Recensione del libro “Salute Pubblica: potere, empowerment e pratica professionale” di Glenn Laverack 

Autrice : Gabriella Bosco

 

Abstract

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha più volte affermato che l’azione di comunità e l’empowerment costituiscono i pre-requisiti per la salute. In quest’ottica, in cui l’empowerment diventa sia strumento che obiettivo, la proposta dell’autore costituisce una metodologia funzionale alla pianificazione, all’implementazione e alla valutazione dei programmi per la salute pubblica

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E-Waste: un grosso problema che richiede soluzioni più grandi

Foto: Flickr Yuri Samoilov_CC BY 3.0.

 

Nel 1982, una famiglia negli Stati Uniti comprò un forno a microonde. Nel 2012, trent’anni dopo, il microonde funzionava ancora. Nel 2017, una giovane donna ha acquistato un aggiornamento per iPhone e una custodia protettiva. Quattro mesi dopo, con uno schermo scheggiato da alcuni rimbalzi sul pavimento, la stessa giovane donna deve acquistare un nuovo telefono.

Autore: Anna Kučírková

Questo aneddoto fa un punto cruciale sull’elettronica in questa epoca tecnologica in rapida evoluzione: semplicemente non li fanno come prima. Solleva anche una domanda importante: cosa dovremmo fare con i dispositivi elettronici che non usiamo più? Andiamo più in profondità nel problema problematico degli e-waste.

Che cos’è E-Waste?

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Publication de la directive introduisant de nouvelles valeurs-limites dans la législation européenne sur les agents cancérigènes

FONTE ETUI

Le Journal officiel de l’Union européenne a publié le 31 janvier 2019 le texte de la directive 2019/130. Cette directive s’inscrit dans le processus de révision de la directive sur la protection des travailleurs contre les agents cancérigènes et mutagènes (CMD). Elle en constitue la deuxième étape.

La révision de la directive CMD a été lancée en mai 2016. La première étape s’est conclue par l’adoption de la directive 2017/2398 du 12 décembre 2017.

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Valeurs limites pour les substances chimiques: l’ECHA remplace le SCOEL

FONTE ETUI

L’Agence européenne des produits chimiques (ECHA) sera dorénavant chargée de recommander des Valeurs limites d’exposition professionnelle (VLEP) pour la protection des travailleurs contre les substances chimiques dangereuses. L’accord de coopération a été signé le 21 janvier 2019 entre l’agence d’Helsinki et la Commission européenne. Le comité d’évaluation des risques de l’ECHA (Risk Assessment Committee) remplacera donc le Comité scientifique en matière de limite d’exposition professionnelle (SCOEL) qui était en charge depuis 1995 de proposer les VLEP au niveau européen dans le cadre de la Directive Agents Chimiques et de la Directive Agents Cancérogènes et Mutagènes.

L’ECHA devrait fournir de 4 à 5 valeurs limites par an selon les termes de l’accord. D’après les informations de notre rédaction, les premières tâches confiées à l’ECHA  dans ce cadre seraient la mise à jour des VLEP européennes existantes pour l’Amiante et les dérivés du Plomb, ainsi que la recommandation d’une VLEP pour les dérivés du Cobalt.

source: https://echa.europa.eu/fr/-/echa-to-provide-recommendations-for-occupational-exposure-limits

Dall’Oms Europa un rapporto sulla salute delle popolazioni rifugiate e migranti

L’Ufficio europeo dell’Oms ha pubblicato il primo report sulla salute di migranti e rifugiati nei 53 Paesi della Regione dal titolo “Report on the health of refugees and migrants in the WHO European Region: no public health without refugee and migrant health”. Questo documento, che raccoglie e analizza le evidenze contenute in più di 13.000 documenti di letteratura a partire dal 2014, è stato realizzato in partnership con l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp).

Nei 53 Paesi della Regione europea Oms ci sono circa 90,7 milioni di migranti internazionali, che rappresentano circa il 10% della popolazione (920 milioni). Un dato importante in termini di sanità pubblica se consideriamo che nei Paesi i sistemi sanitari vengono organizzati in maniera differente, soprattutto per le modalità di accesso ai servizi, di implementazione di strategie a livello regionale, e di raccomandazioni e politiche sanitarie, soprattutto per i migranti irregolari.

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Monopattini elettrici soluzione anti traffico ? O produttori di nuovi pazienti per gli ospedali ortopedici.

 

 

 

L’offerta di prodotti per la mobilità dell’ultimo miglio come monopattini elettrici che si possono estrarre al parcheggio in periferia dal bagagliaio dell’auto ha avuto molto successo.

La stessa offerta in sharing sta riscontrando molto successo in città come Parigi e Berlino.

Questi mezzi elettrici, leggeri e pratici vengono ora usati in Italia  senza che vi sia una regolamentazione  ufficiale.

Non sono omologati, non dovrebbero circolare, non hanno limitatori di velocità, se ne vedono già  in diverse città che sfrecciano a 30 e più chilometri orari. Utenti senza casco con zainetto o borsa a tracolla fanno la gimcana in piazze, zone pedonali tra pedoni che vengono sfiorati da questi nuovi centauri sprezzanti del pericolo  che costituiscono per sé e per gli altri.

Il governo italiano si appresta a regolarizzare questa situazione con una modifica del Codice della Strada che prende atto di questa nuova situazione che va regolamentata.

Vorremmo sommessamente fare notare a chi dovrà legiferare che questi mezzi elettrici hanno le ruote molto piccole. Nelle strade di molte città da tempo, per a ragione della mancata manutenzione vi sono buche , avvallamenti, che possono fare impuntare i monopattini: il ruotino davanti entra nella buca, il mezzo si blocca e il guidatore prende il volo …. Non riusciamo ad immaginare come un cittadino romano possa inforcare a cuor leggero il monopattino e apprestarsi a fare una gimcana tra una buca e l’altra… e arrivare in ufficio incolume.

Un altro aspetto riguarda le vie di utilizzo. Per ragioni di sicurezza non dovrebbero circolare sotto i portici ove ci sono i pedoni, donne con bambini, ecc

Altrimenti tra i futuri pazienti dei Presidi Ortopedici vi sarà una crescente quota di pedoni.

