WHO
Coronavirus disease
(COVID-19)
Situation Report – 166
Data as received by WHO from national authorities by 10:00 CEST, 4 July 2020
Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
WHO
Coronavirus disease
(COVID-19)
Situation Report – 166
Data as received by WHO from national authorities by 10:00 CEST, 4 July 2020
Abbiamo tratto questo articolo dal sito Facta.news . Ringraziamo gli AA per il prezioso lavoro svolto. Più che mai bisogna che cresca una capacità autonoma di individuare le bufale che vengono diffuse quotidianamente sulla Pandemia, ma non solo… |
Fonte Facta.news che ringraziamo
Quanto è simile la disinformazione sulla pandemia in Europa? Per trovare la risposta, Facta e Pagella Politica hanno collaborato con altri quattro progetti di fact-checking – Agence France-Presse in Francia, CORRECTIV in Germania, Maldita.es in Spagna e Full Fact nel Regno Unito.
Nel progetto “Covid-19 e disinformazione: una panoramica europea” abbiamo analizzato 645 articoli pubblicati dai cinque partner nel corso di marzo e aprile 2020, rilevando così una serie di notizie false diventate estremamente popolari in tutti i Paesi: i complotti su Bill Gates o sulla tecnologia 5G, ad esempio, ma anche il presunto potere curativo dei gargarismi contro la Covid-19 e le teorie sull’origine artificiale del virus.
Alcuni Paesi, poi, hanno presentato filoni di disinformazione che non si sono diffusi all’estero: l’attenzione per gli animali domestici nel Regno Unito, i migranti in Germania o le bufale sulla tecnologia in Spagna.
Tra marzo e aprile 2020, di pari passo con l’aggravarsi della pandemia di Covid-19, l’Europa è stata invasa da un’ondata di disinformazione altrettanto inarrestabile e pervasiva. Le notizie false sembrano aver seguito infatti l’andamento del virus, diffondendosi rapidamente in tutti i Paesi più colpiti da Sars-Cov-2 ed entrando nel dibattito pubblico attraverso i social network, dove sono state lette e condivise migliaia di volte.
Le Nazioni unite e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno definito il fenomeno una “infodemia”, un sovrapporsi costante di informazioni corrette e completamente false che ha reso – e rende tuttora – difficile per i cittadini riconoscere le fonti affidabili, spesso contestate o sostituite da indicazioni fuorvianti e prive di qualsiasi fondamento scientifico.
I risultati della nostra analisi sono stati presentati in un report congiunto, scaricabile in cinque lingue diverse. Lo trovate qui: https://covidinfodemiceurope.com/
Gli alti tassi di mortalità per Covid-19 negli uomini e nelle donne che lavorano nel settore dell’assistenza sociale in Inghilterra e Galles sono uno “scandalo nazionale”, ha affermato il sindacato del settore pubblico UNISON. Nel suo ultimo rapporto, l’Ufficio per le statistiche nazionali (ONS) ha riferito che i “tassi di morte che coinvolgono il coronavirus (Covid-19) tra gli uomini e le donne assistenti sociali sono risultati statisticamente significativamente più alti dei tassi di morte che coinvolgono Covid-19 tra quelli della stessa età e sesso in Inghilterra e Galles. ” Ha aggiunto: “Un totale di 268 decessi che coinvolgono Covid-19 tra gli operatori sanitari sono stati registrati tra il 9 marzo e il 25 maggio 2020, con tassi di 50,1 decessi per 100.000 uomini (97 decessi) e 19,1 decessi per 100.000 donne (171 decessi). In questo gruppo abbiamo incluso occupazioni come operatori sanitari e assistenti domestici, che hanno rappresentato la maggior parte dei decessi (204 su 268 decessi, o 76. 1%), assistenti sociali, dirigenti di istituti di assistenza residenziale e accompagnatori di assistenza. ” Commentando le nuove cifre, che hanno anche mostrato che c’era un tasso statisticamente significativo di mortalità Covid-19 negli operatori sanitari, Christina McAnea, assistente segretaria generale dell’UNISON, ha dichiarato: “Queste cifre riflettono un tragico scandalo nazionale. Il governo non è riuscito a proteggere l’assistenza sociale durante questa pandemia e anche adesso questi problemi sono lungi dall’essere risolti. Gli operatori sanitari subiscono pressioni finanziarie che li constringono a lavorare anche quando dovrebbero essere schermati o autoisolati. Il kit di protezione viene utilizzato più a lungo di quanto sia sicuro e i test non vengono ripetuti. L’assistenza sociale ha bisogno di riforme dalla testa ai piedi per sistemare il sistema per sempre ”.
Comunicato stampa UNISON . Cifre ONS dei tassi di mortalità negli operatori sanitari e di assistenza sociale .
FONTE EPICENTRO.ISS.IT
2/7/2020 – Popolazioni migranti ed epidemia di COVID-19: nuovi documenti on line
Dalle Agenzie e istituzioni internazionali e europee sono disponibili nuovi documenti sul tema delle popolazioni migranti in relazione all’epidemia di COVID-19:
2/7/2020 – COVID Mothers Study: studio internazionale su COVID-19 in madri e bambini
Il COVID Mothers Study è uno studio internazionale rivolto alle madri che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2, responsabile della COVID-19, a cui è stato chiesto di rispondere – tramite la compilazione di un questionario – ad alcune domande sulle esperienze di maternità. Il questionario si basa sulla piattaforma Qualtrics gestita dalla Harvard Medical School e richiede da 3 a 8 minuti per la compilazione. È anonimo e alle intervistate non viene chiesta alcuna informazione identificativa. Lo studio è iniziato nel mese di aprile 2020 e la raccolta dati tramite questionario proseguirà nei Paesi europei fino al mese di ottobre. Allo studio partecipano ricercatrici e ricercatori di diverse istituzioni, università, iniziative e organizzazioni no profit, tra cui l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Leggi l’approfondimento cura delle ricercatrici ISS.
