Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
ASSOCIAZIONE AMBIENTE LAVORO
SOCIETA’ DI ERGONOMIA E FATTORI UMANI
Workshop
La valutazione dello stress lavoro correlato dopo la pandemia, facciamo il punto
2 dicembre 2020 ore 14.30 – 18.30
Il Workshop invita a focalizzare l’attenzione sulla necessità di proposte concrete in grado di gestire, nel dopo COVID-19, il cambiamento profondo e inevitabile dei processi organizzativi e produttivi. La pandemia potrebbe rappresentare un’occasione unica ed uno stimolo per adottare una mentalità nuova che sappia andare oltre procedure consolidate divenute insufficienti o meno efficaci. Comportamenti costruttivi più adeguati sapranno rendere il “fattore umano”, la condivisione e la buona relazionalità, aspetti davvero centrali e prioritari,in grado di rendere migliore la qualità del lavoro e della vita quotidiana. La prevenzione e la valutazione dello stress lavoro- correlato dovranno considerare, come punti di riferimento irrinunciabili, la visione d’insieme e l’interazione stretta e convergente fra aree disciplinari, in rappresentanza delle competenze tecniche, biomediche, psicosociali. Pertanto, sull’analisi dei fattori di stress sono previsti interventi autorevoli, con contributi legati ad attività di ricerca e sperimentazione, monitoraggio e verifica ispettiva, problematiche previdenziali, modalità di innovazione organizzativa già individuate o sviluppate. Il workshop si propone di fare il punto, con diversi attori scientifici ed istituzionali, su come si possa affrontare la valutazione dello stress lavoro correlato nelle organizzazioni, come previsto dal D.lgs 81/08, dopo gli eventi causati dalla pandemia da Covid-19.
Il 27 novembre 2020 si terrà un seminario gratuito in modalità webinar per illustrare le procedure per gestire i positivi COVID-19 in ambito aziendale, i contatti stretti e il rientro al lavoro.
Sono diverse le difficoltà nel mondo del lavoro per la gestione dell’emergenza sanitaria correlata alla diffusione pandemica del virus SARS-CoV-2. Non solo le aziende si trovano a dover riorganizzare le attivitàe tener conto dell’evoluzione continua di norme, linee guida e protocolli, ma hanno anche la necessità di occuparsi della delicata gestione degli eventuali casi positivi in azienda, dei contatti stretti e dei rientri al lavoro.
Come gestire questi casi? Quando e come effettuare i test? Cosa è un contatto stretto? Quali sono gli obblighi di datori di lavoro, operatori e medici competenti?
Il webinar gratuito sulla gestione del COVID-19 in azienda
Proprio per rispondere a queste e altre domande che si pongono le aziende in questa fase dell’emergenza COVID-19, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 27 novembre 2020 il seminario gratuito in modalità webinar “Covid-19 in azienda. Gestione casi positivi, contatti stretti, quarantena, rientro al lavoro e test biologici”.
Il seminario ha la finalità di illustrare, in base alle indicazioni dettate dalle Autorità, le procedure per la gestione di positivi COVID-19 in ambito aziendale, dei contatti stretti e del rientro al lavoro.
Sono tanti gli argomenti e le domande a cui si forniranno risposte in base alla normativa e all’evoluzione attuale dell’emergenza pandemica.
Con il coronavirus in “diffusione incontrollata” a fine ottobre in 34 stati e a Porto Rico, secondo CovidExitStrategy.org, e con il massimo esperto di malattie infettive Anthony Fauci che dice che siamo in una posizione “precaria”, dobbiamo ricordare chi rimane nella posizione più precaria per essere devastato se le infezioni da COVID-19 riportano i blocchi: I lavoratori essenziali.
Oltre agli anziani nelle case di cura, i lavoratori essenziali , spesso di colore, hanno pagato uno dei prezzi più alti fino a questo punto della pandemia. I lavoratori essenziali hanno letteralmente messo le loro vite sulla linea come se fosse la guerra. Tra i migliori esempi ci sono:
Il Midwest Center for Investigative Reporting ha finora registrato 214 morti di confezionatori di carne in tutta la nazione e 41.000 infezioni in strutture in 40 stati . Un rapporto dei Centers for Disease Control and Prevention ha rilevato che mentre i confezionatori di carne sono per il 61% latini, neri e asiatici, sono responsabili di quasi 9 infezioni su 10;
Il National Nurses United ha pubblicato un rapporto che ha rilevato che più di 1.700 operatori sanitari erano morti al 16 settembre. Il gruppo ha detto al New York Times alla fine di ottobre che il numero è ora vicino a 2.000.
Segnaliamo questo articolo di Donato Greco che fa chiarezza sul tema ” Convivere con il Covid”.
Convivere con il Covid. Ma cosa vuol dire? E soprattutto, è possibile? Sì, ecco come. Senza arrivare a nuovi lockdown generalizzati
di Donato Greco
Il messaggio che sento di dover dare su Covid -19 è relativo al domani: domani reale e domani prossimo, senza addentrarmi nel domani remoto. E quindi partiamo dallo scenario attuale per capire cosa presumibilmente, in base alle conoscenze e all’esperienza, ci aspetta e cosa possiamo e dobbiamo fare per imparare a convivere con questo virus. A partire dalle nuove conoscenze accumulate in questi mesi che ci permettono di usare le misure di prevenzione in modo più efficace, mirandole a specifiche situazioni ed evitando interventi privi di un razionale logico.
Due libri usciti a settembre – di Marco Geddes e Francesca Nava – ci aiutano a capire, a conoscere com’è nata e come si è sviluppata la pandemia, a sapere cos’è andato storto. Per non ripetere gli stessi errori.
“Sapete cosa temo? Che da questa esperienza non si sia in grado di apprendere, cioè di acquisire e mettere in atto provvedimenti, organizzazioni, comportamenti adeguati affinché il ripresentarsi di questa epidemia o di fenomeni simili sia prevenuto e affrontato adeguatamente”.
