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Riccardo Petrella: La risposta mondiale al Coronavirus. Che mistificazione!
FONTE INCHIESTAONLINE
Ci fu una volta… ma non c’è più.
Se continua la tendenza attuale, circa 5 miliardi di persone non avranno ancora accesso alla salute nel 2030, termine entro il quale (secondo l’Agenda 2030 dell’ONU) i dirigenti mondiali hanno fissato la realizzazione della copertura sanitaria mondiale. La stragrande maggioranza delle persone che non hanno accesso sono povere .
(OMS, Rapporto su monitoraggio dello stato della copertura sanitaria universale, settembre 2019).
L’allerta è grave perché per raggiungere l’obiettivo occorrerà raddoppiare la copertura attuale in soli dieci anni!
Per alcuni decenni dopo la Seconda guerra mondiale, in alcuni paesi “ricchi” del mondo (Paesi scandinavi, Germania, Olanda, Francia e, meno, Italia, niente negli Stati Uniti) grandi passi in avanti furono compiuti grazie alle politiche del welfare centrate sulla protezione e la sicurezza sociale. Inoltre, ai primi anni ’70 si registrò un inizio di riduzione del tasso di crescita delle grandi disuguaglianze di reddito tra Paesi “ricchi” e Paesi impoveriti
Tutto cambiò nel decennio ‘70 a seguito del crollo del sistema finanziario internazionale messo in piedi nel ‘45-‘48 dalle potenze occidentali. I gruppi sociali del Nord, principali detentori dei capitali mondiali iniziarono con successo a smantellare lo Stato del Welfare accusato di aver condotto alla crisi del sistema perché aveva incoraggiato nella ripartizione del reddito prodotto un aumento della parte dedicata ai redditi da lavoro e, relativamente, diminuito quella andata ai redditi da capitale. Da qui riuscirono in meno di vent’anni ad imporre le grandi ondate di mercificazione di ogni forma di vita (brevetti sul vivente e sull’intelligenza artificiale compresi) e di privatizzazione e finanziarizzazione dell’intera economia, inclusi i beni e i servizi pubblici.
Russia, India, Cina, chi più o meno con autonomia, si sono integrate nella nuova economia mondiale dominata dal neocapitalismo finanziario ad alta intensità tecnoscientifica e, soprattutto, tecnocratica. Le conseguenze per la vita della Terra sono state disastrose: devastazioni ambientali e climatiche, sconquasso economico, disastro sociale, guerre, militarizzazione della economia e della politica. È in questo contesto come mai convulso e violento che si è manifestata la crisi sanitaria mondiale da Coronavirus. Questa ha toccato finora soprattutto i Paesi “più ricchi” al mondo. Ed è probabilmente per questa ragione che, contrariamente alle precedenti pandemie, essa è diventata di gran lunga la grande questione del nostro tempo, per lottare contro la quale i potenti del mondo hanno adottato misure mai viste nel passato quali il confinamento di milioni e milioni di persone con conseguente arresto generale delle attività economiche, salvo quelle essenziali di prima necessità.
Fabbrica in fiamme a Porto Marghera, operai feriti
Riprendiamo da COLLETTIVA che ringraziamo
Esplosione in uno stabilimento di prodotti chimici. Due operai feriti. Una colonna di fumo in tutta la zona. La testimonianza della Filctem veneziana: incidente di grandi dimensioni. Distrutto uno dei due impianti della 3v Sigma.
Questa mattina intorno alle 10 è scoppiato un incendio all’interno di un’azienda di prodotti chimici di Porto Marghera, la 3v Sigma. “Ho parlato al telefono con alcuni lavoratori che mi hanno raccontato dell’esplosione”, ci ha detto Davide Camuccio, segretario generale della Filctem Cgil veneziana. “Coinvolta buona parte dell’azienda, che è divisa in due impianti, uno dei quali, che comprendeva anche una parte dei laboratori, completamente distrutto dalle fiamme. Un incidente di grandi dimensioni, anche dalle immagini che avete potuto vedere. I feriti sono due, entrambi ustionati, di cui uno in gravi condizioni”. A prendere fuoco, ci ha detto il dirigente sindacale, “un serbatoio di acetone. Questa ditta produce additivi e composti. Catalizzatori che vende a ditte di cosmetica, in particolare”. Si sa qualcosa sui due uomini coinvolti? “La società ha circa 35 dipendenti diretti, assunti a tempo indeterminato, e 3 o 4 interinali. Il condizionale è veramente d’obbligo ed è una notizia da confermare perché le fonti sono informali, ma sembra che i due feriti siano lavoratori indiretti”. Ora l’allarme ambientale è cessato e si può uscire all’aperto. All’inizio, per il pericolo della nube sviluppata dall’incendio, il Comune aveva invitato la popolazione a rimanere a casa. Ci sono state altre conseguenze? “L’azienda è abbastanza vicina a un altro stabilimento, ma non ci sono stati particolari inconvenienti, se non quelli legati all’evacuazione”, ha dichiarato ancora Davide Camuccio.
Rifiuti e coronavirus, Brusaferro (Iss): doppio sacchetto se vengono da casa di un positivo
FONTE SUPERABILE CHE RINGRAZIAMO.
Il presidente dell’Iss lo ribadisce in audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, la ‘Ecomafiè, sulla gestione dei rifiuti legata all’emergenza Covid-19
15 maggio 2020
Si deve “tutelare la possibilità che rifiuti entrati in contatto con il coronavirus possano trasmettere virus”, dice Brusaferro, con una “grande attenzione proposta negli oggetti e strumenti utilizzati, come mascherine guanti e camici, riferendoci ai rifiuti extrasanitari perché lo smaltimento sanitario è ben codificato con apposita normativa”. Infatti “nell’ambiente sanitario è tutto già previsto in precedenza per altre malattie infettive” affini al coronavirus, mentre “diverso è il discorso in ambito domestico o lavorativo”, precisa il presidente Iss.
