Nuove Forme Di Lavoro Tra I Giovani.Nuovo Rapporto Di Danimarca, Norvegia, Svezia E Islanda

FONTE ENETOSH 
( Traduzione dall’inglese assistita da Google Translator )

Questo nuovo rapporto “Nuove forme di lavoro tra i giovani – Implicazioni per l’ambiente di lavoro”, pubblicato dal Consiglio nordico dei ministri, evidenzia nuove forme di lavoro. Basato su interviste con giovani dipendenti, il rapporto mostra esempi di nuovi ambienti di lavoro, come lavorare nel settore dei giochi, su piattaforme digitali, con i social media e in accordi di lavoro flessibili o temporanei.
I cambiamenti nel lavoro segnati a livello globale e nei paesi nordici comportano nuove forme di lavoro e occupazione atipica tra i giovani lavoratori. Una percentuale significativa di giovani lavoratori è in posizione temporanea, lavora irregolarmente e lavora a tempo parziale. I quattordici ritratti di giovani che lavorano in forme nuove e atipiche di lavoro nei paesi nordici in questo rapporto mostrano che la maggior parte di questi giovani ha diversi lavori o redditi contemporaneamente o un numero di lavori / redditi diversi per brevi periodi.
Stanno lavorando su piattaforme online come giocatori di e-sport, YouTuber o Influencer, per spostarsi così nella zona di confine dei significati che di solito attribuiamo alle categorie “lavoro” e “ambiente di lavoro”. Questi sviluppi si applicano anche alle professioni tradizionali, come i lavori di falegnameria o di servizio, ma il nuovo aspetto è che il lavoro è mediato attraverso piattaforme online, il che sembra influenzare l’ambiente di lavoro di quei giovani lavoratori. È importante conoscere meglio le nuove forme di lavoro se vogliamo migliorare l’ambiente di lavoro tra questi giovani lavoratori.
Il gruppo del progetto era composto da partecipanti provenienti da quattro paesi nordici: Danimarca, Svezia, Norvegia e Islanda. Il capo del progetto era Johnny Dyreborg, Ph.D. del Centro nazionale di ricerca per l’ambiente di lavoro, Danimarca.
Il rapporto può essere scaricato come file PDF o ePUB o letto online qui .

Telefoni cellulari: ancora poche certezze La comunità scientifica si divide sulla nocività dei telefoni cellulari

a cura di Luisella Gilardi, DoRS

Nel mese di luglio del 2019 l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un documento di sintesi sugli effetti delle radiazioni a radiofrequenza sulla salute, in particolare sull’insorgenza di tumori.

Fra i dispositivi che emettono tali radiazioni vi è il telefono cellulare, da anni oggetto di discussione all’interno della comunità scientifica. Il rapporto ha l’obiettivo di fare chiarezza analizzando la letteratura scientifica prodotta in questi anni nell’ambito di studi multicentrici anche di grandi dimensioni.

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE DORS.IT

Inail. Esposizione a micotossine aerodisperse: un rischio occupazionale?

Fonte : Inail.it 

Numerosi studi epidemiologici riportano effetti sanitari dovuti a ingestione di alimenti contaminati.

Immagine Esposizione a micotossine aerodisperse: un rischio occupazionale?

Meno studiato è il rischio di contrarre patologie a seguito di inalazione di spore fungine o particelle di polvere contaminate, rischio che, per alcune attività, può essere consistente. I lavoratori a maggior rischio espositivo risultano quelli addetti alla raccolta di cereali, stoccaggio di materiale agricolo, carico e scarico (es. autotrasportatori), produzione e distribuzione di mangimi.
Il documento intende approfondire le problematiche connesse con l’esposizione a micotossine per via inalatoria e il loro impatto sulla saluto occupazionale.

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2019
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Quanto è inquinata l’aria in Europa?

 

Il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente sulla qualità dell’aria mostra come l’esposizione all’inquinamento atmosferico abbia causato nel 2016 circa 400.000 morti premature nell’Unione europea

L’inquinamento atmosferico continua ad avere impatti significativi sulla salute della popolazione europea, in particolare nelle aree urbane. A provocare i maggiori danni alla salute degli europei sono il PM, il biossido di azoto e l’ozono.

Questo è quanto registrato dall’Agenzia europea per l’ambiente nel suo rapporto che prende in considerazione i dati ufficiali sulla qualità dell’aria provenienti da oltre 4.000 stazioni di monitoraggio in Europa nel 2017.

L’articolo prosegue alla Fonte su SNPAMBIENTE

Registri Tumori professionali: Convenzione INPS-INAIL per scambio dati – adeguamento alle norme europee sulla privacy

Fonte AFeVA

Bologna, 6 novembre 2019

Siglata il 30 ottobre 2019, la “CONVENZIONE TRA L’ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE E L’ISTITUTO NAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO PER LA TRASMISSIONE DEI DATI DI CUI ALL’ART. 244 DEL DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008 N. 81 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI E INTEGRAZIONI”.

scarica la convenzione

La convenzione riguarda dati relativi alla la costituzione di un registro nazionale dei tumori di origine professionale “…con riferimento ai lavoratori contenuti
negli elenchi forniti dallo stesso INAIL, per i quali è stata accertata una patologia oncologica ovvero sono stati valutati come soggetti a rischio in base all’attività lavorativa svolta”.

l’INPS e l’INAIL hanno già stipulato convenzioni per la trasmissione dei dati di cui all’articolo 244 del D. lgs n.81 del 2008, l’ultima delle quali sottoscritta in data 3 maggio 2018, l’attuale convenzione viene adeguata alle norme europee (Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali…) e al  d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101, recante “Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali
dati e che abroga la direttiva 95/46/CE”) ecc…

Arpa Veneto si costituisce parte civile nel processo Miteni

 

Fonte : SNPAMBIENTE

I vertici dell’azienda Miteni sono imputati per aver concorso all’avvelenamento della falda acquifera destinata al consumo umano nel sottosuolo dell’azienda e delle acque superficiali e potabili, nonché di aver provocato il relativo disastro ambientale.

L’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto si è costituita parte civile nel processo Miteni. La richiesta è stata formalizzata oggi dall’avv. Fabio Calderone, del foro di Padova, all’udienza tenutasi innanzi al Giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Vicenza, dott. Roberto Venditti nel procedimento penale nei confronti dei vertici dell’azienda.

