Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo (10)

 

Poche novità da Berlin. Ieri 2.777 contagiati, ricoverati 380, di cui 92 in unità di terapia intensiva e 15 decessi.
A livello nazionale 70.718 contagiati certificati, 16.100 guariti e 794 morti.
Ancora rilevante la preoccupazione di Mutti (Angela Merkel) che parla di allungare oltre la Pasqua le misure di prevenzione e contenimento di questa “grossartige Leistung” grande forza espansiva del virus. Obiettivo è portare a livello nazionale le infezioni certificate da un raddoppio ogni 8 giorni (valore attuale 8.2) ad un raddoppio ogni 10 giorni e poi a calare verso i 14 giorni. A Berlino, il tempo di raddoppio dei contagiati è al livello dei 12,1 giorni, con 76 casi ogni 100.000 abitanti. In Hamburg, Baden Wuettenberg e Baviera si va dai 120 ai 130 casi ogni 100.000 abitanti. Probabilmente nella capitale siamo ancora nella fase iniziale dell’epidemia. La diffusione massiccia dei test potrebbe aiutare il contenimento della diffusione ma non è tema di cui so abbastanza. Insomma, per dirla in “italiano” la curva non si è abbassata ancora significativamente.
Perciò Pasqua in casa e si vedrà.
Fasce deboli. Rafforzati i piani per i senza tetto e ipotesi di utilizzo degli hotel per garantire un minimo di isolamento e di cura. il discreto funzionamento della erogazione dei sussidi potrebbe consentire di ridurre il disagio della fascia più povera della popolazione, ivi compresi i bambini che vivono in famiglie povere, quasi sempre con un capofamiglia donna, che sono ancora più in difficoltà non ricevendo il pasto a scuola o al Kita.Il quotidiano BZ calcola che in gravi difficoltà siano 1,65 milioni di cittadini, di cui un quarto pensionati e un terzo bambini.
Occorre, in altre parole, oltre ai provvedimenti governativi una “Welle der Solidaritaet”, una ondata di solidarietà da parte del terzo settore, che qui è particolarmente robusto ma che, in una situazione di Sozial Distanzierung fatica ad operare. La povertà in Germania non è mai stata poca e a Berlin supera il 10%, ma non ci si abitua a vedere tante persone rimestare nei cestini del rusco, ve lo posso garantire.
Il discorso di Conte alla TV tedesca è piaciuto abbastanza, almeno per quanto ho potuto capire. Credo che la parte più convincente sia stata quella sulla inesorabilità di un destino comune quando le economie e le storie sono tanto intrecciate come quelle dei paesi fondatori della UE. Peraltro credo personalmente che sia l’unico argomento, assieme al “nessuno si salva da solo” che ha una verità ed una forza intrinseca. La solidarietà la si deve evocare per forza in una situazione come l’attuale, ma non è un argomento molto forte, se non è intesa come bzase della cooperazione. Insomma, il “mors tua vita mea” non è un motto che funziona ai tempo del corona virus, almeno a mio avviso.
Di ragioni per il pessimismo ce ne sono tante, anzi troppe, ma con quel po’ di ottimismo di cui non mi voglio privare, vorrei augurarmi che le prossime due settimane ci diano delle positive sorprese sul terreno economico disastrato dalla crisi. E sono quasi sicuro che ce le daranno tre donne tra le più vituperate in questi ultimi giorni. La Presidentessa della BCE, la Presidentessa della Commissione Europea e la Cancelliera tedesca Angela Merkel.