Canada. Nonostante il dolore e l’affaticamento, i lavoratori più anziani con condizioni croniche vogliono lavorare fino a 65 anni

FONTE IWH.ON.CA

Lo studio IWH sulle aspettative di pensionamento rileva che i boomers con problemi di salute hanno gli stessi piani dei coetanei sani

Avere una condizione di salute o una malattia cronica può essere una sfida per i lavoratori più anziani, ma non diminuisce necessariamente la loro intenzione di lavorare o accelerare la pensione. Con politiche e pratiche appropriate, i lavoratori più anziani con limitazioni di salute possono essere supportati per rimanere attivi nella forza lavoro.

Questo è secondo un recente studio dell’Istituto per il lavoro e la salute ( IWH ), guidato dallo scienziato senior e direttore scientifico associato Dr.Monique Gignac e pubblicato nel febbraio 2019 come un documento ad accesso aperto sul Canadian Journal of Aging ( doi : 10.1017 / S0714980818000685 ). Lo studio suggerisce che le preoccupazioni su una riduzione della forza lavoro a causa dell’invecchiamento della popolazione possono essere affrontate in parte attraverso le politiche sul posto di lavoro.

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE  IWH.ON.CA

Lo smantellamento previsto della portaerei Sao Paulo, brasiliana, a causa delle enormi quantità d’amianto, allarma i lavoratori e le autorità di molti cantieri navali ….

dal Blog di Laurie Kazan-Allen

11 ottobre 2019

 

La notizia circolante il mese scorso (settembre 2019) che la portaerei brasiliana São Paulo 1 doveva essere messa all’asta, ha lanciato campanelli d’allarme in Francia e in Brasile. Prima della sua vendita alla Marina brasiliana, la nave faceva parte della flotta francese; originariamente commissionato come Foch nel 1963, rimase in servizio in Francia fino al 2000 quando fu venduta al Ministero della Difesa brasiliano. 2

Il Foch era la nave gemella della famigerata portaerei Clemenceau che causò un incidente internazionale quando fu inviato in India per lo smantellamento nel 2006, a causa della presenza di circa 760 tonnellate di materiale contenente amianto più quantità di PCB, piombo e mercurio . 3 Dopo le proteste dei gruppi di vittime dell’amianto, Greenpeace e attivisti della società civile e una sentenza della Corte suprema in India, il governo francese ha ribaltato la sua posizione e portato a casa Clemenceau. La demolizione della nave – iniziata nel 2009 e completata alla fine del 2010 – è stata intrapresa a Hartlepool, nel Regno Unito, presso il cantiere Graythorp.

Il 1 ° ottobre 2019, l’Associazione brasiliana degli esposti all’amianto (ABREA) ha scritto a Emmanuel Macron, il presidente della Francia, chiedendo la sua assistenza per garantire che il San Paolo fosse adeguatamente smaltito e non venduto per rottami in contanti acquirente che prevede di arenarlo in una delle molte strutture non regolamentate dell’Asia meridionale. 4 La lettera di ABREA indicava:

“… Secondo la Convenzione di Basilea, è vietata l’esportazione di rifiuti tossici. La portaerei di San Paolo è quindi una discarica tossica perché è piena di amianto e questo fatto viola fortemente la Convenzione di Basilea di cui il Brasile è firmatario … secondo il paragrafo 8.3 del bando di gara, il governo francese deve autorizzare la vendita di la portaerei di San Paolo “.

Le paure di ABREA riguardo alla destinazione finale di San Paolo sono state confermate da un articolo pubblicato il 2 ottobre che diceva:

“Il probabile destino [di San Paolo] è lo stesso del suo predecessore, la portaerei Minas Gerais – precedentemente di proprietà della Marina britannica e australiana – che ha operato tra il 1960 e il 2000 in Brasile fino a quando non è stata venduta come rottame e finita in il “cimitero di navi” ad Alang, in India “. 5

Il 4 ottobre 2019, ANDEVA – un’associazione francese di gruppi di vittime dell’amianto – ha anche chiesto l’intervento del presidente francese chiedendo a Macron di usare la sua autorità per bloccare qualsiasi tentativo di esportare la nave in Asia dove non vi è alcuna capacità di intraprendere la sua smantellare in sicurezza secondo le convenzioni e i trattati internazionali.

1Il portaerei brasiliano sarà messo all’asta dopo 30 anni di delusione. 26 settembre 2019.
https://www.thedrive.com/the-war-zone/30023/brazils-aircraft-carrier-so-paulo-to-be-auctioned-off-after-years-of-disappointment

2 Lettera al Ministero della Difesa brasiliano. 16 settembre 2019.
http://ibasecretariat.org/letter-to-brazil-mod-re-disposal-aircraft-carrier-sao-paulo-sep-26-2019.pdf

3 Kazan-Allen, L. Osasco: luogo di nascita del movimento per l’amianto del 21 ° secolo . Aprile 2006.
http://ibasecretariat.org/lka_osasco_birthpl_21_cent_ban_asb_mov_apr_06.pdf

4 Lettera a Macron (portoghese). 1 ottobre 2019
http://ibasecretariat.org/letter-to-president-macron-re-auction-carrier-sao-paulo-oct-1-2019-por.pdf

5 Lo scafo della portaerei Sao Paulo sarà messo all’asta a dicembre [lo scafo della portaerei São Paulo sarà messo all’asta a dicembre.] 2 ottobre 2019.
https://extra.globo.com/noticias/rio/casco-do-porta-avioes -sono-ding-will-all’asta-in-dicembre-23989630.html