Riprendiamo dal sito Inail questo Comunicato |
Dal 1° luglio 2020 è attivo il nuovo servizio online “Sorveglianza sanitaria eccezionale” per richiedere le visite mediche.
Ai sensi dell’art. 83 d.l. 34/2020 i datori di lavoro pubblici e privati assicurano la sorveglianza sanitaria eccezionale ai lavoratori “fragili” ovvero ai lavoratori che, per condizioni derivanti da immunodeficienze da malattie croniche, da patologie oncologiche con immunodepressione anche correlata a terapie salvavita in corso o da più co-morbilità, valutate anche in relazione dell’età, ritengono di rientrare in tale condizione di fragilità.
I datori di lavoro che, ai sensi dell’articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, non sono tenuti alla nomina del medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal medesimo decreto legge, devono garantire ai lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio le misure di sorveglianza sanitaria eccezionale, nominando un medico competente ovvero facendone richiesta ai servizi territoriali dell’Inail.
L’attività di sorveglianza sanitaria eccezionale si sostanzia in una visita medica che può essere svolta dai medici Inail in possesso della specializzazione in medicina del lavoro, ivi compresi i medici a rapporto libero professionale.
Per richiedere la visita dei medici Inail è stato realizzato il nuovo servizio online “Sorveglianza sanitaria eccezionale”, disponibile a decorrere dal 1° luglio 2020 e accessibile dagli utenti muniti di credenziali dispositive.
Per gli utenti non registrati le credenziali possono essere acquisite tramite Spid, Inps, Carta nazionale dei servizi (Cns) o Inail (con l’inoltro dell’apposito modulo attraverso i servizi online o da consegnare presso le sedi territoriali Inail).
Nel caso di delega da parte del datore di lavoro, deve essere compilato e inoltrato l’apposito modulo “Mod. 06 SSE delega”, reperibile nella sezione dedicata del portale “Moduli e modelli”.
Una volta inoltrata la richiesta dal datore di lavoro o da un suo delegato, viene individuato il medico della sede territoriale più vicina al domicilio del lavoratore.
All’esito della visita medica per sorveglianza sanitaria eccezionale, è espresso un parere conclusivo riferito esclusivamente alla possibilità per il lavoratore di riprendere l’attività lavorativa in presenza nonché alle eventuali misure preventive aggiuntive o alle modalità organizzative atte a garantire il contenimento del contagio.
Successivamente all’invio del parere conclusivo, il datore di lavoro riceve una comunicazione con l’avviso di emissione della relativa fattura in esenzione da iva per il pagamento della prestazione effettuata. In attesa dell’emanazione di un decreto interministeriale per la definizione della tariffa, l’Inail ha stabilito in via provvisoria l’importo di € 50,85.
Pubblichiamo la Nota delle Associazioni di professionisti che si occupano di prevenzione, Associazione Nazionale Assistenti Sanitari, Società Italiana di Igiene Sezione Lombardia, Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione. Unione Nazionale Personale Ispettivo Sanitario Italiano inviata alla Presidenza della Regione Lombardia e all’Assessorato Regionale alla Sanità.Nella Nota vengono indicati i cambiamenti necessari per fare uscire dalla crisi il Servizio Sanitario Regionale per quanto attiene la Prevenzione. Vedremo quale sarà la risposta del presidente Fontana e dell’Assessore Gallera.
A cura del Ministero della Salute
Abstract
La pianificazione delle attività di prevenzione, quest’anno, è particolarmente rilevante in relazione all’epidemia COVID-19 e alla sua evoluzione nei prossimi mesi.
Periodicità annuale
Download
Ministero della Salute
Centro Nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie
Consigli alla popolazione per affrontare le ondate di calore
Un opuscolo on line con indicazioni utili per affrontare in modo sicuro le ondate di calore
ESTATE SICURA – COME VINCERE IL CALDO
(15 pagine . pdf)
FONTE: WHO
Coronavirus disease (COVID-19) Situation Report – 162
Data as received by WHO from national authorities by 10:00 CEST, 30 June 2020
Street foto – Graffiti in Berlin – 2018 – foto gierre
Giugno lascia il passo ad un Luglio che si presenta nuvoloso ma senza quella quantità di H2O di cui ci sarebbe tanto bisogno. Si chiude un periodo delicato, con la smentita delle previsioni più pessimistiche sugli effetti della ripresa delle attività e con il consolidamento delle nuove forme di prevenzione della diffusione della Pandemia. La „ripresa“ è decisamente zoppa e premono le vacanze estive, e ciò fa sì che il clima della città sia più sul sonnolento che sull’effervescente. Il corona virus è sempre meno protagonista e i giornali berlinesi, dopo l’orgia infodemica prussiana, debolmente pirotecnica, annaspano alla ricerca di casi ritenuti limite (qualche caseggiato e qualche scuola in quarantena) per fare tiratura. Sostanzialmente la situazione è sotto controllo perchè i „focolai“ di infezione sono circoscritti e gestiti e l’unica iniziativa di „riconfinamento“ fino al 7 luglio, si registra intorno a Gutersloh, in Westfalia, dove risiede la macelleria ormai famosa dei Toennies, cui era estraneo del tutto il concetto di prevenzione e non solo con riferimento alla epidemia. Ergo, normali preoccupazioni dei virologi che raccomandano sempre le stesse cose, normali e noiose battaglie politiche tra presidenti di regione che approfittano delle ultime occasioni offerte dalla Pandemia per conquistare spazi di credibilità politica per la loro carriera, mentre in pratica il dibattito si trasferisce sostanzialmente dal sanitario all’economico.