Non siamo contrari all’uso del monopattino, riteniamo solo che vi debba essere una riflessione seria sulle condizioni delle strade metropolitane sulle quali questi mezzi si troveranno a viaggiare. Abbiamo visto a Berlino e Parigi questi mezzi. A Parigi Limebike ha una presenza molto  consistente e di successo. Anche a Parigi abbiamo visto molti utenti viaggiare senza il casco…

Sarebbe opportuno che vi fosse un monitoraggio degli  eventi infortunistici derivanti dall’uso di questi nuovi mezzi

Alcuni punti fermi che dovrebbero essere ben regolamentati:

  • Obbligo del casco e para ginocchia  per gli utenti
  • Assicurazione obbligatoria del mezzo o dell’utilizzatori anche per responsabilità civile verso terzi
  • Le vie di scorrimento devono essere le strade normali, non i marciapiedi ove circolano i pedoni
  • La velocità non dovrebbe superare i 15 Km orari
  • Divieto d’uso per i minori di 16 anni
  • Omologazione e monitoraggio sulla qualità dei mezzi

Editor

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Inghiterra : la restrizione delle borse di studio ha fatto crollare le iscrizioni ai corsi di laurea infermieristica

Nel Regno Unito vi è il rischio tra non molto che non ci sia più il numero di infermieri adeguato a coprire il fabbisogno del SSN . Il testo è stato tradotto con Google Translator .. (editor)

 

FONTE RCN ( Royal College of Nursery )

Nonostante un piccolo aumento rispetto allo scorso anno, gli ultimi dati dell’UCAS mostrano che le domande di laurea per infermieri in Inghilterra sono diminuite di 13.000 dal 2016.

Il RCN ( Royal College of Nursery ) ha avvertito che il piano a lungo termine del NHS non avrà la possibilità di avere successo se la negazione  delle richieste di assistenza agli studenti non viene annullato. Il College sta sollecitando il governo a investire almeno 1 miliardo di sterline all’anno in infermieristica per l’istruzione superiore in Inghilterra, al fine di capovolgere la tendenza.

Le cifre pubblicate da UCAS mostrano che il numero di persone che si iscrivono allo studio infermieristico in Inghilterra è diminuito di oltre 13.000 dal 2016, gli studenti dello scorso anno hanno ricevuto la borsa di studio. 

Con 40.000 posti di lavoro vacanti in Inghilterra, l’RCN ha detto che il calo del numero di studenti mette ulteriormente a rischio la futura disponibilità di infermieri e mette a rischio la cura del paziente. 

Dame Donna Kinnair, Chief Executive Officer di RCN, ha dichiarato: “Queste cifre mostrano la portata della sfida della forza lavoro che ci attende, e l’incapacità di agire ora rischia la cura del paziente per una generazione. Il piano a lungo termine merita di avere successo, ma non può farlo senza che le infermiere lo consegnino.

“Con i numeri dei candidati che non mostrano alcun segno di recupero dopo la rimozione dei finanziamenti di sussidi agli studenti, i servizi sanitari alla fine avranno ancora meno infermieri per curarci nei nostri ospedali, case, scuole e cliniche”. 

Le cifre mostrano che il numero di richieste di studenti infermieri maturi da parte di persone oltre i 25 anni in Inghilterra ha visto un declino ancora maggiore, calando del 41% da quando la borsa è stata rimossa.

Ciò significa che le aree specialistiche maggiormente colpite dalla più ampia crisi di personale, come la specializzazione ad assistere le disabilità e l’assistenza infermieristica, continueranno a lottare per reclutare le (gli) infermiere/i di cui hanno bisogno.

Entrambe queste aree si basano su studenti con una significativa esperienza di vita – con meno studenti maturi che si candidano, le cifre indicano che i livelli di personale potrebbero scendere ulteriormente.

“Le cifre di oggi mostrano che tutti abbiamo bisogno di lavorare insieme per affrontare la crisi della forza lavoro, non solo attraverso gli investimenti nella formazione infermieristica in Inghilterra, ma attraverso una strategia della forza lavoro che riflette le richieste della popolazione in ogni paese. Ciò deve essere sostenuto da una legislazione che garantisca il giusto numero di infermieri e personale infermieristico per fornire assistenza sicura ed efficace “.

La campagna “Our Our Future” del RCN  chiede al governo di investire almeno 1 miliardo di sterline all’anno in istruzione infermieristica per aiutare a fermare il declino del numero di infermieri degli studenti e reclutare il personale infermieristico necessario per mantenere i pazienti al sicuro.

Il Collegio ha presentato al governo proposte costate come una borsa di mantenimento per tutti gli studenti infermieri, o una combinazione di sovvenzioni e prestiti perdibili, oltre a un sostegno pratico per le tasse universitarie.

Per garantire la consegna del piano a lungo termine di NHS, l’RCN chiede al governo di destinare il denaro come parte della revisione della spesa in primavera.

Newsletter Salute-UE n. 229 – Focus

Segnaliamo la Newsletter Salute-UE come strumento importante di informazione e aggiornamento sui temi della salute e delle politiche sanitarie a livello europeo

Newsletter Salute-UE n. 229 – Focus

La comunità medica preme per discutere del collegamento tra inquinamento atmosferico e salute

Veronica Manfredi, a capo della direzione Qualità di vita presso la direzione generale Ambiente della Commissione europea, parla delle misure promosse dall’UE per ridurre l’inquinamento atmosferico e i suoi effetti sulla salute, una questione sotto i riflettori in tutto il mondo.

Quali sono le dimensioni del problema dell’inquinamento atmosferico nell’UE? Si tratta di un problema principalmente esterno all’UE?

In India, a Nuova Delhi, i medici trovano adolescenti con polmoni anneriti e danneggiati tanto quanto quelli dei settantenni negli anni ’80. Sì, si tratta dell’India e nell’UE fortunatamente abbiamo una legislazione che prevede limiti per l’inquinamento atmosferico, ma nonostante questo, più di 130 città europee non soddisfano tutte le norme. In alcuni casi, nelle ore di punta l’inquinamento atmosferico delle aree urbane può raggiungere gli stessi livelli riscontrati a Nuova Delhi.

L’inquinamento atmosferico è un problema a livello mondiale. Le stime dell’OMS indicano che più di 4,2 milioni di morti premature all’anno sono attribuibili all’inquinamento atmosferico esterno. Per quanto riguarda l’Europa, l’Agenzia europea dell’ambiente ritiene che ogni anno si verifichino oltre 400 000 morti premature dovute soprattutto a particolato, biossido di azoto e ozono.