Se proviene “da un contesto abitativo di persona positiva”, dice Brusaferro, il rifiuto “se gestito in doppio sacchetto, poi chiuso per bene perché il contenuto non si disperda, è una forma sufficientemente protettiva per esser smaltito conferendolo come rifiuto urbano”, ponendo “un rischio gestibile”. Si dovrà però “sospendere la differenziata”.
Invece, “per altri cittadini”, quelli che vivono in una casa senza nessun positivo, va usato “un sacchetto ad hoc per guanti e mascherine, che poi va gettato nel resto della spazzatura, in modo che l’operatore non vi entri in contatto”, prosegue e in questa categoria “non c’è motivo di sospendere differenziata”, precisa il presidente Iss. Per quel che riguarda gli operatori della raccolta di rifiuti, “a ogni cambio turno si dovranno sanificare mezzi e strumenti”, spiega Silvio Brusaferro, presidente Iss. Per quanto riguarda le tecniche di smaltimento, discarica e incenerimento, va “bene tutto purché si eviti la formazione di aerosol”, a parte ciò il “rischio di contaminazione è minimo o irrilevante”, è un “rischio accettabile, gestibile”. Questo virus “è particolare- ricorda Brusaferro- ha un capside e appartiene a una famiglia di virus particolarmente sensibile alla luce de Sole e dei disinfettanti, per cui una profonda igiene e una disinfezione anche non intensa consentono di poterlo inattivare”, in assenza di queste condizioni “può sopravvivere da pochi minuti a qualche giorno, ma dipende dal contesto”. Invece “in situazioni protette, con materiale biologico e protette dalla luce del Sole vive più a lungo- ribadisce il presidente Iss, “dove la disinfezione è quotidiana, è molto bassa la possibilità di sopravvivenza”.
PIÙ CONTROLLI SUGLI ILLECITI
Potrebbe essere “opportuno rafforzare i controlli sugli smaltimenti illeciti di acque reflue o fanghi non trattati negli impianti di depurazione”, quindi “che potrebbero causare l’esposizione umana a materiali potenzialmente infetti”, e causare un rischio “anche attraverso la contaminazione di falde sotterranee o superficiali”. Se trattati nel modo legale e corretto, i fanghi da depurazione possono poi venire “applicati in linea con le buone pratiche agricole”, spiega. Un trattamento, quello abituale, che fornisce garanzie “anche in considerazione della scarsa plausibilità di un rilascio di aerosol”, che resta la via potenziale di trasmissione del coronavirus più efficace, conclude.
Eurofound (2020), Living, working e COVID-19: Primi risultati – aprile 2020, Dublino
foto da Eurofound
I primi dati di una Ricerca della Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro sono riportati in un Report scaricabile dal sito di Eurofound. Riportiamo le prime valutazioni riferite al mese di aprile.
Eurofound (2020), Living, working e COVID-19: Primi risultati – aprile 2020, Dublino
I paesi più colpiti dalla pandemia vedono l’impatto più significativo sul loro benessere. I risultati di alcuni paesi sono particolarmente sorprendenti, con la soddisfazione della vita in Francia ora al suo livello più basso rispetto alle indagini effettuate prima della crisi.
Oltre la metà degli intervistati dell’UE è preoccupata per il proprio futuro a causa della crisi COVID-19, con solo il 45% che si sente ottimista. Contrariamente alle indagini condotte prima della pandemia, paesi come Francia, Belgio, Italia e Grecia vedono l’ottimismo scendere al di sotto della media UE.
Le persone in tutta l’UE stanno segnalando livelli estremamente bassi di fiducia nell’UE e nei loro governi nazionali, in particolare in diversi Stati membri tradizionalmente pro-UE come Francia, Italia e Spagna, sollevando domande fondamentali sull’azione percepita dell’UE durante la crisi.
Più di un quarto degli intervistati nell’UE in questa fase riferisce di aver perso il lavoro temporaneamente (23%) o permanentemente (5%), con i giovani più colpiti. Anche la metà di coloro che lavorano vedono ridursi l’orario di lavoro, soprattutto in Romania, Italia, Francia, Cipro e Grecia. I paesi nordici hanno registrato meno riduzioni dell’orario di lavoro.
Quasi il 40% delle persone in Europa dichiara che la propria situazione finanziaria è peggiore rispetto a prima della pandemia – il doppio del numero riportato nelle indagini prima della crisi. Quasi la metà indica che le loro famiglie non riescono a sbarcare il lunario e oltre la metà riferisce di non poter mantenere il proprio tenore di vita per più di tre mesi senza un reddito. La situazione è ancora più drammatica per i tre quarti dei disoccupati che non riescono a cavarsela per più di tre mesi con l’82% che riferisce che la loro famiglia ha difficoltà a far quadrare i conti.
Toccando il vuoto Storia di un infortunio mortale
Il lavoro del Dors ( Centro Regionale Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte ) è per davvero molto importante. Segnaliamo dal loro sito la ricostruzione delle modalità di accadimento dell’infortunio mortale in cui ha perso la vita Christian. La narrazione di queste tragedie si prefigge lo scopo di fare conoscere meglio come, purtroppo, sia possibile perdere la vita in un infortunio sul lavoro a causa di errori o mancanze organizzative evitabili. Il repertorio di 75 storie tragiche che possono servire a quanti operano nel campo della prevenzione a migliorare il lavoro di gestione dei rischi. editor |
Fonte Dors.it
Toccando il vuoto
Storia di un infortunio mortale
Christian lavorava all’interno di un’importante fondazione culturale, doveva ultimare i lavori di stuccatura delle pareti in cartongesso già installate nei giorni precedenti. A questo scopo aveva allestito un piano di lavoro a circa undici metri da terra, costituito da due assi in legno affiancate lunghe due metri e larghe cinquanta centimetri.