I dati finora confortano chi governa: 214 decessi in 4 mesi a Berlino e meno di 9.000 nell’intero paese, ovvero 108 morti ogni milione di abitanti che possono far tirare un respiro di sollievo, se si pensa che la situazione, all’oggi, è la seguente:
Regno Unito 642, Spagna 606, Italia 575, Svezia 526, Francia 457, USA 389, Brasile 275.
Gli osservatori del Mercato del Lavoro, nel registrare 2,85 milioni di disoccupati (di cui 500.000 solo tra Maggio ed Aprile) e l’aumento del lavoro a termine, prevedono una lenta ripresa dell’economia globale a partire dalla fine dell’anno e un livello di disoccupazione che arriverà a 3.5 milioni di lavoratori, livello che si manterrà nel corso del 2021. Dando per scontato che non ci sarà una seconda ondata di contagi e la necessità di nuove chiusure globali.
Insomma, il grigio sopra Berlino, rischiarato a sprazzi da fasci di luce, riflette bene la condizione complessiva che non è drammatica come in molte altre realtà mondiali, ma certamente preoccupante.
E così, mentre si va in ferie e si cerca di massimizzare le cautele per la necessaria e ancora prolungata convivenza con il virus, sarebbe bene che si avviasse una nuova fase nelle politiche europee, che veda tutti i paesi membri impegnati nella difficile ma necessaria progettazione del futuro del nostro continente che dovrà essere ben altro che il puro e semplice ripristino di una normalità dannatamente problematica, che la Pandemia ha solo fatto emergere, ma che ha ben altre e profonde ragioni. Anche qui mi auguro che possa maturare un nuovo rapporto tra il „sapere“, la „scienza“ e i cittadini e le loro espressioni politiche. Nel 1950 William Faulkner scrisse che: la voce dello scienziato non deve essere una mera registrazione della vita quale essa è; la conoscenza scientifica può essere un pilastro che aiuta gli esseri umani a resistere e a prevalere. Niente di più attuale, se si intende porre mano alla riprogettazione strategica dell’economia e della società collocando al centro l’uomo e l’ambiente, I diritti umani e la Carta Costituzionale, la convivenza pacifica e la solidarietà tra tutti i popoli. Troppo?! No se pensiamo che non fare nulla è enormemente rischioso e svivacchiare, ovvero fare solo ciò che va da sè, può soddisfare solo coloro che non riescono ad immaginare mondi migliori e modi migliori, quanti credono che già viviamo nel migliore dei mondi possibili. Per quanti sono convinti che l’umanità si trovi in una nuova fase della sua evoluzione, e che la ricchezza del suo pensiero sia tale da permettere nuovi assalti al cielo, non è troppo, ma esattamente ciò per cui vale la pena di usare la testa, di rimboccarsi le maniche, di organizzarsi, di rilanciare la lotta, a partire dagli ultimi, In questa spazio c’è un ruolo per tutti, ma quello principale, che deciderà i connotati del nostro futuro, spetterà al „mondo del lavoro“ in tutta la sua enorme complessità. Non saprei dire come, ma sento che ce la si può fare.
Buone ferie e statemi tutti bene
Un onere dell’assistenza in crescita, difficoltà di assunzione e una forza lavoro che invecchia significano che i disturbi muscolo-scheletrici (DMS) costituiranno probabilmente una sfida sempre più difficile per la sicurezza e la salute sul lavoro nel settore sanitario.
Questo documento di riflessione esamina la letteratura concernente i disturbi muscolo-scheletrici (DMS) nei luoghi di lavoro della sanità. Presenta una panoramica dei DMS e la loro prevalenza nel settore sanitario, esamina i fattori di rischio e discute interventi efficaci per prevenire, ridurre e gestire i DMS nei luoghi di lavoro della sanità.
AIDII – ASSOCIAZIONE AMBIENTE LAVORO – ASSOSISTEMA SAFETY
Giovedì 16 luglio 2020
Ore 15.00-17.00
evento gratuito online
Workshop
PROTEZIONE DELLE VIE
RESPIRATORIE
Non è solo una questione di norme ma di formazione:
qualificazione e fit test per l’impiego dei dispositivi
salvavita.
FONTE DORS.IT
Introduzione
L’epidemia di COVID-19 ha dato il via, in modo rapidissimo, ad una delle più grandi campagne sul cambiamento dei comportamenti nella storia della comunicazione della salute. I governi di tutto il mondo hanno reagito alla situazione lanciando messaggi alla popolazione contenenti le norme comportamentali per difendersi dal virus inerenti l’”igiene delle mani”, “le mascherine”, “il lockdown” e il “distanziamento sociale”. Le persone si sono trovate a doversi adeguare in tempi brevissimi, a cambiamenti importanti nella loro vita di tutti i giorni. Tuttavia, così come evidenziato da studi e ricerche, per ottenere un’adesione generale a questo tipo di cambiamenti, risulta necessario andare oltre la diffusione di semplici informazioni e raccomandazioni, la diffusione di dati e statistiche e l’istituzione di regole.