Quando – lo scorso luglio – Marco Geddes consegnò all’editore il manoscritto del libro “La sanità al tempo del coronavirus”[1] l’epidemia raggiungeva il livello più basso di diffusione (“dati del 19 luglio: 219 casi e 3 morti. Mai così pochi decessi, nessuno in Lombardia”). Ebbene, i timori che il paese, e il nostro sistema sanitario, si facessero trovare impreparati di fronte a una seconda ondata erano purtroppo molto ben fondati: i dati di ieri 20 ottobre 2020, 10.874 casi e 89 morti.
CHI LO SAPEVA? | La superficialità dell’OMS sui rischi di contagio da corona nelle situazioni lavorative rischia un disastro di livello mondiale
FONTE HAZARDS MAGAZINE CHE RINGRAZIAMO . VEDI ANCHE LA VERSIONE ORIGINALE IN LINGUA INGLESE.
Chi avrebbe pensato che avremmo dovuto mettere un avvertimento sulla salute all’Organizzazione mondiale della sanità? L’ editore dei rischi Rory O’Neill ha scoperto che il consiglio “incredibilmente dannoso” dell’OMS sui rischi del Covid-19 sul posto di lavoro sta lasciando i lavoratori in pericolo di vita.
Ma questo non l’ha fermato per un momento. Le omissioni nella sua guida – in particolare nessuna menzione dell’ispezione e dell’applicazione del lavoro, e una mancanza di consapevolezza delle potenziali interazioni con altri rischi sul posto di lavoro e la necessità di una protezione più ampia dell’occupazione – hanno mostrato perché un’agenzia delle Nazioni Unite non lavorativa non dovrebbe essere leader sul posto di lavoro problema.
La guida dell’OMS contraddice una guida molto più protettiva pubblicata nel maggio 2020 dall’agenzia specializzata delle Nazioni Unite sul lavoro, l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).
Il primo errore dell’OMS è un’affermazione ripetuta che “Covid-19 si diffonde principalmente attraverso goccioline respiratorie o contatto con superfici contaminate”. Ma all’inizio della pandemia sono state sollevate preoccupazioni sul fatto che i rischi di goccioline e contatti non fossero l’unica minaccia rappresentata da questo coronavirus.
15 OTTOBRE 2020 DALLE 16 ALLE 18.00 DIRETTA STREAMING
DAGLI ARCHIVI DEL NOVECENTO UNA RIFLESSIONE SU PREVENZIONE, SALUTE PUBBLICA E AMBIENTE
La Rete per gli Archivi del Presente, nell’ambito della Festa della Storia, dopo la forzata sospensione delle attività di questi mesi, torna proponendo, in diretta streaming, un momento di riflessione dedicato alla cultura della difesa della salute ambientale, sui luoghi di lavoro e sui territori, dagli anni Settanta sino ad oggi.
Saranno presenti:
Flavia Franzoni, esperta di formazione nel settore sociale
Gino Rubini, già Responsabile Area Salute e Sicurezza Luoghi di Lavoro Cgil Emilia Romagna
Villiam Alberghini, già responsabile dell’area Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro della ASL di Bologna,
Loris Campetti, giornalista e scrittore
Modera Silvia Napoli, Archivio di Stato di Bologna
Durante l’incontro l’attrice-regista Angela Malfitano leggerà alcuni brani di documenti tratti dal fondo personale del medico Guido Deffenu, militante di Medicina democratica e verranno proiettate alcune immagini dall’Archivio storico della nuova sinistra “Marco Pezzi” e dall’Archivio storico “Paolo Pedrelli” della Camera del Lavoro metropolitana di Bologna
Una strage senza fine, dopo l’amico e collega Giancarlo Mazzetti deceduto il 9 maggio, oggi lo sconforto e la rabbia in me per una strage che ci sta strappando alla vita ad uno a uno . Ieri sera s ‘è preso Luciano.
Maledetto amianto e maledetto chi pur sapendo non lo ha difeso dalle mortali fibre dell’amianto
La strage infinita, senza sosta e senza respiro, non sono bastati i più di 305 colleghi che ti hanno preceduto morti per essere stati esposti alle fibre mortali dell’amianto per profitto, il 2020 l’ennesimo lutto colpisce ancora i lavoratori delle OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI DELLE FERROVIE DELLO STATO di BOLOGNA.
La comunità OGR in questo momento di dolore, si stringe attorno ai familiari di Luciano.
Ciao Luciano resterai sempre con noi. Questa storia che dura ormai da più di 40 anni e che ha visto i lavoratori dello stabilimento in prima linea nella lotta alla sicurezza degli ambienti di lavoro e alla salute dei lavoratori esposti inconsapevolmente alle famigerate polveri killer dell’amianto, accumulando nel tempo un vero e proprio bollettino di guerra, causando a questa comunità operaia dell’OGR oltre 305 vittime, mettendo ancora oggi in apprensione quanti anno lavorato in stabilimento, e quanti ancora vi lavorano. Ieri sera l’ultima tragedia, ancora l’amianto…… mesotelioma.. priva della voglia di vivere il nostro collega Luciano Tonioli, tutti quelli che hanno avuto l’onore di conoscerlo e apprezzarne le sue qualità umane professionali, sono affranti e sconfortati per la sua perdita, gli amici i colleghi tutti addolorati nell’assistere passivamente a questa sterminio si stringono vicini al dolore dei famigliari con tanta pena.
GRANDE TRISTEZZA E SCONFORTO
ho un gran nodo in gola è in me nell’apprendere questa brutta notizia, sei stato un amico ci saremmo dovuti trovare questa settimana, ma il male non c’è l’ha permesso.
OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI DELLE FERROVIE DELLO STATO di via Casarini BOLOGNA.
Narrazione di uno sterminio senza luce in fondo al tunnel
Che aria si respira nelle città italiane e che rischi ci sono per la salute? Di certo non tira una buona aria e con l’autunno alle porte, unito alla difficile ripartenza dopo il lockdown in tempo di Covid, il problema dell’inquinamento atmosferico e dell’allarme smog rimangono un tema centrale da affrontare.
