A passeggio per Berlino di Franco Di Giangirolamo

Anziano su skateboard in Berlin.  2020 foto gierre

 

Sgranchire le gambe giracchiando per Berlino, d’inverno, senza vento, col freddino secco che ti accarezza, è uno spasso.

Qualche albero di Natale dorme ancora lungo i marciapiedi. Una volta credevo fosse una trasandatezza da incivili. Il Berlin Magazine ci spiega invece che c’è una ratio in questa stranezza. Non si sa se la tradizione affondi le radici in Svezia dove, anticamente, il 13 gennaio (Knut Day) gli alberi di Natale venivano spogliati degli addobbi e letteralmente gettati dalla finestra. Fatto sta che oggi esiste a Berlino la BSR, una azienda che li raccoglie dal 26 dicembre in poi, sulla base di un calendario per quartiere (che non si lasci nulla al caso, mi raccomando!) che consente ai cittadini di „lasciarli fuori“ il meno possibile.

Pare che se ne raccolgano circa 350.000 l’anno, destinati a produrre energia e al compostaggio. Se andate allo zoo e vedete gli elefanti che sgranocchiano alberi di Natale, non vi preoccupate: non sono quelli raccolti per la strada ma quelli „invenduti“, perchè ancora relativamente freschi e appetibili. Non so se gli elefanti ne siano ghiotti ma nella noia di uno zoo, un cambiamento di dieta ha pur sempre la sua importanza.

Tra un passo e l’altro non riesco a scacciare dalla mente una notizia mattutina stravagante.

Sassonia, presso il confine polacco, in un paesino di nome Ostriz, si convoca il Festival degli Skinhead dal nome „Schild und Schwert“ (Scudo e Spada), che si qualifica col nome. Attesi 700 partecipanti. I cittadini corrono nei supermarket, acquistano tutta la birra disponibile e lasciano a secco i pochi estremisti che non hanno desistito. Un trionfo della fantasia proprio in quella Sassonia che si vorrebbe consegnata all’estrema destra. C’è speranza di riscatto, almeno nella birra antifascista.

Molto meno piacere si prova quando Oxfam Internazionale spara le cifre sulla diseguaglianza in tutte le lingue europee. Ognuno di noi ha sentito analisi del genere almeno 5 volte l’anno negli ultimi 50 anni. Le cifre, già inconcepibili mezzo secolo fa, sono diventate addirittura inimmaginabili. I matematici ci insegnano che l’uomo riesce a concepire solo cifre di entità modesta anche se non infinitesima. Quando si parla di cifre con molti zeri si fatica a percepirne la dimensione, non sta nel cervello neanche con la fantasia più spinta. Poi si parla di ricconi….ma allora hanno un nome e un cognome!? Sono apparsi su Forbes!??? Sentite anche voi un impellente desiderio di andarli a prendere…..ma, è vero! Sono solo funzionari del capitale! E allora? Teniamo botta per un paio di giorni e quando gli stracci avranno volato abbastanza e le plurime dichiarazioni sdegnate saranno consunte, tutto tornerà come prima: loro a diventare sempre più ricchi e i poveri a diventare sempre più poveri. Tanto ci sono abituati, si sono specializzati sia gli uni che gli altri e sanno fare solo quello. Eppoi, diciamolo con franchezza, senza poveri dove andrebbe a finire tutto quel castello di Stato Sociale (là dove esiste) che dà da vivere a molti e tutto quel „darsi d’attorno“ caritatevole che placa i sensi di colpa di alcuni, accumula punti per l’accesso al paradiso di altri e pompa smisurati ego di moderne Dame di Carità ambosessi!!!!!!| In fin dei conti, questo circo della marginalità sono loro a tenerlo in piedi rivelandosi utilissimi sia per chi li sfrutta che per chi li aiuta. Basta che rimangano tali e non gli venga in mente una qualche forma di riscatto, altrimenti si cacciano tutti a ridere, perchè oggi l’avanguardia vera della lotta per l’eguaglianza è composta dai ricchi che ritengono di essere troppo poco tassati. Se non fosse che ormai chiunque può prenderci per il c….su qualsiasi argomento ci sarebbe veramente più di un motivo per una caccia feroce ad alcune tipologie di umani.

