Cronache da Berlino ai tempi del Coronavirus di Franco Di Giangirolamo (6)

 

Aria molto fresca e frizzante questa mattina a Berlin. Sotto un sole fantastico e un cielo terso, con il vento che ti accarezza. La parola d’ordine è: “die Stadtbewohner mussten lernen, bei schoenem Wetter im Haus zu bleiben”, ovvero, i cittadini debbono imparare a stare a casa col buon tempo. Domani vedremo se avranno appreso. Intanto dal mio osservatorio pare che le misure funzionicchino. Il Senato berlinese ieri ha deciso che da oggi riunioni oltre le 10 persone non si possono tollerare (prima era di 50), che i ristoranti e simili debbono restare chiusi tranne che per prelevare i pasti o le bevande, senza stazionamento di clienti, che si possa uscire solo per lavoro, acquisti e per andare dal dottore o in farmacia. Visite familiari sono ancora permesse La polizia può controllare il perché si vaga per la città.

Sta anche decidendo (mercoledì prox) di sospendere gli sfratti fino alla fine di settembre. Qui quando non si paga un mese di affitto lo sfratto è rapido e sicuro, ma in questo momento molti hanno perso il lavoro e rischierebbero di perdere anche la casa. Un inciso: in tedesco la parola Schuld significa sia colpa che debito e chi cade nel girone dei debiti può spiegare all’Alighieri cos’è l’Inferno. Procedo: per la polizia sarà un duro compito il controllo della situazione. Non solo perché hanno già circa 1,9 milioni di ore straordinarie, ma perché 72 ore la settimana di media non sono pochissime. Parchi molto grandi, laghi, 5 fiumi, isole, insomma tutto si presta affinché ognuno faccia come gli pare senza sentirsi minimamente in colpa per il il contagio. Non è un caso che anche ieri pomeriggio nella estrema periferia berlinese, nel più grande lago della città, siano stati sfollati centinaia di persone che sembravano in villeggiatura a Rimini. Tornando a casa mia, attorno al muro di West Side Galery non si vede un’anima, e sì che è una attrazione mondiale che nessuno si perde, i caffè ti danno la bevanda e poi ti dicono che se smammi è meglio. Hanno anche messo transennamenti nelle parti dove ci si potrebbe sedere e sostare. Insomma, la macchina mi pare avviata bene e, a parte i comportamenti individuali, funziona. Basta dire che anche il nostro Hausmaster ha tolto tutte le sedie e i tavolini dalla grande terrazza del mio palazzo, per impedire i normalissimi bagordi del fine settimana, cui i tedeschi non rinunciano volentieri. Ci si avvicina al modello bavarese. C’è da dire che la situazione sanitaria è ancora (ma so che non esistono isole in una epidemia) poco visibile. In una settimana i contagiati sono passati da 332 a 1.025 e si registra solo un decesso, Sorprendente che il 25% dei contagiati sia di età compresa tra i 30 e i 39 anni e che il 65% dei contagiati vada dai 30 ai 59 anni.  Comprensibile dunque che la preoccupazione prevalente sia quella economica, visto che si prevede un aumento di 1,2 milioni di persone da assistere con il sistema Hartz IV, ovvero assistenza sociale per lavoratori poveri, detta in parole insufficienti ma comprensibili. Per mie difficoltà non ho ancora il quadro dell’ impatto sul welfare ma sarà anche qui molto rilevante e spero di poterne accennare nei prossimi giorni. L’e-learning per gli studenti è stato messo in moto, e gli stanziamenti per le piccole imprese ammontano a 600 milioni di euro I lavoratori cominciano a chiedersi: e noi? Mia moglie che è obbligata a lavorare perché servizio essenziale (bambini e famiglie molto, troppo marginali) pare debba lavorare al 60% dello stipendio ma il suo sindacato (Ver,di) sta battendosi per arrivare al 90%. Questo per dire che coloro che lavorano nei servizi essenziali hanno una doppia preoccupazione: il contagio perché se ti occupi di persone è più alto, e quella economica perché prendi meno e non sai fino a quando. Per fortuna che i paracadute assistenziali qui sono più solidi che in Italia, ma con questa tempesta, dureranno molto poco.
Un saluto a tutti e bleiben Sie Gesund!!!!