4 settembre 2019

Le sfide dei modelli territoriali per la salute e l’equità

FONTE DISEGUAGLIANZEDISALUTE.IT

In questa newsletter presentiamo alcune esperienze di innovazione dei servizi di medicina territoriale attive in Italia, con cui siamo entrati in contatto nell’ultimo anno. La rassegna non è esaustiva, perché sappiamo che in Italia si stanno sviluppando molte esperienze, anche a livello di sistemi regionali.Le esperienze si collocano nell’ambito di uno sforzo di innovazione dei modelli di servizio, che coinvolgono aspetti di importanza centrale per qualificare la medicina territoriale e prefigurarne l’evoluzione in varie direzioni. Uno stimolo particolarmente rilevante è venuto dal Piano Nazionale Cronicità, che ha costituito un quadro normativo istituzionale per lo sviluppo di nuovi modelli di medicina territoriale.

A dispetto della varietà delle esperienze, tuttavia, possiamo rilevare che a livello generale nel paese la presenza di forme tradizionali di intendere i servizi, dal ruolo dell’ospedale, alla separatezza operativa dei punti di contatto con i cittadini, costituiti dai medici di medicina generale, dagli specialisti, dalle differenti strutture, ecc., ai limiti di funzionalità dei sistemi informativi per la gestione unitaria dei problemi del cittadino, continuano a costituire la forma prevalente di organizzazione dei servizi territoriali. Ciò genera una serie di problemi aperti e di difficile soluzione, come le liste d’attesa, il ruolo anomalo del pronto soccorso, la difficolta a gestire la multi-cronicità in modo integrato, ecc.

Il tema della diffusione dei modelli innovativi di medicina territoriale, quindi, rappresenta un tema chiave per migliorare la qualità e l’equità della sanità pubblica, da diversi punti di vista. In questo senso le esperienze, raccolte nelle pagine che seguono, a cui è stato chiesto di fornire una breve presentazione, rappresentano uno stimolo interessante. Se avessimo allargato questa rassegna ad altre esperienze, avremmo osservato un aumento della varietà di articolazioni dei modelli di intervento e delle soluzioni di governance e operatività adottate. L’adattamento locale può rappresentare una qualità necessaria dei modelli, tuttavia, come in molti altri campi di attività e servizi, solleva la domanda implicita circa le effettive ragioni dei differenti assetti e soluzioni sperimentate. In altre parole, rimane prioritaria l’esigenza di diffondere i modelli innovativi, ma associata all’esigenza di riflettere sulle coordinate dei modelli e su ciò che le differenti soluzioni organizzative possono favorire o ostacolare, soprattutto riguardo al conseguimento di elevati livelli di integrazione dei sistemi sanitari e con i servizi di welfare, al fine di migliorare la salute delle persone e l’equità.

In questo senso possiamo anche leggere le differenti esperienze come traiettorie di evoluzione, che dovrebbero caratterizzare il sistema nel suo complesso. Questa prospettiva è tutt’altro che scontata, insieme agli sforzi di allargamento di alcune esperienze, osserviamo la preoccupazione di molte, che rimangono progetti sperimentali, che si sviluppano in modo piuttosto esterno ai servizi sanitari e che sembrano affidare la continuità della loro esperienza a risorse e decisioni che ruotano intorno a progetti e finanziamenti di vari soggetti territoriali. Peraltro, anche sperimentazioni condotte all’interno del sistema sanitario possono essere messe in discussione, se non prevale la consapevolezza che lo sviluppo dei modelli territoriali integrati costituisce il cuore della missione della sanità pubblica sui temi della cronicità e della prevenzione.

Per quanto detto, nei prossimi mesi avvieremo diverse iniziative di approfondimento e studio dei modelli di medicina territoriale, attingendo ad esperienze italiane e alla letteratura internazionale, in collaborazione con diversi soggetti e contesti, con l’obiettivo di esplicitare e discutere le dimensioni critiche culturali, organizzative e contestuali che dovrebbero essere considerate nella definizione dei modelli operativi e del ruolo trainante della sanità pubblica.

Tra queste, nelle esperienze sembrano assumere particolare rilievo 5 dimensioni:

  1. il carattere di medicina di iniziativa/ proattività assunta dalla sanità pubblica, che implicherebbe spostarsi nel territorio perché il territorio è l’ambiente di vita delle persone, dove è necessario costruire salute;
  2. il livello di autonomia e protagonismo degli operatori, innanzitutto della sanità pubblica e delle altre aree del welfare pubblico, e soprattutto delle equipe multi-professionali, trasversali ai ruoli, alle specializzazioni e agli ambiti di attività, come alle strutture e amministrazioni di appartenenza, anche non sanitarie;
  3. la capacità di attivare e coinvolgere le persone destinatarie del servizio, senza tralasciare le organizzazioni di varia natura che operano sul territorio, in modo che possano esprimere i loro bisogni, il loro potenziale e la loro visione e che la missione del servizio possa essere modellata e sviluppata in modo sinergico e coordinato con queste specificità;
  4. la capacità di creare e valorizzare la risorsa del capitale sociale, legami solidaristici, di cooperazione attiva e di espressività di capacità delle persone, adattandosi ai diversi territori. Ci sono luoghi dove sono più forti, mentre in altri (es. nelle aree degradate delle città o nelle montagne spopolate) questi legami sociali dovrebbero essere riattivati, con una strategia specifica;
  5. la capacità di disegnare i ruoli (dal ‘case manager’ al ‘contest’ o ‘community manager’?) e i sistemi organizzativi e informativi e di utilizzare spazi e luoghi fisici, per sostenere una funzionalità dei servizi coerente con la missione della cooperazione e dell’integrazione, tra servizi, con il territorio e con altre politiche e servizi locali.