Le assi erano appoggiate sui mancorrenti in ciliegio della scala sorretti mediante ganci metallici dalla struttura in vetro che costituiva la parete di delimitazione del pianerottolo delle scale. Christian era salito in cima ad una scala sistemata sull’esigua superficie di quel piano di lavoro improvvisato. E’ stata sufficiente una piccola pressione esercitata dal lavoratore verso la parete per spostare le assi e farlo precipitare nel vuoto insieme alla scala e alle attrezzature.
Questa è la settantacinquesima storia aggiunta al repertorio delle storie di infortunio, nel quale sono raccolte le storie scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che partecipano al progetto “Dall’inchiesta alla storia: costruzione di un repertorio di storie di infortunio sul lavoro”.
Il progetto è descritto nel seguente articolo: La narrazione degli infortuni sul lavoro come base per il miglioramento delle attività preventive. Med Lav. 2016 May 26;107(3):178-90.
Lidia Fubini, O. Pasqualini*, Luisella Gilardi, Elisa Ferro, M. Marino*, S. Santoro, Eleonora Tosco, Antonella Bena*, M. Elena Coffano.
DoRS – Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, ASL TO3 – Regione Piemonte. * SC a DU Servizio di Epidemiologia, ASL TO3 – Regione Piemonte.
Se interessati all’articolo completo, fate richiesta scrivendo a info@dors.it .
Vai al repertorio delle storie di infortunio, leggi direttamente la sintesi della storia o la storia completa “Toccando il vuoto”
L’infortunio sul lavoro per Covid-19 non è collegato alla responsabilità penale e civile del datore di lavoro
“L’infortunio sul lavoro per Covid-19 non è collegato alla responsabilità penale e civile del datore di lavoro
Il datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa…”
Così recita il comunicato Inail che spazza via il chiacchericcio interessato e strumentale che circolava in rete.
dal sito Inail
“L’infortunio sul lavoro per Covid-19 non è collegato alla responsabilità penale e civile del datore di lavoroIl datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa ROMA – In riferimento al dibattito in corso sui profili di responsabilità civile e penale del datore di lavoro per le infezioni da Covid-19 dei lavoratori per motivi professionali, è utile precisare che dal riconoscimento come infortunio sul lavoro non discende automaticamente l’accertamento della responsabilità civile o penale in capo al datore di lavoro. Sono diversi i presupposti per l’erogazione di un indennizzo Inail per la tutela relativa agli infortuni sul lavoro e quelli per il riconoscimento della responsabilità civile e penale del datore di lavoro che non abbia rispettato le norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Queste responsabilità devono essere rigorosamente accertate, attraverso la prova del dolo o della colpa del datore di lavoro, con criteri totalmente diversi da quelli previsti per il riconoscimento del diritto alle prestazioni assicurative Inail. Pertanto, il riconoscimento dell’infortunio da parte dell’Istituto non assume alcun rilievo per sostenere l’accusa in sede penale, considerata la vigenza in tale ambito del principio di presunzione di innocenza nonché dell’onere della prova a carico del pubblico ministero. E neanche in sede civile il riconoscimento della tutela infortunistica rileva ai fini del riconoscimento della responsabilità civile del datore di lavoro, tenuto conto che è sempre necessario l’accertamento della colpa di quest’ultimo per aver causato l’evento dannoso. Al riguardo, si deve ritenere che la molteplicità delle modalità del contagio e la mutevolezza delle prescrizioni da adottare sui luoghi di lavoro, oggetto di continuo aggiornamento da parte delle autorità in relazione all’andamento epidemiologico, rendano peraltro estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro.” |
Salute e sicurezza nel lavoro: uscire dall’emergenza Coronavirus.
Siamo a pochi giorni da un’ampia riapertura di attività di produzione e di servizio. Dal giorno 18 maggio rientreranno in funzione molte attività che moltiplicheranno relazioni di prossimità per milioni di persone. Prossimità sui mezzi di trasporto pubblico, nei luoghi della produzione, nei ristoranti e in tante altre situazioni.
Cerchiamo di fare il punto sui nodi cruciali per la gestione di queste riaperture. Affronteremo in questo primo articolo la complessità della gestione del rischio Covid-19 negli ambienti di lavoro
Gli ambienti di lavoro
Persiste un atteggiamento di ambiguità rispetto alla gestione istituzionale del tema vigilanza negli ambienti di lavoro. Ciò che appare con certezza riguarda la scelta di scorporare la gestione del rischio biologico da Coronavirus dall’obbligo di aggiornamento del DVR e dal riferimento normativo del D.Lgvo 81/08.
Il rischio biologico da Coronavirus è un rischio non direttamente attribuibile alla specifica mansione professionale, è un rischio generico, diffuso negli ambienti di vita e di lavoro.
Tuttavia non si può ritenere che questo rischio non debba essere valutato in relazione ai rischi specifici presenti negli ambienti di lavoro. L’apprestamento del distanziamento sociale, dei dispositivi di protezione individuale, l’organizzazione della produzione per tutelare i lavoratori dal contagio non sono azioni separabili dalla gestione dei rischi chimici, gas fumi , polveri specifici di ciascun processo produttivo.
Nell’industria agroalimentare, ad esempio, nelle lavorazioni carni preesistono al coronavirus rischi biologici specifici la cui gestione è ben definita dall’ ALLEGATO XLVI ELENCO DEGLI AGENTI BIOLOGICI CLASSIFICATI .
L’integrazione della gestione del rischio da contagio corona virus con gli altri rischi presenti nell’ambiente di lavoro non è un’opzione ideologica ma una necessità scientifica e professionale del Medico Competente come del RSPP.