Arpav, che nel 2013 identificò nel sito dell’azienda la principale causa dell’inquinamento nella produzione di sostanze perfluoroalchiliche, ha svolto e sta svolgendo numerosissime e complesse attività tecnico-scientifiche. Dai monitoraggi dei suoli e dei corpi idrici superficiali, sotterranei e delle acque marino costiere alle analisi dei fanghi di depurazione, allo studio della presenza delle sostanze nell’aria e al controllo delle fonti di pressione.

Inoltre l’Agenzia ha eseguito costantemente sopralluoghi, ispezioni e campionamenti nell’esteso territorio interessato dalla contaminazione ed ha effettuato, per le aziende sanitarie, le analisi degli alimenti, delle acque potabili e del siero umano per lo screening della popolazione esposta.

L’ingente attività ha richiesto l’acquisto di strumentazione scientifica di altissima tecnologia e di sistemi analitici ad alte prestazioni con l’impiego di numerosi tecnici, per una spesa totale ad oggi di oltre otto milioni di euro, della quale viene chiesto il ristoro, oltre al danno all’immagine. Inoltre Arpa Veneto è fra i creditori dell’azienda, fallita nel 2018.

Progetto BEEP (Bigdata in Epidemiologia ambiEntale e occuPazionale) Presentazione dei risultati finali del Progetto del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale – Regione Lazio

Il 25 novembre 2019 presso l’INAIL ed il 26 presso il Ministero della Salute a Roma saranno presentati i risultati finali del progetto.

Riportiamo la nota di Patrizia Compagnucci, Dipartimento Epidemiologia del S.S.R. Regione Lazio

Il prossimo 26 Novembre si terrà presso il Ministero della Salute il Workshop accreditato ECM: “Clima, Inquinamento atmosferico e Salute”. L’evento presenta le ultime evidenze scientifiche in termini di effetti sulla salute della temperatura e dell’inquinamento atmosferico a livello nazionale al fine di migliorare la risposta del sistema sanitario e l’adattamento della popolazione. Il Workshop presenta una sintesi dei risultati del progetto CCM azione centrale “Piano operativo nazionale integrato per la previsione e la prevenzione degli effetti delle ondate di calore e dell’inquinamento atmosferico sulla salute” e del progetto “BEEP – Big Data in Epidemiologia Ambientale ed Occupazionale”.

Inoltre, il 25 Novembre, presso la sede INAIL, verranno presentati i risultati di dettaglio del suddetto progetto BEEP.

Si allegano i programmi dei due eventi. Per partecipare ai due eventi inviare una mail a p.compagnucci@deplazio.it come indicato nei programmi.

Iniziativa del 25 novembre  – INAIL Auditorium, P.le Giulio Pastore, 6 – Roma

Iniziativa del 26 novembre – Ministero della Salute, Viale G. Ribotta, 5 -Roma

Maggiori indicazioni sul sito del DEP Regione Lazio.

FONTE C.I.I.P CHE RINGRAZIAMO

L’uso continuato dell’amianto in Indonesia è una bomba a orologeria per la salute pubblica

Riportiamo dal sito ACTU ( Australian Council of Trade Union ) questo articolo sull’uso continuato dell’amianto in Asia e sulle iniziative del sindacato australiano su scala regionale per contrastare e metterne al bando l’uso. La traduzione è assistita da Google translator….  Il testo originale in inglese è su ACTU

L’Australia deve svolgere un ruolo nel porre fine alla produzione e all’uso dell’amianto in Asia, dove l’esposizione uccide e stima 60.000 persone ogni anno.

C’è ancora un’enorme quantità di lavoro da fare per garantire che i luoghi di lavoro australiani siano al sicuro dalla contaminazione da amianto, ma il governo Morrison deve anche prendere provvedimenti immediati per affrontare questa enorme crisi di salute pubblica nella nostra regione:

  • Garantire che nessun denaro per lo sviluppo australiano o internazionale stia finanziando l’amianto in Asia attraverso la Banca asiatica di sviluppo.
  • Condurre la riforma della Convenzione delle Nazioni Unite di Rotterdam che regola il commercio di sostanze chimiche pericolose che è attualmente dirottato dai paesi produttori di amianto.
  • Supporto e risorse per aiutare a sconfiggere le bugie e la disinformazione della lobby dell’industria dell’amianto attraverso un’iniziativa regionale.

Citazioni di  Phillip Hazelton, coordinatore della campagna in Asia per l’eliminazione delle malattie correlate all’amianto negli aiuti all’Unione all’estero – APHEDA:

“L’amianto è ancora ampiamente utilizzato in Asia e milioni di persone sono esposte a questa sostanza mortale. Si stima che ogni anno siano 220.000 i decessi per malattie legate all’amianto, di cui 60.000 in Asia. Il bilancio delle vittime asiatico dovrebbe salire alle stelle nei prossimi decenni. La stragrande maggioranza delle persone che soffrono non sa che cosa sta causando il loro cancro e in molti luoghi non c’è spesso alcun trattamento o compensazione ”, ha detto.

“L’Australia comprende fin troppo bene la tragica eredità dell’amianto e abbiamo il dovere di mostrare una forte leadership internazionale per porre fine all’uso dell’amianto. In quanto organizzazione del movimento dell’Unione australiana, siamo orgogliosi dell’eredità delle battaglie combattute per vincere un divieto di amianto in Australia e solo un risarcimento per quelli con malattie di amianto.

“L’Indonesia è il secondo più grande importatore di amianto grezzo al mondo. L’amianto viene utilizzato nella costruzione, produzione e una gamma di prodotti e processi.

“Medici, sindacati, attivisti, persone che soffrono di malattie legate all’amianto, lavoratori e membri della comunità in Asia stanno lavorando per porre fine all’uso dell’amianto. La lobby dell’amianto sta usando bugie e disinformazioni sull’uso sicuro dell’amianto per mantenere viva la sua industria al costo di centinaia di migliaia di vite.

“L’Agenzia per la sicurezza e l’eradicazione dell’amianto in Australia svolge un lavoro vitale nella gestione del rischio residuo di amianto e nella riduzione delle esposizioni in Australia e siamo orgogliosi di lavorare con loro per aiutare a raggiungere il loro obiettivo di leadership e cooperazione internazionale nella lotta contro i rischi di esposizione all’amianto e spingendo per un divieto globale.