Queste dimensioni emergenti suggeriscono di utilizzare due domande chiave per la progettazione, l’autovalutazione e la valutazione delle esperienze che mirano a far evolvere i servizi di medicina territoriale della sanità pubblica, su cui noi intendiamo lavorare:

1 – In che misura cresce la qualità del processo di servizio verso i bisogni della persona? (Qualità tecnico professionale? Qualità relazionale con la persona? Qualità di integrazione tra ambiti e professioni nei servizi sanitari e con altri)

2 – In che misura cresce la qualità del radicamento dei servizi per la salute nella comunità? (Il processo genera attivazione di persone e gruppi con finestre appropriate al target e alla comunità? Il processo innesca capitale sociale? Il processo apre alle persone spazi di coordinamento, partecipazione e decisione sui problemi che incontrano?)

A cura di

Silvia Pilutti -Prospettive Ricerca Socio-Economica

Roberto Di Monaco  – Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Culture, Politica e Società

Francia.Travail et Sécurité . n° 809 – ottobre 2019

Riflettori puntati sul cantiere Grand Paris Express . Il numero 809 della rivista Work & Safety è stato appena pubblicato. Il dossier del mese è dedicato alle questioni di salute sul lavoro sollevate dal progetto titanico del Grand Paris Express.

couv 809
In sintesi, questo mese troverai:
  • La grande intervista , con Pascal Ughetto, sociologo e professore all’università Paris-Est-Marne-la-Vallée, che ha condotto molte ricerche sulle trasformazioni del lavoro. Cita un recente fenomeno di esortazione all’autonomia che ritiene abbia conseguenze gravi per l’azienda, in particolare per quanto riguarda il ruolo dei dirigenti.
  • Il dossier dedicato al Grand Paris Express che dà vita a super lavori programmati per durare dieci anni per il raddoppio della rete di trasporto pubblico di Parigi e che mobilita già oltre 2 000 aziende e diverse migliaia di dipendenti. La natura dei siti, il loro ambiente, il gigantismo del progetto e le scadenze a volte abbreviate, impongono un controllo rigoroso dei rischi professionali dalla progettazione, quindi durante tutte le operazioni.
  • Molti articoli interessanti

Travail et Sécurité n° 809 – ottobre 2019 

Gestione del rischio chimico e cancerogeno in Sanità Parte 3: Focus Laboratori

 

FONTE C.I.I.P 

Aula Magna Mangiagalli – Via Commenda 10, Milano
giovedì 28 novembre 2019 – ore 8.30-13.30

Seminario organizzato da CIIP e CCP Milano

Programma

8.30–9.00 Registrazione partecipanti e apertura lavori

9.00-12.00 Stato dell’arte sulle conoscenze e dei compiti delle figure della prevenzione
Interventi coordinati da Carlo Sala e Susanna Cantoni (Presidente CIIP)

9.00-9.30 Il rischio professionale e ambientale nei laboratori: introduzione ai lavori
Carlo SalaCoordinatore Gruppo di Lavoro CIIP Rischio chimico e cancerogeno

9.30-10.00 Esposizione professionale: uno sguardo d’insieme
Francesco ContegnoConsulente e formatore – Claudio FerriASST Garda e Coordinatore Gruppo Regionale

10.00-10.30 L’esperienza gestionale nelle aziende sanitarie
Daniele TovoliFIASO Federazione Italiana Aziende Sanitarie Ospedaliere

10.30-11.00 Una esperienza gestionale
Marco ScuriDirettore Tecnico Sacra Famiglia già RSPP IEO

11.00-11.30 Esposizioni multiple nei laboratori
Elisabetta BarbassaINAIL CONTARP

11.30-12.00 Il ruolo del Medico Competente
Paolo CarrerUOOML ASST FBF Sacco e Università Milano – Paolo MascagniUOOML ASST Monza

12.00-13.00 Dibattito, domande e conclusioni

 

scarica la locandina

Partecipazione gratuita con iscrizione obbligatoria a questo link  Dopo i seminari sul rischio formaldeide e sugli antiblastici CIIP riprende una riflessione sul rischio chimico e cancerogeno in Sanità affrontando il complesso tema nei laboratori. L’esposizione alle sostanze chimiche è una delle priorità di studio e di intervento a livello internazionale e territoriale e l’attuale tema del biennio Europeo. CIIP ha anche prodotto quest’anno un eBook tematico sul rischio chimico e cancerogeno scaricabile da questo sito

 

Sicurezza dei giocattoli, in G.U. il Decreto relativo al cromo VI

Il Decreto 2 agosto 2019 del Ministero dello sviluppo economico è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 241 del 14/10/2019. Modifica all’allegato II del decreto legislativo 11 aprile 2011, n. 54, in attuazione della direttiva (UE) 2018/725 della Commissione del 16 maggio 2018 che modifica l’allegato II della direttiva 2009/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla sicurezza dei giocattoli.

IL DECRETO 

Sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, sul sito del Ministero della salute il protocollo operativo stagione 2019-2020

Il sistema nazionale di sorveglianza virologica si inserisce nel Programma Mondiale di Sorveglianza dell’Influenza dell’OMS. La rilevazione dei dati inizierà lunedì 14 ottobre 2019 e terminerà domenica 26 aprile 2020 salvo ulteriori comunicazioni legate alla situazione epidemiologica nazionale.

