Ordinanza regionale: in Emilia-Romagna nuove misure anti-assembramenti

Fonte Regione Emilia-Romagna 

Dal 14 novembre. Bonaccini: “Concordata coi presidenti Zaia e Fedriga, d’intesa col ministro Speranza. Fermare il contagio”. Confronto col Governo per ulteriori ristori economici

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Mascherina indossata sempre, fin dal momento in cui si esce di casa. Nei giorni prefestivi e festivi chiuse le medie e grandi aree di vendita, compresi tutti i complessi commerciali, con l’aggiunta, nei festivi, dello stop ad ogni attività di vendita, anche gli esercizi di vicinato (farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabaccherie e edicole le sole eccezioni previste, e rimangono aperti gli esercizi di ristorazione pur nei limiti previsti dal DPCM in vigore). Sempre, invece, nei negozi di vendita di generi alimentari, potrà entrare un solo componente per nucleo familiare, fatta salva la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di 14 anni. Niente mercati in area pubblica o privata a meno che non vi siano Piani dei Comuni che prevedano regole di specifiche (perimetrazione, varchi di accesso e uscita distinti, sorveglianza pubblica e privata sull’applicazione delle regole di distanziamento e sicurezza).

E ancora: la consumazione di alimenti e bevande è sempre vietata in area pubblica o aperta al pubblico, mentre dalle 15 alle 18 la somministrazione e consumazione può avvenire solo da seduti fuori e dentro i locali, e in posti “regolarmente collocati” (va ricordato che dalle 18 alle 5 di mattina l’attività è sospesa in base all’attuale DPCM del Governo).

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Francia: Il telelavoro fa parte dell’obbligo di prevenzione della salute e sicurezza sul lavoro

La crisi sanitaria dovuta al Covid-19 aveva portato la Francia a istituire un primo confino nazionale (lockdown) il 17 marzo 2020. In questa occasione, il telelavoro divenne la norma per tutte le persone che potevano, che rappresentavano il 34% persone occupate . Il rapido aumento del numero di contagi in Europa ha costretto il governo francese a istituire un nuovo lockdown il 28 ottobre 2020 .

In questo contesto, il Ministero del Lavoro ha aggiornato il protocollo nazionale per garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti aziendali di fronte all’epidemia di Covid-19 .

Una delle misure più pubblicizzate è il telelavoro, che sta diventando la regola per tutte le attività che lo consentono. Di fronte alla riluttanza di alcune aziende a rifiutare l’attuazione del telelavoro, il ministro del Lavoro Elisabeth Borne ha dovuto inasprire il tono ricordando pubblicamente che “c’è l’obbligo da parte del datore di lavoro di garantire la sicurezza e la salute dei i suoi dipendenti. Le regole che sono nel protocollo sono la traduzione diretta di questo obbligo e quindi sono vincolanti per il datore di lavoro  ” .

Pertanto, rifiutare l’introduzione del telelavoro quando possibile è considerato una violazione da parte del datore di lavoro del suo obbligo di proteggere i dipendenti, il che lo espone a una sanzione civile o penale . Il ministro francese incoraggia i dipendenti a contribuire a far rispettare queste regole insistendo su un possibile ricorso all’ispettorato del lavoro .

L’attuale posizione del governo francese mostra l’importanza della responsabilità del datore di lavoro di proteggere la salute e la sicurezza dei suoi lavoratori. Il Covid-19 è riconosciuto come un rischio sul lavoro e il protocollo richiama l’applicazione dei principi generali di prevenzione.

“L’obbligo di telelavoro nel contesto del dovere di prevenzione del datore di lavoro dimostra l’importanza di una prevenzione globale e collettiva che implichi una riorganizzazione del lavoro oltre i gesti di barriera”, aggiunge Laurent Vogel , ricercatore senior presso ETUI. Il fatto che il governo francese sottolinei il legame tra una riorganizzazione del lavoro per garantire la prevenzione dei rischi del Covid-19 ei principi generali di prevenzione (che sono obblighi europei derivanti dalla direttiva 89/391 / CEE ) potrebbe essere potenzialmente applicabile. si applicano ad altri Stati membri in condizioni sanitarie simili.