A dimostrarlo sono i nuovi dati raccolti da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale in cui sono state confrontate le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) negli ultimi cinque anni (2014-2018) con i rispettivi limiti suggeriti dall’OMS.
Solo il 15% delle città ha raggiunto nei 5 anni un voto sufficiente: Sassari (voto 9), Macerata (voto 8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Grosseto, Nuoro, Verbania e Viterbo (voto 7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (voto 6). L’85% è invece sotto la sufficienza: fanalini di coda Torino, Roma, Palermo, Milano e Como (voto 0). Un quadro preoccupante. Comunicato stampa
L’Agenzia per la tutela della salute della Brianza si è dotata di un sito web interessante che tratta il tema degli “Approfondimenti sui rischi lavorativi specifici: Piani Mirati di Prevenzione, FAQ e informazioni”
E’ strutturato in forma sintetica e intuitiva. I Piani Mirati di Prevenzione, le Faq e le informazioni offrono un materiale di consultazione ricco. Uno strumento di lavoro utile.
Le aziende hanno poco da temere dall’ufficio governativo per la sicurezza sul lavoro. Solo sanzioni che ammontano a $ 15.615. Questo è quanto un’azienda di confezionamento della carne da 52 miliardi di dollari è stata multata dal governo federale per condizioni non sicure che hanno portato alla morte di otto lavoratori.Anche se i pericoli e la virulenza del coronavirus sono diventati più evidenti, infettando 6,5 milioni di americani e uccidendone quasi 200.000, il braccio di protezione dei lavoratori più importante della nazione si è addormentato al volante. L’ amministrazione per la sicurezza e la salute sul lavoro ha emesso solo linee guida, piuttosto che stabilite regole applicabili, per le aziende che si sono affrettate a riaprire quando erano ritenute essenziali all’inizio della pandemia, mettendo centinaia di migliaia di dipendenti in luoghi di lavoro dove il virus potrebbe facilmente diffondersi.
Perchè votare NO al referendum
4- editoriale. Non solo covid, c’è anche questa politica
6- Referendum: le ragioni del NO
SANITA’
8- Aziendalizzazione e privatizzazione, come invertire la rotta
19- “ Racconto il mio inferno covid di medico in Valsusa”
20- Prevennzione o morte dei sistemi sanitari pubblici
22- Pandemia in Emilia e Romagna. Raccontare marzo
22- Come aderire a Medicina Democratica Onlus
23- Sanità pubblica in ritirata? Operatori delusi e malati in attesa
24- Contratti sanità: quanto abbiamo perso in 20 anni
SICUREZZA E LAVORO
25- Eliminare le molestie e la violenza sul lavoro?
26- Vademecum sicurezza sul lavoro
25- I rischi sul lavoro garantiti da una clausola non scritta
26- In 253 giorni oltre 770 i crimini sul lavoro
27- Racconti nell’insicurezza sul lavoro
28- Vaccini e lavoratori. Intervista a Marco Caldiroli
30- Per abbattere i pregiudizi sui lavoratori con disabilità
32- Bonomi: un uomo con gli stivali
32- L’economia va male perché crollano i consumi, e i redditi!
34- Dicono che il lavoro c’è, se non lo trovi è solo colpa tua
37- Le puntate della tragedia italiana
La polvere di silice è responsabile di 570 casi di cancro ai polmoni in Canada all’anno; la maggior parte di questi viene diagnosticata nei lavoratori edili. I luoghi di lavoro dell’edilizia possono utilizzare diversi metodi per proteggere i lavoratori dall’esposizione alla polvere di silice, ma quali metodi dovrebbero optare per? Un’analisi costi-benefici condotta dall’Institute for Work & Health offre alcune indicazioni.
Un mese dopo che un’esplosione ha devastato l’area portuale di Beirut, stanno emergendo informazioni sulla contaminazione ambientale da amianto scatenata dal disastro. Come in tanti altri disastri naturali e provocati dall’uomo, questo rischio aggiuntivo per i soccorritori e la popolazione locale era quello previsto in quanto non accolto. Ovunque sia stato utilizzato l’amianto, intere popolazioni diventano ostaggi della fortuna con l’inalazione di fibre mortali a un solo terremoto, tsunami o conflagrazione. 1
Stranamente, la prima menzione che ho trovato sulla situazione dell’amianto a Beirut è stata caricata il 5 agosto, un giorno dopo l’evento, in un articolo in lingua russa. L’autore ha citato avvertimenti autorevoli – “L’amianto negli edifici danneggiati rappresenta un rischio per la salute significativo” – sul pericolo post-disastro rappresentato dall’amianto aerotrasportato all’indomani delle esplosioni, ipotizzando che tra i 40.000 edifici danneggiati o distrutti fossero quelli costruiti negli anni ’50 e negli anni ’60, quando l’uso dell’amianto era all’ordine del giorno. 2
In assenza di qualsiasi mobilitazione immediata da parte del governo centrale o del comune di Beirut per affrontare la devastazione causata dall’esplosione, le organizzazioni non governative (ONG) e le agenzie internazionali 3è entrato nella breccia con la popolazione locale che ha offerto volontariamente il proprio lavoro. Nuove discariche di rifiuti sono state designate frettolosamente e detriti, compresi prodotti contenenti amianto e altri rifiuti contaminati, sono stati raccolti e collocati a casaccio in siti, molti dei quali si trovavano in aree residenziali. I volontari non avevano attrezzature o veicoli pesanti per trasportare i detriti a qualsiasi distanza e hanno fatto il possibile per ripulire i quartieri colpiti. In ogni caso, anche se fossero stati disponibili mezzi di trasporto adeguati, in Libano non esistevano discariche autorizzate in grado di ricevere rifiuti tossici. Inutile dire che i volontari non avevano né indumenti protettivi né attrezzature come respiratori specializzati. Nonostante le urgenti richieste di un “piano di gestione chiaro per la rimozione dei detriti, compreso l’amianto”, non è stata segnalata alcuna azione coordinata del governo.4
Sara Gorton afferma che l’Istituto nazionale per la protezione della salute deve affrontare la crisi del Covid-19 e ciò che c’è oltre
Rispondendo all’annuncio di oggi (martedì) del segretario alla sanità Matt Hancock che la sanità pubblica inglese (PHE) verrà fusa nel nuovo Istituto nazionale per la protezione della salute, il capo della sanità dell’UNISON Sara Gorton ha dichiarato:
“Ancora una volta i lavoratori stanno affrontando un grande sconvolgimento pur essendo tenuti all’oscuro dei dettagli. Hanno bisogno di sapere cosa significano i cambiamenti, e così anche il pubblico.