Influnet. Sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza. Protocollo operativo stagione 2019-2020

La più Cara del Reame

Segnaliamo questo articolo apparso il mese scorso su Salute Internazionale. Che un singolo farmaco arrivi a costare milioni di dollari è una aberrazione da combattere… ….Buona lettura

FONTE  SALUTEINTERNAZIONALE

Nicoletta Dentico

Il prezzo di Zolgensma (Novartis) è – in un’unica dose –  di oltre 2 milioni di dollari. Il problema non è (si fa per dire) il prezzo, ma il modo con cui questo è stato costruito: non per i costi di produzione, ma per il suo “valore intrinseco”. Una tendenza da arginare al più presto.

In un rapporto pubblicato lo scorso maggio, Access to Medicines Foundation tenta di rispondere a una domanda importante: le aziende farmaceutiche hanno fatto qualche progresso in materia di salute globale?[1] Lo studio, il primo del genere con una retrospettiva analitica di dieci anni, fissa lo sguardo su 20 aziende e valuta se, e come, sia cresciuto l’impegno di big pharma sul fronte dell’accesso ai farmaci essenziali. Vari sono i profili di misurazione della performance: la ricerca e sviluppo di nuovi farmaci, la partecipazione a partenariati pubblico-privati, la adesione a programmi di donazione dei farmaci, le licenze assegnate ai produttori di farmaci equivalenti, etc.

Qualcosa si muove sotto il sole dell’industria farmaceutica, pare dire il rapporto. Dopo decenni di controversie aspre su questo terreno della salute globale, simbolicamente potente per i tratti di ingiustizia strutturale che configura, le aziende oggi sembrano più disposte a considerare l’accesso ai farmaci un tema strategico. Certo, il loro impegno risente di fluttuazioni correlate a ragioni di mercato (acquisizioni e disinvestimenti), e la partita della proprietà intellettuale resta tutto sommato ancora molto critica: solo 4 aziende su 20 si sono adeguate all’attuazione delle flessibilità previste dall’accordo TRIPS dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc). [2]  Ma decisivi fattori di contesto facilitano oggi il loro impegno, più che in passato.  La comunità internazionale ha dedicato grande attenzione al tema e a partire dalle big three  (Aids, tubercolosi e malaria) sono nate iniziative per ideare soluzioni, sia per l’accesso ai farmaci già disponibili sul mercato che per la ricerca di nuovi trattamenti più adatti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha avuto un ruolo chiave nel coordinare l’azione internazionale. È aumentato il numero di partnership per l’innovazione e produzione di farmaci contro le (cosiddette) malattie della povertà – da 38 a 90 – e di conseguenza i progetti di ricerca sulle malattie dimenticate. Nuovi incentivi sono in campo per stimolare le aziende a rispondere celermente all’esplosione di focolai epidemici, come quelli di Ebola e Zika.

———-> . L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU SALUTE INTERNAZIONALE.IT

Telecamere nascoste sul luogo di lavoro

Il datore di lavoro può nascondere la video sorveglianza sul posto di lavoro per controllare i dipendenti?

L’installazione di telecamere nascoste sul luogo di lavoro non solo è vietata dallo Statuto dei lavoratori, ma integra anche il reato di violazione della privacy. Secondo la Cassazione [1], il datore di lavoro che spia il lavoratore nell’esercizio delle proprie mansioni, occultando la video sorveglianza, può essere denunciato.

A sorpresa, però, una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo [2] ritiene eccezionalmente lecite le telecamere nascoste sul luogo di lavoro, senza previa informazione ai dipendenti, se utilizzate per scoprire l’autore dei furti avvenuti in azienda….
L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU LALEGGEPERTUTTI

Il Decreto Clima approvato in Consiglio dei ministri

Nel Consiglio dei ministri del 10 ottobre 2019 è stato approvato il decreto clima. Tra le principali novità introdotte dal decreto clima, il buono mobilità per le città e le aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell’aria per il quale vengono stanziati 255 milioni di euro (fino a 1500 euro per la rottamazione dell’auto fino alla classe euro 3 e fino a 500 euro per i motocicli a due tempi). Sono istituiti un fondo di 40 milioni di euro per i Comuni per la realizzazione o l’ammodernamento delle corsie preferenziali e un fondo di 20 milioni di euro per realizzare o implementare il trasporto scolastico per gli alunni delle scuole elementari e medie con mezzi ibridi, elettrici o non inferiori a euro 6.

Inoltre, 30 milioni di euro saranno destinati alla piantumazione e al reimpianto degli alberi e alla creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane. E ancora: saranno aumentati i poteri e le risorse dei commissari che si occupano delle bonifiche delle discariche abusive e della depurazione delle acque, per risolvere il problema storico delle infrazioni ambientali; venti milioni saranno destinati ai commercianti (fino a 5 mila euro per ciascuno) per la realizzazione di un “green corner” per la vendita di prodotti sfusi.

Infine, l’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale di cui si avvale il ministero dell’Ambiente, realizzerà un database pubblico, grazie a una dotazione di un milione e mezzo di euro, per la trasparenza dei dati ambientali. I concessionari di servizi pubblici dovranno rendere disponibili in rete i risultati delle rilevazioni effettuate.

“Tengo a precisare – dichiara Costa – che la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, inizialmente prevista nel decreto clima, è contemplata nella legge di bilancio. La nostra idea è fare un taglio costante negli anni, da qui al 2040, ma senza penalizzare nessuno. Con le necessarie limature e concertazioni cercheremo di dar luce al miglior provvedimento possibile, con l’obiettivo principale di tutelare l’ambiente, salvaguardando al tempo stesso il nostro sistema produttivo”.