“Mentre l’amianto viene estratto, commercializzato e prodotto in tutto il mondo, continueremo a vederlo importato illegalmente in Australia. L’unico modo per impedire l’ingresso di nuovi prodotti in amianto nei nostri luoghi di lavoro e nelle nostre comunità è un divieto globale “.

Citazioni dell’Assistente Segretario ACTU Liam O’Brien:

“L’Australia ha una storia orribile con l’amianto, ogni anno 5000 australiani muoiono per malattie legate all’amianto.

“Stiamo venendo meno ai nostri obblighi nei confronti della nostra regione se non agiamo per porre fine all’uso di questo materiale incredibilmente mortale.

“Ogni settimana vengono rilevati materiali contenenti amianto ai nostri confini che vengono importati in Australia dalla nostra regione. La messa in atto di divieti globali efficaci non protegge solo i lavoratori delle nostre regioni, ma anche australiani.

“Chiediamo al governo Morrison di agire per proteggere la salute dei lavoratori in tutta l’Asia, anche in Australia, intraprendendo azioni immediate a casa e conducendo riforme a livello internazionale”.

Cassazione Penale, Sez. 4, 11 luglio 2019, n. 30489 – Operaio travolto dal cedimento franoso durante i lavori di scavo per la posa di tubazioni sotterranee. Responsabilità del RSPP per inidonea formazione

Questa sentenza è importante in quanto mette in discussione uno stereotipo consolidato: il RSPP sarebbe non responsabile penalmente, in genere, poichè non dispone del potere di spesa . Nei fatti la sentenza ricorda, come si afferma nel commento del sito Olympus  che ” il soggetto cui siano stati affidati i compiti del servizio di prevenzione e protezione, ancorché sia privo di poteri decisionali e di spesa, può essere ritenuto corresponsabile del verificarsi di un infortunio ogni qual volta questo sia oggettivamente riconducibile ad una situazione pericolosa che egli avrebbe avuto l’obbligo di conoscere e segnalare, dovendosi presumere, nel sistema elaborato dal legislatore, che alla segnalazione avrebbe fatto seguito l’adozione, da parte del datore di lavoro, delle necessarie iniziative idonee a neutralizzare detta situazione.”

Ringraziamo Olympus per il pregevole lavoro che svolge.

LA SENTENZA E IL COMMENTO DAL SITO OLYMPUS 

Clima, 11mila scienziati lanciano l’allarme: “Siamo in piena emergenza”

Fonte: Nuovaecologia

Lo studio pubblicato su BioScience firmato da ricercatori di tutto il mondo, 250 italiani, prevede “indicibili sofferenze umane”

La Terra è in piena “emergenza climatica”, e “indicibili sofferenze umane” saranno inevitabili, senza cambiamenti profondi e duraturi nelle attività umane che contribuiscono alle emissioni di gas serra e ai cambiamenti climatici. Lo affermano, in uno studio sulla rivista BioScience, più 11.000 ricercatori di 153 Paesi, tra cui circa 250 italiani. La dichiarazione di emergenza climatica è basata sull’analisi di 40 anni di dati scientifici. I ricercatori propongono misure urgenti per fare fronte ai danni della febbre del pianeta

Salute e Sicurezza sul Lavoro : la lettera della Conferenza delle Regioni e Province Autonome

Salute e Sicurezza sul Lavoro : la lettera della Conferenza delle Regioni e Province Autonome
FONTE SNOP.IT
 

CONTRIBUTO DELLE REGIONI E P.A. AL TAVOLO POLITICO IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO

E’disponibile online il periodico Lavoro e Salute – novembre 2019 – anno 35°

 

 

 

In questo numero molti articoli interessanti in particolare sui processi di privatizzazione della sanità, sulla guerra alla sicurezza sul lavoro, 60 pagine di documenti e informazioni utili per chi opera nella sanità o semplicemente per chi ha a cuore il tema salute.

LAVORO E SALUTE – NOVEMBRE 2019 – Anno 35° 

 

AUSTRALIA : DELIVEROO RIDERS INVOKE TOUGH WORKPLACE HEALTH & SAFETY LAWS

Nota di Editor. Pubblichiamo, dal sito del Sindacato australiano, questo comunicato sulle iniziative dei Riders australiani, i fattorini che consegnano cibo ed altro in bicicletta o in moto,  “assunti” dalla compagnia Deliveroo. Ci scusiamo per qualche imperfezione della traduzione assistita da Google Translator.

TESTO ORIGINALE ALLA FONTE >>>  TWU.COM.AU 

1 novembre 2019

Oggi i riders ciclisti che consegnano cibo hanno inviato lettere a Deliveroo chiedendo che la società si attenga alle rigide leggi sulla salute e sicurezza sul lavoro per aiutare a fronteggiare i rischi pericolosi che devono affrontare, tra cui collisioni con automobili, cadute letali dalle loro biciclette e stress termico.

L’azione arriva quando quattro fattorini della consegna di cibo sono morti mentre lavoravano.

Deliveroo ha solo 14 giorni per conformarsi alla legge sulla salute e la sicurezza sul lavoro (2011) che consentirà ai lavoratori di istituire gruppi di lavoro e di eleggere rappresentanti per la salute e la sicurezza, che avranno ampi poteri per far rispettare gli obblighi di sicurezza, incluso il divieto del lavoro non sicuro.

A differenza del Fair Work Act, Deliveroo non sarà in grado di negare la sua responsabilità poiché la legge copre tutti i lavoratori, non solo i dipendenti, e pone l’accusa non su un datore di lavoro diretto tradizionale ma su chiunque “conduca un’attività o un’impresa” in relazione al lavoro .