Vi sono evidenze consolidate secondo cui la maggioranza delle campagne sulla salute pubblica sono strutturate secondo due approcci integrati: l’educazione (insegnami) e la legge (obbligami) trascurando una delle più efficaci strategie per ottenere un cambiamento: il marketing (aiutami). A molte persone non piace sentirsi dire cosa devono fare e spesso si verifica una reazione di non aderenza ai comportamenti quando questi sono imposti con misure di regolamentazione rigorose con cui le persone non sono d’accordo. E’ per questo motivo che durante l’epidemia di Covid-19 diverse persone hanno ignorato e continuano a ignorare comunicati e i messaggi delle Istituzioni e si comportano come se nulla fosse cambiato. Politici, operatori della salute e epidemiologici – usando approcci educativi e di tipo normativo, hanno comunicato negli scorsi mesi tutta una serie di messaggi sula necessità di cambiare i comportamenti , assumendone di nuovi per prevenire il Covid-19. Ma, nonostante le evidenze di efficacia di tali comportamenti per la prevenzione del Covid- 19 e la tutela della propria salute e di quella altrui, molte persone non hanno rispettato e non stanno rispettando le indicazioni date. Gruppi di adolescenti si incontrano nei parchi cittadini senza mantenere la distanza di sicurezza, le famiglie vanno in gita al mare e si continuano a organizzare feste in casa con molte persone. Sebbene sia facile interpretare i comportamenti di non aderenza a una mancanza di comprensione delle informazioni, è evidente che, in linea generale, qualcosa non funziona in senso più generale. Contrariamente all’idea comune, le informazioni e l’imposizione di norme non sono sufficienti per convincere tutti i gruppi di popolazione ad aderire ai comportamenti proposti. Le persone, infatti, rispondono positivamente alle richieste di cambiare i propri comportamenti quotidiani quando queste sono accompagnate da prospettive e benefici che soddisfano i loro bisogni e desideri.
L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU DORS.IT
Tra gli effetti collaterali della così detta “guerra” contro il corona virus gira da qualche giorno sui social la pubblicità di lampade germicida da utilizzare ovunque in casa ed al lavoro.
Vengono pubblicizzate come alternativa “ecologica” ai normali disinfettanti, in quanto i raggi UV sarebbero “naturali “ e sicuri. Vengono poi mostrati tutorial su come acquistare ed installare in maniera facile una lampada germicida in qualsiasi ambiente.
Quello che non viene colpevolmente detto in queste pubblicità ingannevoli è che le lampade germicida sono dispositivi estremamente pericolosi, in grado di produrre gravi danni alle persone inconsapevolmente esposte alla radiazione UVC da queste emessa. La radiazione UVC di per sé non può essere percepita dall’essere umano in quanto non dà alcuna sensazione termica e non è visibile Quindi se siamo esposti non abbiamo alcun modo di rendercene conto. Bastano pochi secondi di esposizione per provocare danni eritemali ad occhi e cute. Tanto maggiore è la durata dell’esposizione tanto maggiore è il danno arrecato.
Purtroppo gli effetti acuti non sono immediati ma emergono soltanto alcune ore dopo l’esposizione. Noi addetti alla prevenzione abbiamo visto lavoratrici ricoverate in ospedale con ustioni di terzo grado e che hanno abortito a seguito di ore di esposizione inconsapevole in laboratorio. Esposizioni accidentali provocate da lampade accese per sbaglio, per distrazione…abbiamo visto sportivi ustionati da lampade germicida installate negli spogliatoi di palestre, abbiamo visto infermiere ricoverate con danni eritemali gravi per lampade germicida incautamente accese in sale operatorie.
Inoltre va ricordato che la radiazione UV è un CANCEROGENO CERTO PER L’UOMO – per tumori oculari e cutanei, così come classificata dalla IARC (agenzia internazionale di ricerca sul cancro). Il cancro può insorgere decine di anni dopo l’aver subito un danno acuto o a seguito di esposizioni croniche protratte negli anni.
Negli ospedali e nei laboratori di analisi dove vengono sistematicamente utilizzate questo tipo di sorgenti, per prevenire danni da esposizioni inconsapevoli delle persone, il personale dovrebbe essere stato addestrato al corretto utilizzo delle lampade e gli ambienti dove sono attive lampade germicida dovrebbero essere segnalati con cartelli di pericolo; inoltre tutte le entrate dovrebbero essere collegate a sistemi automatici che in caso di apertura involontaria, spengono le sorgenti; tutto questo per evitare qualsiasi esposizione accidentale, anche momentanea, alla radiazione UVC.
Per piacere evitiamo che questa pubblicità ingannevole nella guerra al virus mieta vittime incrementando per giunta ulteriormente il carico di lavoro dei nostri ospedali.
Un documento per l’uso sicuro delle lampade germicide è scaricabile dal sito del Portale Agenti Fisici www.portaleagentifisici.it alla sezione Radiazione Ottiche Artificiali – documentazione
www.portaleagentifisici.it/fo_ro_artificiali_documentazione
Iole Pinto
Fisico
USL Toscana Sud Est
Responsabile Scientifico
Portale Agenti Fisici
info@portaleagentifisici.it
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Fonte : Safety Gate: Rapid Alert System for dangerous non-food products – Weekly Report
Il sistema Rapex della Commissione Europea segnala i prodotti ritirati dal mercato perchè pericolosi per la sicurezza e la salute dei consumatori. Anche questa settimana vengono segnalate mascherine fuori standard, disinfettanti per le mani contenenti alcol metilico, qualche cosmetico e giocattoli.
Categoria: equipaggiamento protettivo
Prodotto: maschera filtro antiparticolato
Marchio: INUAN
Nome: maschera protettiva
Tipo / numero di modello: KN95
Codice a barre: 6 921970 702357
Numero di lotto: Data di produzione: 2020/03/02, Linea di produzione: 200301
Contraffatto : sconosciuto
Tipo di rischio: rischio per la salute / altro
La ritenzione di particelle / filtri del materiale è insufficiente (valore misurato ≤ 82%). Di conseguenza, una quantità eccessiva di particelle o microrganismi potrebbe passare attraverso la maschera, aumentando il rischio di infezione se non combinato con ulteriori misure protettive. / Il prodotto non è conforme al regolamento sui dispositivi di protezione individuale e alla pertinente norma europea EN 149. Misure ordinate dalle autorità pubbliche (a: Altro): richiamo del prodotto dagli utenti finali Descrizione: Maschera mezza protettiva con filtro bianco piegato tipo KN95, con clip per naso e elastici.