Toscana RLS Bollettino dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza n°1 /2020
INDICE
– Rischio biologico: domande frequenti
– Rischio biologico e normativa
– Rischio biologico: obblighi del Datore di Lavoro
– Il rapporto di collaborazione: Medico Competente,
– RSPP e Rappresentante dei Lavoratori per la
Sicurezza
– Rischio di esposizione agli agenti biologici nei
servizi di igiene ambientale
– La Valutazione del Rischio biologico
– Le protezioni individuali dagli agenti Biologici
– Pulizia, sanificazione, disinfestazione, disinfezione
degli ambienti di lavoro
– Il contributo del RLS nella gestione del Rischio
biologico
– Esperienze di monitoraggio del rischio biologico
per gli ambienti di lavoro
– Indirizzi WEB utili
– I referenti della Rete Regionale Toscana RLS
– Campagna di iscrizione e aggiornamento
– Rete Toscana RLS 2020
Cronache da Berlino al tempo della pandemia – 13 maggio 2020 – di Franco Di Giangirolamo
Cigni nei laghi Wansee nei dintorni di Berlino foto gierre
A metà di questa settimana un po’ fatidica e di un mese „ di passaggio“ verso una nuova normalità e, spero, verso la definizione concreta di alcune condizioni di base che ci permettano di convivere senza eccessivi danni con il corona-virus, raccolgo alcuni flashes sulla situazione berlinese.
Sul piano sanitario non ci sono state evoluzioni significative, a parte l’Indice Ro che ha toccato il livello di 1,13 a livello nazionale e messo in allarme l’Istituto Koch. Sempre a livello nazionale siamo sui 7.500 decessi , in gran parte registrati in Baviera (oltre 2.000), in Baden Wuerttenberg (1,500) e Nordrehin Westfalen (1.500). A Berlino si resta attorno ai 165 morti e 6.269 contagiati con 5.586 guariti. Motivo di rassicurazione nella capitale è la inaugurazione del cosiddrtto „Ospedale senza pazienti“ allestito prsso la Halle 26 della Fiera, struttura flessibile/modulare con 488 posti letto per terapie intensive, da tenere di riserva nella evenienza di una ondata epidemica eccezionale. Una garanzia più che solida, visto che attualmente sono ricoverati in Ospedale 447 malati da Coronavirus, di cui 135 trattati in terapia intensiva. Costo della struttura 43 milioni di euro, Albrecht Broemme il coordinatore, un mese e mezzo tempo dell’allestimento, che fa pensare a molti berlinesi ai 16 anni di ancora inutile attesa del nuovo aereoporto.
Nuovo coronavirus SARS-CoV-2 – Indicazioni operative per la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari
REGIONE VENETO
Manuale per la riapertura delle attività produttive
Indicazioni operative per la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari
Versione 11 del 29.04.2020
Documento prodotto a cura di:
REGIONE DEL VENETO
Area Sanità e Sociale
Direzione Prevenzione, Sicurezza alimentare, Veterinaria
Aggiornamenti da Epicentro, sito dell’Istituto Superiore di Sanità -Prevenzione della contaminazione da Legionella durante la pandemia COVID-19
Fonte Epicentro
11/5/2020 – Aggiornamento dati: l’infografica dall’ISS
È online l’infografica giornaliera con i principali dati relativi al sistema di Sorveglianza integrata COVID-19 realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e aggiornata al 11 maggio 2020.
11/5/2020 – Prevenzione della contaminazione da Legionella durante la pandemia COVID-19
In questo periodo, il ristagno dell’acqua e l’uso saltuario di alcuni impianti, potrebbero determinare un grave rischio per la trasmissione della legionellosi. Un nuovo Rapporto ISS COVID-19 documento fornisce raccomandazioni tecniche specifiche relative alla prevenzione, controllo e gestione del rischio Legionella negli impianti idrici alla luce dell’emergenza COVID-19. Il documento e? indirizzato ai responsabili/gestori di strutture turistico recettive, edifici civili, e alle autorità preposte alla tutela della salute. Le indicazioni contenute nel documento sono a integrazione di quanto già indicato per le suddette strutture nelle linee guida nazionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi e in accordo con il DL.vo 81/2008 e i dettami del DM 14 giugno 2017 inerente i piani di sicurezza dell’acqua. Per approfondire consulta il documento completo “Guida per la prevenzione della contaminazione da Legionella negli impianti idrici di strutture turistico recettive e altri edifici ad uso civile e industriale, non utilizzati durante la pandemia COVID-19. Versione del 3 maggio 2020” (pdf 1,5 Mb) e consulta la pagina di EpiCentro dedicata ai Rapporti ISS COVID-19.
COVID-19: test di screening e diagnostici – Circolare del Ministero della Salute
Ministero della salute, emanata una circolare sui test di screening e diagnostici COVID-19
Emanata, in data 9 maggio 2020, la Circolare del Ministero della salute ad oggetto “COVID-19: test di screening e diagnostici”.
I DIRITTI DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS- IL DOCUMENTO DI MEDICINA DEMOCRATICA
I DIRITTI DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
IL DOCUMENTO DI MEDICINA DEMOCRATICA
All’emergenza pandemica si è risposto con numerosi provvedimenti che hanno prima ridotto ed ora (“fase 2”) prevedono una ripresa graduale delle attività produttive. Il DPCM 26.04.2020, da ultimo, ha innestato sulle norme vigenti in tema di sicurezza e igiene del lavoro, delle “raccomandazioni” contenute nei protocolli tra le parti sociali (da ultimo quello del 24.04.2020). Queste raccomandazioni costituiscono ora delle prescrizioni generalizzate per tutti i datori di lavoro. La maggior parte di queste, pur se configurate appositamente per ridurre i rischi nei luoghi di lavoro dovuti a un rischio non produttivo, proveniente dall’esterno, costituito dalla contagiosità tra persone, non affermano dei principi diversi da quelli già vigenti. Allo stesso modo le prescrizioni anti-Covid non modificano i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
Germania: istituire il “passaporto” Covid-19 ? Una opinione.