“Oggi i ciclisti hanno fatto un passo coraggioso verso Deliveroo la loro sicurezza sul lavoro sia presa in considerazione. Questa azienda ignora la sicurezza. Oggi i ciclisti affermano che la sicurezza è importante e che desiderano che Deliveroo rispetti la legge, dia loro l’attenzione sulla sicurezza che desiderano e consentano loro di eleggere i propri rappresentanti della sicurezza. Il problema della sicurezza per i riders mostra la necessità di una regolamentazione generale su tutti gli aspetti del lavoro. Il governo federale ha scelto di non regolamentare la gigs economy e quindi i lavoratori vengono feriti, messi a rischio, negati i salari minimi, negato il congedo per malattia e non hanno il diritto di contestare licenziamenti ingiusti. I ciclisti sono di nuovo costretti ad adottare un approccio frammentario e ad affrontare queste aziende una per una e ad ogni singolo problema ”, ha dichiarato il segretario nazionale della TWU Michael Kaine.

I ciclisti ricevono istruzioni minime e nessuna formazione quando assumono il lavoro, non dispongono di adeguati dispositivi di protezione e, a causa del sistema di classificazione per ottenere turni, devono intraprendere il lavoro anche se sono malati o se le condizioni sono pericolose, come durante i temporali e calore estremo.

Deliveroo ha recentemente annunciato di aver intrapreso iniziative con lavoratori scelti dall’azienda. Le leggi WHS richiederebbero all’azienda di andare molto oltre e garantire che i rappresentanti della sicurezza siano scelti dai lavoratori, non dall’azienda.

Il passaggio alla sicurezza arriva quando la TWU ha chiesto che i lavoratori della gig economy entrino automaticamente in un sindacato, per garantire che abbiano protezioni e supporto contro lo sfruttamento e i rischi per la sicurezza.

“Da quando è arrivato in Australia, Deliveroo ha privato i lavoratori dei loro diritti: non ci sono tariffe orarie garantite, le distanze di consegna sono aumentate causando un calo del 30-40% della retribuzione e la società ha licenziato i lavoratori senza preavviso o la possibilità di presentare ricorso. Mentre le nostre leggi industriali stanno facilitando la rimozione dei diritti, le leggi sulla salute e la sicurezza sul lavoro sono solide e ci aspettiamo che Deliveroo sia ritenuto responsabile della sicurezza “, ha aggiunto.

I rider dicono che il lavoro è pericoloso e che i ciclisti hanno bisogno di protezione.

“Siamo in viaggio in condizioni pericolose, maltempo, traffico nelle ore di punta e di notte. Non abbiamo protezioni o diritti come congedi per malattia o indennità quando qualcosa va storto. Siamo persino spinti a continuare anche se ciò rappresenta un rischio per la nostra sicurezza, altrimenti potremmo avere difficoltà a trovare lavoro in futuro. I motociclisti vengono spesso feriti e alcuni sono persino stati uccisi sul posto di lavoro. Chiediamo a Deliveroo di intensificare i suoi obblighi legali per proteggere i lavoratori in modo da poter tornare a casa sani e salvi alla fine di ogni turno ”, ha dichiarato Marcello.

L’Unione dei lavoratori dei trasporti e i ciclisti delle consegne hanno esposto lo sfruttamento negli ultimi due anni, formando un gruppo chiamato Delivery Riders Alliance.

Un sondaggio tra i ciclisti che consegna cibo mostra che tre su quattro sono pagati al di sotto delle tariffe minime. Quasi il 50% dei ciclisti era stato ferito sul posto di lavoro o conosceva qualcuno che aveva subito incidenti.

Franco Bettoni approda al vertice dell’Inail

Fonte  SuperAbile Inail 

….. “Franco Bettoni, nominato presidente dell’Inail con decreto del Capo dello Stato dello scorso 30 luglio, succede a Massimo De Felice, che ha ricoperto l’incarico a partire dal maggio 2012. Ad affiancare Franco Bettoni il prof. Paolo Lazzara, nella qualità di vice. Originario di Tavernola Bergamasca, classe 1961, Bettoni, in seguito a un grave infortunio subito nel 1976, si è iscritto all’Anmil, l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, che ha guidato come presidente nazionale per due mandati, a partire dal dicembre 2008. È stato anche presidente della Fand, Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità.”

 

Rapid Alert System – Weekly Report Report 44 ( Published on: 01/11/2019)

 

 

Anche questa settimana in Rapid Alert System il sito della Commissione Europea che segnala prodotti commerciali pericolosi per la sicurezza e la salute appaiono in prima fila per pericolosità gioiellini e bigiotterie con alto contenuto di nickel ( produce allergie cutanee) , inchiostri da tatuaggio, cosmetici ( presenza di Aminocaproic acid che mette a rischio le persone in terapia anticoagulante) , ecc . Come sempre è utile dare uno sguardo a questa lista di prodotti…

Ecco le immagini di alcuni dei prodotti segnalati 

Piercing e bigiotterie

Inchiostro da tatuaggi contenente aromatic amines o-anisidine (measured value: 8 mg/kg) and o-toluidine (measured value: 23 mg/kg) dati da scheda RSA

 

Dentifricio 

Per visualizzare l’elenco completo vai al sito RAS

Rapid Alert System – Weekly Report

Notification A12/1154/19 has been permanently withdrawn from report 2019-31 of 02-08-2019 at the request of the notifying authority following new test results that prove compliance of the product.
The brand name in notification A12/1393/19 of report 2019-39 has been corrected at the request of the notifying authority.
Notification A12/1451/19 has temporarily been unpublished from web report 2019-40 at the request of the notifying authority due to an ongoing investigation.

 

 

Lavorare con i gruppi. Una raccolta di tecniche di partecipazione

 

Questo articolo è stato pubblicato da DORS.IT che ringraziamo. Per l’importanza del tema trattato lo proponiamo ai lettori di Diario Prevenzione. Editor 

FONTE : DORS.IT Lavorare con i gruppi.

Nuovo articolo che fa sintesi, aggiorna e propone metodi e strumenti che facilitano i processi partecipativi nella progettazione di interventi e nella pianificazione di programmi.

a cura di Alessandra Suglia e Eleonora Tosco – Dors

Dors ha pubblicato sul proprio sito, nel corso degli anni, alcune tecniche di partecipazione: brainstorming, metaplan, nominal group, world cafè, focus group, photovoice, goal oriented project planning. Gli articoli dedicati a queste tecniche sono tuttora tra i più letti dai nostri utenti.

Per queste ragioni, abbiamo pensato di renderle disponibili in un unico documento – aggiungendo una tecnica non ancora descritta: l’incidente critico – adattando i contenuti a un format che renda il loro utilizzo pratico e agevole.

