Cronache da Berlino ai tempi del Coronavirus di Franco Di Giangirolamo

 

Ringrazio  Franco Di Giangirolamo che con questa prima cronaca ci fa comprendere meglio  la quotidianità della vita  a Berlino ai tempi dell’epidemia di Coronavirus  e quali siano gli orientamenti posti in essere dal governo tedesco e dai Laender per limitare il contagio. Questo lavoro d’informazione sulla Germania e su altri paesi europei  è tanto più  prezioso  in un momento nel quale molte,  troppe notizie false  circolano in rete…Editor (Gino Rubini)

 

Cronache da Berlino ai tempi del Coronavirus 

di Franco Di Giangirolamo

13 Marzo 2020

La cancelliera Angela Merkel, all’altezza di 2.100 infettati e di 6 morti, ha parlato. E quando parla la Cancelliera, benché la sua leadership sia molto indebolita, come anche i recenti insuccessi elettorali del suo partito dimostrano, qualcosa di importante, anche se è qualcosa di atteso e prevedibile, succede sempre.

Siamo ancora lontani dalle direttive draconiane e dagli imperativi categorici. Siamo alle raccomandazioni e ai provvedimenti settoriali, in uno Stato Federale, dove i Laender hanno un potere, tradizionalmente e costituzionalmente, molto solido.

La cancelliera ha sostanzialmente detto che il compito del Governo è „tutelare la vita dei cittadini, al meglio delle nostre possibilità e mantenere in cammino l’economia. Ambedue sono compiti impegnativi“.

L’appello (Aufruf), perchè di questo si tratta, riguarda tutti ed è imperniato sulla „rinuncia ai contatti sociali“ (Auf Sozialkontakte verzichten“).

I tecnici, gli esperti, nomi ormai noti a tutti (Lothar Wiener dell’Istituto R. Koch e Christian Drosten, virologo della Charitè), hanno terminato la prima fase del loro lavoro e la parola passa alla politica. La lotta alla diffusione del virus è ora compito delle istituzioni politiche e dei cittadini.

Precisato che gli infetti da virus raddoppieranno ogni 7 giorni, che a metà Maggio si conteranno un milione di tedeschi infettati, che l’80% avranno un decorso lieve, che il 15% si ammalerà più gravemente e che il 5% avrà un decorso critico, che i 28.000 letti di terapia intensiva dovranno far fronte a mezzo milione di possibili ammalati, l’invito è a „flatten the curve“ abbassare la curva dello sviluppo della infezione. Non disponendo di vaccini e di farmaci specifici, l’isolamento degli ammalati, la quarantena per le persone che hanno avuto contatti con persone certificate positive, la sospensione delle gandi manifestazioni, la temporanea chiusura delle scuole, degli asili e delle imprese, nonchè la drastica riduzione delle attività culturali, politiche, sociali, artistiche, sportive, etc. etc. sono gli unici strumenti per affrontare questa difficile prova.

A Berlino, dove si fanno 2.000 test al giorno (a proposito delle fake news che dicono che i tedeschi non fanno i tests) e dove i positivi sono (al giorno 11.3.2020) 118, di cui 39 tra i 30 e i 39 anni, e di cui 5 ricoverati, i primi effetti dell’orientamento politico, che si fa sempre più preciso, si faranno sentire abbastanza presto tra la popolazione soprattutto nei comportamenti personali. Forse vedremo qualche mascherina per strada, certamente più attenzione alle misure di prevenzione, più permanenza in casa.

Stamattina, pendolarismo abbastanza normale, ma molte meno persone circolanti nelle ore non canoniche, non solo a causa della riduzione drastica del turismo internazionale e di quello interno, ma anche per una scelta dei cittadini. Modesti ma visibili fenomeni di rifornimenti straordinari di pasta, farina, riso, conserve, come sempre quando gira anche un minimo di paura. Clima molto disteso nei bar, sui bus, nelle mense, non si percepisce nè allarmismo, nè isterie, ma solo alcuni comportamenti adeguati alla situazione suol modello „distanziamoci un poco“.

Notizia di oggi: le scuole e gli asili chiuderanno da lunedì della settimana prossima, come annunciato in Francia, almeno per tre settimane, ovvero fino a dopo Pasqua. Fino ad ora a Berlin erano chiuse solo 8 scuole. Le Università hanno chiuso le biblioteche ma decideranno autonomamente come adottare misure di sicurezza per gli studenti, Grandi eventi, attività sportive, musei, etc. etc. chiusi almeno fino al 19 aprile.

Preoccupati di possibili difficoltà del personale dei trasporti, si sono adottate misure di riduzione del contatto con gli autisti, che vanno preservati se si vuole mantenere attivi ed efficienti i servizi per la mobilità urbana. ( vedi foto in basso )

Sospese volontariamente anche attività di modesto rilievo. La nostra Ambasciata, che è territorio italiano, ha applicato le disposizioni del decreto nazionale e rinviato incontri previsti nelle proprie sedi, oltre a modificare l’accoglienza presso i consolati e dare informazioni ai cittadini italiani.

Ho l’impressione che ci si stia incamminando, alcuni dicono troppo tranquillamente (ma io la penso diversamente), verso il contenimento dell’infezione contando sulla consapevolezza e la partecipazione attiva dei cittadini, Vedremo cosa succederà.

E gli italiani emigrati? E chi lo sa? Sui social occorre districarsi tra montagne di scemenze che soffocano argomentazioni molto serie ed è una fatica che non mi posso permettere. Tra gli amici si passa dal modesto adeguamento della vita quotidiana dei gestori di bar, ristoranti, etc, alla fifa boia di anziani e non solo, che si chiudono volentieri in casa, a sconsiderati (anche tra le persone anziane) che mal si adeguano a sconvolgere i loro piani di lavoro, fino a bravissimi emigrati che, dotati di strumenti notevoli per valutare la qualità delle informazioni ufficiali, cercano di capire i tempi e i modi dell’azione preventiva da intraprendere, arrivando a conclusioni spesso diverse.

Alcuni ritengono che l’azione del governo tedesco sia tardiva, altri che la prudenza e la volontà di non allarmare la popolazione sia una componente positiva nell’affrontare situazioni difficili. Io propendo personalmente per questa seconda tesi, ma ambedue sono sorrette da argomentazioni molto forti. Nelle situazioni complesse andrebbero chiamate in causa molte competenze non solo sanitarie ed economiche, ma anche sociali, prima di fare valutazioni definitive, ma in questo caso l’urgenza obbliga ad assumere decisioni che potranno essere valutate solo ex post.

Un saluto da Berlino.  Franco

 

Protezione autisti: i passeggeri non possono più entrare dalla porta anteriore del bus

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