Belgio.Ultime notizie sulla posizione del governo di unione nazionale belga sul COVID come rischio professionale . di Laurent Vogel
La Ministra Muylle invoca la difficoltà che ciò comporterebbe per dei test di screening (dichiarazione segnalata dal Libero Belgio). Non è assolutamente vero. La classificazione determina il livello di pericolo. C’è molta capacità di adattamento per le misure di gestione dei rischi.
L’esperto consultato dalla Ministra invoca le ricerche intraprese per sviluppare un vaccino. È assurdo. Stiamo cercando di proteggere i lavoratori qui e adesso. Se troviamo un vaccino efficace, i sindacati concorderanno ovviamente nel mettere il virus in un’altra categoria.
Tutte le argomentazioni sulle disuguaglianze tra uomini e donne sono considerate irrilevanti dalla ministra. Il problema non si pone nemmeno nella sua decisione. A quanto pare si è dimenticata che il suo portafoglio integra l’uguaglianza tra uomini e donne. I dati numerosi degli altri paesi europei dimostrano che le donne sono particolarmente colpite in ambiente professionale a causa della loro concentrazione nei mestieri di cura.
La questione sarà risolta giovedì 14 maggio con un voto di tutti i paesi dell’Unione europea. Tocca a voi diffondere le informazioni e creare il rapporto di forze necessarie affinché il virus sia classificato nel gruppo 4 (livello di pericolo più alto in ambiente di lavoro). Laurent Vogel
L’uso delle mascherine nella vita quotidiana, da ISS una guida alle indicazioni del Dpcm
(Fonte: Istituto Superiore di Sanità)
Vedi anche le raccomandazioni generali di igiene e prevenzione alla pagina Proteggi te stesso e gli altri dal coronavirus
Brusaferro (Iss): “La curva continua a decrescere, ma il virus non è cambiato: rispettate le regole di prevenzione”
Riteniamo utile e opportuno riportare dal sito del Ministero della Salute le dichiarazioni del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità prof. Brusaferro in merito alle curve epidemiche e alla pericolosità del virus . Fonte Ministero Salute |
“La curva dell’epidemia sta decrescendo, stiamo andando verso un numero più basso dei casi in tutte le regioni, compresa la Lombardia”. Ad affermarlo il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, in apertura della conferenza stampa settimanale di oggi sull’evoluzione della pandemia di Covid-19. È presto però per valutare l’impatto del rilassamento del lockdown iniziato il 4 maggio. “Solo nella prossima settimana sarà possibile avere i dati relativi all’andamento dei casi nei primi giorni della fase 2” ha detto Brusaferro. Tutti noi con i nostri comportamenti possiamo contribuire a contenere la diffusione dell’epidemia, mantenendo la distanza fisica dagli altri e lavandoci spesso le mani. “Il virus non è cambiato – ha rimarcato il presidente dell’Iss -, ha le stesse caratteristiche e la stessa modalità di trasmissione che aveva nella fase 1, perciò violare le regole di comportamento per la prevenzione del contagio potrebbe facilitare la circolazione”.
Nell’88% dei casi Covid-19 è la prima causa di morte
Sulla base delle 2417 schede di decesso analizzate finora (il 9 per cento del totale), emerge che l’infezione da SarsCoV2 rappresenta la prima causa di morte nell’88,2 per cento dei casi (2133). Mentre nel resto dei pazienti deceduti, l’infezione si è sovrapposta ad altre patologie (soprattutto tumori, cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, malattie croniche delle basse vie respiratorie, ipertensione e diabete).
Il sito delle rappresentazioni delle curve pandemiche Covid-19
Riteniamo utile segnalare il sito web endcoronavirus.org che propone una rappresentazione comparata degli andamenti delle curve epidemiche dei diversi paesi del mondo.Da questa comparazione emergono tre tipologie, i paesi che stanno uscendo dalla crisi pandemica, i paesi che sono vicini all’uscita, i paesi che sono ancora nella fase ascendente della curva.
Uno strumento di visualizzazione su scala globale molto utile per farsi un’idea sullo stato dell’arte.
Il sito endcoronavirus.org
I piloti “stupiti e furiosi” a fonte di 2 miliardi di sterline per camminare e andare in bicicletta, quando l’aviazione è nella spirale della morte
Pubblichiamo questo articolo dal sito BALPA, il sindacato dei piloti e assistenti di volo britannici per mettere in evidenza come stiano emergendo situazioni drammatiche nell’aviazione civile prodotte dalla pandemia Covid-19. Il rischio di una debacle occupazionale nel settore del trasporto aereo è enorme ma questo non vuol dire che non ci debbano essere investimenti per la mobilità alternativa “a terra” |
La British Airline Pilots Association (BALPA) ha reagito furiosamente alla notizia che il governo ha annunciato 2 miliardi di sterline in finanziamenti per andare in bicicletta e camminare mentre l’industria aeronautica britannica è in una spirale mortale.
https://www.bbc.co.uk/news/uk-52600708
Brian Strutton, Segretario Generale BALPA, ha dichiarato: “Il settore dell’aviazione sta già affrontando 23.000 tagli di posti di lavoro, con il potenziale per molti altri nelle settimane e nei mesi a venire. La proposta di quarantena di 14 giorni proposta dal governo per i viaggiatori internazionali in arrivo metterà ancora più pressione sull’industria per il prossimo futuro, e contestando ripetute promesse, non abbiamo visto nemmeno un centesimo nel supporto dedicato e su misura per le compagnie aeree.
