii non posso fare una rassegna stampa, ma sul Suddeutsche Zeitung di Monaco, il giornalista Thomas Steinfeld ha avuto 4 colonne per parlare del clima che regna in Italia sulla discussione della Commissione Europea non ancora conclusa sugli strumenti da adottare per affrontare la crisi economica. Non dovrebbe esserci polemica anche se, furbescamente, ha fatto parlare diversi autorevoli italiani sulla nostra situazione.
Da Berlin saluto gli amici di FB e…a presto.