Inail. Malprof: il decimo rapporto sulle malattie professionali 2017-2018

 

da Fonte Inail.it 

Introduzione

Il contesto socio-occupazionale attuale è in costante mutazione rispetto al passato: si osserva una sempre maggiore
terziarizzazione, una forte instabilità e precarietà del lavoro, un invecchiamento della popolazione lavorativa con specifiche esigenze di salute e sicurezza. Dall’analisi dei dati statistici su infortuni, malattie professionali e assetto
produttivo italiano, si identificano i fattori di rischio e i determinanti sui quali agire e programmare gli interventi di prevenzione.
Nella strategia europea 2014 – 2020 si evidenziavano le sfide fondamentali, ancora attuali, che sono comuni a tutta l’UE e che richiedono iniziative mirate. La strategia individuava 3 sfide fondamentali:
migliorare l’attuazione delle disposizioni di legge, rafforzando la capacità delle microimprese e delle piccole imprese di mettere in atto misure di prevenzione dei rischi efficaci;
migliorare la prevenzione delle malattie legate al lavoro affrontando i rischi noti ed emergenti;
far fronte al cambiamento demografico.
Dunque, il tema delle conoscenze sulle malattie di origine lavorativa è centrale nella strategia europea e trova riscontro nel contesto normativo italiano. Il d.lgs. 81/2008 definisce infatti un assetto istituzionale in cui il livello
centrale ha il compito di elaborare le politiche e le strategie nazionali per la salute e sicurezza sul luogo di lavoro, fornendo supporto e indirizzi per le attività di prevenzione svolte a livello locale.
Lo stesso Piano nazionale della prevenzione (Pnp), adottato con intesa in conferenza Stato-Regioni, richiama la
necessità strategica di agire sul sistema degli attori coinvolti nelle politiche di prevenzione della salute e sicurezza sul luogo di lavoro, con l’obiettivo di sviluppare azioni volte, tra le altre, a perfezionare i sistemi e gli strumenti di conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro attraverso l’utilizzo dei sistemi di sorveglianza già attivi, tra cui Malprof. Questo al fine di programmare gli interventi di prevenzione e promozione della salute alla luce delle
evidenze epidemiologiche e delle peculiarità settoriali e territoriali.
A livello regionale e locale, infine, è necessario consolidare e strutturare più capillarmente i piani di prevenzione tematici previsti dal Pnp per le malattie professionali (il Piano nazionale patologie da sovraccarico biomeccanico,
il Piano nazionale stress lavoro correlato e il Piano nazionale cancerogeni occupazionali e tumori professionali),
secondo un approccio proattivo dei Servizi Asl deputati alla tutela della salute e sicurezza del lavoratore, ossia
orientato all’assistenza e supporto alle imprese, soprattutto le piccole e medie, da parte delle Istituzioni.

Sergio Iavicoli
Direttore del Dipartimento di medicina,
epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale

IL RAPPORTO