La raccolta si apre con il contributo dedicato al questionario, anche questo già pubblicato sul sito dors. Come le altre tecniche, questo strumento è stato aggiornato nei testi e nella bibliografia. Il format è organizzato in più paragrafi brevi e complessivamente più lungo rispetto a quello scelto per le altre tecniche, poiché il questionario rappresenta il tipico strumento, nonché il più diffuso e più utilizzato per la rilevazione delle informazioni.

Per gli operatori che hanno il compito di gestire il lavoro con i gruppi, l’impiego di tecniche partecipative può essere utile per raccogliere informazioni, agevolando l’intervista, la consultazione, la stessa partecipazione. Si creano così opportunità di confronto, di riflessione critica e di mediazione tra: le finalità e gli obiettivi dell’intervento e le istanze, i bisogni e le risorse dei suoi potenziali destinatari.

I lavori per la definizione del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 sono in corso. Il Ministero della Salute ha dichiarato che il prossimo Piano rafforzerà la sua azione proattiva per intercettare il bisogno di salute dei cittadini coinvolgendoli sempre più nella gestione della propria salute.

Perché questo obiettivo si realizzi poi nella pratica della prevenzione e promozione della salute, il lavoro con i gruppi diventa il mezzo privilegiato perché le persone diventino capaci di costruire un’azione collettiva che le renda “protagoniste” degli interventi di salute pubblica.

 

Presentazione del volume :” Da Ippocrate al budget” di Francesco Domenico Capizzi

 

 

 

DA IPPOCRATE AL BUDGET
In Scienza e Coscienza

PREMESSA

Le pagine di questo libro non intendono riscrivere una “Storia della Medicina”, ma
revisionarne alcuni tratti per ricollocarla criticamente nelle varie epoche in cui si è
sviluppata, soprattutto a partire dal positivismo con la rigogliosa rapida ascesa
tecnico-tecnologica, sospinta dal grande fiume impetuoso ed incalzante della grande Storia dopo la seconda metà dell’800.
Le interpretazioni e le narrazioni di ogni epoca spesso esulano dalla vita
dei popoli e dai loro bisogni essenziali dando origine ad una sorta di alienazione dalla realtà. Uno scostamento dai reali bisogni di interi popoli che traspare in larga parte delle storiografie politico-socio-economiche tendenti ad attribuire al potere di singoli uomini ed oligarchie, impropriamente elevati ad unici protagonisti, l’inizio e l’esito di eventi succedutisi, eclissandone le cause e gli effetti con suggestivi proclami ed allettanti promesse in larga parte irrealizzate e che, anzi, oggi, sembrano allontanarsi dall’orizzonte.
È quanto accade nell’illustrare la trasmissione e l’applicazione accademica
dell’apparato dottrinario medico, con le mirabili innovazioni apportate nei secoli,
precipuamente orientato a diagnosticare ed a curare malattie in larga parte evitabili
che trovano origine e crescita nelle medesime variegate pieghe della società in cui il
corpus medicus vive ed opera. Si descrivono gli avanzamenti della Medicina, si
illustrano le gesta dei suoi protagonisti ed i risultati conseguiti, si annunciano mete
avveniristiche contro le ormai pandemiche malattie degenerative e neoplastiche
trascurando le cause che le producono e l‘incertezza degli esiti ottenibili con le
terapie pur molteplici e complesse.
Le ragioni di tanta indeterminazione risiedono nella collocazione culturale
asimmetrica delle classi dirigenti, politiche e professionali, sempre più orientate verso un tecnicismo tecno-autocratico che assume il ruolo di entità poliedrica ed immobile nel tempo e nello spazio, perciò incapace di modificare le molteplici contraddizioni in cui si dibatte la vita quotidiana, nelle sue molteplici forme e nelle sue proiezioni future.
Intanto viene trascurato il lento e quasi impercettibile declino di ogni istanza
di progresso sociale a favore di uno straordinario svettante sviluppo tecnico-
tecnologico. Bisogna ammettere che perfino l’idealità di un progresso sociale,
confuso con il pragmatismo economico-finanziario dello sviluppo industriale e
tecnologico, si mostra in disuso nelle sedi della politica, della cultura e delle
organizzazioni ed aggregazioni sociali, debole e sfocato nel raggio visuale di larga
parte delle persone che vivono il nostro tempo.
Assimilato a sviluppo il termine progresso è andato dissolvendosi nel
vocabolario quotidiano per la forte prevalenza, storica e contemporanea, dello
sviluppo tecnico-tecnologico-autocratico sulle ragioni che ostacolano il realizzarsi di
un vero progresso sociale auspicato dalla Dichiarazione universale dei Diritti
dell’Uomo, dalla Carta europea e dalle Costituzioni nazionali. Un fenomeno di
eclissamento che non è ascrivibile soltanto a ragioni semantiche, ma ad una
distrazione dalle fonti della conoscenza.
Non che i due concetti, sviluppo e progresso, debbano oggi trovarsi
contrapposti, anzi ambedue possono contribuire armonicamente a formare e sostenere il medesimo circolo virtuoso con il centro occupato saldamente, nella coscienza e nell’agire di ognuno, dal bene comune.
In forza del suo corpus medicus, depositario di millenari codici etici e
deontologici, la Medicina può assumersi il compito di contribuire a colmare la
divaricazione creatasi fra progresso e sviluppo, a partire dalla promozione
dell’unitarietà delle culture scientifico-tecnologica ed umanistica per giungere a
concepire ogni potere esercitato nelle Istituzioni come la sommatoria di bisogni,
diritti e doveri che fondano il contratto sociale di ogni Stato liberal-democratico.

Sono disponibili in rete sul sito della C.I.I.P le presentazioni del Seminario : “Il rischio chimico: quale ruolo del RLS?”