Che cosa ha fatto fino a ora l’UE per affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico?

Abbiamo una legislazione che istituisce obiettivi di qualità dell’aria, si impegna a limitare le emissioni a livello nazionale e definisce norme in merito alle principali fonti di inquinamento. Inoltre, concediamo finanziamenti per sostenere misure a favore della qualità dell’aria. Per esempio, per il periodo 2014-2020 sono stati stanziati a questo scopo 1,8 miliardi di euro nell’ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei. Anche altri tipi di finanziamenti, come l’investimento di 45 miliardi di euro nell’economia a basse emissioni di CO2, possono contribuire indirettamente a migliorare la qualità dell’aria.

I finanziamenti sono un incentivo: sono la famosa carota, ma abbiamo anche il bastone. Abbiamo la possibilità e il dovere di adire le vie legali per far valere le norme dell’UE e i casi di violazione potrebbero essere portati davanti alla Corte di giustizia. Attualmente, siamo fortemente preoccupati riguardo a 30 casi in 20 Stati membri in cui continuano a essere superati i limiti legali per il particolato, il biossido di azoto e l’anidride solforosa.

Tuttavia, è importante ricordare che l’azione legale è semplicemente uno dei mezzi per raggiungere l’obiettivo; ce ne sono anche altri. Facilitiamo infatti la condivisione delle buone pratiche, per esempio istituendo o partecipando attivamente a diverse reti specifiche e organizzando insieme agli Stati membri dialoghi sull’aria pulita e sul riesame dell’attuazione delle politiche ambientali.

Quali ulteriori misure potrebbero essere adottate?

È necessario cercare di ridurre ulteriormente le emissioni in tutti i settori economici, come industria, trasporti, riscaldamento domestico e agricoltura. Per quanto riguarda quest’ultima, dobbiamo diminuire l’uso di ammoniaca e di nitrati nei fertilizzanti, per contenere l’inquinamento atmosferico e delle acque.

È ormai tempo che in tutta l’Unione europea vengano rispettate le norme di qualità dell’aria. Dobbiamo inoltre migliorare ancora più sensibilmente la qualità dell’aria esterna, avvicinandoci ai livelli raccomandati dall’OMS.

La situazione sembra estremamente grave. Ci sono buone notizie?

Sì: sappiamo che la politica “Aria pulita” funziona! Grazie agli sforzi congiunti dell’UE e delle amministrazioni nazionali, regionali e locali, negli ultimi decenni l’inquinamento atmosferico in Europa è diminuito. Anche le emissioni di inquinanti si sono ridotte in maniera significativa, perfino durante un periodo di costante e forte crescita economica. Abbiamo intrapreso il percorso giusto, ma abbiamo ancora della strada da fare. Il nostro scopo è dimezzare le emissioni inquinanti entro il 2030 con gli impegni nazionali di riduzione sanciti dal diritto dell’Unione e perciò diminuire gli effetti sulla salute della metà rispetto al 2005.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario agire ora. Gli Stati membri devono adottare programmi ambiziosi e dare loro completa attuazione, e la comunità medica deve fornire il massimo supporto e impegno.

Rapid Alert System – Weekly report-2019 / Week 6

Weekly report-2019 / Week 6

Rapid Alert System – Weekly Report
Rapid Alert System è il sistema UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici. La relazione include informazioni dettagliate sui prodotti interessati, i rischi, lo Stato membro notificante e le misure adottate in risposta. Il sistema di allarme rapido consente uno scambio rapido di informazioni tra 31 paesi europei e la Commissione europea in merito a prodotti non alimentari pericolosi che presentano un rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori. Ogni settimana, un aggiornamento delle ultime segnalazioni inviate dagli Stati membri è pubblicato sul sito web. Questo servizio di messaggi consente agli abbonati di essere informati su questi avvisi ogni settimana.

 

Weekly report-2019 / Week 6

 

Bloccare l’autorizzazione concessa alla società Edison Spa: lo chiedono i Gruppi civici della Bassa Romagna

FONTE EUROPAVIVA21

Il portavoce di Partecipazione sociale Gilberto Minguzzi e il portavoce di Alfonsine solidale Angelo Antonellini hanno scritto una Lettera aperta al Ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio e al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per bloccare l’autorizzazione concessa alla società Edison Spa ad operare nel sito di San Potito/Cotignola per lo stoccaggio sotterraneo di metano.

“La versione finale del decreto “semplificazioni” rafforza tutti gli interrogativi sorti recentemente in relazione alla richiesta di aumento della pressione dello stoccaggio del gas nel sito ex ENI di San Potito/Cotignola. – scrivono Minguzzi e Antonellini – In realtà il territorio investito si allarga a porzioni dei comuni di Bagnacavallo, Solarolo, Castel Bolognese, Faenza e soprattutto a buona parte del Comune di Lugo.”

“L’iter seguito non ha cambiato le cose per le attività di stoccaggio di gas naturale in sotterraneo che continuano a rivestire “carattere di interesse strategico” e “di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”, come previsto dall’operazione “sblocca Italia” varata dal governo Renzi l’11 novembre del 2014. Ormai è storia vecchia: “Edison Stoccaggio” aveva rilevato dall’ENI il giacimento esaurito per riempirlo di gas nel periodo estivo per poi svuotarlo nel periodo invernale, non nascondendo i risvolti economici dell’investimento che però si sono rivelati più ridotti: la capacità di stoccaggio non era di 400 milioni di metri cubi ma soltanto di 220. Inizia da qui il pressing della concessionaria per recuperare una capacità di stoccaggio in linea con le aspettative iniziali, fino alla richiesta di un aumento della pressione superiore a quella giudicata naturale di 200 bar (da subito del 7% e poi del 20%). Il tutto sulla base di un semplice “studio ambientale” commissionato da Edison Stoccaggio ad un’azienda di sua fiducia.”

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Bonifica dei materiali contenenti amianto in matrice friabile

FONTE INAIL.IT

L’amianto e i Materiali Contenenti Amianto (MCA) sono stati largamente utilizzati su tutto il territorio nazionale fino agli anni ’90. Ciò in quanto l’Italia, in passato, è stata tra i maggiori produttori mondiali di tale sostanza e di MCA. Nel 1992, l’Italia ha bandito tale sostanza cancerogena, ma tuttora permangono sul territorio nazionale numerosi siti industriali e civili contaminati da amianto, ancora da bonificare.

