ABITARE A BERLINO.
Dopo anni di lievitazioni abnormi del costo degli appartamenti e di affitti alle stelle, il 20 febbraio 2020 il Senato Rosso-rosso-verde decide (Rent Cover Act) di stabilire un tetto per gli affitti che interessa 1,5 milioni di appartamenti e 9 inquilini su 10.
La legge avrebbe dovuto avere validità fino al 2025, avrebbe consentito aumenti solo per recuperare l’ inflazione annua, esentando dal vincolo solo le abitazioni di recente costruzione.
Conseguenza: una mole non piccola di riduzioni degli affitti.
280 deputati del Bundestag, in gran parte dell’Unione e dell’FDP, hanno impugnato la legge davanti alla Corte Costituzionale Federale di Karlsruhe e a metà aprile 2021 la doccia fredda per gli inquilini è arrivata. La Corte ha sentenziato la nullità del provvedimento in quanto la materia trattata non sarebbe di competenza dei singoli Stati. Non un intervento di merito, ovviamente, ma una interpretazione di un problema molto controverso e sempre presente in un sistema federale, di legislazione concorrente tra Stati regionali e Stato Federale.
Esultanti gli „esecutori giudiziari delle immobiliari“, come sono stati definiti, la CDU e l’FPD che accusano la coalizione di governo berlinese di promesse ingannevoli ai cittadini e di sperimentazioni ideologiche e propongono, mettendosi i panni da difensori degli interessi dei cittadini, intese con le società immobiliari, come metodo per affrontare il poblema casa a Berlino.
Preoccupazione del Senato perchè, pur avendo consigliato agli inquilini di mettere da parte o congelare le somme relative all’eventuale riduzione degli affitti, in attesa della sentenza, si troverà ad affrontare il problema del 50% degli aventi diritto alla riduzione che non ha seguito il consiglio e che, soprattutto nella parte meno abbiente, si vedrà costretta a restitutire le riduzioni, sempre che le immobiliari le richiedano, affrontando problemi sociali che col Covid non sono certo diminuiti,
Probabilmente si istituirà un Fondo per far fronte alle situazioni più gravi che si verranno a determinare.
La risposta degli inquilini è stata immediata e una grande manifestazione (oltre 15,000 persone) ha attraversato i quartieri di Neukoell e Kreuzberg con scontri con la polizia particolarmente duri.
Da molto tempo c’è un crescendo di iniziative a Berlino contro le speculazioni degli immobiliaristi e si sono formate molte nuove associazioni di autodifesa degli inquilini che non sono solo vessati dagli aumenti di affitto, ma anche da „trucchi“ (banali ristrutturazioni, modifiche servizi, etc. ) per aumentare i nebenkosten (le spese condominiali) aumentando di fatto significativamente gli „affitti freddi“ (come si chiamano quelli al netto delle spese).
La lotta non può che estendersi dopo la sentenza della Corte Costituzionale e sarà al centro anche della campagna elettorale regionale e nazionale, almeno a Berlino dove
IL PROBLEMA DELLA CASA E’ IL PRINCIPALE PROBLEMA SOCIALE
Ce ne siamo accorti il Primo Maggio „rivoluzionatio“ che è stato animato anche da molte parole d’ordine sul tema degli affitti.
Alcuni elementi per comprendere la portata del problema: (Fonte Fondazione Rosa Luxenburg)
- A Berlino ci sono 3,7 milioni di abitanti e circa 2 milioni di appartamenti in gran parte in mano a multimilionari.
- 1,6 milioni di appartamenti sono in affitto
- il 15% della popolazione vive in appartamenti di proprietà
- 100.000 sono appartamenti sociali
- 470.000 appartamenti appartengono a privati con grandi patrimoni immobiliari
- 330.000 appartamenti appartengono a Società Quotate (Deutsche Wohnen, Vonovia) e Fondi di Investimento
- 320.000 appartamenti appartengono a proprietari che posseggono un max di 5 alloggi
- 305.000 appartamenti sono abitati dai proprietari (15% del tot. Popolazione)
- 220.000 appartamenti sono di Cooperative di abitazione (80 cooperative housing) e organizzazioni No Profit
- 325,000 appartamenti appartengono a società Statali
Molti grandi proprietari sono del tutto sconosciuti. Nel 2006 e 2007 sono sbarcati a Berlino comperando patrimoni e terreni a poco prezzo e, contando sul processo di gentrificazione, hanno realizzato profitti enormi, ben oltrre il 20%.
Da mesi, inoltre si sviluppano altre iniziative interessanti e la più importante è:
ESPROPRIATE DEUTSCHE WOHNEN & Co,
Si propone di promuovere un referendum sulla socializzazione di 240.000 appartamenti a Berlino.
Oltre 1.500 volontari stanno raccogliendo le firme (175.000) per proporre al Senato di indire un referendum, in occasione delle elezioni del Bundestag (26 settembre prossimo),
E’ una campagna sostenuta da Associazioni di Inquilini, Organizzazioni sindacali, associazioni sociali diverse che propongono un cambio di direzione, ovvero di rafforzare la proprietà pubblica, sotto amministrazione democratica, trasparente e di pubblica utilità.
Come? Costituendo un ente di diritto pubblico che acquisisca l’11% del patrimonio immobiliare di Berlino attraverso la espropriazione dei gruppi che posseggono più di 3.000 appartamenti e con risarcimento appropriato.
Si calcola che siano necessari 8 miliardi di euro e i promotori ritengono che con gli affitti equi, il canone sociale che dovranno corrispondere i ceti meno abbienti, il capitale di giro sarà garantito.
Il referendum, giurano, è ammixsibile
e pare che la raccolta delle firme viaggi alla grande anche perchè, fopo la sentenza della Corte Costituzionale, gli affitti saliranno ancora e c’è chi dice che artiveranno a 12 euro al metro quadrato.
Come meravigliarsi se il 75% dei berlinesi è favorevole al tetto per gli affitti e se perfino il 60% dei proprietari che abitano il loro alloggio sono d’accordo con il Senato berlinese!
Sulla proposta di esproprio la situazione è diversa: i favorevoli sono il 47% e il 43% non è proprio d’accordo ma ciò che meraviglia è che un terzo dei proprietari del loro alloggio convenga con la poposta. Non meraviglia, viceversa, che sia il 57% delle classi di età tra i 18 e i 39 anni ad essere decisamente favorevole, ma temo che avranno falla loro parte solo i Die Linke e i Verdi perchè tutti gli altri partiti sono decisamente contrari, compreso l’SPD.
Sarà uno scontro duro. In ogni caso, a prescindere dall’esito, credo siano ormai definitivamente sepolti i tempi in cui ci si poteva godere i vantaggi di una metropoli europea anche con quattro soldi in tasca!!!!!
3 maggio 2021