“La fusione potrebbe portare vantaggi, anche per il personale di test e tracciamento che attualmente è distribuito in una serie di datori di lavoro. Potrebbero lavorare insieme sotto lo stesso “tetto”. Potrebbe anche fornire un’opportunità per riparare i legami interrotti con le autorità locali.
“Il personale che gestisce programmi di sanità pubblica ha lavorato duramente per gestire la risposta alla pandemia del Regno Unito. Questo nonostante una serie di tagli di bilancio. È fondamentale che questo nuovo organismo ottenga i finanziamenti necessari per avere la possibilità di soddisfare le aspettative stabilite oggi.
“I ministri devono anche garantire che la sostituzione di PHE sia adatta allo scopo. Qualsiasi cambiamento deve essere fatto con attenzione e per la giusta ragione per affrontare non solo la crisi del Covid-19 ma anche quello che c’è oltre. ”
Note per i redattori:
– UNISON è il più grande sindacato del Regno Unito, con oltre 1,3 milioni di membri che forniscono servizi pubblici – nel campo dell’istruzione, del governo locale, del NHS, dei servizi di polizia e dell’energia. Sono impiegati nel settore pubblico, volontario e privato.
Ancora un numero della Rivista dell’Istituto INRS con contenuti che interessano certamente chi si occupa a livello d’impresa di salute e sicurezza nel lavoro. Riteniamo importante segnalare i contenuti e i links agli articoli . Ringraziamo come sempre INRS per i contenuti della Rivista. Editor
Le numéro 259 d’Hygiène & sécurité du travail (HST), la revue technique de l’INRS vient de paraître. Au sommaire notamment, une note technique sur les véhicules professionnels. A lire également, une étude de cas sur le risque machine ou encore un dossier sur les risques professionnels liés aux ambiances thermiques chaudes ou froides.
Au sommaire notamment du numéro 259 de la revue Hygiène & sécurité du travail :
Note technique – Le véhicule professionnel : un outil de travail comme les autres ? Outre les accidents de la route, le conducteur d’un véhicule léger, utilitaire ou poids lourd est également exposé, sans nécessairement en être conscient, à d’autres risques. Cet article propose une analyse des risques majeurs identifiés au poste de conduite, puis des critères de choix des équipements d’un véhicule professionnel pour les prévenir.
Il giorno 24 luglio 2020, si è tenuta in videoconferenza la riunione della Cabina di regia del Piano Amianto Regione Emilia-Romagna.
Uno dei punti in discussione è quello che riguarda la realizzazione operativa della Microraccolta dei Manufatti Contenenti Amianto, ovvero la possibilità per il cittadino di rimuovere e smaltire piccole quantità di Amianto dalla propria residenza.
Il Piano Amianto ha previsto l’adozione da parte della Regione di standard omogenei in tutta la regione, unificando sia le quantità di amianto trattabile, sia le prassi per attivarla, sia le procedure per effettuarla in sicurezza da parte dei cittadini.
A questa previsione ha fatto seguito il 1° luglio del 2019 la relativa delibera di giunta, a cui ha fatto seguito la deliberazione di ATERSIR (l’agenzia regionale per i servizi idrici e dei rifiuti, costituita dai comuni dell’Emilia Romagna) vedi qui di seguito.
Alla data del 30 giugno le infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto sono 965 in più rispetto al monitoraggio precedente. I casi mortali sono 252 (+16), concentrati soprattutto tra gli uomini (82,5%) e nel Nord-Ovest (58,3%), con un’età media dei deceduti di 59 anni
ROMA – I contagi sul lavoro da nuovo Coronavirus rilevati dall’Inail alla data del 30 giugno sono 49.986, 965 in più rispetto al monitoraggio del 15 giugno e pari a circa un quinto delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto dall’inizio dell’anno. I casi mortali sono 252 (+16), concentrati soprattutto tra gli uomini (82,5%) e nelle fasce 50-64 anni (69,8%) e over 64 anni (19,5%), con un’età media dei deceduti di 59 anni. Prendendo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale segnalate all’Inail, il rapporto tra i generi si inverte – il 71,6% dei lavoratori contagiati sono donne – e l’età media scende a 47 anni. A fare il punto della situazione è il sesto report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, pubblicato oggi insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento sui casi registrati nelle 19 regioni italiane e nelle due province autonome di Trento e Bolzano, diffuse con cadenza mensile.
Nell’Italia settentrionale più di otto denunce su 10. Dall’analisi territoriale emerge che più di otto denunce su 10 sono concentrate nell’Italia settentrionale: il 56,2% nel Nord-Ovest e il 24,2% nel Nord-Est, seguiti da Centro (11,8%), Sud (5,7%) e Isole (2,1%). Concentrando l’attenzione sui contagi con esito mortale, la percentuale del Nord-Ovest rispetto al totale sale al 58,3%, mentre il Sud, con il 15,1% dei decessi, precede il Nord-Est (13,1%), il Centro (11,9%) e le Isole (1,6%). La Lombardia è la regione più colpita, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,1%) e il 44,8% dei decessi. Nel dettaglio, il 30,2% dei 18.032 contagi sul lavoro denunciati nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma con 32 decessi la provincia di Bergamo conferma il primato negativo per i casi mortali, seguita da Milano (22), Brescia (20) e Cremona (16).