Immagine Bonifica dei materiali contenenti amianto in matrice friabile

Il presente fact sheet tratta dei MCA Friabili, materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale, aventi poca coesione e più elevate percentuali di amianto nella matrice. A causa della loro scarsa aggregazione, possono facilmente disperdere fibre nell’aria generando potenziali rischi per i lavoratori e la popolazione. Il documento fornisce le indicazioni operative su come intervenire in caso di presenza di MCA friabili.

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2019
Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

La bonifica delle coperture in cemento amianto

FONTE INAIL.IT

L’amianto e i Materiali Contenenti Amianto (MCA) sono stati largamente utilizzati su tutto il territorio nazionale fino agli anni ’90. Ciò in quanto l’Italia, in passato, è stata tra i maggiori produttori mondiali di tale sostanza e di MCA. Nel 1992, l’Italia ha bandito tale sostanza cancerogena, ma tuttora permangono sul territorio nazionale numerosi siti industriali e civili contaminati da amianto, ancora da bonificare.

Immagine La bonifica delle coperture in cemento amianto

Il presente fact sheet tratta dei MCA Compatti, materiali che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici, ponendo particolare attenzione alle coperture in cemento amianto che, tra i MCA compatti, sono quelle che hanno avuto maggiore diffusione su scala nazionale. Il documento fornisce le indicazioni operative su come intervenire in caso di presenza di coperture in cemento amianto.

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2019
Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

REGIONALISMO DIFFERENZIATO. COLPO FINALE AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Forum per il Diritto alla salute

                                                         FIRENZE, sabato 16 febbraio 2019

Consiglio Regionale, via Cavour 18

 

ore 9,30-13.30

REGIONALISMO DIFFERENZIATO.

COLPO FINALE AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

convegno nazionale

Il regionalismo differenziato è arrivato al traguardo con il governo Conte ma è una pratica istruita dal governo Gentiloni, che, pochi giorni prima delle elezioni del 4 marzo, ha sottoscritto una preintesa con ognuna delle tre regioni. La devoluzione alle regioni riguarda le 23 materie previste dal terzo comma dell’art. 117, tra cui: politiche del lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente, rapporti internazionali e con l’Unione Europea. La più potente criticità di questa fase della storia del nostro paese è l’aumento delle diseguaglianze. Stanno minando alla base il bene salute. Universalismo e globalità del SSN sono a rischio. Il problema non è di fare il conto delle risorse tra lo stato e la singola regione, ma di quanto il trasferimento ‘in più’ ad alcune regioni incida sul trasferimento che deve essere assicurato a tutte le altre del nostro paese. Se questa riforma va avanti nei termini in cui è stata annunciata, senza un intervento del parlamento e una discussione in tutto il paese, creerà problemi gravi al sistema dell’istruzione e soprattutto al servizio sanitario nazionale. L’autonomia differenziata si sostanzierà nel trattenimento delle proprie risorse da parte dei territori più ricchi. Dobbiamo batterci contro questa ‘secessione dei ricchi’.

 

ore 14.30 – 16.30

Assemblea del Forum Diritto alla Salute

Morire in strada a 60 anni

Riceviamo dal Direttore di Sicurezza e Lavoro  Massimiliano Quirico  questa nota stampa che condividiamo con i lettori di Diario Prevenzione

 

Ancora morti tra chi lavora per strada e sulla strada. I due cantonieri dipendenti della Città Metropolitana di Torino – Giuseppe Butera (62 anni, di Chivasso – To) e Giuseppe Rubino (59 anni, di Caluso – To) – travolti da un’auto sulla strada provinciale 595 a Villareggia il 7 febbraio 2019 e uccisi sul colpo mentre eseguivano lavori di manutenzione sono l’ennesimo segnale di una grave situazione che coinvolge la sicurezza di chi lavora, ma anche di chi usa le nostre strade.

Il ridotto numero di risorse umane, l’elevata età media del personale e i continui tagli agli Enti locali mettono sempre più a rischio l’incolumità di lavoratori e lavoratrici della viabilità e di chi usa la strada per lavoro o per altri spostamenti.

“La Città Metropolitana di Torino (ex Provincia) – denuncia Francesco Nannetti, Rsu Città Metropolitana di Torino e responsabile aziendale FP Cgil – gestisce da anni 3.000 km di strade. In passato, con 300 cantonieri, ora con 150! Con un’età media di oltre 55 anni…”.

“Le ultime assunzioni – afferma Nannetti – risalgono al 2012 e il piano assunzioni (che prevede comunque l’ingresso di soli 14 nuovi cantonieri) è fermo da un anno! Al di là della dinamica dei fatti, che gli organi preposti dovranno accertare, ci chiediamo come si possa lavorare in sicurezza con squadre composte da numeri sempre più esigui di persone, nonostante i due colleghi cantonieri tragicamente scomparsi fossero persone molto esperte e competenti nel proprio lavoro”.

“I fatti di cronaca – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – ci raccontano una situazione drammatica per chi fa manutenzione sulle strade – con infortuni, spesso mortali, e malattie professionali, legate anche all’amianto – ma anche per chi opera per garantire la sicurezza e il soccorso: le tante vittime della Polizia Stradale richiedono una seria riflessione. Non si tratta di fatalità. Troppe volte sono coinvolti anche lavoratori che conducono camion in condizioni proibitive, sia per gli eccessivi orari di lavoro che per la scarsa manutenzione dei mezzi”.

Nella stessa giornata delle due morti sul lavoro di Villareggia, Cgil, Cisl e Uil hanno immediatamente organizzato un’assemblea sul tema, molto partecipata, nella sede della Città Metropolitana di corso Inghilterra 7 a Torino, e nella mattinata di martedì 12 febbraio 2019 hanno indetto un presidio davanti alla Prefettura, in piazza Castello 205 a Torino, in segno di solidarietà ai familiari delle vittime e per denunciare le ingenti riduzioni del personale dedicato alla viabilità, con gravi ripercussioni sulle condizioni di lavoro e sulla sicurezza degli utenti delle strade stesse.

Vertenza Amianto CGIL-CISL-UIL: i diritti degli ex-esposti amianto nella piattaforma della manifestazione nazionale del 9 febbraio a ROMA

 

 

 

 

FONTE  AFEVAEMILIAROMAGNA

Con la lettera (scarica il testo completo)che potete leggere, CGIL-CISL-UIL invitano il movimento associativo degli ex-esposti amianto, dei familiari delle vittime dell’amianto e tutti i cittadini che chiedono un ambiente libero dall’amianto a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà sabato 9 febbraio 2019 a ROMA.