Tuttavia, non va dimenticato che le condizioni di lavoro a casa possono rappresentare anche rischi fisici e psicologici per la salute dei dipendenti. Il sindacato generale di ingegneri, dirigenti e tecnici (UGICT-CGT) avverte in un’indagine che durante il primo lockdown, il telelavoro era “un preoccupante cocktail di rischi psicosociali”. Sono in corso negoziati nazionali tra le parti sociali per regolamentare il telelavoro, applicabile anche al di fuori del periodo di reclusione, che dovrebbero concludersi il 23 novembre 2020.

Comunicato Fim Fiom Uilm in merito agli screening

Fonte : Fiom-Cgil Nazionale 

Riteniamo e importante diffondere questo comunicato Fim, Fiom, Uilm nazionali in merito a “Screening: necessaria la condivisione nei comitati Covid ” (Editor)

Screening: necessaria la condivisione nei comitati Covid

Ci segnalano a più riprese iniziative unilaterali da parte di aziende in materia di screening, con il tentativo di imporre tamponi generalizzati al proprio personale; precisiamo che è indispensabile il coinvolgimento dei Comitati Covid aziendali o territoriali.

A tal proposito è utile ricordare alcuni punti fondamentali dell’attuale impianto normativo:

1. Il DPCM “zone a rischio”, per quanto attinente le attività economiche e produttive, fa riferimento esplicito al Protocollo condiviso tra Governo e Parti Sociali sottoscritto il 24 aprile 2020.

2. I comitati COVID disciplinati dal richiamato Protocollo sono attivi e vanno prontamente attivati, alla presenza del Medico Competente, per quanto concerne la sorveglianza sanitaria.

3. Gli screening sono attualmente disciplinati per i casi che presentato sintomi riconducibili al SARS-CoV-2, nonché per i contatti stretti con una persona risultata positiva.

4. Nei casi in cui siano riscontrati casi in azienda è l’azienda sanitaria territoriale a prendere in carico la gestione dei suddetti screening.

5. è possibile, in caso di effettivo riscontro di positività, accompagnare la presa in carico da parte delle autorità competenti con screening a carico dell’azienda, ma sempre in raccordo con l’autorità sanitaria pubblica.

Pertanto, in caso di imposizione unilaterale afferenti percorsi di screening è indispensabile richiedere la convocazione del Comitato COVID aziendale, alla presenza del Medico Competente.

Resta inteso che, in ogni caso, tali screening sono da considerarsi a carattere volontario.

Invitiamo le RSU e le strutture territoriali a comunicarci il ripetersi di iniziative analoghe nei rispettivi territori.

Fim, Fiom, Uilm nazionali

Roma, 11 novembre 2020

Strategia a posteriori e mobilità sanitaria attiva e passiva

fonte: mentepolitica.it

Medicina Moderna

Francesco Domenico Capizzi * – 11.11.2020

Già nel 2017 il CENSIS affermava che “la Medicina moderna sta diventando troppo cara per essere vitale: la spesa sanitaria italiana cresce più rapidamente del PIL al punto che la forbice tra finan­ziamento statale e spesa prevedibile rischia di aprire una voragine nei conti pubblici”. Alla constatazione si potrebbe aggiungervi il motivo: il Servizio Sanitario Nazionale deve e non può non ricorrere a sistemi tecnologici complessi e molto onerosi di diagnosi e cura. Una problematica decisiva di politica socio-sanitaria che avrebbe dovuto già essere affrontata, per sé stessa da tempo cogente e di non facile soluzione, puntando decisamente sulla evitabilità e la prevenzione delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche, in cresci­ta costante fino a rappresentare grande parte delle patologie affrontate quotidianamente dall’organizzazione sanitaria le cui risorse e forze sono destinate, in Italia come in altri Paesi industria­lizzati, essenzialmente alla loro diagnosi e cura e con risultati non entusiasmanti.

I capitoli che pesano sul piano organizzativo ed economico, permanendo l’attuale gestione sanitaria, sono molteplici:

–      Politica e Istituzioni sanitarie continuano ad essere concepite come amministrazioni contabili e gestionali di strutture edilizie e tecnologiche la cui unica, se non esclusiva, progettualità si conforma, in definitiva, come mantenimento e sviluppo dell’esistente;