Infortuni sul lavoro, Landini : serve patente a punti per le imprese

FOTO DA WIKIPEDIA
14 ottobre 2019 ore 09.47
“Non bisogna aver paura di usare parole forti perché questa è la realtà. I morti, gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali sono in drammatico aumento, parliamo ormai di una vera e propria strage”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, evidenziando che “sono i numeri purtroppo a dirlo. Se guardiamo i dati degli ultimi dodici anni, 17 mila persone sono morte sul lavoro o mentre si recavano o tornavano dal posto di lavoro. Numeri che fanno indignare, si continua a morire come si moriva quaranta, cinquanta anni fa”.

Per il leader della Cgil “ha ragione il presidente Mattarella, quando dice che ‘la sicurezza sul lavoro è una priorità sociale e non si possono accettare passivamente le tragedie che si ripetono’. È ora di agire. Prevenzione è la parola d’ordine. C’è sicuramente un problema di formazione che va fatta a chi comincia a lavorare, periodicamente a chi già lavora, a chi opera in appalto. Ma va svolta anche agli imprenditori, visto che il tessuto produttivo italiano è fatto di tante piccole e medie imprese”.

Maurizio Landini, infine, sollecita l’adozione di “una specie di ‘patente a punti’ per le imprese. Un documento che indichi quanti infortuni hanno avuto, cos’è successo, quale affidabilità hanno sulla sicurezza, che diventi elemento di valutazione nell’attribuzione degli appalti. Serve, infine, rafforzare le funzioni ispettive e di prevenzione negli ispettorati e nelle Asl, il che significa assunzioni e risorse”.

Il Tabellone Comunale di Rischio

 

di Gianni Marchetto – ottobre 2019, in occasione della giornata dedicata alla sicurezza

Ai miei tempi (primi anni ‘60) si diceva: un morto ogni ora e un infortunio ogni minuto. Da allora parecchia acqua è passata sotto i ponti. Nel 1968 veniva edita dalla FIOM CGIL la Dispensa Ambiente di Lavoro, sposata anche dalla FIM CISL e dalla UILM UIL nel 1971. Nel 2006 veniva stampata anche dall’INAIL.

Il padre di questa impostazione fu Ivar Oddone(ex partigiano, medico e professore di Psicologia del Lavoro a Torino) che assieme a Gastone Marri (altro ex partigiano e direttore dell’INCA CGIL a Roma) ne fece occasione per un rinnovamento delle strategie sindacali allora tutte fiondate sulla monetizzazione del rischio (per 26 Lire/ora si vendeva la pelle dei lavoratori su una serie di sostanze nocive).

Da questa impostazione ne venne la parola d’ordine rivoluzionaria: la salute non si vende. Questa Dispensa divenne una sorta di “bibbia” per centinaia e migliaia di Delegati Sindacali, venne usata nei corsi di formazione per Delegati e nelle maggiori imprese italiane le quali furono investite da migliaia di richieste di bonifica ambientale che fu la maggiore spesa da queste sostenute. A tutt’oggi si sono perse le tracce a fronte del fatto che fu sul serio la prima mondializzazione fatta dal movimento operaio italiano: venne tradotta in quasi tutte le maggiori lingue del pianeta. E potrebbe benissimo essere riutilizzata come “modello operaio e sindacale” da mettere a confronto con i DVR (i Documenti di Valutazione dei Rischi) redatti dalle imprese.

La situazione attuale è in parte migliorata. Trattasi di oltre 500 morti ogni anno per infortunio, si tace invece sui morti per Malattia Professionali che sono 4 volte di più di quelli per infortunio. È ovvio che la morte per infortunio trova orecchie pronte, mentre quelle per le Malattie Professionali molto, molto di meno per via dei tempi di latenza di tali malattie.

Comunque siamo di fronte a troppi in rapporto al fatto delle innovazioni tecnologiche che ormai hanno investito la quasi totalità delle imprese manifatturiere. Occorre inoltre ricordare che ben il 20% di queste morti investono i “padroncini”, coloro i quali lavorano e operano accanto ai loro operai nelle “boite” con pochi addetti.

Che fare, quindi: il Tabellone Comunale di Rischio

Proposta: occorre andare alla sperimentazione almeno in 3 città per Regione (una piccola, una media e una grande) di un Tabellone Comunale di Rischio, da mettere a disposizione di tutti cittadini per aumentarne la loro “democrazia cognitiva” attraverso un uso del tutto proficuo della informatica e dell’elettronica (un tabellone elettronico in ogni spazio pubblico). Cosa dovrebbe contenere tale Tabellone: i dati riguardanti gli infortuni (per gravità e frequenza) e le malattie professionali a livello annuale. Chi li dovrebbe gestire: il Sindaco (che un decreto regio del 1927 lo fa responsabile della salute dei propri cittadini), infatti dipende da lui la firma delle “licenze di esercizio” (per ogni unità produttiva sita nel suo territorio), dipende da lui (e/o da un assessore incaricato) la disposizione delle vie a senso unico o a doppio senso, dipende da lui quante rotonde fare nel proprio comune, dipendono da lui i Vigili Urbani incaricati di fare delle ispezioni in tutte le macellerie e in tutti i negozi che vendono generi alimentari. Il tutto ovviamente per la difesa della salute dei propri cittadini.

Introdurre nell’ordinamento italiano l’obbligo della “patente per esercitare la professione di imprenditore”: se uno non sa niente sulla “sicurezza del lavoro” e su “Il diritto del lavoro” in Italia e nella UE, niente esercizio della professione. In pratica deve finire l’operazione per cui ad un semplice muratore basta che vada alla Camera di Commercio e oplà, pagati i bolli necessari può diventare un “imprenditore edile”. Ovvio che questa patente riguarderà innanzi tutto i padroncini.