E’ un appuntamento inportante, ed è importante che il movimento sindacale abbia inserito nelle sue rivendicazioni al governo il tema amianto in tutte le sue articolazioni.

Non è un fulmine a ciel sereno, le richieste sindacali sono state portate a tutti i livelli istituzionali, dalla commissione parlamentare, all’incontro dell’8 novembre con i rappresentanti del ministero del lavoro.

Nonostante le dichiarazioni di disponibilità, e nonostante su questo tema tutti i gruppi parlamentari si siano espressi concordemente, nell’ambito della approvazione della Legge di Bilancio non è stata recepita nessuna delle richieste avanzate, anche quando erano a costo zero. (vedi l’articolo sulla Legge di Bilancio)

Attorno alle rivendicazioni delle vittime dell’amianto e della piattaforma di CGIL-CISL-UIL, si è nel frattempo stretta una convergenza di impostazione con ANCI e Conferenza delle Regioni, che hanno scritto ai Ministri Di Maio, Grillo e Costa chiedendo un incontro rapido per valutare le prossime iniziative sul tema Amianto. La risposta è ancora parziale, c’è la disponibilità del ministro Grillo, ma mancano ancora le risposte degli altri ministri, e come sappiamo il tema amianto va affrontato da un tavolo interministeriale, per le evidenti connessioni dei singoli temi. (leggi la lettera congiunta con ANCI e Conferenza delle Regioni)

Come AFeVA Emilia Romagna, rispondiamo positivamente all’invito e sollecitiamo gli iscritti all’Associazione a prendere contatto con le strutture sindacali territoriali e/o con gli sportelli AFeVA per verificare le modalità di partecipazione alla Manifestazione

(per Bologna contatta AFeVA lo 3357307499 o CGIL BO lo 051 6087340 per bus e treni)

Scarica il Volantone della Manifestazione del 9 febbraio

Ascolta l’appello di Maurizio Landini per la manifestazione su Radio Articolo 1

 

AGENZIA EUROPEA SALUTE E SICUREZZA LAVORO – IL DOCUMENTO PROGRAMMATICO 2019 – 2021

PROGRAMMING DOCUMENT 2019-2021

In 2018, EU-OSHA’s Multi-annual Strategic Programme (MSP) 2018-2023 was adopted. The MSP 2019-2023 is based on continuity from the MSP 2014-2020. The MSP sets the long-term goals for EUOSHA and the type of activities EU-OSHA will undertake to achieve these goals. Importantly, the MSP is the shared vision for EU-OSHA agreed among its key stakeholders. All programming beyond 2020 is based on a number of assumptions. The current Multi-annual Financial Framework comes to an end in 2020. For the purpose of developing this Programming Document EUOSHA has assumed continuity regarding resources after 2020. Based on the current proposal, EUOSHA’s contribution from the EU budget up to 2027 will remain constant in nominal terms, but decrease in real terms. In addition, the current EU OSH Strategic Framework comes to an end in 2020 which means that new EU policy priorities may have to be taken into account at a later stage. Another factor which is unknown but which has to be taken into account is the Commission’s decision on the follow-up of the evaluation of the four DG EMPL partner agencies.

IL DOCUMENTO

I vigili del fuoco inglesi chiedono una maggiore protezione dall’esposizione a sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche

 

FONTE FBU.ORG.UK

Numerosi studi dimostrano che autorità pubbliche e datori di lavoro non sono in grado di tutelare sufficientemente i vigili del fuoco dal rischio di esposizione ad agenti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione (CMR). Ciò significa che i vigili del fuoco sono doppiamente a rischio – non solo dalla natura della loro stessa professione ma anche dalle conseguenze di essa.
Vi è un grande divario tra i tumori riconosciuti come malattie professionali nei vari paesi e il numero di tumori attribuibili all’esposizione professionale. Dati nazionali e dati UE sui tumori contengono pochissime informazioni sulle professioni dei malati di cancro. L’European Trade Union Institute (ETUI) stima che l’8% di tutti i casi di cancro siano correlati al lavoro, costituendo il 12% dei casi di cancro tra gli uomini e il 7% dei casi di cancro tra le donne. Inoltre, studi specifici hanno dimostrato che i vigili del fuoco nella fascia di età compresa tra 30 e 49 anni presentano un significativo rischio di eccesso di cancro alla prostata e melanoma cutaneo.

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Infortuni nei lavoratori stranieri regolari

Fonte diseguaglianzedisalute.it

Il numero di stranieri presenti regolarmente nel nostro Paese nel 2012 era pari a circa 4 milioni (6,8% della popolazione residente). Nonostante la crisi economica, la quota di immigrati residenti ha continuato a crescere in modo costante: nel 2017, infatti, superava i 5 milioni in termini assoluti (8,3% della popolazione residente) (Istat, 2017)

Secondo stime dell’ISMU, gli stranieri irregolarmente presenti nel nostro Paese, sulla cui presenza non esistono dati ufficiali, si aggirano tra le 400.000 e le 500.000 persone (ISMU, 2017). Si tratta quindi di una quota assai modesta rispetto alla presenza complessiva di stranieri regolari (intorno al 6-8%). La composizione per Paese di provenienza ha subito una forte modificazione a partire dal 2004, in seguito all’inclusione di alcuni Paesi dell’Est Europa nell’Unione Europea, determinando un incremento dei flussi migratori provenienti da tali nazioni: la nazionalità più rappresentata è attualmente la rumena, seguita da quella albanese e marocchina.

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Il governo dell’Ontario per fare risparmiare le aziende ha deciso di legittimare la formazione online per la salute e la sicurezza. Questa scelta viene denunciata come inadeguata e insufficiente dal Sindacato della Funzione Pubblica dell’Ontario (Canada)

Pubblichiamo questa notizia che offre uno sguardo sulla situazione del Canada per quanto attiene la formazione per  la valutazione e gestione dei rischi nei luoghi di lavoro. E’ interessante su  come le nuove tecnologie della formazione online vengano introdotte non come supporto ad una formazione più completa e qualificata ma come sottoprodotto scadente meno costoso per le imprese. Editor

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Il Presidente OPSEU dice che i lavoratori sono a rischio a causa di modifiche di Ford alla formazione sulla sicurezza

Data di pubblicazione
Venerdì 1 febbraio 2019 – 16:45
Toronto – Presidente OPSEU Warren (Smokey) Thomas sta sollevando bandiere rosse sulla decisione del governo Ford di consentire la formazione online sulla certificazione di salute e sicurezza, dicendo che la sicurezza dei lavoratori sarà a rischio.