–      nel 2050 gli ultrasessantacinquenni costituiranno il 34% della popolazione contro l’attuale 17%, il 25% dei quali accuserà molteplici malattie con relativa necessità di plurime terapie e supporti assistenziali di varia natura, con consumi più che doppi di farmaci e vari rimedi rispetto a tutte le età minori messe insieme. Pur collocandosi ai primi posti, nel contesto europeo e mondiale, per la qualità delle prestazioni, l’equità e l’universalità di accesso, il Sistema sanitario italiano può incepparsi proprio a causa della crescita numerica della popolazione anziana che rende difficile, se non impossibile, il mantenimento degli standard qualitativi e quantitativi raggiunti per la sostenibilità dei costi a fronte di esborsi condizionati dai vincoli finanziari relativi agli impegni assunti dall’Italia in Europa (CENSIS, 2019);

–      allungandosi nel Servizio pubblico le già lunghe liste d’attesa (oltretutto, tra marzo e luglio di quest’anno, a causa del Covid, sono rimasti non eseguiti circa 500.000 interventi chirurgici; dati forniti dalla Società Italiana di Chirurgia) i fondi erogati  alle strutture private accreditate hanno sfiorato nel 2019 i 25 miliardi di euro (poco meno di un quinto dell’intero budget sanitario), essendo aumentata di circa un miliardo e mezzo la spesa per anno a partire dal 2002, pari ad un tasso di crescita annuo del 3,4%;

–      la spesa sanitaria complessiva dai 116 miliardi del 2018 è passata ai 117,3 miliardi del 2019 (Ragioneria Generale dello Stato 2019): dal 2002 al 2019 ha subito un incremento in valore assoluto di 38,3 miliardi di euro senza considerare i costi assunti, per varie ragioni, direttamente dalle famiglie;

    –   la spesa per i farmaci erogati è aumentata dal 2002 al 2019 di quasi 1miliardo di euro assumendo un consistente peso sulla complessiva spesa sanitaria: dal 3,3% del 2002 al 9,8% del 2019, senza considerare la porzione di spesa che si abbatte sulle famiglie. In Italia vengono consumati circa 2000 farmaci al  giorno/1000 abitanti, cioè circa due dosi giornaliere per ogni cittadino,  pari ad una spesa pro-capite di circa 500 euro annui: 11,5 miliardi a carico dello Stato, il resto a carico dei cit­tadini. I consumi maggiori risultano nelle regioni meridionali;

–      Il Sistema Sanitario italiano assicura il diritto di ottenere assistenza in Strutture sanitarie di Regioni differenti da quella di residenza. In tal modo si realizza una mobilità sanitaria fra Regioni diverse: la mobilita’ attiva svolta dalla Regione che effettua le prestazioni, la mobilita’ passiva subita dalla Regione da cui il cittadino-malato si è allontanato pur risultandovi residente e pertanto assistibile. Questa situazione viene sanata dalle compensazioni finanziarie tra le due Regioni coinvolte per quanto concerne ricoveri ospedalieri e di day hospital, medicina generale, specialistica ambulatoriale, farmaceutica, cure termali, somministrazione diretta di farmaci, trasporti con ambulanza ed elisoccorso. Nel 2019 il valore della mobilita’ sanitaria è ammontata a quasi 5 miliardi ( Conferenza delle Regioni e delle Province autonome).  Fra le Regioni che vantano una maggiore capacita’ di attrazione la Lombardia e l’Emilia-Romagna, che assommano il 40% della mobilita’ attiva, e in genere le grandi Regioni del Nord. È chiaro che questa situazione sia foriera di indebitamenti, squilibri, disomogeneità nell’assistenza e di ulteriori impegni economici ed organizzativi per le famiglie. Ancora una volta si dimostra come la ricchezza, anche nell’ambito sanitario, segua la via del Nord e si allontani dal sud del Paese creando sperequazioni che si riflettono sul prestigio delle Istituzioni e il senso dell’unità nazionale fondata sulla solidarietà. Infatti, non soltanto la Regione perde denaro e credibilità, ma anche le famiglie rischiano di indebitarsi facendosi carico di costi difficilmente stimabili per i viaggi della “speranza”, i soggiorni, le assenze dal lavoro, la discontinuità impressa dal proprio ambiente usuale, ecc.

In conclusione, è necessario che Politica e Istituzioni prendano atto che la strategia sanitaria a posteriori, quasi del tutto incentrata su diagnosi e cura e fino a questo momento perseguita, conduce a distorsioni culturali, errori progettuali e ad incompatibilità economico-sociali che mettono a repentaglio il patto sociale e il prestigio delle stesse Istituzioni democratiche.