1° Domanda: c’è qualcuno che sappia dire che un (UNO) Sindaco ha inchiodato un cantiere edile per inosservanza delle norme sulla sicurezza del lavoro???

2° Domanda: esiste in natura una esperienza di questo genere? SI, ESISTE. A Port de Boc e a Martiguy (sono due comuni di 30.000 abitanti ciascuno) in Francia vicino a Marsiglia vi è una esperienza di questo genere prodotta da una Mutuelle. Il produttore di questa esperienza risponde al nome di Ivar Oddone che la sperimentò negli anni ’80.

Se questa banalissima “riforma” (a costo zero) fosse contemplata dai Ministeri incaricati avremo un salto QUALITATIVO nella capacità di amministrare la cosa pubblica da parte dei Sindaci, i quali potrebbero benissimo (sulla base della concreta conoscenza degli accadimenti infortunistici e delle malattie professionali) chiedere alle parti sociali presenti sul territorio (Associazioni imprenditoriali e sindacati) di sedersi ogni anno attorno ad un tavolo per fare dei “bilanci di salute” e dei “piani di bonifica” individuando i settori e le imprese a maggior rischio. Ovvia anche la presenza degli Enti incaricati della gestione tecnico/operativa di tale questione: INAIL, ASL, ecc.

E ancora: perché avere una serie di strutture che si occupano tutte di una unica questione: la salute nei luoghi di lavoro? INAIL, ASL, ecc. non varrebbe la pena unificare almeno la parte riguardante la prevenzione.

Se non si fanno di queste cose siamo alla “coazione a ripetere” = un po’ più di ispettori, un po’ più di ispezioni, un po’ più di formazione (che servirà solo ai formatori che la faranno!) e intanto si continuerà ad infortunarsi (e a morire) e a contrarre Malattie Professionali (di cui le morti, ripeto, sono 4 volte di più di quelle dovute agli infortuni).

Amen..

OMS: Relazione sull’equità in campo sanitario

ISTAS avvia il progetto “Cambiamenti climatici e mondo del lavoro”

FONTE  ISTAS

L’obiettivo di questo progetto è promuovere il ruolo dei lavoratori come agenti di cambiamento nell’adattamento dei settori produttivi al riscaldamento globale. Questo progetto ha il sostegno del Ministero per la transizione ecologica attraverso la Fondazione Biodiversità.

L’impatto del cambiamento climatico comporterà processi di trasformazione, riconversione e adattamento in tutte le attività produttive, con maggiore intensità in quei settori più esposti ai suoi effetti, come silvicoltura, carta chimica, sanità, turismo, edilizia e acqua. I lavoratori sono un potente agente del cambiamento, quindi è essenziale sapere quali sono le percezioni, gli atteggiamenti e le opinioni dei lavoratori e dei loro rappresentanti legali di fronte ai cambiamenti climatici. Ciò contribuirà all’elaborazione di politiche e misure di adattamento, nonché alla loro successiva comprensione e applicazione. Aiuterà inoltre le amministrazioni, le società e i sindacati a pianificare la loro risposta e il loro adattamento alle condizioni derivate dal cambiamento climatico,

Gli obiettivi e le linee d’azione di questo progetto sono:

  • Sviluppare un’analisi sociologica del lavoro per conoscere le percezioni e i comportamenti dei lavoratori e dei loro rappresentanti legali di fronte ai cambiamenti climatici, nonché i loro livelli di consapevolezza e informazione al riguardo.
  • Promuovere lo sviluppo di proposte e strategie per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
  • Facilitare gli spazi per lo scambio e il dibattito tra i lavoratori e i loro rappresentanti, nonché altri agenti sociali coinvolti nelle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici dei settori produttivi.
  • Diffondere i risultati del progetto e promuovere l’assunzione delle competenze ambientali da parte dei lavoratori e dei loro rappresentanti nei settori più colpiti.

Per lo sviluppo dell’analisi sociologica del lavoro, l’ISTAS condurrà un’indagine quantitativa tra almeno 1.000 lavoratori e rappresentanti sindacali di diversi settori economici, oltre a condurre gruppi di discussione e interviste approfondite con informatori chiave e quadri sindacali.

Il lancio del progetto coincide con il mese di mobilitazioni attorno al World Climate Strike e la campagna “Boosts the Transition” guidata da Commissioni di lavoro che persegue gli obiettivi di un’azione per il clima e l’ambiente decisi sul posto di lavoro.

Questo progetto ha il sostegno del Ministero per la transizione ecologica attraverso la Fondazione Biodiversità  Logo della Fondazione Biodiversità

Con il supporto di:

Loghi Saludapt

Amianto all’Olivetti: nessun colpevole!

FONTE: SICUREZZAELAVORO.ORG

Tutti assolti! Chi lavorava all’Olivetti di Ivrea e si è ammalato di mesotelioma pleurico o altre patologie asbesto correlate dovrà rassegnarsi: nessuno risarcirà le vittime. L’amianto l’avranno respirato altrove: “il fatto non sussiste”.

Lo ha stabilito a Roma la Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione, presieduta da Patrizia Piccialli, con la sentenza dell’8 ottobre 2019 con cui, rigettando il ricorso della Procura Generale di Torino e rifiutando di inviare gli atti alle Sezioni Unite della Suprema Corte, ha assolto tutti gli imputati, tra i quali Carlo De Benedetti, il fratello Franco De BenedettiCorrado Passera e altri vertici aziendali.