“Il Premier Ford sta facendo tagli e sta giocando con le vite dei lavoratori dell’Ontario”, ha detto Thomas. “Sta mettendo un cartellino del prezzo sul benessere dei lavoratori”.

Il governo Ford ha annunciato che i datori di lavoro avranno un guadagno di $ 5 milioni di dollari perché i datori di lavoro non dovranno pagare per inviare i lavoratori alla formazione di certificazione in materia di salute e sicurezza. La legge richiede che tale formazione sia fornita ad almeno un lavoratore e ad un membro del datore di lavoro di un comitato misto di salute e sicurezza (JHSC).

Gli adulti seduti di fronte a uno schermo non li aiuteranno a individuare i pericoli o imparare come essere un membro JHSC efficace, ha affermato Thomas.

L’Ontario perde già troppi lavoratori per infortunio, malattie professionali e morte ogni giorno.I datori di lavoro che sono i responsabili per la sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro impoverendo le competenze dei membri del JHSC condannano i lavoratori a maggiori infortuni sul lavoro ..

In Ontario, ci sono meno di 400 ispettori per la salute e la sicurezza per migliaia di posti di lavoro.

“Ci vuole un solido sistema di responsabilità esterna e interna per rendere i lavoratori sicuri”, ha affermato Neil Martin, presidente del comitato sindacale che rappresenta gli ispettori di salute e sicurezza in Ontario. “Il degrado della formazione sulla certificazione ridurrà la capacità e l’empowerment a livello di posto di lavoro”.

La formazione in certificazione per andare online decimerà la buona qualità della salute e della sicurezza offerta dal Centro per la salute e la sicurezza dei lavoratori, il principale fornitore di formazione per la certificazione in Ontario, ha detto Martin. “I lavoratori finiranno per fare allenamento a casa o per niente”, ha aggiunto.

Thomas sta chiedendo un incontro immediato con il Ministro del Lavoro per discutere i cambiamenti di Ford.

“Questa decisione spericolata e irresponsabile è un’altra ragione per cui il governo Ford deve rallentare e ascoltare OPSEU, la voce dei lavoratori del settore pubblico in prima linea”, ha affermato Thomas.

“Ho intenzione di ritenere questo governo responsabile per il suo disinvolto trattamento della sicurezza dei lavoratori”.

Rapid Alert System – Weekly report-2019 / Week 5

Rapid Alert System – Weekly Report
Rapid Alert System è il sistema UE per tutti i prodotti di consumo pericolosi, ad eccezione di alimenti, prodotti farmaceutici e dispositivi medici. La relazione include informazioni dettagliate sui prodotti interessati, i rischi, lo Stato membro notificante e le misure adottate in risposta. Il sistema di allarme rapido consente uno scambio rapido di informazioni tra 31 paesi europei e la Commissione europea in merito a prodotti non alimentari pericolosi che presentano un rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori. Ogni settimana, un aggiornamento delle ultime segnalazioni inviate dagli Stati membri è pubblicato sul sito web. Questo servizio di messaggi consente agli abbonati di essere informati su questi avvisi ogni settimana.

La povertà come scelta politica (succede in Inghilterra, ma non solo)

FONTE SALUTEINTERNAZIONALE

Inserito da  on 30 Gennaio 2019 – 09:44Un commento

Giacomo Galletti 

The Lancet denuncia la rottura del contratto sociale post-bellico, di cui l’NHS è (era?) il riferimento più riconoscibile; denuncia lo smantellamento dei servizi pubblici; denuncia il mutamento degli stessi valori costitutivi della società britannica, interpretando le azioni politiche come pericolose addirittura per l’identità sociale e culturale nazionale. Denuncia il tradimento delle idee liberali di Beveridge! Il problema non è più economico (sostenibilità del Welfare), è identitario, e si risolve attraverso la strenua ed insistita difesa dei valori e dei principi costitutivi del tessuto sociale Britannico da un’aggressione costante da parte della volontà politica.


Attacco a White Hall” potrebbe suonare come il titolo di un ennesimo “action movie” dove il protagonista è il classico eroe complessato a causa di un qualche tipo di stress post traumatico e che si riscatta salvando la nazione dalla minaccia di un qualche terrorista eccentrico. Qui, il canovaccio in salsa British è però diverso: i cattivi stanno dentro i palazzi dell’amministrazione di governo Britannico (indicata genericamente come, appunto, White Hall) e i buoni sono quelli che bombardano i policy maker a suon di articoli su rinomate riviste scientifiche.

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Risultati sorprendenti dal Sondaggio di DuPont Sustainable Solutions “Global Operations Risk 2018” rivolto ai dirigenti aziendali

Riportiamo integralmente  questo  Comunicato della DuPont poichè contiene i risultati di un sondaggio che meritano considerazione e riflessione da parte di tutti coloro che si occupano di prevenzione. Editor 

La mancanza di un’appropriata Risk Governance da parte dei dirigenti sta mettendo in pericolo le aziende

Milano, 29 gennaio 2019 – Nonostante sia più che evidente che le attività possono subire interruzioni quando si sottovalutano alcuni rischi, i dirigenti aziendali non riescono ad identificare adeguatamente e a prepararsi ad affrontare i rischi che possono potenzialmente avere conseguenze catastrofiche sulla loro operatività aziendale, risultato emerso dal sondaggio annuale globale che DuPont Sustainable Solutions (DSS) ha somministrato ai dirigenti aziendali. Se lasciate immutate, le prestazioni operative di un’azienda, la continuità delle attività, il diritto di operare e la capacità di portare valore agli azionisti, ne potrebbero risentire.

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Le leucemie da benzene: la posizione della IARC -Newsletter medico-legale Inca Cgil Numero 3/2019

Newsletter medico-legale Inca Cgil Numero 3/2019

Le leucemie da benzene: la posizione della IARC

 

La monografia 120 dello IARC riporta le conclusioni di un Gruppo di lavoro composto da 27 ricercatori di 13 diversi paesi  in merito alla cancerogenicità del benzene.

