Centri per la cure delle unghie (Nail salons): rischi per la salute
Alla fine dello scorso mese di novembre l’Anses (Agenzi francese della sicurezza sanitaria) ha pubblicato uno studio sui rischi per i lavoratori del settore della cura e ricostruzione delle unghie , un settore in netta espansione che si caratterizza per la presenza di lavoratrici giovani e spesso di nazionalità straniera.
Lo studio, di ben 428 pagine, presenta i risultati delle numerose misure di esposizione negli istituti dell’Ile de France e delle Hauts de Seine, che l’Anses ha effettuato fra luglio 2015 ed ottobre 2016.
Si tratta di uno studio che conferma trattarsi di un settore meritevole di attenzione come per altro rilevato nei pochi studi disponibili.
Nel 2009 l’Agenzia nazionale della sicurezza dei farmaci e dei prodotto sanitari (ANSM) aveva indagato i rischi per i consumatori in particolare in relazione all’esposizione al toluene contenuto nei prodotti cosmetici e più specificamente, nelle vernici per unghie. Lo studio non aveva, però, affrontato il tema del rischio per gli utilizzatori professionali.
Più recentemente un rapporto curato dal Dipartimento di salute dello Stato di New York, rapporto che ha valutato la letteratura disponibile oltre a raccogliere la posizione degli esperti delle agenzie di protezione della salute e dell’ambiente, ha rilevato che i lavoratori del settore della cura delle unghie sono potenzialmente esposti a circa 100 prodotti chimici che sono presenti nei prodotti di cura delle unghie, di queste 100 sostanze alcune sono classificate come cancerogene (benzene, formaldeide) o tossiche per la riproduzione (toluene).
I ricercatori statunitensi concludono che l’esposizione a lungo termine ai prodotti utilizzati per la cura delle unghie può comportare diverse patologie dalla cefalea, alle irritazioni cutanee, oculari e delle vie respiratorie fino a malattie cromiche come il tumore o altre affezioni a carico di altri organi e sistemi compreso il sistema riproduttivo.
I ricercatori francesi dell’Anses rilevano che le lavoratrici (trattandosi di un settore a quasi esclusiva presenza femminile) sono esposte ai vapori di 696 sostanze diverse di cui 60 di queste sono classificate come “molto preoccupanti” e 90 come “preoccupanti”.
Secondo lo studio dell’Anses le professioniste del “settore delle unghie” soffrono di patologie specifiche in aggiunta alle patologie muscolo-scheletriche, infatti la rete di sorveglianza delle patologie professionali segnala affezioni cutanee (principalmente dermatiti allergiche da contatto) e cefalee. Queste ultime sono causa frequentemente, secondo lo studio dell’Anses, di abbandono della tecnica “resina”
L’alterazione delle performances cognitive, le difficoltà di concentrazione e l’alterazione della performance olfattiva (per altro tipiche delle esposizioni a solventi quali si realizzano in altri settori professionali) rappresentano ulteriori disturbi rilevati fra i lavoratori dei saloni .
Nella maggior parte dei casi, le patologie dermatologiche e respiratorie sono legate all’esposizione a sostanze della famiglia dei (metil)acrilati, utilizzati per il confezionamento della unghia artificiale (gel, resina). Si tratta di monomeri sensibilizzanti, irritanti e neurotossici. A queste sostanze si aggiunge con concentrazioni nettamente maggiori si quelle misurate negli ambienti di vita e nell’aria esterna ma inferiori alle concentrazioni generalmente misurate nei siti industriali, la presenza nell’aria di composti organici (semi)volatili, compresi alcuni agenti cancerogeni, mutageni, tossici pe la riproduzione e neurotossici.
L’indagine ha rilevato che nei locali di lavoro possono essere presenti fino a 42 composti volatili, oltre alla esposizione a particelle che si creano durante le operazioni di limatura dell’unghia e delle resine.
L’Anses ricorda come l’utilizzo di maschere e tipo chirurgico possa aiutare a prevenire la trasmissione dei germi, ma che esse non proteggono dai vapori e poco o nulla dalle particelle fini, inoltre l’utilizzo dell’acetone riduce il grado i protezione de guanti in nitrile.
Per quanto riguarda le 70 sostanze classificate come “assai preoccupanti” ritroviamo tossici per la riproduzione, sensibilizzanti e potenziali perturbatori endocrini quali: acrilati, ftalati, parabeni, aldeidi, alcani, alcool aromatici, silossani, derivati clorurati, ammine aromatiche, derivati benzenici, terpeni, composti inorganici, perossidi, derivati fosforati, ammidi, derivati degli acidi , resine.
Mentre per quanto concerne le 90 sostanze definite “preoccupanti” l’Anses ha rilevato la presenza di una ventina di idrocarburi alifatici ed aliciclici, di alcooli, di derivati benzenici, di cetoni ecc.
Inoltre alcune sostanze che non sono classificate come sensibilizzanti cutanee sono state indicate, da parte dei medici intervistati, come responsabili della comparsa di tale sensibilizzazione.
Tutta la documentazione citata può essere richiesta alla Consulenza Medico-Legale Nazionale via e-mail all’indirizzo m.bottazzi@inca.it, r.bottini@inca.it