Descrizione dell’imballaggio: il prodotto è confezionato singolarmente in un sacchetto di plastica.
Paese di origine: Repubblica popolare cinese
Avviso inviato da: Spagna
Tipo di avviso: grave
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Fonte Collettiva che ringraziamo
I dipendenti e i collaboratori risultati positivi sono oltre 40. L’azienda resta aperta, ma è stata costretta a chiudere i magazzini a scopo precauzionale. In Italia, finora, quasi 50 mila contagi sul lavoro
Nuovo focolaio sul lavoro: alla Bartolini di Bologna. Secondo varie fonti di stampa, i dipendenti e i collaboratori risultati positivi al Covid sono oltre 40. L’azienda resta aperta, ma è stata costretta a chiudere i magazzini a scopo precauzionale. I primi due casi di positività si sono registrati qualche giorno fa: colpiti due magazzinieri. Il caso viene tenuto sotto controllo dalla Ausl, dal Comune di Bologna e dall’assessorato alla Sanità. I controlli sono stati estesi a tutti i dipendenti e alle loro famiglie.
Il picco di casi era stato già comunicato scorsi dalla Regione, e riguarda un reparto di stoccaggio dove lavorano i magazzinieri della ditta. L’area è stata poi sanificata e l’attività lavorativa ridotta ai minimi termini, perché ci sono molti dipendenti in isolamento precauzionale in attesa dei test. I controlli sono stati anche allargati ai numerosi dipendenti che appartengono a più cooperative, e alle famiglie,
L’ultimo report Inail sulle denunce per infortunio causate dal Covid-19 evidenzia un costante aumento dei casi di infezione sul lavoro, con quasi 50mila contagi registrati in tutta Italia. I decessi sono 236, corrispondenti al 40% dei casi mortali da inizio anno. Il settore più colpito è quello della sanità. Ma il settore della logistica riceve attenzioni particolari in questo periodo. A livello geografico, otto casi su dieci arrivano dal Nord Italia. Il 56,1% dei casi si registra nel Nord-Ovest, con ben il 36% in Lombardia; il 24,2% nel Nord-Est (con il 10% in Emilia-Romagna). Gli altri casi sono distribuiti tra Centro Italia (11,8%), Sud (5,7%) e in misura ancora minore le Isole (2,2%).
L’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni sia per gli uomini che per le donne. Per i casi mortali, invece, sale a 57 per le donne e a 29 per gli uomini. Nello specifico, il 70,3% dei casi di decesso si registra nella fascia che va dai 50 ai 64 anni, seguita dagli over 64 con il 18,6% dei casi.
E’ disponibile online il periodico Lavoro e Salute n°6 2020
con articoli molto interessanti sul futuro del SSN. Come sempre critico severo e propositivo per salvare il nostro SSN dai privatizzatori, un giornale di parte per la difesa della sanità pubblica.
INAIL SCHEDA NAZIONALE INFORTUNI COVID-19
I dati sulle denunce da COVID-19
(monitoraggio al 15 giugno 2020)
Un quarto delle donne incinte ha subito discriminazioni sul lavoro durante l’epidemia di coronavirus, secondo un nuovo sondaggio TUC. Il sondaggio di oltre 3.400 donne in gravidanza o in congedo di maternità durante la pandemia di Covid-19 ha rilevato che una persona su quattro (25%) aveva subito un trattamento ingiusto sul lavoro, incluso essere stato scelto per licenziamento o licenziamento, e una su quattro (25 per cento) dicendo si sentiva insicura sul lavoro.
Comunicato stampa TUC e rapporto, Incinta e precaria: esperienze di lavoro di mamme nuove e in attesa durante Covid-19 , 11 giugno 2020. Comunicato stampa GMB . Rischi 951 . 13 giugno 2020
WHO
Coronavirus disease
(COVID-19)
Situation Report – 155
Data as received by WHO from national authorities by 10:00 CEST, 23 June 2020
Situation Report 155 – 23 June 2020
SITUAZIONE ITALIANA
23/6/2020 – Aggiornamento dati: l’infografica dall’ISS
È online l’infografica con i principali dati relativi al sistema di Sorveglianza integrata COVID-19 realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e aggiornata al 22 giugno 2020.
In questa puntata parliamo di
– Fase 2 : Una spensierata negazione del problema Covid 19, migliaia di persone en plein air con assembramenti sotto gli ombrelloni e lungo la battigia……
– Coronavirus, il disaccordo pubblico tra esperti disorienta la popolazione e genera fake news… un articolo da leggere
– Lo stop al virus non risolverà l’emergenza, articolo di Vittorio Agnoletto
– Canada.Livelli di ansia tra gli operatori sanitari durante COVID-19 legati a DPI inadeguati
– GB. Il sindacato Unite: Il declassamento della regola del distanziamento sociale di due metri rischia “più focolai” per l’industria della carne
– La parola dei lavoratori. Il potere aziendale.
Fonte Institute for Work & Health
Lo studio di OHCOW, con il supporto di IWH, si basa sull’indagine di 4.000 lavoratori nell’aprile 2020
Pubblicato: 23 maggio 2020
Quasi sei su 10 operatori sanitari intervistati in Canada hanno riferito ansia a livelli che superano una soglia accettata per lo screening clinico per la condizione, secondo un sondaggio condotto su 4.000 lavoratori condotto ad aprile.
L’analisi delle risposte al sondaggio ha rilevato che i livelli di ansia erano associati alla disponibilità di dispositivi di protezione individuale (DPI): i lavoratori che hanno segnalato esigenze di DPI più insoddisfatte hanno anche riferito livelli di ansia più elevati.