Il benzene, un idrocarburo aromatico, è un inquinante atmosferico onnipresente, che proviene principalmente dall’attività umana e più in particolare dalle combustione. Si tratta di un componente della benzina dei gas di scappamento dei veicoli, delle emissioni industriali e del fumo di tabacco ed è stato utilizzato come solvente nell’industria ed in diversi prodotti di consumo.

Gli utilizzi del benzene come solvente sono, oggi, limitati in numerosi paesi, ma ne viene prodotta ancora una grande quantità per essere utilizzato principalmente come intermediario chimico. Diverse industrie comportano esposizioni professionali al benzene, fra queste l’industria petrolifera, la produzione e fabbricazione di prodotti chimici ed in alcuni paesi, queste esposizioni sono presenti in diverse industrie o con livelli espositivi elevati come si verificava nel passato ad esempio la produzione di scarpe, la stampa, la produzione della gomma e nelle vernici.

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Pendolaria: rapporto Legambiente su trasporto ferroviario

Le strategie per ridurre gli incidenti in itinere casa lavoro si basano sull’ampliamento dell’offerta del trasporto pubblico. Purtroppo solo una parte dei lavoratori, degli studenti riescono ad usufruire di un’offerta adeguata di servizi pubblici su ferro e su gomma . Il Rapporto Pendolaria offre un’immagine realistica sui pregi e sui limiti delle strategie degli anni scorsi. Si è investito molto arriveranno molti treni ma solo in alcune regioni, in altre sono diminuiti, le differenze aumentano tra regioni con cadute in Regioni come il Piemonte e situazioni drammatiche come la Sicilia… Su queste differenze occorre lavorare.
(Fonte : Regioni.it 3539 – 30/01/2019)
Il rapporto Pendolaria di Legambiente cerca di fare il punto sul nostro sistema di trasporto ferroviario. In particolare mette in evidenza come negli ultimi anni si sia investito molto sul trasporto ferroviario locale, con risultati visibili: “Gli investimenti di Trenitalia con la gara per 500 nuovi treni sta cambiando la situazione in molte Regioni e inciderà anche al sud nei prossimi anni – afferma il rapporto Pendolaria -. A questi si aggiungono quelli delle Regioni, che hanno consentito complessivamente di far entrare in esercizio oltre 410 treni nuovi. Inoltre, gli investimenti decisi nella scorsa legislatura stanno permettendo nel quadriennio 2017-2020 l’entrata in circolazione di 210 nuovi treni”.
Il numero dei passeggeri aumenta, toccando quota 5,59 milioni, con un nuovo record rispetto al 2012 (+8% in 4 anni). Sono 2 milioni e 874 mila coloro che ogni giorno usufruiscono del servizio ferroviario regionale e 2 milioni e 716 mila quelli che prendono ogni giorno le metropolitane, presenti in 7 città italiane. Tutti i servizi sono in crescita, ma “diminuiscono i chilometri di linee disponibili e la crescita nasconde differenze rilevanti nell’andamento tra le diverse Regioni e tra i diversi gestori. In alcune parti del Paese la situazione è migliorata, mentre in altre è peggiorata e si è ampliata la differenza nelle condizioni di servizio”.

L’Italia, insomma, è spaccata a metà, – afferma il rapporto – “con 9 Regioni e le due Province autonome in cui i passeggeri sono aumentati e 10 in cui sono diminuiti o rimasti invariati. Cresce il numero di persone che prende il treno al nord – come in Lombardia (750mila), è triplicato dal 2001 in Alto Adige, raddoppiato in Emilia-Romagna, cresciuto di 60mila in Puglia. Analoghi i successi della metropolitana a Milano (con più passeggeri delle altre 6 città italiane dotate di metro), dei tram a Firenze e a Bergamo. Molto diversa la situazione del Piemonte dove a causa delle linee soppresse i passeggeri sono calati del 4,4% mentre è drammatica in particolare la situazione in Sicilia, dove si è passati da 50.300 a 37.600 viaggiatori (dal 2009 ad oggi) in una Regione con 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari, e in Campania dove si è passati da 413.600 viaggiatori a 308.500 (ma con un trend in risalita negli ultimi anni)”.

Regionalismo differenziato/1. Grillo sta avallando la fine del Ssn

Sul regionalismo differenziato serve una mediazione intelligente ma serve anche qualcuno in grado di proporla. Il governo, quindi il presidente del consiglio dei ministri Conte, prenda in mano la questione perché se essa ci sfugge di mano sono dolori per tutti

 

 

24 GEN – Relativamente alle dichiarazioni fatte ieri dal ministro Grillo sul regionalismo differenziato (QS 23 gennaio 2019) rispondo: no, caro ministro Grillo tra “il rischio di una giungla normativa” e quello di “non erogare i servizi” ci dovrebbe essere un ministro della Salute capace di fare il suo mestiere con intelligenza, con onestà intellettuale, con spirito riformatore e soprattutto con coerenza nei confronti del mandato politico che ha ricevuto dai propri elettori, nell’interesse primario del suo governo e del suo paese.

Lei come ministro dovrebbe, prima di ogni cosa fare il suo dovere quindi proporci politiche adeguate per evitare sia la giungla normativa che la non erogazione dei servizi.

Se non è il governo a farlo mi dica ministro, chi dovrebbe farlo?

Che senso ha far fare alle regioni quello che dovrebbe fare lei come governo ma che non fa?

La mia impressione è che lei:
– non abbia ancora capito che il regionalismo differenziato è la modifica del riparto costituzionale delle competenze in materia di salute tra Stato e regioni cioè è la rinuncia da parte dello Stato centrale quindi del governo di potestà legislative, senza le quali questo sistema smette di essere universalistico

– non abbia ancora capito che l’autonomia differenziata consente l’attribuzione alle regioni di competenze statali relative ai principi fondamentali in materia di salute e ricerca scientifica e che grazie a questa attribuzione il SSN non ci sarà più

Lei ministro Grillo sta avallando la fine del SSN. Se ne rende conto o no?

Un ministro che non ci ha detto subito la verità
Lei ministro ci ha fatto credere, in questi mesi, di essere contraria al regionalismo differenziato, quando risulta dalle sue stesse dichiarazioni che lei, senza nessun mandato politico da parte del suo movimento, quindi senza nessuna condivisione, è sempre stata favorevole a questa sciagurata contro riforma.

