Il ricordo di Giovanni Guzzoni, operaio lattoniere OGR, ucciso dal mesotelioma.

Diario Prevenzione condivide il cordoglio e il ricordo di Giovanni Guzzoni ucciso dall’amianto a causa del mancato rispetto  delle norme di sicurezza specifiche nell’utilizzo dell’amianto

Il sorriso di Giovanni

Bologna 26 febbraio 2024

GIOVANNI GUZZONI aveva 71 anni quando il Mesotelioma se lo è portato via il 6 agosto 2023, 8 giorni dopo avrebbe festeggiato il suo 72° compleanno.
La malattia gli era stata diagnosticata il 7 gennaio 2021.
Giovanni è l’ennesimo lavoratore delle Officine Grandi Riparazioni, presso cui aveva lavorato dal 1973 al 1986, ucciso dall’amianto, o per essere più precisi dal mancato rispetto delle norme di sicurezza nell’utilizzo dell’amianto da parte delle Ferrovie dello Stato.

Il Ricordo di Giovanni nelle parole della moglie Cledes:

“Ci siamo conosciuti una domenica pomeriggio al luna park 15 anni tu, 13 io.
Siamo stati amici, complici, confidenti e dopo alcuni anni ci siamo presi per mano e abbiamo iniziato a comminare insieme per 54 anni.
Permaloso tu, cocciuta io, ma abbiamo continuato a tenerci per mano, sempre, superando i problemi che la vita ci metteva davanti, sempre insieme con tutto l’amore che provavamo l’uno per l’altra.
Quando è arrivata la malattia abbiamo capito subito che sarebbe stata una battaglia persa non potevamo vincere ma abbiamo combattuto con tutte le nostre forze e quando la medicina convenzionale non ha potuto più aiutarti ci siamo rivolti alle terapie sperimentali per provare ad ingannarla ma è stato inutile lei ha avuto il sopravvento.
Il 6 agosto hai appoggiato la mia mano sul tuo cuore dicendomi “sei dentro di me” e quella notte te ne sei andato.
Mi hai lasciata sola ma io ti ritrovo nel carattere di nostro figlio, negli occhi di nostra figlia e nel sorriso dei nostri nipoti e continuo a camminare mano nella mano con te, perchè tu sei dentro di me.”

Giovanni, che viveva a Forlì, era stato assunto come operaio qualificato, lattoniere-stagnaio, addetto alle manutenzione impianto idrico, l’ambiente di lavoro era quello che condivideva con gli altri operai e tecnici dell’OGR, un ambiente saturo di polveri d’amianto, privo di dispositivi di sicurezza collettivi ed individuali, già allora obbligatori per la protezione dalle polveri.

L’azienda conosceva da tempo il significato del rischio amianto, eppure fu necessaria la vertenza degli operai e del sindacato nel ‘79, per portare progressivamente all’introduzione di una diversa organizzazione del lavoro ed a proteggere i lavoratori.

Ma Giovanni, al pari delle altre centinaia di lavoratori OGR uccisi dalle patologie correlate all’amianto, non era solo un numero, un caso da elencare nelle statistiche e nelle ricerche epidemiologiche, era una persona con le sue relazioni, la sua famiglia, le sue speranze e si aspettava ancora anni di vita piena con i suoi cari.

Invece ha dovuto convivere quasi 30 mesi con la consapevolezza della malattia, del suo esito, con tutto il carico di pensieri che si affollano alla mente di un malato di mesotelioma.
Si dirà che sempre gravi malattie hanno questo portato, ma nel caso delle malattie causate dal lavoro per inosservanza delle norme (per profitto o sciatteria) si aggiunge il senso di profonda ingiustizia, la consapevolezza che si sarebbe potuto evitarle.

Vorremmo poi ricordare che sulle morti per lavoro a causa di malattie professionali, non c’è una sufficiente attenzione, eppure i dati ci dicono che anche prendendo solo i casi di Mesotelioma da amianto, i decessi superano di gran lunga il numero degli infortuni mortali.

In ultimo vorremmo ricordare che queste tragiche vicende, vanno sempre affrontate anche dal punto di vista dei diritti delle persone lese e dei loro familiari, oltre che vedere attivati i percorsi di cure adeguate.

Nel caso specifico, Giovanni si era rivolto ad AFeVA ER e successivamente al Patronato INCA-CGIL di Forlì che ha provveduto alla denuncia a INAIL per il riconoscimento della malattia professionale.
L’INAIL ha riconosciuto la malattia professionale con la percentuale del 25%, che abbiamo ritenuto scandalosa.

AFeVA ER, ha immediatamente sollecitato un incontro alla sede centrale di INAIL a Roma per la revisione della percentuale di invalidità, e a seguito del ricorso del Patronato INCA CGIL di Forlì, INAIL ha rivisto la percentuale di invalidità.
Giovanni ha inoltre percorso la strada del risarcimento civile, assistito dai legali CGIL, che ha portato alla liquidazione del danno da parte di RFI.

Per quello che riguarda il percorso delle cure, vogliamo ricordare che in Emilia-Romagna è attivo il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) rivolto ai pazienti malati di Mesotelioma e la Rete di 1° e 2° livello.

Giovanni, è stato seguito durante il decorso della malattia dall’IRST di Meldola, Ospedale che fa parte della Rete regionale per il Mesotelioma.

La sua vicenda clinica, ci richiama alla necessità di incentivare la ricerca scientifica e clinica per arrivare a cure più efficaci, oltremodo necessarie per dare una speranza a tutti coloro che si ammalano di patologie asbesto correlate, sia per avere più speranze di sopravvivenza, sia per migliorare la qualità della vita nel decorso della malattia.

Lo dobbiamo sia a Giovanni, nel suo ricordo, sia a tutti quelli che potranno ammalarsi nei prossimi anni.
Ciao Giovanni