“Alla luce di tutto ciò, i piloti britannici saranno assolutamente stupiti e francamente furiosi con £ 2 miliardi di sterline trovati per” camminare e andare in bicicletta “quando l’industria aerea, che è così vitale per l’economia del Regno Unito, sta morendo sotto i nostri occhi.
“Quando il governo riconoscerà che il business delle compagnie aeree britanniche è in una spirale mortale e interverrà per sostenere questo settore vitale e fermare l’abbattimento del lavoro?”
Sindacato belga FGTB . COVID 19 e ritorno sicuro al lavoro – Guida per i delegati
Covid-19. Cosa succede negli altri paesi europei con la riapertura delle attività ? Dal sito del sindacato belga FGTB possiamo scaricare la guida generica delle parti sociali con le linee guida su cosa fare per avere un ambiente di lavoro sicuro. editor |
Sindacato belga. COVID 19 e ritorno sicuro al lavoro – Guida per i delegati
Gli esperti dicono che dovremo convivere con il coronavirus per un po ‘. Questo è il motivo per cui, quando si avvia / riapre la propria attività, è necessario adottare diverse misure, in relazione alle quali i delegati dovrebbero essere strettamente coinvolti. Il datore di lavoro, il dialogo sociale e i servizi di prevenzione interna ed esterna svolgono un ruolo importante nell’attuazione di tali misure.
Questo elenco di accordi minimi (vedi parte 2) può essere utilizzato per valutare se è possibile un riapertura sicura in azienda. È essenziale organizzare una consultazione preventiva su tali accordi nell’ambito della CPPT o, in assenza di tale organo, con la DS. Entrambi svolgono un ruolo consultivo importante. Il coinvolgimento preventivo è essenziale per creare supporto per misure preventive e per alleviare le preoccupazioni dei lavoratori.
A questo proposito, si dovrebbe in ogni caso tenere conto degli accordi settoriali e della situazione specifica della propria azienda. Organizzare una consultazione preventiva sulle misure da adottare, seguire periodicamente e correggere la situazione ove necessario. Questo ti darà più supporto rispetto alle misure.
Per ulteriori informazioni, consultare la guida elaborata dalle parti sociali: Guida generica per la lotta contro la diffusione di COVID-19 al lavoro.
Covid-19, i casi in Italia 9 maggio ore 18
Fonte : Ministero Salute
I dati confermano trend in calo di nuovi positivi e decessi, in aumento il numero dei guariti soprattutto per l’aggiornamento dei dati della Lombardia. È quanto si rileva dai dati del monitoraggio sanitario sulla diffusione del nuovo coronavirus diffusi alle 18 dell’9 maggio dalla Protezione civile.
L’incremento dei nuovi positivi è pari a 1.083.
Complessivamente i casi dall’inizio dell’emergenza sono 218.268, così divisi:
- 103.031 guariti
- 84.842 attualmente positivi
- 30.395 deceduti (questo numero potrà essere confermato dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso)
Tra gli attualmente positivi:
- 69.974 sono in isolamento domiciliare
- 13.834 ricoverati con sintomi
- 1.034 in terapia intensiva
Consulta le tabelle:
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Data di pubblicazione: 9 maggio 2020 , ultimo aggiornamento 9 maggio 20
Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo – 9 maggio 2020
Street Photo Berlin 2017 – foto gierre
maggio 2020. Il Senato di Berlin, dopo le decisioni del governo federale, esercita la sua autonomia”regionale” (le aree metropolitane in Germania sono 3 e hanno gli stessi poteri dei Laender) per quanto riguarda il cammino verso una nuova normalità.
– 9 Maggio: facoltà di riunioni familiari per non più di due famiglie
– confermato obbligo di mascherine nei luoghi chiusi, sui mezzi pubblici, etc. e distanziamento fisico
– 9 maggio: possibili manifestazioni con biciclette, auto, moto, per non più di 50 persone
– 18 maggio: possibili manifestazioni ma non oltre le 50 persone anche in ambienti circoscritti
– 25 maggio: possibili manifestazioni all’aperto per non oltre 100 persone
– 15 maggio: apertura della “gastronomia” dalle ore 6 alle 22 con rispetto ovvio delle norme di sicurezza
– 25 maggio: aprono alberghi ed hotel turistici ma le saune e altre strutture analoghe debbono restare chiuse
– 9 maggio: riaprono scuole guida, massaggi, solarium, tatuaggi et similia
– 14 maggio riaprono definitivamente Kindergarten
– 15 maggio: attività sportiva possibile con limite di 8 atleti per sport di gruppo
– 25 maggio: spiagge e bagni sono liberi
– permesso di visita parenti per luoghi di cura e di ospitalità per invalidi, etc.
Occhio rivolto al limite di guardia per tenere sotto controllo lo sviluppo della epidemia: allarme quando si supera il numero di 50 nuovi contagiati per 100.000 abitanti, misura definita a livello nazionale. Berlino, con 3,5 milioni di abitanti dovrebbe rivedere le proprie decisioni quando i nuovi contagiati dovessero superare il numero di 1,800. Tenuto conto che ieri si erano registrati complessivamente 6.236 contagiati, 5.431 guariti e 164 morti, è molto difficile che la probabile ondata di ritorno della epidemia raggiunga tale livello.