* Già docente di Chirurgia presso l’Università di Bologna e direttore delle Chirurgie generali degli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna

Vivere a Berlino di Franco Di Giangirolamo – 10 novembre 2020

Fotostreet Alexanderplatz Berlin – foto gierre 

 

10.11.2020

Passata la Festa della Unificazione tedesca e la Commemorazione della Notte dei cristalli, ambedue obbligate al “sottotono“ dalla stretta di novembre contro il coronavirus, politica e scienza si affannano a valutare i primi effetti delle decisioni assunte dalla Cancelliera, con tutti i dubbi, che debbono attendere almeno altre due settimane per essere “sciolti“. Mutti aveva detto che i provvedimenti avrebbero dovuto essere anticipati ma che sarebbe stato deleterio perdere la sintonia con l’opinione pubblica, che si lascia convincere meglio quando i numeri sono alti. C’è chi pensa che la decisione “posticipata“ sia stata condizionata dal Natale e Capodanno che tutti vorrebbero celebrare il più possibile secondo la tradizione e, di conseguenza, con numeri da epidemia floscia, da curve appiattite che permettano un “go“, dopo lo “stop“. In ogni caso l’effetto delle nuova stretta si vede e pare che i berlinesi, a parte alcune categorie economiche, l’abbiano presa “da prussiani“.

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Affrontare Il Virus Corona (COVID-19) Documenti e Rapporti OCSE

Fonte ENETOSH 

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha pubblicato molto materiale su come affrontare il COVID-19. Sul sito web dell’OCSE sono disponibili vari articoli, documenti e rapporti relativi alla pandemia. Oltre ad argomenti come affari, mercato del lavoro, sanità, ambiente, cooperazioni internazionali, sfide sociali, digitalizzazione, politiche fiscali e monetarie e altro, una raccolta si occupa di “istruzione e competenze”.
Oltre a vari articoli e documenti in questa raccolta, è stato pubblicato il rapporto “A Framework to guide an Education Response to the COVID-19 Pandemic of 2020”, che mira a supportare il processo decisionale in materia di istruzione per sviluppare e implementare risposte educative efficaci al Pandemia di covid19.
Il rapporto offre un quadro per guidare lo sviluppo di strategie educative specifiche al contesto. Include una lista di controllo di 25 punti per supportare lo sviluppo di una strategia educativa durante la pandemia. Questo può essere utilizzato dalle autorità educative nazionali, statali o locali o dai leader delle reti educative. Le esigenze più critiche che dovrebbero essere affrontate sono: garantire l’apprendimento accademico per gli studenti, sostenere gli studenti che non hanno competenze per lo studio indipendente, garantire il benessere degli studenti, fornire supporto professionale agli insegnanti e garantire il benessere degli insegnanti e l’assistenza medica agli insegnanti.
Puoi leggere il rapporto qui .

I regionalismi sanitari in Italia nel contesto internazionale: lezioni dalla pandemia

Segnaliamo questo saggio:  “I regionalismi sanitari in Italia nel contesto internazionale: lezioni dalla pandemia”  come punto di riferimento nel dibattito che seguirà la fase post pandemia ( speriamo tra breve tempo…) . Le Regioni italiane, sia pure con rilevanti differenze,  non hanno dato una buona prova in una fase di drammatica criticità per la vita del paese. Diario Prevenzione pubblicherà e/o segnalerà saggi, articoli e documenti utili perché il dibattito sulla necessaria riforma del Titolo V° non alimenti una deriva verso una regressione a modelli di centralismo burocratico dello stato nazionale.  


 

Costituzionalismo.it      Fascicolo 2 | 2020

I regionalismi sanitari in Italia nel contesto internazionale: lezioni dalla pandemia.   

di Francesco Taroni e Chiara Giorgi

Editoriale Scientifica

Gravissimo episodio alla Marelli di Crevalcore

 

Dal sito della Fiom Cgil di Bologna riportiamo questo comunicato di denuncia di un episodio molto grave sul quale stanno indagando i Carabinieri.

La Fiom si costituirà parte civile all’eventuale processoServe l’azione collettiva e la determinazione di tutte e tutti per contrastare una tale cultura aziendale e per affermare una cultura del rispetto della persona, dei diritti, delle leggi e delle libertà sindacali.

Abbiamo appreso dalle agenzie di stampa delle indagini in corso a carico di quattro responsabili della Marelli di Crevalcore con gravissimi capi di imputazione. I Carabinieri parlano di “estorsione”, “lesioni personali colpose” e altre violazioni della normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in relazione alle pressioni effettuate su una lavoratrice per occultare un grave infortunio sul lavoro.