Il sondaggio sull’esperienza pandemica dei lavoratori sanitari è stato condotto dalla Clinica per la salute occupazionale per i lavoratori dell’Ontario (OHCOW) con il supporto analitico del Dr. Peter Smith, co-direttore scientifico dell’Institute for Work & Health (IWH). I risultati preliminari sono stati condivisi dal ricercatore capo John Oudyk durante la prima serie di webinar del Primo Maggio, del Primo Maggio dell’OHCOW.
Condotto tra il 6 e il 30 aprile, l’indagine ha chiesto agli operatori sanitari la necessità e l’accesso a una vasta gamma di DPI come guanti, abiti, protezioni per gli occhi, visiere, maschere chirurgiche, maschere e respiratori N95. Ha riscontrato che il 18% dei lavoratori ha dichiarato di aver soddisfatto tutti i propri bisogni di DPI, mentre il 35% ha dichiarato di aver soddisfatto più della metà dei propri bisogni e che il 38% ha dichiarato di soddisfare meno della metà dei propri bisogni. Il restante 8% ha dichiarato che nessuno dei loro bisogni di DPI era soddisfatto.
Autore : Vittorio Agnoletto, 21.06.2020
Fonte IlManifesto
Modello Lombardo. È il fallimento di una sanità sottomessa agli interessi privati, concentrata solo sullo sviluppo di terapie sempre più tecnologicamente sofisticate ma destinate ad un pubblico limitato e facoltoso. Un modello non in grado di affrontare un’emergenza di sanità pubblica, che richiede un efficace sistema di sorveglianza sanitaria, un coinvolgimento attivo della popolazione,
uno ruolo centrale della medicina preventiva e dei servizi territoriali.
La pandemia Covid ha mostrato il totale fallimento del sistema sanitario lombardo centrato sulla sussidiarietà, inventata da Formigoni, tra pubblico e privato accreditato. Un privato che raccoglie il 40% della spesa sanitaria pubblica ma che può scegliere in quali settori investire: alta chirurgia, cardiologia, malattie croniche; e quali settori ignorare: pronto soccorsi, dipartimento d’emergenza,
per non parlare della prevenzione, vista come una pericolosa concorrente che sottrae loro malati produttori di profitti. Una sanità privata accreditata che, in gran parte, ha aspettato quasi due settimane prima di intervenire. Da oltre vent’anni la sanità pubblica lombarda è gestita con la medesima logica della sanità privata eppure gli interessi materiali dei due settori sarebbero esattamente opposti.
L’articolo prosegue >>> QUI
Dalla Rivista Risk delle TUC questo comunicato relativo alle maschere KN95 |
L’Health and Safety Executive (HSE) mette in guardia contro l’uso delle maschere KN95 come dispositivi di protezione individuale (DPI). Un avviso di sicurezza da parte del regolatore ha detto a tutti i datori di lavoro e fornitori di non acquistare o utilizzare maschere KN95. KN95 è un indice di prestazione ampiamente equivalente allo standard UE per maschere FFP2, quando funziona correttamente non è così protettivo come le migliori maschere FFP3. Tuttavia, i prodotti fabbricati secondo i requisiti KN95 si basano su un’autodichiarazione di conformità da parte del produttore. Non esiste una certificazione o garanzia indipendente della loro qualità. HSE ha affermato che circa il 90% delle preoccupazioni e delle domande sui DPI attualmente ricevute dall’HSE riguardano maschere KN95, che a suo avviso sono spesso accompagnate da documenti falsi o fraudolenti. Ha aggiunto che ha “messo in quarantena” circa 1,5 milioni di maschere KN95, ha impedito a 25 milioni di articoli che dichiarano di essere respiratori FFP3 di entrare nella catena di approvvigionamento e ha impedito ulteriori quattro linee costituite da milioni di articoli che entrano nella catena di approvvigionamento. Rick Brunt, direttore della strategia operativa di HSE, ha dichiarato: “La maschera facciale KN95 non deve essere acquistata o utilizzata.” Ha aggiunto: “Abbiamo scoperto che la mancanza di test indipendenti ha contribuito alla presenza sul mercato di una quantità sostanziale di maschere inadeguate e di scarsa qualità, sostenendo di essere conformi allo standard KN95. Comprendiamo che molte persone, principalmente in settori al di fuori dell’assistenza sanitaria, hanno acquistato queste maschere senza rendersi conto che non sono conformi. Siamo preoccupati che le persone che li indossano non siano protette dalla respirazione di sostanze nocive come si aspettano. I dispositivi di protezione devono proteggere.
Comunicato stampa HSE e avviso .
Un atteso declassamento alla regola del distanziamento sociale di due metri rischia di causare “più focolai” di coronavirus nel settore della lavorazione della carne, Uniti, Regno Unito e il più grande sindacato dell’Irlanda, ha dichiarato oggi (lunedì 22 giugno).
Unite ha chiesto un “intervento significativo” da parte sia del governo che dei datori di lavoro per impedire la diffusione di Covid-19 negli stabilimenti di trasformazione delle carni per accompagnare qualsiasi declassamento delle misure di allontanamento sociale, compresi regimi migliori in materia di salute e sicurezza e miglioramenti nei test e nella tracciabilità.
La prevalenza di focolai di coronavirus negli stabilimenti di trasformazione delle carni rende inoltre indispensabile ai ministri e ai datori di lavoro garantire che i lavoratori, che hanno bisogno di autoisolarsi, possano essere pagati nell’ambito del regime di retribuzione del lavoro (JRS) o che i loro tassi di indennità di malattia siano aumentati , Ha detto Unite.
Il sindacato ha affermato che era “inevitabile” che alcuni operai delle fabbriche di carne a basso reddito con “contratti di sfruttamento” , che avrebbero dovuto essere autoisolanti, continuassero a lavorare perché hanno diritto a una indennità di malattia obbligatoria (SSP) di £ 95,85 a settimana.
