Fonte DORS.IT
Valentina ha 20 anni, lavora in un’azienda di stampaggio materie plastiche durante il giorno mentre la sera studia, fra qualche anno vorrebbe cambiare lavoro. La fabbrica produce principalmente copertine per album di fotografie.
L’odore acre della plastica fusa, il rumore continuo della pressa che lascia sulla plastica la sua impronta, come i grandi piedi di un gigante accompagnano il suo lavoro quotidiano. Quel giorno avevano dovuto, con l’ausilio di un carrello improvvisato, cambiare lo stampo poiché era arrivato un ordine urgente per il giorno successivo per la stampa di copertine di quadernoni.
Valentina era molto stanca, aveva anche chiesto un cambio turno, rincorreva il rullo dello stampato in plastica che doveva rifilare per ottenere la copertina del quadernone, la macchina era velocissima nello sfornare i pezzi da rifilare ma ad un certo punto un urlo…
La mano di Valentina si era incastrata nel binario laterale, nella catena del nastro trasportatore.
Questa è la ottantaquattresima storia aggiunta al repertorio delle storie di infortunio, nel quale sono raccolte le storie scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che partecipano al progetto “Identificare cause e soluzioni degli infortuni lavorativi Il modello comunità di pratica e narrazione“.
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