Sono disponibili in rete sul sito della C.I.I.P le presentazioni del Seminario : “Il rischio chimico: quale ruolo del RLS?” che si è svolto Giovedì 24 ottobre 2019 al Centro per la Cultura della Prevenzione – Viale Gabriele D’Annunzio 15 MILANO

Il Link alle presentazioni 

E’ disponibile online Ecoscienza 4/2019

 

 

In questo numero:

Ecoscienza 4/2019

ARRIVA IL 5G, SIAMO PRONTI?
Prospettive e incognite della nuova generazione di comunicazione mobile

La tecnologia 5G potrebbe rappresentare una nuova rivoluzione della comunicazione mobile. Come ogni innovazione tecnologica, porta con sé una serie di incognite e suscita preoccupazioni.
Per le Agenzie ambientali, chiamate a esprimere pareri preventivi sulla compatibilità elettromagnetica dei nuovi impianti e controllare il rispetto dei limiti normativi, sarà necessario aggiornare l’approccio, per valutare adeguatamente l’esposizione ai campi elettromagnetici

CLIMA E METEO
Contro la “depressione climatica” è ora di agire

In occasione dello sciopero per il clima per chiedere azioni concrete e rapide in relazione al cambiamento climatico, Ecoscienza ha affidato l’editoriale ai giovani di #FridaysForFuture Emilia-Romagna. Gli ultimi rapporti speciali dell’Ipcc mettono in guardia sul livello di riscaldamento globale e sugli effetti sempre più evidenti sul suolo, sul territorio, sui mari e le zone ghiacciate (la criosfera).

DIRITTO E AMBIENTE
Verso il superamento della visione antropocentrica

Un autorevole contributo sull’evoluzione normativa in campo ambientale e due interviste a magistrate impegnate sugli ecoreati. Il rapporto Ecomafie 2019, realizzato da Legambiente con la collaborazione del Sistema nazionale di protezione ambientale (Snpa), mostra un quadro degli illeciti ambientali ancora preoccupante.

Altre novità nelle rubriche Legislazione news, Osservatorio ecoreati, Libri, Eventi.

“La salute del pianeta è la responsabilità più grande e l’opportunità maggiore dei nostri tempi. Per produrre un impatto reale, occorre non solo essere più ambiziosi a livello europeo, ma che il mondo intero avanzi nella stessa direzione”. Ursula von der Leyen

Vai a Ecoscienza 4/2019, versione sfogliabile

Scarica Ecoscienza 4/2019 (pdf)

Difendi il divieto austriaco del glifosato!

Fonte IUF

 

A luglio, la camera bassa del parlamento austriaco ha votato per vietare tutti gli usi dell’erbicida tossico glifosato. La legislazione dovrebbe entrare in vigore il 1 ° gennaio 2020. Ma c’è un problema. Ai sensi dei regolamenti dell’UE, la Commissione europea e gli Stati membri hanno tempo fino al 19 novembre per “commentare” il divieto. Bayer / Monsanto, produttore di Roundup a base di glifosato, sta lavorando con la lobby dei pesticidi per rovesciare la nuova legge. Immediatamente dopo il voto, la società ha annunciato la sua opposizione al divieto, dichiarando “Ci aspettiamo che la Commissione europea riveda questa decisione in modo critico, in quanto potrebbe essere incompatibile con i requisiti legali e procedurali obbligatori e il ragionamento scientifico”.

La Monsanto è stata impegnata in una forte attività di lobbying a seguito del rapporto del 2015 dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui il glifosato è probabilmente cancerogeno per l’uomo (e quindi illegale ai sensi della legge europea sui pesticidi). L’autorizzazione del glifosato è stata rinnovata per 5 anni nel 2017, nonostante le prove crescenti della sua tossicità e una cascata di rivelazioni che documentano l’entità della cattura normativa della società nell’UE e a livello internazionale.

Il divieto austriaco ha ricevuto ampio sostegno da tutti i partiti politici, dai sindacati e dalle organizzazioni di piccoli agricoltori. “Le prove scientifiche dell’effetto cancerogeno del veleno vegetale sono in aumento. È nostra responsabilità vietare questo veleno dal nostro ambiente”, ha affermato Pamela Rendi-Wagner del Partito socialdemocratico. L’affiliata austriaca IUF PRO-GE, che si è opposta alla riautorizzazione del 2017, sostiene il divieto. È fondamentale difendere la prima mossa sostanziale da parte di uno Stato membro dell’Unione Europea per fermare l’uso del glifosato.

I cittadini europei possono anche commentare la legge. Gli attivisti hanno lanciato una petizione a sostegno del divieto austriaco di glifosato – FARE CLIC QUI PER ACCEDERE E dire alla Commissione europea di sostenere il divieto austriaco. La petizione è disponibile anche in francese , tedesco e spagnolo .

 

2700 operai sono morti nei cantieri dei mondiali di calcio in Qatar in sei anni

Risultato?  Centinaia di lavoratori muoiono ogni anno nei cantieri dei mondiali di calcio 2022 che si terranno in Qatar, secondo il “The Guardian“. Negli ultimi sei anni sono quasi 2.700 le persone che hanno che perso la vita sul lavoro. In un rapporto pubblicato venerdì 11 ottobre, le Nazioni Unite chiedono alle autorità dell’emirato di proteggerle dal caldo. Secondo il quotidiano britannico, centinaia di migliaia di lavoratori sono esposti a temperature superiori a 45 gradi per 10 ore al giorno. Queste condizioni hanno, secondo i cardiologi, un legame diretto con la morte di centinaia di persone ogni anno. Tra l’altro, i loro corpi di solito non sono sottoposti ad alcuna autopsia. Tra il 2012 e il 2017 sono morti 1.025 nepalesi, tra cui 676 di “cause naturali”, ovvero infarto o insufficienza respiratoria. Gli indiani sono 1.678 per aver perso la vita tra il 2012 e agosto 2018, tra cui 1.345 di “cause naturali”.

I risultati dell’analisi meteorologica evidenziano le sfide significative che le temperature in aumento in tutto il mondo pongono a settori come l’edilizia: “Con l’aumento della temperatura globale a causa della crisi climatica, il rischio per la salute causato dallo stress da calore avrà conseguenze devastanti per la salute di milioni di persone, ma non è ancora visto come l’emergenza che è”, dichiara al Guardian il professor Tord Kjellstrom, consulente per l’ambiente e salute sul lavoro per le Nazioni Unite e coautore del rapporto del Cardiology Journal. “Questo deve cambiare.”

Fortebraccio News

Prodotti pericolosi.Le segnalazioni RAS di questa settimana. Puntatori laser e altro….