Questa notizia rivela e rende pubblico un clima pesante dentro la fabbrica e questo episodio potrebbe essere la manifestazione di una cultura diffusa che riguarda anche altri aspetti della vita e dei rapporti in azienda.

Siamo consapevoli che potrebbe non trattarsi di un caso isolato, tant’è che da tempo abbiamo cercato di contrastare questo clima insieme ai nostri delegati, anche attraverso l’iniziativa sindacale e di mobilitazione, e mettendo i nostri uffici legali a disposizione di tutti i lavoratori e lavoratrici.

Approfondiremo le verifiche per tutelare lavoratori che si siano trovati coinvolti in episodi simili.

Contro questa cultura però serve affermare un modello di rapporti di lavoro e relazioni sindacali basate sul rispetto della persona del lavoratore, delle leggi e dei contratti, e delle libertà sindacali.

Non è un caso che episodi simili avvengano in un’azienda che è stata condannata addirittura dalla Corte Costituzionale per l’illegittima estromissione dei delegati della FIOM CGIL dagli stabilimenti.

La FIOM CGIL, rispetto allo specifico episodio, si costituirà parte civile nell’eventuale processo penale.

Tanto più alla luce di queste notizie diventa essenziale che i lavoratori e le lavoratrici della Marelli aderiscano allo sciopero di due ore già indetto per la giornata di domani, venerdì 6 novembre 2020 su tutti i turni di lavoro, per il rispetto dei lavoratori in quanto persone e non numeri.

Bologna, 5 novembre 2020

FIOM CGIL BOLOGNA


Altre info dalla stampa su questo episodio 

All’inizio dei test di massa a Liverpool, il TUC North West ha invitato i datori di lavoro della città a supportare i lavoratori durante il test pilota di massa.

TUC, il sindacato inglese di Liverpool  lancia un appello alle imprese perché facilitino i lavoratori nel sottoporsi al test pilota di massa che sarà effettuato nei prossimi giorni,
FONTE  TUC 
All’inizio dei test di massa a Liverpool, il TUC North West ha invitato i datori di lavoro della città a supportare i lavoratori durante il test pilota di massa.

Stanno chiedono sicurezza finanziaria per i lavoratori t o li aiutano a fare il test e prendere provvedimenti, se necessario, in modo che le misure di sanità pubblica possono essere efficaci e la città può venire a capo della pandemia. Dicono che il successo dei test di massa dipenderà dalla capacità dei dipendenti di permettersi di fare la cosa giusta e seguire i consigli di salute pubblica per autoisolarsi se necessario.

Chiedono ai datori di lavoro di Liverpool di:

  • sostenere i lavoratori che desiderano sottoporsi al test
  • pagare i lavoratori, che risultano positivi o a cui viene chiesto di isolarsi da soli tramite track and trace, retribuzione piena ove possibile dal primo giorno e dichiarare pubblicamente il loro sostegno per questo, per dare fiducia e certezza ai lavoratori

Il TUC hanno costantemente sottolineare d la necessità di un sostegno finanziario per i lavoratori durante la pandemia. Commentando, Lynn Collins Segretario del TUC Nord Ovest  ha detto:

“I datori di lavoro a Liverpool hanno un ruolo unico da svolgere nel sostenere i propri lavoratori a partecipare al progetto pilota e non essere penalizzati finanziariamente per averlo fatto.  

“Durante la pandemia, abbiamo costantemente chiesto sostegno finanziario per i lavoratori che hanno bisogno di isolarsi da soli. È importante che i datori di lavoro, dove possono, paghino la paga piena ai lavoratori quando si isolano da soli. Ma dove ciò non può accadere, il governo deve intervenire. Devono aumentare l’accesso all’indennità di malattia legale a tutti i lavoratori e aumentare il tasso di retribuzione in linea con il salario dignitoso reale. Continueremo a invitarli a farlo.

“Nel frattempo, per proteggere vite e mezzi di sussistenza, chiediamo a tutti i datori di lavoro di fare la cosa giusta, concedendo tempo ai lavoratori per fare i test e assicurando che abbiano sicurezza finanziaria se devono autoisolarsi. Lavorando insieme, possiamo sconfiggere questa pandemia “.