Il responsabile nazionale Unite Bev Clarkson ha dichiarato: “Molti datori di lavoro notano a malapena la regola del distanziamento sociale di due metri così com’è. Qualsiasi declassamento per l’industria della carne nell’attuale ambiente fornirà semplicemente ai capi irresponsabili la scusa di cui hanno bisogno per eliminare completamente le distanze sociali. In parole povere, rischierà più focolai nelle fabbriche in tutto il paese.
“Prima che vengano adottate nuove misure, i ministri e i datori di lavoro devono fare i conti con l’ondata di focolai verificatisi ai sensi della presente regola dei due metri. Oltre a regimi più rigorosi in materia di salute e sicurezza nelle fabbriche, è necessario migliorare i sistemi di prova e tracciabilità dei contatti all’interno del settore.
“Altrettanto importante è il fatto che troppi addetti alla lavorazione della carne semplicemente non possono permettersi di ammalarsi e sono costretti a ignorare le regole per mettere il cibo in tavola. Siamo ora in una situazione in cui la retribuzione della povertà e i contratti di sfruttamento endemici del settore stanno avendo un impatto diretto sulla salute pubblica.
“I ministri e i datori di lavoro devono fare un passo avanti e fornire una retribuzione per malattia che le persone possano sopravvivere o consentire a questi lavoratori di essere licenziati”.
ENDS
Note per i redattori:
Unite è il più grande sindacato della Gran Bretagna e dell’Irlanda con membri che lavorano in tutti i settori dell’economia. Il segretario generale è Len McCluskey.
Riprendiamo l’appello alla massima diffusione dell’articolo del Presidente della Fondazione GIMBE che fa chiarezza sugli impatti negativi derivanti dalle continue esternazioni di medici e scienziati di diverse specialità che spesso si contraddicono e generano confusione nella opinione pubblica. Concordiamo con quanto afferma il Presidente Gimbe Dott. Nino Cartabellotta: ” «In questa fase dell’epidemia ricercatori, medici e scienziati che comunicano al grande pubblico hanno enormi responsabilità: ora che il pericolo non è più tangibile e la grande paura via via svanisce, il rischio di disorientare i cittadini è molto elevato. In particolare, affermazioni sostenute da studi preliminari o esperienze individuali alimentano un senso di falsa sicurezza che facilità comportamenti irresponsabili». Editor |
Editoriale di Lancet[1]
Coloro che lavorano nel campo della scienza, della medicina e della sanità pubblica hanno il compito di battersi per l’uguaglianza e il dovere di essere uniti contro il razzismo.
Centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in strada negli Stati Uniti e in tutto il mondo per testimoniare il profondo senso di indignazione per l’uccisione di George Floyd, Breonna Taylor e innumerevoli altri uomini e donne neri, per mano delle forze dell’ordine. Indifferenti al rischio di contrarre il virus giudicavano che ciò per cui stavano marciando era immediatamente più urgente. Le marce si sono svolte per attirare l’attenzione sulla carneficina di neri da parte della polizia e sul razzismo che pervade la società.
George Floyd è stato ucciso da un ufficiale di polizia bianco mentre era disarmato, ammanettato e immobilizzato, a Minneapolis, Minnesota, il 25 maggio. La sua morte mette in evidenza ancora una volta l’enorme rischio che corrono i neri americani: una probabilità su 1000 di essere uccisi dalla polizia nell’arco della vita[2]. Solidarietà e orrore sono stati i sentimenti più diffusi.
Il razzismo è un’emergenza di sanità pubblica di interesse globale. È la causa principale delle persistenti diseguaglianze nella morte e nelle malattie tra i bianchi e i neri negli Stati Uniti. Gli afro-americani di età compresa tra 18 e 34 anni hanno tassi di mortalità più elevati rispetto ai bianchi per otto delle dieci principali cause di morte, tra cui malattie cardiache, tumori, malattie cerebrovascolari, diabete, omicidi e HIV. Il razzismo provoca danni e malattie psicologiche a lungo termine. La continua rappresentazione di crimini compiuti dalla polizia nei media – inclusi televisione e social media – può generare problemi di salute mentale tra gli adulti neri americani. La detenzione in massa di uomini di colore è un’ulteriore causa di diseguaglianza nella salute.
Alla base del problema c’è il razzismo strutturale, ovvero una modalità di organizzazione della società che esclude un gran numero di persone provenienti da contesti di minoranza, impedendogli di prendere parte a pieno titolo alle istituzioni sociali. Tale razzismo si autoalimenta e si rafforza manifestandosi nell’assistenza sanitaria, nell’edilizia abitativa, nell’istruzione, nell’occupazione, nel welfare e nella giustizia penale. Questi problemi hanno le loro radici in secoli di discriminazione e permeano in profondità il tessuto della società americana. La loro soluzione richiede una risposta dell’intera società; è motivo di speranza la diversità dei manifestanti che hanno preso parte alle centinaia di marce informali e formali nelle città che si protraggono per più di 10 giorni dalla morte di Floyd nel Memorial Day. Le voci di coloro che hanno sofferto del razzismo nella società americana e i movimenti di attivisti come Black Lives Matter devono essere al centro per determinare il cambiamento, tuttavia noi tutti abbiamo la responsabilità di agire ora.
Nel campo della sanità e della medicina, associazioni come l’American Medical Association e l’American Public Health Association hanno condannato il razzismo e l’uccisione di afroamericani. Queste prese di posizione sono benvenute, ma tutti insieme dobbiamo andare oltre. Dobbiamo fornire i dettagli delle azioni concrete che intraprenderemo per risolvere queste ingiustizie. White Coats For Black Lives, un’organizzazione di studenti di medicina degli Stati Uniti, si sta facendo promotore del reclutamento e del supporto di studenti di medicina neri, latini e nativi americani. Ha anche chiesto che medici e studenti siano portati a conoscenza di come si manifesta il razzismo in medicina, dei principi dell’antirazzismo e delle strategie per smantellare il razzismo strutturale. Riguardo al singolo medico e operatore sanitario, spetta a tutti noi parlare, sostenere e protestare in qualsiasi modo possibile. Le aperte proteste non violente sono quelle che hanno maggiori probabilità di determinare un cambiamento.