 

Rapid Alert System – Weekly Report
Report 43 ( Published on: 25/10/2019)

Nella Rassegna di questa settimana di Rapid Alert System abbondano le segnalazione di puntatori laser troppo potenti, fabbricati in Cina. La potenza del raggio laser emesso può danneggiare gli occhi. Come sempre vengono segnalati giocattoli pericolosi e altri prodotti. Vale la pena dare uno sguardo…

Canada. Nonostante il dolore e l’affaticamento, i lavoratori più anziani con condizioni croniche vogliono lavorare fino a 65 anni

FONTE IWH.ON.CA

Lo studio IWH sulle aspettative di pensionamento rileva che i boomers con problemi di salute hanno gli stessi piani dei coetanei sani

Avere una condizione di salute o una malattia cronica può essere una sfida per i lavoratori più anziani, ma non diminuisce necessariamente la loro intenzione di lavorare o accelerare la pensione. Con politiche e pratiche appropriate, i lavoratori più anziani con limitazioni di salute possono essere supportati per rimanere attivi nella forza lavoro.

Questo è secondo un recente studio dell’Istituto per il lavoro e la salute ( IWH ), guidato dallo scienziato senior e direttore scientifico associato Dr.Monique Gignac e pubblicato nel febbraio 2019 come un documento ad accesso aperto sul Canadian Journal of Aging ( doi : 10.1017 / S0714980818000685 ). Lo studio suggerisce che le preoccupazioni su una riduzione della forza lavoro a causa dell’invecchiamento della popolazione possono essere affrontate in parte attraverso le politiche sul posto di lavoro.

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE  IWH.ON.CA

Lo smantellamento previsto della portaerei Sao Paulo, brasiliana, a causa delle enormi quantità d’amianto, allarma i lavoratori e le autorità di molti cantieri navali ….

dal Blog di Laurie Kazan-Allen

11 ottobre 2019

 

La notizia circolante il mese scorso (settembre 2019) che la portaerei brasiliana São Paulo 1 doveva essere messa all’asta, ha lanciato campanelli d’allarme in Francia e in Brasile. Prima della sua vendita alla Marina brasiliana, la nave faceva parte della flotta francese; originariamente commissionato come Foch nel 1963, rimase in servizio in Francia fino al 2000 quando fu venduta al Ministero della Difesa brasiliano. 2

Il Foch era la nave gemella della famigerata portaerei Clemenceau che causò un incidente internazionale quando fu inviato in India per lo smantellamento nel 2006, a causa della presenza di circa 760 tonnellate di materiale contenente amianto più quantità di PCB, piombo e mercurio . 3 Dopo le proteste dei gruppi di vittime dell’amianto, Greenpeace e attivisti della società civile e una sentenza della Corte suprema in India, il governo francese ha ribaltato la sua posizione e portato a casa Clemenceau. La demolizione della nave – iniziata nel 2009 e completata alla fine del 2010 – è stata intrapresa a Hartlepool, nel Regno Unito, presso il cantiere Graythorp.

Il 1 ° ottobre 2019, l’Associazione brasiliana degli esposti all’amianto (ABREA) ha scritto a Emmanuel Macron, il presidente della Francia, chiedendo la sua assistenza per garantire che il San Paolo fosse adeguatamente smaltito e non venduto per rottami in contanti acquirente che prevede di arenarlo in una delle molte strutture non regolamentate dell’Asia meridionale. 4 La lettera di ABREA indicava:

“… Secondo la Convenzione di Basilea, è vietata l’esportazione di rifiuti tossici. La portaerei di San Paolo è quindi una discarica tossica perché è piena di amianto e questo fatto viola fortemente la Convenzione di Basilea di cui il Brasile è firmatario … secondo il paragrafo 8.3 del bando di gara, il governo francese deve autorizzare la vendita di la portaerei di San Paolo “.

Le paure di ABREA riguardo alla destinazione finale di San Paolo sono state confermate da un articolo pubblicato il 2 ottobre che diceva:

“Il probabile destino [di San Paolo] è lo stesso del suo predecessore, la portaerei Minas Gerais – precedentemente di proprietà della Marina britannica e australiana – che ha operato tra il 1960 e il 2000 in Brasile fino a quando non è stata venduta come rottame e finita in il “cimitero di navi” ad Alang, in India “. 5

Il 4 ottobre 2019, ANDEVA – un’associazione francese di gruppi di vittime dell’amianto – ha anche chiesto l’intervento del presidente francese chiedendo a Macron di usare la sua autorità per bloccare qualsiasi tentativo di esportare la nave in Asia dove non vi è alcuna capacità di intraprendere la sua smantellare in sicurezza secondo le convenzioni e i trattati internazionali.

1Il portaerei brasiliano sarà messo all’asta dopo 30 anni di delusione. 26 settembre 2019.
https://www.thedrive.com/the-war-zone/30023/brazils-aircraft-carrier-so-paulo-to-be-auctioned-off-after-years-of-disappointment

2 Lettera al Ministero della Difesa brasiliano. 16 settembre 2019.
http://ibasecretariat.org/letter-to-brazil-mod-re-disposal-aircraft-carrier-sao-paulo-sep-26-2019.pdf

3 Kazan-Allen, L. Osasco: luogo di nascita del movimento per l’amianto del 21 ° secolo . Aprile 2006.
http://ibasecretariat.org/lka_osasco_birthpl_21_cent_ban_asb_mov_apr_06.pdf

4 Lettera a Macron (portoghese). 1 ottobre 2019
http://ibasecretariat.org/letter-to-president-macron-re-auction-carrier-sao-paulo-oct-1-2019-por.pdf

5 Lo scafo della portaerei Sao Paulo sarà messo all’asta a dicembre [lo scafo della portaerei São Paulo sarà messo all’asta a dicembre.] 2 ottobre 2019.
https://extra.globo.com/noticias/rio/casco-do-porta-avioes -sono-ding-will-all’asta-in-dicembre-23989630.html

4 settembre 2019

Le sfide dei modelli territoriali per la salute e l’equità

FONTE DISEGUAGLIANZEDISALUTE.IT

In questa newsletter presentiamo alcune esperienze di innovazione dei servizi di medicina territoriale attive in Italia, con cui siamo entrati in contatto nell’ultimo anno. La rassegna non è esaustiva, perché sappiamo che in Italia si stanno sviluppando molte esperienze, anche a livello di sistemi regionali.Le esperienze si collocano nell’ambito di uno sforzo di innovazione dei modelli di servizio, che coinvolgono aspetti di importanza centrale per qualificare la medicina territoriale e prefigurarne l’evoluzione in varie direzioni. Uno stimolo particolarmente rilevante è venuto dal Piano Nazionale Cronicità, che ha costituito un quadro normativo istituzionale per lo sviluppo di nuovi modelli di medicina territoriale.

