Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo (9)

 

 

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Finalmente la neve a Berlino! Una spolverata finora, con freddino anzi che no. Ora speriamo nella pioggia perché dover reggere anche la siccità estiva dopo la clausura monacale primaverile sarebbe fastidioso.
Mentre uno dei miei figli prova dei pezzi alla chitarra e prepara il pane per oggi (uno degli effetti positivi collaterali delle misure antivirus) scorro alcuni organi di stampa.
Tengono le misure di prevenzione e contenimento adottate dal Senato Berlinese? Il Sindaco Mueller pare contento anche se, ovviamente, le infrazioni ci sono e i 15.000 poliziotti mobilitati cercano di rilevarle. Le misure non sono stringenti per ciò che riguarda la mobilità delle persone ma i “consigli” sui raggruppamenti, sulle distanze, sulle cautele vengono abbastanza rispettate, tenuto conto che nessuno ti mette multe e cose del genere (tranne ai locali che non rispettano le disposizioni) e non devi dimostrare niente a nessuno, né alla polizia e neppure ai rompic….. dei vicini, improvvisatisi tutori della salute pubblica.


Ciò non toglie che la curva si impenna e che il numero dei contagiati è salito ai 2.462 di ieri mentre i ricoverati sono 312 e i deceduti 11. A livello nazionale si viaggia sui 58.000 contagiati e 389 decessi, sempre nella data di ieri. Il Sindaco Mueller, in quarantena, e di base alla Charitè, ha rilasciato una lunga intervista al Berliner Zeitung nella quale cerca di tranquillizzare i cittadini sotto l’aspetto sanitario ma soprattutto su quello economico, visto che i vari Laender hanno assunto decisioni diverse in ordine ai provvedimenti economici e che ci sono i soliti problemi burocratici per la erogazione dei sussidi. Difficile districarsi nel mare di norme nazionali e locali sul tema, ma siccome i tedeschi sono una specie di genovesi al quadrato, non è difficile immaginare che il corona virus occupi oggi la scena nazionale e le pagine dei giornali, e che il problema economico non sia affatto secondario. Forse è una mia colpevole versione maligna, ma temo che al dilemma “o la borsa o la vita” molti risponderebbero: “debbo rifletterci un attimo prima di decidere”. Inevitabili le “grandi domande”: Sono sicuri gli Ospedali? E’ garantita la separazione dei percorsi? E si garantiscono terapie per le altre patologie correnti? Ci si deve rovinare finanziariamente per fermare la crisi? Pagano i bambini per gli anziani? Ma i virologi, con tutte queste curve, siamo sicuri che non sbaglino? O che ci sarebbe bisogno, per decidere meglio le politiche, anche di altri esperti, come ad es. filosofi, psicologi, sociologi, matematici ed economisti? Come proteggersi dai limiti della scienza? E’ proprio sicuro che il numero degli infettati raddoppi ogni 5,1 giorni?, come dice la John Hopkins Universitaet? Fin quando andremo avanti così?
Ovviamente i nostri emigrati reagiscono nelle maniere più diverse, dai terrorizzati agli indifferenti, ma prevale certamente l’insieme degli ansiosi e dei depressi, visto che, avendo molti contatti con parenti ed amici si lasciano influenzare molto dalle psicosi di casa nostra, peraltro tutte comprensibili. Questa ipersensibilità favorisce il rispetto delle norme locali, ben al di là dei vincoli adottati localmente.
Non manca chi, con una esperienza di emigrazione ben superiore alla mia, mi sciorina tutti i limiti delle decisioni tedesche e della loro inaffidabilità su tutto. Prendo nota perchè sono sempre gli ipercritici che stimolano ad approfondire. Specialmente sulle questioni istituzionali e nel rapporto tra i governanti ed i cittadini.
Impazza anche il torneo dei corona- bond. Mi consento un lazzo: essendo abbastanza anzianotto, mi addormento spesso davanti alla TV. Quando scegliamo dei film, non riesco mai a vedere il finale. Chiedo a mia moglie la mattina dopo, ma lei giustamente fa finta di non sentire. Quello dei corona bond mi pare un film già visto, di cui però mi manca il finale. Da quanto capisco la questione è divisiva. Tutti d’accordo nel dire che il futuro dell’Europa, o di ciò che ne resta, dipende dalla soluzione che si darà a questa crisi mondiale non prevedibile e non preventivata. La CDU e CSU sono da sempre per lo schwarz null, ovvero per il pareggio di bilancio e per il motto “i debiti si pagano” (alcuni maliziosi sottintendono: basta che non siano i nostri), per cui non possono fare altro che orientarsi per le “condizionalità”. L’SPD tace il più possibile. Molti anni fa sosteneva la necessità degli eurobond, ma ora è, nella sua componente governativa, ovvero di potere, allineata sulle posizioni della Merkel e silente, o poco appariscente, nella sua versione “giovanile” degli Jusos. I Die Linke sono sostanzialmente d’accordo con i corona bond ma anche essi hanno una componente “nazionalistica” all’interno, soprattutto nelle regioni dell’ex DDR, che li rende almeno cauti. I Gruenen sono schierati favorevolmente, ma hanno una incidenza forte in Germania e molto debole in Europa, per cui…. L’AfD, ovvero la destra estrema parlamentare è per la linea “prima i tedeschi”, per cui…. La faccenda si fa dura, e parlare col taglione di politiche complesse mi fa un poco vergognare. Dico solo che resto ottimista perchè nella crisi attuale il “mors tua vita mea” non funziona, per lo meno in economia. Solo che il passaggio dall’economia politica alla politica economica può non essere facile neppure per la Merkel. Vedremo. Certo che se riusciremo a passare per questo Nadeloehr (cruna dell’ago) l’Italia bisogna rivoltarla da sotto in sopra, altrimenti la rovina sarà sicura. Un gelido abbraccio e statemi tutti bene