Commento all’articolo del WWF : “LE 10 FAKE NEWS SULL’ALLUVIONE IN EMILIA-ROMAGNA”

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo il commento del Sig. Franco Brunelli all’articolo del WWF. Per quanto riguarda l’alluvione in Romagna vogliamo ricordare che per affrontare la dimensione dell’evento ( 360-400 litri d’acqua per metro quadro in 48 ore ) difficilmente sarebbe stato sufficiente uno sfalcio delle erbe e degli arbusti presenti negli alvei dei corsi d’acquq e dei canali….

Commento all’articolo WWF “LE 10 FAKE NEWS SULL’ALLUVIONE IN EMILIA-ROMAGNA”

 

Siete mai stati in un’area alluvionata?

Abito nella Valle del Misa oggetto di alluvione a settembre con 12 morti ed un disperso.
Sul territorio non ci sono briglie o dighe, c’è il divieto assoluto di pulire gli argini dei corsi d’acqua dai rovi considerati essenze protette.
Guardate le immagini di cosa si è accumulato sotto i ponti ed ha determinato l’esondazione dei fiumi (alberi ad alto fusto secchi che non dovevano essere abbattuti secondo le amministrazioni “competenti”).
Da alcuni anni è stato costituito un consorzio di bonifica regionale che prende soldi da chi possiede terreni adiacenti i corsi d’acqua e non ha mai fatto manutenzione, ma gli agricoltori non possono intervenire per pulire le aree demaniali attigue ai propri terreni.
Il suddetto consorzio ha concesso ad un soggetto richiedente il taglio di parte della vegetazione e indovinate dove hanno smaltito i residui?
Hanno rifatto gli argini del fiume coprendo con terra di riporto parte dei tronchi tagliati, con la conseguenza che la piena ha portato via terra e fusti d’albero.
Invito lo scrivente dell’articolo a lasciare qualche volta la propria sede e rendersi conto di persona delle situazioni (la foce del Misa a Senigallia è ostruita da sedimenti per cui l’acqua del fiume è separata da quella del mare).
Il fatto che negli ultimi decenni non si è dragato il corso del fiume ha comportato che il letto si è alzato, mentre gli argini sono rimasti all’altezza originaria.
Non serve un luminare per trarre le conseguenze.
“Gli ambientalisti non hanno governato alcuna regione italiana”, ma costituiscono un grande serbatoio di voti.
Le classi politiche succedutesi nel tempo si sono ben guardate dal prendere decisioni scomode (concedere l’abbattimento di essenze protette, ma che costituivano pericolo cogente per le popolazioni residenti).
Un’ultima considerazione: ho sempre avuto una naturale avversione per coloro che a seguito degli eventi negativi concludono i propri discorsi con “io l’avevo detto”.

WWF. LE 10 FAKE NEWS SULL’ALLUVIONE IN EMILIA-ROMAGNA

Riteniamo utile, per la massima diffusione, riportare questo articolo del WWF che fa chiarezza sulle cause reali dell’alluvione in Romagna e  smonta le 10 fake news più diffuse che stanno circolando. Ringraziamo il WWF per questo contributo importante alla chiarezza e alla precisione scientifica con le quali si devono affrontare gli eventi estremi derivanti dal cambiamento climatico. editor

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Fonte WWF 

 

Sostituire il folklore alla scienza condanna il nostro Paese ad altre tragedie

In questi giorni di emergenza e di vicinanza alle popolazioni colpite dall’alluvione e dalle frane in Emilia-Romagna, purtroppo si sono succedute affermazioni di importanti esponenti politici e della cultura che hanno dimostrato di non avere alcuna idea delle reali cause di quanto accaduto e di quali soluzioni potranno evitare in futuro il ripetersi di tragedie come questa. Mentre per il COVID si è avuto il buon senso di affidarsi agli scienziati, sul dissesto idrogeologico e soprattutto sulla crisi climatica il dibattito pubblico è si svolge senza le necessarie conoscenze ed è purtroppo influenzato da vere e proprie fake news.

La corretta informazione su questioni così importanti è l’ingrediente fondamentale sia per la sicurezza delle persone, sia per l’adozione di politiche efficaci basate sulle migliori conoscenze scientifiche. Chi, nel dibattito pubblico, continua a sostenere tesi in contrasto con la scienza e l’evidenza dei fatti, rimandando decisioni o investendo fondi pubblici in opere inutili o dannose, si assume una responsabilità enorme rispetto alle prossime tragedie che continueranno a trovare il nostro territorio non pronto agli effetti della crisi climatica.

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