Cosa possono fare le riviste mediche? Il nostro compito è educare noi stessi e gli altri sul razzismo. Dobbiamo sostenere gli operatori sanitari neri e quelli appartenenti a minoranze etniche. E dobbiamo usare le evidenze scientifiche e i nostri valori per parlare a favore delle comunità nere e delle minoranze etniche. The Lancet è una rivista con una profonda storia coloniale: la rivista ha pubblicato lavori a sostegno della salute dei colonizzatori, dando la precedenza alla loro salute rispetto a quella di coloro che erano dominati e oppressi. Dobbiamo non solo riconoscere questa storia, ma anche trovare i modi per usare la scienza come strumento di cambiamento sociale. Al movimento Black Lives Matter va tutta la nostra solidarietà. Ma ora dobbiamo trasformare questo impegno in azioni concrete nel nostro lavoro, attraverso le ricerche che pubblichiamo, gli autori a cui commissioniamo gli articoli e le persone che scegliamo. Abbiamo ancora molta strada da fare per raggiungere questi obiettivi. Ma lo faremo.
“I can’t breathe”, “Non riesco a respirare”. Queste sono state le ultime parole di George Floyd: un atto di accusa per la sanguinosa oppressione che lui e la sua comunità hanno subito e continuano a subire. Queste parole stanno lì anche contro l’oppressione inflitta a tutte le persone emarginate a causa del loro colore. Coloro che lavorano nel campo della scienza, della medicina e della salute pubblica devono farsi portavoce delle società che cercano di aiutare. Ma soprattutto, noi abbiamo il dovere di ricercare l’uguaglianza come una questione di giustizia e diritti. L’antirazzismo è una lotta a cui tutti devono unirsi.
Bibliografia
Traduzione a cura di Gavino Maciocco
Street foto Berlin (foto gierre )
Una BERLINO UGGIOSA ci sveglia stamattina, con nuvole e caldo eccessivo.
Oggi passeggiata nei due Flohmarket (Mercati delle pulci) uno all’Est (Holzmarket) e uno all’Ovest (ErnstReuterHaus), il primo per borse popolari, il secondo per agiata borghesia, poi Caffè Einstein in Alexanderplatz e rientro tranquillo con uno specchio per il bagno, Gente? Medio affollamento.
Prevenzione: ovunque abbondanza di cartelli Abstand 1,5 mt ma pensare che possano essere rispettati è da grulli (dicono i toscani). Eppoi all’aria aperta la probabilità di contagio è minima.
Sul fronte sanitario poche novità locali: il trend delle nuove infezioni „nehmen zu“, ovvero tende all’aumento, come era facilmente prevedibile con la ripresa delle attività, la riapertura parziale delle scuole e degli asili nido e delle manifestazioni di massa. I decessi sono al livello dei 211 e di 8.871 a livello nazionale. Il Sindaco Michael Mueller, con una garbata lettera ha ringraziato tutti i berlinesi per la
coesione e l’accortezza dimostrata in questa crisi invitando a tenere bene a mente gli obiettivi fissati e ad evitare leggerezza e spensieratezza nella vita quotidiana. Conferma che la strategia di controllo dello sviluppo pandemico funziona bene e che la nuova clinica per l’emergenza ha una capacità che può farci stare tranquilli e che la solidarietà, la perseveranza, la creatività e l’affidabilità, che sono nel DNA dei berlinesi, potranno consentire di dominare gli eventi frutto della Pandemia. Niente di più che un “memo“ preferiale, più rassicurante che preoccupante e moderatamente responsabilizzante di un normale primo cittadino.
Che il sistema di controllo funzioni l’ho verificato proprio questa settimana.
Un Decreto del Ministero della Sanità estende a tutti la possibilità di sottoporsi al tampone, al fine di rafforzare le misure di prevenzione della diffusone del virus e di contenere i costi del sistema sanitario che sono più elevati se si fanno pochi test.
Così in 24 ore si è accertato che la mia famiglia è tutta „negativa“. Buon per tutti ma soprattutto per mio figlio e mia moglie che sono inseriti in una catena di
relazioni obbligate dal lavoro, Il test costa circa 60 euro al sistema pubblico e per tutti gli assicurati con una mutua pubblica tedesca e per gli stranieri con tessera sanitaria europea è, ovviamente, gratuito.
Questo episodio, come altri simili, rappresenta il sintomo grave di una patologia organizzativa emergente in certe aree del SSN. Invece di “governare” i processi e le contraddizioni organizzative si fa strada una pratica manageriale che preferisce “comandare” senza confronto, senza una comunicazione positiva con il personale. Il modello autoritario che si avvale di strumenti come il licenziamento, peraltro diretto contro un delegato sindacale che si dichiara estraneo ai fatti contestati, mostra in trasparenza l’inadeguatezza culturale di certo management dirigenziale a gestire la sanità pubblica in una fase di emergenza e crisi. Condividiamo in pieno il post del Dott.Mauro Valiani. Editor |
Torregalli, licenziato infermiere e delegato Cisl per un’intervista in tv
22 GIUGNO 2020
Un anonimo aveva criticato l’ospedale per aver gestito male l’emergenza Covid “Dichiarazioni lesive”. Lui nega: “Non ero io”. Furlan: Inaccettabile”. Salvini protesta
FONTE REPUBBLICA.IT
Un commento di Mauro Valiani