Se non dai dati, la mia ipotesi ottimistica è suffragata dal clima disteso e festoso registrato nella giornata di ieri (solo Berlino aveva giorno di festa dedicato al 75-mo anniversario della liberazione e della fine della guerra), con moltissime persone che affollavano parchi e mezzi pubblici. Certamente l’attenzione alle misure
di prevenzione è evidente e diffusa, ma non si può non notare anche una certa “spensieratezza” che ne limita sicuramente l’efficacia. In ogni caso, le bandiere dell’ANPI, che sono tricolore e che ieri hanno sventolato alla
testa della delegazione che ha deposto garofani rossi al monumento al soldato sovietico in Treptow Park, ha risvegliato l’attenzione di tre poliziotti che, con molta gentilezza, si sono preoccupati di spiegarci il distanziamento necessario. Avranno pensato che agli italiani, anche se sono più disciplinati di loro, è bene
spiegarlo due volte. Non si sa mai. Da Berlino, un saluto a tutt*
Bruno Giorgini: Le 4 T antivirus
FONTE INCHIESTAONLINE
Per il contrasto dinamico dell’epidemia in corso d’opera propongo di espletare tre azioni successive in un unico quadro. Prima di tutto Testare, in secondo luogo Tracciare, il terzo passo: Trattare, nel quadro di una Trasparenza assoluta (quasi).*
É autoevidente che quanti più test (tamponi) vengono fatti ai singoli, tanto più la mappa dell’epidemia sarà definita con precisione. Diciamola in altro modo: quanto più le condizioni iniziali saranno estese su tutto lo spazio epidemico, tanto più potremo disegnare l’evoluzione della malattia. In altro modo ancora: quanto più saranno definite le condizioni al contorno (boundaries conditions) tanto più potremo tracciare le traiettorie diffusive del contagio.
Questi test ci permetteranno di fare una partizione realistica nell’insieme dei soggetti considerati, dividendoli in positivi con sintomi, positivi asintomatici, suscettibili negativi (al momento della misura), immuni e/o immunizzati, quiescenti.
Il secondo passo è il tracciamento delle singole particelle del sistema. E delle loro interazioni con altri componenti elementari (individui). E’ la parte forse più delicata della misura perchè rischia di indurre una più o meno marcata violazione della privacy e delle libertà, a cominciare dalla libertà di movimento che, come sappiamo almeno dai tempi di Aristotele, è la madre di ogni libertà.
Quando l’osservatore segue il soggetto lungo un arco di tempo, e ne disegna la traiettoria nonchè gli incontri, con chi dove quando e per quanto tempo, inviando un segnale nel caso in cui il nostro abbia incrociato un individuo positivo (ovvero portatore di un possibile contagio) è ovvio che la sua privacy non esiste più, è cancellata .Ma, seppure egli non avesse la ventura di una relazione “pericolosa” per la sua salute, il suo cammino e le sue interazioni sarebbero comunque state osservate e registrate da un “estraneo”. Qui si può fare la scelta di cancellare subito i dati, perdendo una gran parte dell’informazione, oppure di tenerli per studiarli assieme a tutti gli altri raccolti (perchè non soltanto le traiettorie “sporche” ma anche quelle “pulite” contribuiscono alla dinamica statistica dell’epidemia). Con un impegno, un patto d’onore tra “raccoglitori” e “raccolti”, che questa massa di informazioni verrà distrutta dopo un certo tempo. Importante in questa fase sarà la Trasparenza di ogni passo e azione, che va raccontata e spiegata al cittadini in modo chiaro e esaustivo, senza cedere alle tentazioni da talk show dei molti scienziati di cartone che hanno in queste settimane occupato i palcoscenici della società dello spettacolo. La peggiore essendo che di vite umane si discuteva.
É evidente che i dati, sia quelli globali nel caso in cui si decida di conservarli tutti, che quelli parziali ove si mantengano solo quelli che segnalano una o più relazioni “pericolose” tra i componenti il nostro insieme di partenza, dovranno essere custoditi da un garante singolo e/o collettivo, investito in questa funzione dal Presidente della Repubblica, e/o dal Presidente della Corte Costituzionale.
A mo d’esempio io penserei all’Università, una o più riunite in consorzio, sia per raccogliere i dati, che per analizzarli, e infine custodirli. Così a occhio mi vengono in mente la Statale di Milano, l’Alma Mater di Bologna, la Sapienza di Roma e la Federico II di Napoli.
L’Università Pubblica per alcuni motivi chiari e, a mio avviso, cogenti. Si tratta di una struttura per l’appunto pubblica, un Bene Pubblico non a fini di lucro (quando sento parlare di Google e/o Apple per la bisogna, aziende private in funzione del profitto che incamerano i dati sanitari e altri di mezzo popolo italiano, rabbrividisco). In secondo luogo sul piano scientifico tutte queste istituzioni di studio e ricerca hanno un know how ampio e d’avanguardia per la raccolta e lo studio dei Big Data, in alcuni casi come a Bologna di assoluta eccellenza mondiale nel campo. In terzo luogo un tale progetto potrebbe mobilitare energie anche giovani aprendo orizzonti sterminati di scienza, e last but not least darebbe all’Università Pubblica un ruolo sociale di primo piano riconosciuto dall’intera cittadinanza (finalmente!).
Una volta che i dati e i tracciati siano raccolti, arriva il momento del trattamento. In un duplice senso. Uno riguarda proprio ciò di cui abbiamo già parlato, cioè il trattamento e l’analisi dei dati (Big Data). Ma l’altro, sul piano sanitario diretto riguarda il trattamento per l’individuo che abbia incrociato un soggetto positivo. Testandolo, mettendolo in isolamento a casa, seguendolo dal punto di vista terapeutico dall’inizio dell’infezione, quando infezione ci sia. Il che probabilmente ridurrebbe il numero dei ricoverati in ospedale.
Certo per questo deve esistere una ramificata e efficace medicina territoriale in grado di visitare e seguire i pazienti a casa. Una rete di protezione i cui nodi dovrebbero essere in primis i medici di base (o di famiglia, come si preferisce) e quindi i poliambulatori laddove siano attivi.
*Le tre T sono anche state proposte da Fausto Tomei il quale quasi ogni giorno, spesso con Giorgio Parisi, è andato tracciando utili e chiarissimi grafici che hanno raccontato l’evoluzione dell’epidemia.