Oltre un terzo dei decessi in ambito sanitario. Circa il 99% delle denunce riguarda la gestione assicurativa dell’Industria e servizi, mentre i casi registrati in Agricoltura, nella Navigazione e nella gestione per Conto dello Stato sono circa 600. Rispetto alle attività produttive, il 72,1% del complesso delle infezioni denunciate e il 26,1% dei casi mortali si concentra nel settore della Sanità e assistenza sociale (che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili), che insieme al settore degli organismi pubblici preposti alla sanità (Asl) porta all’81,2% la quota dei contagi e al 36,6% quella dei decessi avvenuti in ambito sanitario. Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, alimentari), le attività di alloggio e ristorazione, il commercio e il trasporto e magazzinaggio.
Tecnici della salute, medici e operatori socio-assistenziali le categorie più coinvolte. Con il 40,6% dei contagi denunciati, oltre l’83% dei quali relativi a infermieri, la categoria professionale dei tecnici della salute si conferma la più colpita dal virus, seguita dagli operatori socio-sanitari (21,3%), dai medici (10,5%), dagli operatori socio-assistenziali (8,7%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%). L’analisi dei decessi rivela come circa il 40% riguardi personale sanitario e socio-assistenziale. Nel dettaglio, l’11,8% dei casi mortali codificati riguarda i tecnici della salute (il 63% sono infermieri), seguiti dai medici (9,3%), dagli operatori socio-sanitari (8,1%), dagli operatori socio-assistenziali e dal personale non qualificato nei servizi sanitari (4,3% per entrambe le categorie).
Riceverai una mail con una richiesta di conferma . Conferma con l’invio che accetti la registrazione . La newsletter è gratuita. Potrai disiscriverti in qualsiasi momento.
Un atteso declassamento alla regola del distanziamento sociale di due metri rischia di causare “più focolai” di coronavirus nel settore della lavorazione della carne, Uniti, Regno Unito e il più grande sindacato dell’Irlanda, ha dichiarato oggi (lunedì 22 giugno).
Unite ha chiesto un “intervento significativo” da parte sia del governo che dei datori di lavoro per impedire la diffusione di Covid-19 negli stabilimenti di trasformazione delle carni per accompagnare qualsiasi declassamento delle misure di allontanamento sociale, compresi regimi migliori in materia di salute e sicurezza e miglioramenti nei test e nella tracciabilità.
La prevalenza di focolai di coronavirus negli stabilimenti di trasformazione delle carni rende inoltre indispensabile ai ministri e ai datori di lavoro garantire che i lavoratori, che hanno bisogno di autoisolarsi, possano essere pagati nell’ambito del regime di retribuzione del lavoro (JRS) o che i loro tassi di indennità di malattia siano aumentati , Ha detto Unite.
Il sindacato ha affermato che era “inevitabile” che alcuni operai delle fabbriche di carne a basso reddito con “contratti di sfruttamento” , che avrebbero dovuto essere autoisolanti, continuassero a lavorare perché hanno diritto a una indennità di malattia obbligatoria (SSP) di £ 95,85 a settimana.
Il responsabile nazionale Unite Bev Clarkson ha dichiarato: “Molti datori di lavoro notano a malapena la regola del distanziamento sociale di due metri così com’è. Qualsiasi declassamento per l’industria della carne nell’attuale ambiente fornirà semplicemente ai capi irresponsabili la scusa di cui hanno bisogno per eliminare completamente le distanze sociali. In parole povere, rischierà più focolai nelle fabbriche in tutto il paese.
“Prima che vengano adottate nuove misure, i ministri e i datori di lavoro devono fare i conti con l’ondata di focolai verificatisi ai sensi della presente regola dei due metri. Oltre a regimi più rigorosi in materia di salute e sicurezza nelle fabbriche, è necessario migliorare i sistemi di prova e tracciabilità dei contatti all’interno del settore.
“Altrettanto importante è il fatto che troppi addetti alla lavorazione della carne semplicemente non possono permettersi di ammalarsi e sono costretti a ignorare le regole per mettere il cibo in tavola. Siamo ora in una situazione in cui la retribuzione della povertà e i contratti di sfruttamento endemici del settore stanno avendo un impatto diretto sulla salute pubblica.
“I ministri e i datori di lavoro devono fare un passo avanti e fornire una retribuzione per malattia che le persone possano sopravvivere o consentire a questi lavoratori di essere licenziati”.
Unite è il più grande sindacato della Gran Bretagna e dell’Irlanda con membri che lavorano in tutti i settori dell’economia. Il segretario generale è Len McCluskey.
Tutte le attività che ripartono in Emilia-Romagna, protocolli di sicurezza condivisi
Nuova ordinanza del presidente Bonaccini: dal 18 maggio negozi, commercio, ristorazione, alberghi, servizi alla persona. Resta l’obbligo della mascherina
Le riaperture previste da domani, lunedì 18 maggio, sulla base dei protocolli già condivisi con associazioni di categoria, operatori, imprese, sindacati, enti locali e validati dalla sanità regionale: negozi, mercati, bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, tatuatori, alberghi, strutture ricettive all’aria aperta, solo per citarne alcune. E nel rispetto delle linee guida nazionali, apriranno anche musei, biblioteche, archivi, complessi archeologici e monumentali.
Altre da lunedì 25 maggio: gli stabilimenti balneari, anche in questo caso secondo le regole fissate nel protocollo regionale già approvato. Poi palestre, piscine, centri sportivi (anche per allenamenti di squadra); attività corsistiche (dalle lingue straniere alla musica); centri sociali e circoli ricreativi; parchi tematici, di divertimento e luna park: per tutte queste attività, però, servirà prima l’adozione di uno specifico protocollo regionale per ognuna, nel rispetto dei principi contenuti nelle linee guida nazionali definite d’intesa fra Governo e Regioni. Oltre a rispettate le norme di distanziamento sociale, senza alcun assembramento.