Tensioni tra Ministro della Salute e Regioni

 

Un comunicato appena pubblicato sul sito del Ministero della Salute rende evidente lo stato di tensione tra il Ministero della Salute , il CTS e le Regioni. La logica “contrattuale” che si è manifestata da parte delle regioni verso il governo per negoziare i provvedimenti di contrasto alla pandemia è parsa inaccettabile al ministro Speranza che peraltro aveva fornito alle regioni e agli esperti degli Assessorati alla Sanità gli indicatori e i sistemi di valutazione per l’assegnazione di ciascuna regione in una delle quattro fasce di rischio. Riportiamo il comunicato:

“Covid-19: Speranza, “Non si ignori gravità dei dati su territori”

“Le regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle regioni. È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili”. Lo afferma il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

Fonte Ministero Salute 

Vedi inoltre

Informativa del ministro Speranza sui criteri seguiti nella collocazione delle Regioni nelle aree di diffusione del Covid-19

Vivere a Berlino di Franco Di Giangirolamo – 4 novembre

 

Foto Street Il Ponte degli Orsi …foto gierre 

 

4 novembre 2020

Ficcanasare, ovvero disobbedire a Mutti ( Merkel ndr)  e farsi un giro per Berlin, in una giornata così piena di sole che ti trascina in una viandanza, che mette a dura prova la resistenza del mio fisico, piuttosto indebolito dalla clausura. L’Ueberweisung (bonifico) urgente mi porta in Alexanderplatz con la U5 semivuota di passeggeri rigorosamente distanziati e mascherati. Anche la piazza è abbastanza deserta, come la stazione con i chioschi quasi tutti chiusi e gruppetti di gilet gialli della sicurezza che svolgono una specie di controllo delle misure di sicurezza. Decido di fregarmene dei giornali che parlano solo delle elezioni USA e di Covid e di andare al Zoologisches Garten a vedere com’è la situazione.

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IL PRIMO SOCCORSO AL LAVORO DURANTE LA PANDEMIA COVID-19

Ente Bilaterale Turismo
Provincia di Venezia
Ente Bilaterale Terziario Commercio Servizi Provincia di Venezia

 

IL PRIMO SOCCORSO AL LAVORO DURANTE LA PANDEMIA COVID-19

A CURA DI B. CERETTI, R. MONTAGNANI, F. OSTI, M. THIAM CON LA COLLABORAZIONE DI PAOLO ROSI DIRETTORE della CENTRALE OPERATIVA 118 ASL 3 SERENISSIMA e di BETTINA HUNGER ASD – BGN GERMANIA
IMMAGINI DI GIULIANA BENEDETTI

IL MANUALE ( 60 PAGINE )

Aspettando Godot fra fatalismi e metafisica

di Francesco Domenico Capizzi * – 04.11.2020

Rapporto CREA

Sull’intero pianeta, in media, il 15% dei decessi da Sars2-Covid19 è attribuibile all’esposizione prolungata dell’inquinamento atmosferico: in Europa il tasso raggiunge il 19%, nell’America del Nord il 17%, nell’Asia Orientale il 27%; in particolare, il 29% nella Repubblica Ceca, il 27% in Cina, il 26% in Germania, il 22% in Svizzera, il 21% in Belgio, il 20% negli USA, il 19% in Olanda, il 18% in Francia, il 16% in Svezia, il 15% in Italia, il 14% nel Regno Unito, il 12% in Brasile, l’11% in Portogallo, l’8% in Irlanda, il 6% in Israele, il 3% in Australia, soltanto l’1% in Nuova Zelanda. Emerge chiaramente che la quota maggiore d’inquinamento è attribuibile all’esposizione ai prodotti dei combustibili fossili e al particolato che ne deriva, i quali peraltro hanno favorito l’insorgenza e la diffusione della stessa pandemia (fonte: OMS).

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Inghilterra . Molte migliaia di casi Covid-19 correlati al lavoro non vengono segnalati

Fonte Hazards.org

Secondo un nuovo studio, le linee guida dell’Health and Safety Executive (HSE) che delineano quando i datori di lavoro devono segnalare il Covid-19 correlato al lavoro potrebbero perdere “molte migliaia” di casi e dovrebbero essere ampliate.

Il professor Raymond Agius del Center for Occupational and Environmental Health dell’Università di Manchester ha valutato le linee guida sui requisiti di segnalazione ai sensi dei regolamenti RIDDOR che stabiliscono quando un datore di lavoro deve segnalare un’infezione da Covid-19 correlata al lavoro, la morte o un evento pericoloso.