Conferenza Stampa del Dott.Sergio Venturi sui dati Covid-19 in Emilia-Romagna 9 maggio 2020
https://www.facebook.com/RegioneEmiliaRomagna/videos/730653760808351
Ringraziamo, anche a nome dei lettori di Diario Prevenzione , il Dott. Sergio Venturi per il lavoro svolto in questi mesi con competenza, sensibilità e intelligenza. editor
Danimarca.Tornare a pieno regime. Ora! Ora che la Danimarca si sta aprendo di più, è fondamentale che l’Ispettorato del lavoro ritorni a pieno ritmo.
Cosa succede negli altri paesi europei nella seconda fase ? Questo articolo dal sito del Sindacato Danese ci rappresenta le difficoltà sui problemi della vigilanza sulla corretta gestione della sicurezza rispetto a Covid-19
L’Ispettorato del lavoro è essenziale per garantire che il rischio di contagio sia effettivamente prevenuto nei settori che sono sempre stati aperti o riaperti nella prima fase, come l’edilizia, l’assistenza domiciliare, i negozi di alimentari e gli istituti diurni. “Ora è urgente riportare AT completamente in carreggiata. AT è un attore chiave per garantire una riapertura corretta e sicura nei prossimi mesi “, afferma Morten Skov, vicepresidente dell’FH.
Dal sito del Sindacato Danese FHO ( traduzione dal danese assistita da Google translator. )
Tornare a pieno regime. Ora!
Ora che la Danimarca si sta aprendo di più, è fondamentale che l’Ispettorato del lavoro ritorni a pieno ritmo. Il vice presidente della principale organizzazione del movimento sindacale, Morten Skov, sottolinea che molti dipendenti scoprono che i datori di lavoro non prendono sul serio l’ambiente di lavoro e l’infezione da coronavirus.
L’Ispettorato del lavoro sta ancora fermo a causa della chiusura del paese. La maggior parte dei supervisori è stata rimandata a casa da quando la Danimarca ha chiuso a metà marzo. In molti settori, la supervisione ( vigilanza) non viene affatto effettuata se non si verificano incidenti o reclami gravi.
Ma il fermo a causa dell’epidemia per l’Ispettorato del lavoro è durata abbastanza a lungo ora. La vigilanza dovrebbe tornare a pieno titolo il più presto possibile. Questo è ciò che crede la principale organizzazione sindacale (FH).
L’Ispettorato del lavoro è essenziale per garantire che il rischio di infezione sia efficacemente prevenuto nelle industrie che sono sempre state aperte o riaperte nella prima fase, come l’edilizia, l’assistenza domiciliare, i negozi di alimentari e le istituzioni diurne. Lo afferma il vicepresidente di Morten Skov.
Indica problemi con, ad esempio, i requisiti di distanza e di igiene e che i dipendenti hanno accesso ai dispositivi di protezione necessari.
“I problemi e l’insicurezza dei dipendenti si accumulano sul posto di lavoro a causa di linee guida poco chiare o perché le regole non vengono rispettate”, afferma Morten Skov.
L’Ispettorato del lavoro è importante quanto la polizia
L’ispettorato del lavoro è importante tanto quanto la polizia quando si tratta di prevenire l’infezione coronarica: il virus infetta non meno sul posto di lavoro che al di fuori del pubblico, sottolinea Morten Skov.
“La polizia dà la priorità al monitoraggio quotidiano affinchè i normali cittadini dello spazio pubblico rispettino le linee guida del governo. Ci viene detto che è cruciale frenare l’infezione nella società. E fondamentale per una maggiore apertura. Allo stesso modo, deve essere compito dell’autorità danese per l’ambiente di lavoro garantire che le linee guida siano rispettate sul posto di lavoro, in modo da prevenire il rischio di infezione e che tutti i dipendenti possano andare a lavorare in sicurezza “, afferma Morten Skov.
L’Ispettorato del Lavoro riceve rapporti quotidiani dai sindacati e dai rappresentanti sindacali che sono frustrati dalla mancanza di dispositivi di protezione, la pulizia e l’igiene generale sono carenti e molti datori di lavoro non danno la priorità alle importanti linee guida coronariche.
Morten Skov avverte del rischio di una maggiore chiusura invece di riaprire se il rischio di infezione non è gestito sul posto di lavoro.
“Esiste un chiaro e inequivocabile desiderio da parte del movimento sindacale per il governo e tutti i partiti in parlamento di riportare l’Ispettorato del Lavoro a tutta velocità al più presto possibile. È urgente! ”, Afferma Morten Skov.
«Siamo stati noi a generare l’epidemia di Coronavirus. Potrebbe essere iniziata da un pipistrello in una grotta, ma è stata l’attività umana a scatenarla.» (David Quammen, «The New York Times»)
In questa epoca le buone letture possono aiutarci a superare le difficoltà quotidiane e a renderci più consapevoli su quello che sta succedendo. Spillover, ovvero “Salto di specie” di David Quammen spiega con un linguaggio comprensibile il lavoro dei “cacciatori di virus” che si immergono nelle profondità di grotte per prelevare tamponi di saliva a pipistrelli o nelle folte foreste pluviali del Congo alla ricerca di sospettose famiglie di gorilla cui fare qualche prelievo di sangue….
Questi ricercatori con il loro lavoro hanno dato rilevanza scientifica con dati precisi al fenomeno dello “spillover” ovvero del salto di specie da polli, maiali, scimpanzè di alcune famiglie di virus agli umani. Stiamo vivendo una pandemia che ha origine, verosimilmente, dal salto di specie da un animale, pippistrello o pangolino o altro, all’uomo con le conseguenze catastrofiche che abbiamo visto. Le dinamiche con le quali si verifica questo fenomeno non sono sufficientemente conosciute. Ciò che è certo che il Covid-19 non è un prodotto frutto del bricolage di un qualche laboratorio di virologi maldestri e sprovveduti.