Infine, dall’8 giugno, sempre previa adozione di uno specifico protocollo regionale, potranno ripartire i centri estivi e per i minori di età superiore a tre anni.
È quanto prevede la nuova ordinanza (pdf, 3.3 MB) firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, valida dal 18 maggio in tutta l’Emilia-Romagna.
Le misure adottate partono dall’attuale situazione epidemiologica del contagio da Coronavirus nel territorio emiliano-romagnolo, tale da consentire la riapertura e l’autorizzazione di diverse attività ma sempre nel rispetto del principio del distanziamento sociale. Così come bisognerà seguire le regole di prevenzione, igiene e protezione, a partire dall’uso della mascherina, il cui obbligo viene confermato dall’ordinanza nei locali aperti al pubblico e nei luoghi all’aperto dove non sia possibile mantenere la distanza di un metro.
Rispetto agli spostamenti, da domani cessano di avere effetto tutte le misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale.
Inoltre, è ammesso lo spostamento anche al di fuori della Regione Emilia-Romagna, non oltre la provincia o il comune confinante, da parte di residenti in province o comuni collocati a confine tra Emilia-Romagna e altre regioni, previa però comunicazione congiunta ai Prefetti competenti da parte dei presidenti delle Regioni, dei presidenti delle Province o dei sindaci dei Comuni tra loro confinanti. Saranno queste stesse comunicazioni a circostanziare tali possibilità.
Così come, sempre da domani, sarà consentito l’accesso alle spiagge libere e agli arenili.
I servizi di trasporto pubblico dovranno rimodulare l’offerta in considerazione della riapertura delle attività produttive, rispettando le prescrizioni previste la prevenzione e il contrasto alla diffusione del contagio.
Quanto previsto dall’ordinanza regionale si aggiunge alle misure valide nell’intero territorio nazionale contenute nel Decreto Legge e nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri approvati fra ieri e oggi dal Governo. A partire dalla possibilità di muoversi liberamente all’interno dei confini regionali senza più alcuna autocertificazione, necessaria invece per gli spostamenti fra una regione e l’altra, consentiti, così come prima, solo e unicamente per motivi di salute, lavoro, necessità e urgenza. Resta inoltre il divieto di uscire dalla quarantena, così come di spostarsi se positivi al Coronavirus.
E fra le misure nazionali rientra anche la possibile riapertura delle Autoscuole a partire dal 20 maggio.
Rete Sostenibilità e Salute apre una discussione su alcune misure (divieto o limitazione dell’esercizio fisico all’aperto e chiusura dei parchi) assunte in questo periodo di emergenza in un clima generale di insicurezza e paura.
Il documento “Iniziamo a ragionare su esercizio fisico, attività all’aperto e coronavirus” non propone un allentamento delle misure valide di contenimento ma, al contrario, un aumento di protezione della comunità.
Vi sono, infatti, fortissime prove scientifiche che l’attività motoria dia benefici per la salute (inclusa la salute mentale) e nella prevenzione della mortalità generale e da malattie infettive. Non si tratta solo dell’esercizio fisico (jogging, bicicletta, etc.), ma anche di una camminata più o meno veloce di mezz’ora al giorno, alla portata di quasi tutti gli anziani. La ricerca scientifica indica inoltre che anche trascorrere tempo all’aperto nella natura dia importanti benefici per la salute.
In sintesi le proposte di Rete Sostenibilità e Salute:
– Fermo restando la forte raccomandazione di svolgere anche attività motoria a casa, si può cominciare a discutere se riaprire i parchi e permettere in tutta Italia, nel rispetto delle distanze di sicurezza, di svolgere attività motoria all’aperto (per ciò si intende anche una passeggiata, per i bambini il giocare all’aperto con i soli membri del proprio nucleo famigliare, coltivare un orto, etc.). Volendo essere più cauti, si potrebbe all’inizio adottare il modello francese, che permette “passeggiate e attività fisica, purché da soli o con il proprio nucleo familiare, per un’ora al giorno, nel raggio di un chilometro” dall’abitazione”. Ciò eviterebbe anche l’affollamento che si potrebbe verificare in alcune aree verdi. Per chi fa jogging, a qualunque età, le distanze di sicurezza potrebbero aumentare: rispetto a #iorestoacasa, un hashtag più mirato potrebbe essere #iostoatremetri, aggiungendo il consiglio di non fare jogging nella scia di altri.
– Dovrebbe passare il messaggio che chi fa attività motoria non va guardato con riprovazione. Al contrario, si tratta di persone che attuano comportamenti meritori, tutelando la salute propria, proteggendosi meglio anche dalle infezioni, e alleggerendo il carico assistenziale per la società: così le risorse sanitarie potranno essere meglio riservate a chi ne ha più bisogno.
– La tutela della salute e un efficace contenimento dell’epidemia non si possono attuare con decisioni autoritarie poco trasparenti, ma attraverso l’empowerment delle persone: la possibilità per i cittadini di fare scelte informate, partecipate, attraverso strumenti chiari, coordinati e condivisi. Una gestione trasparente dell’emergenza faciliterebbe l’adesione alle regole necessarie al contenimento dell’epidemia.
La memoria delle lotte degli anni ’70 e ’80 per la salute dei lavoratori nel comparto delle ceramiche nella Provincia di Reggio Emilia.Ringraziamo lo Spi Cgil di Reggio per questa iniziativa.
“Riteniamo fondamentale l’accordo quadro unitario raggiunto con Marelli sulle linee guida per affrontare l’emergenza “Covid-19”.
Con l’intesa sono individuate le misure e le azioni necessarie alla graduale ripresa delle attività di Marelli quando il Governo deciderà la ripresa produttiva.