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Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute nel lavoro: Verso ambienti di lavoro più sicuri nelle scuole grazie all’OiRA

FONTE OSHA.EU ( trad. translator Google) 

La Giornata mondiale degli insegnanti del 5 ottobre non costituisce soltanto un momento per mostrare gratitudine agli educatori, ma anche un’occasione per riflettere su come migliorare ulteriormente il loro status, i loro diritti e condizioni di lavoro.

Le parti sociali a livello europeo CSEI  ed EFEE , in stretta collaborazione con l’EU-OSHA, hanno sviluppato due strumenti online per assistere gli istituti di educazione e cura della prima infanzia (ECEC) e di istruzione secondaria nella valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro (SSL) e nell’adozione di misure preventive ed efficaci, non solo per gli insegnanti ma per tutto il personale interessato!

L’elaborazione dei suddetti strumenti è stata avviata nel 2016 in una dichiarazione comune di entrambi i partner: Preventing and Combating Psychosocial Hazards in the Education Sector (Prevenire e combattere i rischi psicosociali nel settore dell’educazione) .

I rischi nel settore dell’educazione presentano molteplici sfaccettature e gli strumenti includono un elevato numero di misure preventive per rischi psicosociali, rischi di scivolare, inciampare e cadere, rischi derivanti da carenze al livello della manutenzione degli edifici e altro ancora.

Scopri e condividi lo strumento OiRA per l’istruzione secondaria  e lo strumento OiRA per l’educazione e la cura della prima infanzia 

Diversi partner nazionali dell’OiRA hanno riconosciuto l’importanza della sicurezza e della salute sul lavoro nel settore dell’educazione offrendo uno strumento nazionale nella propria lingua. Consulta gli strumenti disponibili 

Canada.Il professor Mario Polèse dell’INRS pubblica un nuovo libro: La ricchezza e la povertà delle città

FONTE INRS.CA CHE RINGRAZIAMO 
Una conversazione con Mario Polèse , professore emerito all’Institut national de la recherche scientifique (INRS) e autore del libro The Wealth and Poverty of Cities: Why Nations Matte r, recentemente pubblicato da Oxford University Press. 
Parlaci del tuo nuovo libro The Wealth and Poverty of Cities. Quale nuova luce getta su questo argomento? 
Mario Polèse: Esiste un vasto corpus di letteratura sulle città dal punto di vista dell’economia e della sociologia urbana. Il mio libro non è particolarmente nuovo in questo senso. Ciò che lo distingue dalle altre pubblicazioni è il suo sottotitolo: Why Nations Matter, che aggiunge una prospettiva diversa. 
Generalmente, quando parliamo di città, spieghiamo i loro successi e insuccessi in base al modo in cui sono gestiti e alle loro caratteristiche locali. Ma nel mio libro, prendo una direzione diversa. Se dovessi riassumere, direi che le città rispecchiano le società che le hanno costruite.  
Il modo in cui le città sono governate, progettate e organizzate dipende molto dalla legislazione, dalle norme e dai valori nazionali. Se le città francesi e americane sono diverse, non è a causa dei loro sindaci, ma a causa delle leggi e dei valori di ogni nazione. 
Questo è il messaggio di base del mio libro. Da New York, Port-au-Prince e Montreal a Toronto, Parigi e Buenos Aires, spiego come ogni città rifletta le istituzioni e le norme nazionali.   
Il lettore canadese e americano sarà particolarmente interessato a capire perché le città canadesi (in questo Quebec sono simili al resto del Canada) sono diverse dalle città americane. 
Perché non c’è Detroit in Canada? Perché Montreal non ha una città interna o ghetti in stile americano?

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Pubblicato il libro di Pietro Gino Barbieri “MORIRE DI AMIANTO – un dramma prevedibile, una strage prevenibile”

FONTE:  AFeVA Emilia Romagna 

Bologna, 9 ottobre 2019

Vogliamo segnalare la recente pubblicazione del libro di Pietro Gino Barbieri “MORIRE DI AMIANTO – un dramma prevedibile, una strage prevenibile” Marco Serra Tarantola Editore.

Un libro necessario e utile, per la quantità informazioni, dati, e testimonianze di prima mano, un  “catalogo” importante delle vicende dell’amianto, delle fabbriche, dei settori, dei casi specifici incontrati nella sua attività. Un libro utilissimo per chi si occupa della tutela dei diritti degli ex-esposti amianto, dei malati e dei loro familiari. Un libro interessantissimo per capire la storia dell’amianto, la sua diffusione, il valore della ricostruzione storica che aggiunge elementi importanti per capire come si è arrivati a quella tragedia, e quali insegnamenti ci consegna per evitare per il futuro la sua continuazione.

L’autore

Pietro Gino Barbieri, medico del lavoro dal 1980, è stato direttore del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro della ASL di Brescia e responsabile del Registro Mesoteliomi Maligni della Provincia di Brescia. Si è occupato per molti anni del rischio da amianto e delle malattie asbesto-correlate. E’ stato animatore di Seminari e Convegni sul Mesotelioma maligno. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche sull’argomento; consulente tecnico e perito in numerosi processi penali su patologie da amianto.

Come ricevere il libro:

è sufficiente farne richiesta all’autore scrivendogli direttamente all’indirizzo Mail pietrogino.barbieri@gmail.com indicando il proprio Nome e Cognome e il proprio indirizzo per la spedizione. Il costo del volume è di 25,00 € facendo un bonifico all’IBAN che sarà comunicato dall’autore.