In un’altra sezione del globo, fa da contraltare al cinismo cannibalesco del capitale il ragionamento di medici coscienziosi e ammirevoli che, oltre a farsi carico di operare in prima linea, ai limiti del burn out e di ricevere insulti e minacce anche da coloro che vorrebbero curare, si chiedono perchè alcune persone ospedalizzate con forme gravi di Covid-19 rifiutino le cure e preferiscano morire. Una sconfitta della scienza medica che non ha convinto alcuni cittadini, dicono, e ne soffrono quasi fosse un fallimento personale. Credo di comprenderli ma non condivido questa analisi. Quando un professionista ha fatto tutto ciò che poteva e sapeva, in scienza e coscienza, se chiunque vuole morire, per qualunque ragione, nel modo che preferisce, asseconderei, con serenità e senza alcuna angoscia, questa sua scelta da privilegiato (sono rari coloro che possono scegliere come morire!) Cinismo? Tutt’altro. Rispetto, lo chiamerei. Innanzitutto, chi muore come vuole muore più contento, anche se, non essendo mai morto, non posso produrre le prove. Inoltre, è solo attraverso l’evento „morte“ che un vero credente-no vax, etc. etc. offre, paradossalmente, il meglio di sè al genere umano, trasformandosi da un potenziale omicida preterintenzionale in un pedagogo popolare che fa da testimonial delle conseguenze del suo pensiero!!!! In sintesi, penso che occorra rispettare democraticamente la sua scelta, capitalizzando nel contempo il valore aggiunto dell’evento.

Eppoi, forse sarebbe ora di darci un po’ meno importanza. Così come un miliardario non si avvede della perdita di un biglietto da 10 euro, che valore marginale volete che abbia per il genere umano (che va verso gli 8 miliardi di unità) la vita di una persona!!! Lo so, Mefistofele mi sta già agguantando!

Dopo un caffè mi riprendo e ricordo che da tempo trascuro i numeri, soprattutto del Covid. A volte li annoto su foglietti volanti e in tasca ne ho sempre qualcuno. I prezzi che crescono (die Preise steigen!!!): prezzi delle case e affitti alle stelle e perfino le uova, che però passano inosservate, le poverine!. I numeri grandi non li concepiamo, ma i numeri troppo piccoli li snobbiamo. Chi volete che rilevi se un uovo aumenta del 30%? Numeri da tramortire invece col Covid. Non li leggo. Ormai ho raggiunto le mie convinzioni temporanee.

Da Israele ci dicono, tra l’entusiasmo dei più!!! che „dobbiamo imparare a convivere col virus“ ma lo sostenevo, contestato, due anni fa e non mi stupisce, il virologo teutonico ci ammonisce che „con Omikron cambia la politica del Corona“, a Scholz è richiesta una „svolta comunicativa“ e la responsabilità di un „tono“ e di una „direzione“, giù numeri per interrogarsi su cosa è andato male nella campagna di vaccinazione e perchè le promesse del Cancelliere sono ancora tali, ivi compresa la scelta della obbligatorietà vaccinale. Insomma, un film aritmetico-politico che sembra una brutta sceneggiatura della realtà italiana e che, a parte le performances molto migliori nel conteggio delle „vittime“, mi fa pensare che stavolta i tedeschi hanno abbastanza toppato, almeno nel 2021. D’altra parte anche il Governo americano è in affanno permanente sulla pandemia e già si colpevolizza il deficit strutturale di bilancio e il sistema federale che „blocca“. Cose di cui il vegliardo che hanno eletto da non molto, e che sembra mezzo rincoglionito, era a conoscenza quando sparava traguardi di successo, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Unico primato che ha ottenuto, nonostante la supremazia dei mezzi, è di avere avuto 2.626 morti per milione di abitanti contro i 2.351 dell’Italia e i 1.385 della Germania. Qualcuno glielo dovrà pur spiegare a questi Rambo di plastica che è ora di volare bassi, sia ai confini con la Russia che sulla Pandemia!!! L’Europa dovrebbe farcela, volendo!!!

Sono arrivato e mi rintano. Volando basso verso Est il pensiero cade sui profughi abbandonati nella zona di confine Polonia-Bielorussia. Non so perchè ma non riesco ad essere troppo contento della „zuppa calda“ e del tepore casalingo che mi aspetta e che mi ristoreranno. O meglio, lo so benissimo.