Letture scelte da Berlino di Franco Di Giangirolamo

Berlin, 1 settembre 2021

 

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MEFISTOFELE….CHE GENIO!!!

Dopo un Agosto cattivo, quasi marcio, certamente brutto, dopo la vittoria di Allah sul Dio trinitario, dopo le manifestazioni sempre più violente dei combattenti per la libertà dal vaccino, mentre è alle porte la fine dell’era Merkel, che rimpiangeremo per un pezzo, aver voglia, come dice un mio amico FB, di ritirarsi in una abbazia per meditare è sintomo di salute mentale e non di depressione incipiente.

Non avendo eremi a portata di mano e, viceversa, qualche impegno da onorare, l’unica evasione che mi posso concedere senza scomodare i lussi è immergersi nella lettura, magari su una panchina, vista Spree.

Ed eccomi alle prese con un vecchio sogno: leggere il Faust di Goethe perché, come ebbi a dire alla mia insegnante di tedesco in un momento euforico „non si può morire in Germania senza aver almeno letto il vostro sommo poeta“. Non sarebbe rispettoso per il popolo che mi ospita. Non mi ero impegnato con lei e con me stesso a „capire“ ma almeno a „leggere“ e forse questo momento è quello giusto, anche se è più facile a dirsi che a farsi.

Avevo già fatto la salita sulla montagna sacra leggendo la bella traduzione del germanista Giovanni Vittorio Amoretti, ma è come andare sulla vetta del Cervino con l’elicottero. Si vede tutto il bello possibile ma non è una scalata!

Dal libro cadono diversi foglietti, tra i quali un appunto scarabocchiato malamente da una testimonianza di Guido Carli, relativamente ai tempi in cui era Ministro del Tesoro. Non ricordavo di averlo tenuto e ora che mi passa per le mani ho deciso di socializzarne il contenuto.

11 Dicembre 1991, firmato il Trattato di Maastricht, convocati alcuni cronisti al ministero del Tesoro per distribuire il testo e commentarlo, Carli pone sul tavolo una copia ingiallita del Faust di Goethe che aveva studiato nel 1936, presso l’Università di Monaco di Baviera.

Tra lo stupore degli astanti narra che, nella seconda parte (5 atti) del Faust, Mefistofele, assunto il ruolo di buffone di corte, assiste alla disperazione dell’Imperatore e della sua corte per il miserevole stato di degrado e di sfacelo nel quale versa il suo Impero, „già quasi muffito e mezzo morto“. Mefistofele suggerisce una soluzione miracolosa: stampare e garantire banconote in quantità illimitata. Non è forse il sottosuolo proprietà dell’Imperatore? Non è forse il sottosuolo straboccante di oro, gemme e tesori? Per riscattare i biglietti al portatore basterà scavare.

Un nuovo e festoso clima attraversa l’Impero: il generale paga il soldo ai mercenari, il tesoriere salda i debiti accesi con gli usurai, il cancelliere si occupa della taglia delle banconote e della loro distribuzione, la corte rinnova gli sfarzi e il popolo felice consuma in un clima di nuovo miracoloso benessere.

L’invenzione della banconota produce euforia e il potere d’acquisto si moltiplica magicamente, con il solo atto della firma dell’Imperatore. Riparte l’economia, il medioevo finisce ed è rinascimento.

Quella sussurrata da Mefistofele è la tentazione di tutti i principi e potenti della storia: finanziare le guerre e i fasti stampando moneta senza preoccuparsi di garantirne il valore, la stabilità, aggiunse Carli, finanziandoli con l’inflazione.

„Il Trattato di Maastricht si propone proprio di estendere all’Europa la Costituzione Monetaria della Repubblica Federale tedesca, che proibisce al principe, vale a dire al governo, di stampare moneta a proprio piacimento e costringe tutti ad assumere comportamenti antinflazionistici.

Il Faust testimonia quanto sia radicata nell’animo dei tedeschi l’ostilità per l’inflazione, che precede la crisi della Repubblica di Weimar, che l’ha trasformata in dogma!. Questo pilastro oggi si estende all’Europa.“

Qualcosa di più e di meglio sull’argomento potrete trovarla nel blog „Faust e il Governatore“.

Con questo curioso, ma non troppo, „memo“ affronterò la fatica del testo originale con più spinta, consapevole che la debolezza delle meningi, l’ignoranza della lingua e le mia insufficiente dote culturale non mi permetteranno di scalfire se non la superficie della poetica di Johann Wolfgang Goethe. Più che mesi, ci vorranno anni, ma i primi timidi passi mossi in quella direzione mi dicono che ne vale la pena!!!! Prima di morire!!!!

*** Immagine di Goethe. tratta da wikimedia Joseph Karl Stieler, Public domain, via Wikimedia Commons