Si valorizzano le esperienze condivise nelle unità produttive con i rappresentanti dei lavoratori e si predispongono le tutele per assicurare la massima protezione possibile delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nel testo sono definite le modalità per la ripartenza graduale degli stabilimenti a partire dal confronto sulle linee guida tra azienda e delegati che dovranno trovare le migliori soluzioni per la tutela delle persone attraverso la riorganizzazione della produzione, una riduzione dei volumi produttivi e dispositivi di protezione individuale. Inoltre, è prevista una fase preventiva di formazione e di informazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
Questo accordo resterà in vigore fino al 31 luglio 2020 e ci sarà un monitoraggio continuo per eventuali ulteriori integrazioni e miglioramenti, alla luce delle indicazioni delle autorità pubbliche e della comunità scientifica.
L’accordo quadro è un passo importante per la tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori in un’azienda strategica come Marelli”.
Lo dichiara Alessandro Pagano, coordinatore nazionale Marelli per la Fiom-Cgil nazionale
Riteniamo utile riprodurre questo elaborato dell’Istituto francese INRS sulle caratteristiche delle maschere. [ avvertenza: l‘articolo originale è in francese, la traduzione automatica tramite google translator potrebbe essere imperfetta per cui suggeriamo anche di leggere alla fonte l’articolo in lingua francese ….]
Maschere respiratorie e rischi biologici: domande frequenti Risposte alle domande più frequenti sulle maschere di protezione respiratoria e sui rischi biologici.
1 – Qual è la differenza tra una maschera chirurgica e una maschera FFP?
Una maschera chirurgica è un dispositivo medico (norma EN 14683). Ha lo scopo di impedire la proiezione verso l’ambiente circostante delle goccioline emesse dalla persona che indossa la maschera. Protegge anche chi lo indossa da proiezioni di goccioline emesse da una persona di fronte. Tuttavia, non protegge dall’inalazione di particelle aerodisperse molto piccole. Esistono tre tipi di maschere:
Tipo I: efficienza di filtrazione batterica> 95%.
Tipo II: efficienza di filtrazione batterica> 98%.
Tipo IIR: efficienza di filtrazione batterica> 98% e resistente agli schizzi.
Una maschera FFP è un dispositivo di protezione delle vie respiratorie (norma NF EN 149). Ha lo scopo di proteggere chi lo indossa sia dall’inalazione di goccioline che da particelle sospese nell’aria, che possono contenere agenti infettivi. Indossare questo tipo di maschera è più restrittivo (disagio termico, resistenza respiratoria) rispetto a quello di una maschera chirurgica. Esistono tre categorie di maschere FFP, a seconda della loro efficacia (stimata in base all’efficacia del filtro e alla perdita sul viso). Quindi, distinguiamo:
Le maschere FFP1 filtrano almeno l’80% degli aerosol (perdita totale all’interno <22%).
Le maschere FFP2 filtrano almeno il 94% degli aerosol (perdita totale all’interno <8%).
Le maschere FFP3 filtrano almeno il 99% degli aerosol (perdita totale verso l’interno <2%).
2 – Nell’attuale contesto di carenza di FFP2, è possibile utilizzare dispositivi di filtraggio conformi agli standard stranieri?
Le maschere che soddisfano i requisiti di determinati standard stranieri possono essere utilizzate in via eccezionale. Le prestazioni di filtrazione del materiale filtrante sono molto simili tra maschere FFP2 (norma europea EN 149), maschere N95 (norma americana NIOSH 42C-FR84), maschere Corea 1a classe (norma coreana KMOEL -2017-64), maschere KN95 (standard cinese GB2626-2006), maschere DS2 (standard giapponese JMHLW-2000) e maschere P2 (standard australiano AS / NZS 1716: 2012).
3 – Quanto sono efficaci le maschere in tessuto?
Le maschere di stoffa possono essere realizzate con materiali di diversa natura. Queste maschere non sono state sottoposte a tutti i test di efficienza prescritti dalle norme vigenti. I pochi studi scientifici sulle prestazioni di filtrazione delle maschere in tessuto mostrano un’efficienza di filtrazione inferiore a quella delle maschere chirurgiche. Uno studio condotto tra il personale ospedaliero ha anche dimostrato che il rischio di infezione delle vie respiratorie era più elevato nel gruppo che indossava una maschera tissutale rispetto al gruppo che indossava una maschera chirurgica.
Nella mattinata di oggi, a seguito di un confronto che è durato per quasi una settimana, è stato raggiunto un accordo, sottoscritto questa mattina, da parte della RSU IMA spa, assistita da FIM FIOM UILM di Bologna, con la Direzione Aziendale per la gestione della fase transitoria – che vede una presenza ridotta delle persone negli stabilimenti (visto che l’azienda non è mai stata chiusa) – attraverso lo strumento della Banca Ore Negativa (BON) e attraverso lo strumento della Cassa Integrazione (con causale Covid- 19 e per il periodo 14 aprile 2020- 15 maggio 2020) messo a disposizione dal recente Decreto “Cura Italia”.
Lo strumento della cassa integrazione sarà utilizzato anche, nello spirito del Protocollo CGIL CISL UIL Confindustria per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, per ridurre l’orario giornaliero (anche per chi opera in smart work) e anche per realizzare un sistema di turnazione (con 6 ore di lavoro e 2 di cassa) che eviti il più possibile la concentrazione dei lavoratori negli stabilimenti.
L’accordo sarà ripreso da tutte le realtà IMA Spa sia del territorio che a livello nazionale (Firenze e Parma).
L’accordo prevede:
Un meccanismo condiviso di recupero delle ore di Banca Ore Negativa (B.O.N.) – che hanno permesso ai lavoratori di rimanere a casa retribuiti al 100% fino al 13 aprile 2020 – che prevede tempi lunghi di recupero (fino al 2026 nei casi di massimo accumulo) e la trasformazione della maggiorazione dovuta per le ore eccedenti il normale orario di lavoro in tempo (per favorire un recupero più veloce delle ore accumulate).
l’anticipazione da parte dell’Azienda per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici (operai e impiegati) degli importi di cassa integrazione, nonché la maturazione (a prescindere dal numero di giorni di cassa integrazione) integrale degli istituti contrattuali: ferie, permessi, 13ma;
una integrazione economica degli importi di cassa, a carico Azienda, pari a 20euro lordi per ogni giorno di cassa, da riproporzionare in caso di utilizzo a ore della cassa integrazione;
la possibilità, su base volontaria e al fine di ridurre l’effetto negativo sulle retribuzioni dovuto all’incidenza della cassa, di utilizzare al posto della cigo ferie e permessi personali.