A dispetto della varietà delle esperienze, tuttavia, possiamo rilevare che a livello generale nel paese la presenza di forme tradizionali di intendere i servizi, dal ruolo dell’ospedale, alla separatezza operativa dei punti di contatto con i cittadini, costituiti dai medici di medicina generale, dagli specialisti, dalle differenti strutture, ecc., ai limiti di funzionalità dei sistemi informativi per la gestione unitaria dei problemi del cittadino, continuano a costituire la forma prevalente di organizzazione dei servizi territoriali. Ciò genera una serie di problemi aperti e di difficile soluzione, come le liste d’attesa, il ruolo anomalo del pronto soccorso, la difficolta a gestire la multi-cronicità in modo integrato, ecc.

Il tema della diffusione dei modelli innovativi di medicina territoriale, quindi, rappresenta un tema chiave per migliorare la qualità e l’equità della sanità pubblica, da diversi punti di vista. In questo senso le esperienze, raccolte nelle pagine che seguono, a cui è stato chiesto di fornire una breve presentazione, rappresentano uno stimolo interessante. Se avessimo allargato questa rassegna ad altre esperienze, avremmo osservato un aumento della varietà di articolazioni dei modelli di intervento e delle soluzioni di governance e operatività adottate. L’adattamento locale può rappresentare una qualità necessaria dei modelli, tuttavia, come in molti altri campi di attività e servizi, solleva la domanda implicita circa le effettive ragioni dei differenti assetti e soluzioni sperimentate. In altre parole, rimane prioritaria l’esigenza di diffondere i modelli innovativi, ma associata all’esigenza di riflettere sulle coordinate dei modelli e su ciò che le differenti soluzioni organizzative possono favorire o ostacolare, soprattutto riguardo al conseguimento di elevati livelli di integrazione dei sistemi sanitari e con i servizi di welfare, al fine di migliorare la salute delle persone e l’equità.

In questo senso possiamo anche leggere le differenti esperienze come traiettorie di evoluzione, che dovrebbero caratterizzare il sistema nel suo complesso. Questa prospettiva è tutt’altro che scontata, insieme agli sforzi di allargamento di alcune esperienze, osserviamo la preoccupazione di molte, che rimangono progetti sperimentali, che si sviluppano in modo piuttosto esterno ai servizi sanitari e che sembrano affidare la continuità della loro esperienza a risorse e decisioni che ruotano intorno a progetti e finanziamenti di vari soggetti territoriali. Peraltro, anche sperimentazioni condotte all’interno del sistema sanitario possono essere messe in discussione, se non prevale la consapevolezza che lo sviluppo dei modelli territoriali integrati costituisce il cuore della missione della sanità pubblica sui temi della cronicità e della prevenzione.

Per quanto detto, nei prossimi mesi avvieremo diverse iniziative di approfondimento e studio dei modelli di medicina territoriale, attingendo ad esperienze italiane e alla letteratura internazionale, in collaborazione con diversi soggetti e contesti, con l’obiettivo di esplicitare e discutere le dimensioni critiche culturali, organizzative e contestuali che dovrebbero essere considerate nella definizione dei modelli operativi e del ruolo trainante della sanità pubblica.

Tra queste, nelle esperienze sembrano assumere particolare rilievo 5 dimensioni:

  1. il carattere di medicina di iniziativa/ proattività assunta dalla sanità pubblica, che implicherebbe spostarsi nel territorio perché il territorio è l’ambiente di vita delle persone, dove è necessario costruire salute;
  2. il livello di autonomia e protagonismo degli operatori, innanzitutto della sanità pubblica e delle altre aree del welfare pubblico, e soprattutto delle equipe multi-professionali, trasversali ai ruoli, alle specializzazioni e agli ambiti di attività, come alle strutture e amministrazioni di appartenenza, anche non sanitarie;
  3. la capacità di attivare e coinvolgere le persone destinatarie del servizio, senza tralasciare le organizzazioni di varia natura che operano sul territorio, in modo che possano esprimere i loro bisogni, il loro potenziale e la loro visione e che la missione del servizio possa essere modellata e sviluppata in modo sinergico e coordinato con queste specificità;
  4. la capacità di creare e valorizzare la risorsa del capitale sociale, legami solidaristici, di cooperazione attiva e di espressività di capacità delle persone, adattandosi ai diversi territori. Ci sono luoghi dove sono più forti, mentre in altri (es. nelle aree degradate delle città o nelle montagne spopolate) questi legami sociali dovrebbero essere riattivati, con una strategia specifica;
  5. la capacità di disegnare i ruoli (dal ‘case manager’ al ‘contest’ o ‘community manager’?) e i sistemi organizzativi e informativi e di utilizzare spazi e luoghi fisici, per sostenere una funzionalità dei servizi coerente con la missione della cooperazione e dell’integrazione, tra servizi, con il territorio e con altre politiche e servizi locali.

Queste dimensioni emergenti suggeriscono di utilizzare due domande chiave per la progettazione, l’autovalutazione e la valutazione delle esperienze che mirano a far evolvere i servizi di medicina territoriale della sanità pubblica, su cui noi intendiamo lavorare:

1 – In che misura cresce la qualità del processo di servizio verso i bisogni della persona? (Qualità tecnico professionale? Qualità relazionale con la persona? Qualità di integrazione tra ambiti e professioni nei servizi sanitari e con altri)

2 – In che misura cresce la qualità del radicamento dei servizi per la salute nella comunità? (Il processo genera attivazione di persone e gruppi con finestre appropriate al target e alla comunità? Il processo innesca capitale sociale? Il processo apre alle persone spazi di coordinamento, partecipazione e decisione sui problemi che incontrano?)

A cura di

Silvia Pilutti -Prospettive Ricerca Socio-Economica

Roberto Di Monaco  – Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Culture, Politica e Società