Ministero Salute . Salute mentale, i dati 2020 sui pazienti e sui servizi di assistenza

 

Fonte Ministero Salute 

Sono 728.338 le persone con problemi di salute mentale assistite dai servizi specialistici nel corso del 2020. I pazienti di sesso femminile sono il 53,6%.

La composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (69,0%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (46,8% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (6,7% nei maschi e 10,7% nelle femmine).

Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono 253.164, di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita.

Questi alcuni dati contenuti nel Rapporto sulla salute mentale 2020, rilevazione, istituita dal decreto del Ministro della salute 15 ottobre 2010, e che costituisce, a livello nazionale, la più ricca fonte di informazioni sugli interventi sanitari e socio-sanitari dell’assistenza alle persone adulte con problemi di salute mentale e alle loro famiglie.

Il Rapporto sulla salute mentale offre al lettore una panoramica delle evidenze emerse dalle varie fonti informative disponibili. I dati sono rilevati attraverso il SISM (Sistema Informativo Salute Mentale) che rappresenta lo strumento cardine per programmare a livello dell’erogazione dell’assistenza, regionale e locale, nonché per disegnare strategie di livello nazionale, modulate su tempi medio-lunghi, in considerazione dei trend della prevalenza dei principali disturbi mentali, a cui sono associati diversi gradi di disabilità, sofferenze individuali e della rete familiare, nonché pesanti costi economici e sociali.

I dati che vengono presentati nel Rapporto, riferiti all’anno 2020, riguardano i servizi per gli adulti, le caratteristiche degli utenti e le patologie, le attività dei servizi di salute mentale, le risorse di personale, l’attività psichiatrica ospedaliera, il consumo di farmaci e i costi dell’assistenza psichiatrica.

La pubblicazione contiene anche schede regionali con la rappresentazione grafica di un gruppo selezionato di indicatori, che descrivono le risorse a disposizione, l’utenza trattata, l’attività ospedaliera e territoriale di ogni regione.

Leggi:

Vivere tra le emergenze – Podcast di Diario Prevenzione – 29 marzo 2022 – Puntata n° 97

 

a cura di Gino Rubini
In questa puntata parliamo di

– Vivere tra le emergenze. Come cambiano i nostri piani cognitivi e di comportamento
– La “volatilità” del concetto di sicurezza e la fragilità delle rappresentazioni del nostro futuro
– Cosa succede al cervello durante una guerra
– Il nuovo portale CIIP su infortuni e malattie professionali
– E’ disponibile online il nuovo ebook sui disturbi muscolo scheletrici a cura di CIIP
– Frittura mista con limone

News of war can impact your mental health — here’s how to cope

Even short exposure to bad news can increase worry and anxiety.
Stock Unit/ Shutterstock

Nilufar Ahmed, University of Bristol

The war in Ukraine has left many across the world feeling stressed and anxious. Coming on the back of a global pandemic which has already had a devastating toll on mental health, news of the war has only compounded feelings of fear and uncertainty which are known to increase anxiety.

People far from the conflict may be wondering why their mental health is suffering as a result of the news and images they’re seeing. Part of this can be explained by the fact that our brains are designed to scan for threats to protect us from potential danger. This can lead to an almost unstoppable, constant scouring of the news to help us prepare for the worst – a phenomenon many might know better as “doomscrolling”.

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