FIM FIOM UILM di Bologna esprimono soddisfazione per l’accordo raggiunto, frutto di un lavoro lungo e complesso delle delegate e dei delegati sindacali della RSU e dei funzionari di FIM FIOM UILM, che testimonia il valore, per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori di IMA, di un sindacato forte e autorevole, della contrattazione collettiva e del sistema di avanzate relazioni sindacali costruito negli anni.
Abbiamo ricevuto e con piacere pubblichiamo, per favorirne la massima diffusione possibile, l’informazione su questa importante iniziativa di Mega Italia Media. editor
Comunicato Stampa
In risposta all’iniziativa “Solidarietà Digitale” e per supportare cittadini e imprese in questa fase di emergenza sanitaria, Mega Italia Media offre l’accesso gratuito ad un corso per la prevenzione dei rischi in ambito domestico.
Per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2 l’Italia sta affrontando una grave emergenza sanitaria che incide notevolmente sulla vita e sulle abitudini di tutti. Alla popolazione è chiesto di restare a casa per il contenimento del virus, limitando le uscite a comprovati motivi di salute, di necessità o a particolari esigenze lavorative per le attività ancora operanti.
Inoltre durante questa emergenza molti lavoratori stanno sperimentando dalla propria abitazione il cosiddetto “lavoro agile” o smart working utilizzando strumenti e tecnologie informatiche.
Se in queste settimane una grande parte della popolazione rimane a casa, non bisogna tuttavia dimenticare che anche in questi luoghi di vita si possono verificare incidenti domestici che necessitano di cure ospedaliere. Sono dunque necessarie e urgenti idonee azioni di informazione sui rischi che sono presenti negli ambienti domestici: solo conoscendoli è possibile ridurli e prevenirli.
Il progetto di solidarietà digitale per l’emergenza COVID-19
L’innovazione tecnologica è una risorsa preziosa per migliorare la vita e affrontare l’emergenza COVID-19 e, partendo da questa constatazione, il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione ha lanciato un progetto di “Solidarietà Digitale”.
Il progetto, attraverso strumenti gratuiti offerti da aziende e associazioni, ha l’obiettivo di ridurre l’impatto sociale, economico e psicofisico sulle persone, e sui lavoratori delle conseguenze dell’emergenza nazionale e delle misure restrittive imposte a livello nazionale e regionale.
Il link per connettersi al portale “solidarietà digitale”:
Aderendo all’iniziativa “Solidarietà Digitale” Mega Italia Media – una delle aziende leader nella formazione alla sicurezza e nello sviluppo di applicazioni tecnologicamente avanzate per la formazione online – ha deciso di mettere a disposizione la propria esperienza per promuovere proprio i temi della prevenzione dei rischi per la sicurezza in ambito domestico.
A tal fine viene offerto a tutti l’accesso gratuito al corso “La sicurezza in casa”, fruibile tramite il canale YouTube, senza alcuna procedura di registrazione né di login.
È possibile accedere gratuitamente al corso tramite questo link:
Se in questa fase di emergenza l’ambiente domestico può favorire il contenimento del nuovo coronavirus, è necessario considerare che la casa è un luogo potenzialmente ricco di rischi per la salute e la sicurezza di coloro che ci vivono e ci lavorano. Nel nostro paese si verificano ogni anno circa tre milioni di infortuni domestici con oltre 8000 morti e circa 300.000 ricoveri ospedalieri.
Attraverso il corso “La sicurezza in casa” messo gratuitamente a disposizione da Mega Italia Media sarà possibile imparare a riconoscere e a ridurre o eliminare i pericoli presenti negli ambienti domestici.
I pericoli della casa, pur non evidenti e conosciuti, sono innumerevoli: il videocorso analizza i pericoli presenti in ordinari ambienti domestici come la cucina, il bagno, e quelli che possono derivare da attività come il bricolage, le riparazioni domestiche e le attività di pulizia della casa. Sono inoltre trattati i rischi che possono coinvolgere i bambini o gli anziani presenti in casa.
Vengono illustrate anche le principali manovre di primo soccorso, antincendio, di movimentazione corretta dei carichi e i concetti di prevenzione del rischio elettrico.
Ricordiamo ancora che è possibile accedere gratuitamente al corso tramite questo link:
Per informazioni sui corsi online di Mega Italia Media è possibile visitare il sito internet https://www.megaitaliamedia.com/it/ o contattare Mega Italia Media S.p.A. – Via Roncadelle 70A, 25030 Castel Mella – Brescia – Tel. +39.030.5531800 – info@megaitaliamedia.it
Continuano a salire le guarigioni, che arrivano complessivamente a 1.852 (+189). In calo sia i ricoverati in terapia intensiva che quelli nei reparti Covid.
15.932 casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 599 in più rispetto a ieri; 63.682 i test effettuati, 3.625 in più. Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, venerdì 3 aprile, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Complessivamente, sono 6.952 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (312 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 364, 2in meno rispetto a ieri. E si sono registrati 29 ricoverati in meno anche nei reparti non di terapia intensiva (3.915 oggi rispetto ai 3.944 che si contavano ieri). I decessi sono purtroppo passati da 1.811 a 1.902: 91 in più, quindi, di cui 62 uomini e 29 donne.
Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.852 (189 in più rispetto a ieri), 1.293 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 559 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 18 residenti nella provincia di Piacenza, 9 in quella di Parma, 14 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena, 31 in quella di Bologna (nessuno in territorio imolese), 3 in quella di Ferrara, 2 nella provincia di Forlì-Cesena (nessuno nel forlivese), 4 in quella di Rimini. Nessun decesso si è verificato in provincia di Ravenna. Un solo decesso si riferisce a un residente fuori regione.