“Concordiamo assolutamente con questa direzione e sarà quella che cercheremo di seguire in questi anni di mandato governativo”. E’ quanto ha dichiarato 6 mesi fa in occasione di una visita alla regione Toscana. (QS 31 luglio 2018).

Mi chiedo chi l’ha autorizzata del Movimento a distruggere il SSN? Dove è scritto che il Movimento 5 stelle propone di distruggere il SSN? Si rende conto o no dell’enormità di quello che sta facendo?

Non un solo elettore M5S l’ha votata idealmente come ministro della Salute per mandare in malora l’attuale sistema sanitario pubblico. Il suo Movimento è stato votato da milioni di cittadini per difendere un patrimonio quello del SSN, senza il quale l’applicazione universale del diritto costituzionale non sarebbe possibile. Lei come M5S sta facendo quello che neanche il PD ha osato fare. Ridiscutere la natura nazionale e universale del sistema.

Ora ci viene a dire che “ho letto le richieste di autonomia e sono legittime e dobbiamo dare alle regioni che lo vogliono la possibilità di usare i propri strumenti per erogare i servizi”. Ma scherza?

Nel dare via libera al regionalismo differenziato chiesto da tre regioni su 21, non solo lei sta tradendo il suo mandato politico, quindi milioni di cittadini, ma sta mettendo nei guai il proprio governo perché in nessun modo, lei, come ministro della Salute, ne sta garantendo l’autorevolezza e la credibilità. Il suo dovere non è calare le brache perché non sa dove andare a parare, ma è mettere in campo soluzioni equilibrate a garanzia prima di tutto del governo del paese.

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INAIL: Sicurezza 4.0, un e-book per i cantieri in cui si utilizzano macchinari di sollevamento

FONTE INAIL.IT

Online il nuovo prodotto editoriale Inail per la prevenzione dei rischi professionali. Uno strumento di supporto interattivo e digitale, fruibile nei luoghi di lavoro

Immagine news ebook sollevatori

MONTE PORZIO CATONE (ROMA) – Una modalità comunicativa essenziale ed esaustiva e una veloce reperibilità dell’informazione, grazie a un restyling di media dialogico, di interfaccia digitale, di interazione autore-medium-fruitore. Il nuovo e-book per i cantieri in cui si utilizzano macchinari di sollevamento è stato realizzato dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti prodotti e insediamenti antropici – Dit dell’Inail. Alla redazione hanno collaborato due gruppi di lavoro del Dipartimento: la Sezione II (Sezione tecnico scientifica Supporto alla Prevenzione) e la Sezione IV (Sezione tecnico scientifica Accertamenti tecnici). La materia affrontata è fornita dalle discipline di studio della ricerca tecnico-scientifica del settore degli apparecchi di sollevamento e relativi accessori.
PER SCARICARE L’EBOOK >>> CLICCA QUI

Ecoscienza 4/2018 -EMERGENZE, ALLERTE E PREVENZIONE

In questo numero:

EMERGENZE, ALLERTE E PREVENZIONE
Dalle previsioni alla comunicazione, l’impegno per cittadini più pronti

La cultura del rischio e della prevenzione non è ancora un patrimonio comune in Italia, nonostante il paese conviva sia con il rischio derivante dalle attività umane, sia con l’elevata vulnerabilità a fenomeni naturali potenzialmente catastrofici (rischio sismico e idrogeologico in primis). Il nuovo Codice della protezione civile (Dlgs 1/2018) dovrebbe contribuire a garantire una migliore risposta e un’omogeneizzazione delle procedure e dei livelli di intervento (sia a livello di prevenzione, sia per le attività in emergenza) sul territorio nazionale. Il nuovo Codice riconosce ufficialmente anche l’importante ruolo del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente.

BONIFICHE, UN APPROCCIO OMOGENEO PER IL SOIL GAS
Un gruppo di lavoro del Sistema nazionale di protezione ambientale (Snpa) ha elaborato un approccio metodologico condiviso per il monitoraggio del soil gas nei procedimenti di bonifica. L’obiettivo è uniformare le modalità di esecuzione di indagini, campionamenti, analisi e utilizzo dei dati. Nel servizio gli esiti delle sperimentazioni in diverse aree del paese.

In questo numero parliamo anche di controllo delle acque nel cantiere del tunnel Santa Lucia sulla A1 Bologna-Firenze e di valori di fondo di metalli e metalloidi nei suoli del Veneto.

Altre novità nelle rubriche Legislazione news, Osservatorio ecoreati, Libri, Eventi

Vai a Ecoscienza 4/2018, versione sfogliabile

Scarica Ecoscienza 4/2018 (pdf)

Moda, impatti ambientali e scelte dei consumatori

FONTE ARPAT CHE RINGRAZIAMO 

Sondaggio su un campione di quasi 8000 persone in 7 diversi paesi del mondo per comprendere cosa sanno i consumatori degli impatti ambientali dell’industria della moda e come le politiche ambientali dei brand influiscano sulle loro scelte di acquisto

Moda, impatti ambientali e scelte dei consumatori

 

Come mette in evidenza il rapporto della Fondazione Ellen Macarthur “A new textiles economy: redesigning fashion’s future”  il tessile e l’abbigliamento hanno visto raddoppiarsi, negli ultimi 15 anni, i loro volumi di produzione, il settore dell’abbigliamento muove 1.3 trilioni di dollari a livello mondiale, dando lavoro a più di 300 milioni di persone. Nonostante i molti benefits, questo comparto produttivo si muove ancora seguendo un modello di economia lineare. Le risorse non rinnovabili vengono estratte per produrre tessuti e poi vestiti, che spesso sono utilizzati solo per brevi periodi e destinati velocemente allo smaltimento in discarica o all’incenerimento. A questi si possono aggiungere altri impatti negativi sull’ambiente prodotti dal comparto tessile e abbigliamento, quali, ad esempio:

  • elevate emissioni di gas serra, stimabili in 1,2 miliardi di tonnellate annue
  • elevato utilizzo di sostanze nocive nella produzione di tessuti
  • rilascio di microfibre in plastica nell’ambiente, soprattutto in fase di lavaggio degli indumenti in polyester, nylon e acrilico
  • uso di grandi volumi di fertilizzanti e pesticidi per la coltivazione delle fibre naturali che impattano sul suolo e sulle acque.

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