Sindacato Canada. Affaticamento: un problema con effetti negativi sulla vita di molti lavoratori

FONTE: TEAMSTERCANADA.ORG

In diversi settori dell’industria dei trasporti, la fatica riduce la produttività, crea rischi per la sicurezza pubblica e mina la salute dei lavoratori. Il prossimo governo federale dovrà stabilire regole affidabili, basate sull’evidenza, che non sono dettate dalle imprese.

La scienza medica è chiara: lunghi orari di lavoro portano a problemi medici per i lavoratori, tra cui obesità, diabete, malattie cardiache, disturbi cognitivi e morte precoce. Inoltre, lavorare per lunghe ore lontano dalla famiglia è dannoso per una vita sociale sana e comporta costi elevati per le comunità.

Ottawa deve riconoscere e affrontare il caos che lunghe ore lavorative possono provocare sulla salute fisica, mentale e sociale dei lavoratori.

Health Canada dovrebbe condurre uno studio per quantificare i rischi per la salute e la società e i conseguenti costi sanitari della fatica nel settore dei trasporti.

I rappresentanti dell’Unione devono svolgere un ruolo attivo in questa vasta impresa per frenare l’affaticamento dei lavoratori. Il loro contributo ci fornirà una visione a 360 gradi di un problema che influisce negativamente sulla vita quotidiana dei lavoratori dei trasporti e ci aiuterà a mettere insieme il loro benessere.

Teamsters Canada incoraggia i suoi membri a consultare le piattaforme elettorali dei partiti politici per scoprire le loro posizioni sui vari temi della campagna.

LA LETTERA C.I.I.P AL GOVERNO E AI PRESIDENTI DELLE REGIONI SULLA SICUREZZA SUL LAVORO

La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione, a cui
fanno riferimento 15 Associazioni tecnico scientifiche, e che compie questo anno 30 anni di attività, invia una lettera al Presidente del Consiglio e ai Presidenti delle Regioni nella quale esprime forte preoccupazione per l’aumento degli infortuni, in particolare gravi e mortali, verificatisi in Italia. Nella lettera si richiama all’attenzione il ruolo determinante della prevenzione negli ambienti di lavoro e di vita ai fini della riduzione degli infortuni e delle patologie professionali e ambientali; come ormai dimostrato da diversi studi per ogni euro investito in prevenzione vi sono 4 euro di guadagno in salute….

LA LETTERA DELLA C.I.I.P AL GOVERNO E AI PRESIDENTI DELLE REGIONI

 

Rapporto ASviS 2019: uniamo i puntini in un grande disegno di sostenibilità

Giunta alla sua quarta edizione, la presentazione del Rapporto annuale dell’ASviS ha dovuto spostarsi dalla Camera dei deputati all’Auditorium Parco della musica per raggiunti limiti di capienza. Infatti, all’evento di venerdì 4 ottobre, nella Sala Sinopoli, hanno partecipato circa mille persone, alla presenza del Capo dello Stato e di numerosi esponenti politici.

L’incontro è stato aperto dal presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini, che ha messo in evidenza il ruolo dell’Alleanza nella costruzione di una visione condivisa. “La governance del processo di transizione ecologica, che sappiamo essere fondamentale per il futuro, può essere declinata attraverso alcuni criteri principali: primo, incentivare la partecipazione democratica, coinvolgere le persone, le imprese, la società civile, mobilitare tutte queste energie; secondo, gestire attraverso la contrattazione l’impatto che inevitabilmente la transizione avrà sul lavoro e quindi costruire politiche in grado di reggere questa sfida; terzo, una programmazione puntuale, trasparente, sostenibile, utilizzando appieno tutte le possibilità offerte dall’economia circolare”.
L’ARTICOLO SEGUE ALLA FONTE SU ASVISS

Scarica il Rapporto ASviS 2019

Mario Agostinelli: Una mobilitazione della società e del mondo del lavoro per la decarbonizzazione e l’emergenza climatica

 

 

 

FONTE INCHIESTAONLINE.INFO

Bill Mckibben, un ambientalista statunitense attivo anche come scrittore e giornalista, definito nel 2010 dal Boston Globe come “probabilmente l’ambientalista più influente della nazione”, ha lavorato sul cambiamento climatico per trent’anni e dice di aver imparato a liberare la sua angoscia e a tenerla sotto controllo. Ma, negli ultimi mesi, ammette che la sua angoscia vera riguarda i suoi figli. Questa primavera è stato registrato per la concentrazione di l’anidride carbonica nell’atmosfera il livello record di 415 parti per milione, superiore a quanto non sia mai stato in molti milioni di anni. L’estate è iniziata con il mese più caldo mai registrato, quindi Luglio è diventato il mese più caldo dell’era moderna. Il Regno Unito, la Francia e la Germania, hanno tutti raggiunto nuove alte temperature e il calore si è spostato verso nord, fino a quando la maggior parte della Groenlandia si è sciolta e immensi incendi siberiani hanno inviato grandi nuvole di carbonio verso il cielo. All’inizio di settembre, l’uragano Dorian si è fermato sopra le Bahamas, dove ha scatenato quello che un meteorologo ha definito “il più lungo assedio di tempo violento e distruttivo mai osservato” sul nostro pianeta. Gli avvertimenti scientifici di tre decenni fa sono i più micidiali avvisi di calore del presente e, per il futuro, ci impongono scadenze rigide. Lo scorso autunno, gli scienziati climatici di tutto il mondo hanno affermato che, se vogliamo raggiungere gli obiettivi fissati nell’accordo sul clima di Parigi del 2015,

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