Ai professionisti è stato chiesto di stimare la probabilità che la malattia di Covid-19 possa derivare da due scenari, uno dei quali è segnalabile all’HSE come evento pericoloso secondo le attuali linee guida e uno non segnalabile. I partecipanti hanno classificato lo scenario non riportabile come il più probabile che si traduca in un’infezione correlata al lavoro da Covid-19.

Aguis ha scoperto che la guida HSE non corrisponde ai dati dell’Office for National Statistics (ONS) sui lavori a più alto rischio, poiché la guida esclude i rapporti dalle professioni in cui i dipendenti lavorano con il pubblico in generale rispetto a persone note per essere infette.

Il professore ha anche valutato le indicazioni su quando i medici dovrebbero segnalare un decesso Covid-19 attribuibile al lavoro del medico legale. Nei risultati riportati sulla rivista Occupational Medicine, il professore ha concluso che la soglia per segnalare un caso al medico legale è molto inferiore alla guida HSE, in quanto consente notifiche da qualsiasi forma di impiego. Anche la guida del medico legale corrispondeva meglio ai dati dell’ONS che indicano quanto sia alto il rischio per le diverse professioni.

“L’attuale guida RIDDOR sul coronavirus dell’HSE è difficile da applicare. Le prove disponibili suggeriscono che potrebbe non essere riuscito a catturare molte migliaia di casi di malattia Covid-19 correlati al lavoro e centinaia di decessi. Pertanto, l’HSE sta perdendo preziose opportunità per le indagini che potrebbero portare a consigli per prevenire future malattie e morte “, ha detto il professor Agius.

“La guida HSE sulla segnalazione RIDDOR relativa al Covid-19 trarrebbe vantaggio da un emendamento per migliorare la chiarezza e la facilità d’uso e per consentire esplicitamente rapporti da una più ampia gamma di occupazioni che si occupano del pubblico in generale.” Ha aggiunto che HSE deve aumentare sostanzialmente le sue ispezioni al fine di indagare sui rapporti.

RM Agius. COVID-19: mezzi statutari di controllo delle morti e delle malattie dei lavoratori , Medicina del lavoro, 21 settembre 2020.

Trasporti e logistica, tra il 2015 e il 2019 le denunce di infortunio in calo del 6%

Fonte:  Inail.it 

A questo settore multiforme e dinamico, che l’anno scorso ha dato lavoro a 1,2 milioni di persone, è dedicato il nuovo numero del periodico statistico Dati Inail. Nello stesso quinquennio il calo dei casi mortali segnalati all’Istituto è stato del 22,9%, da 144 a 111 decessi

Trasporti e logistica, tra il 2015 e il 2019 le denunce di infortunio in calo del 6%

ROMA – Nel quinquennio 2015-2019 le denunce di infortunio sul lavoro nel trasporto e magazzinaggio hanno registrato un calo complessivo del 6%, da quasi 42mila a poco più di 39mila. Decisamente più marcata la diminuzione dei casi mortali denunciati nello stesso periodo, passati da 144 a 111 (-22,9%). Il nuovo numero del mensile Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, è dedicato a questo settore molto articolato, che l’anno scorso ha garantito le filiere dell’intera produzione industriale e gestito i flussi di persone e merci con 1,2 milioni di addetti, più della metà dei quali impiegati in trasporti terrestri (ferroviari, stradali e mediante condotte), un terzo in attività di magazzinaggio e supporto, meno dell’8% nelle attività postali e di spedizione espressa, quasi il 5% nei trasporti marittimi e meno del 2% in quelli aerei.

Le carcasse di cui liberarsi

di NERINA DIRINDIN 

Fonte Collettiva 

Credevamo (sbagliando) di poter ritornare alla normalità. O almeno a una condizione di ordinata coesistenza con il virus. Non è così. Le nostre debolezze sono ancora tutte lì, dobbiamo ora impegnarci seriamente a “immaginare un altro mondo”

 

Siamo ripiombati nell’emergenza. Questa volta è tutto più difficile, perché il vantaggio conseguito sul fronte della conoscenza del Coronavirus non è sufficiente a compensare l’affievolirsi dello slancio generoso dimostrato in primavera da tutta la popolazione (in particolare dalla gran parte dei professionisti della sanità pubblica): le energie recuperate stanno venendo meno, la fiducia nelle istituzioni è meno granitica, l’impreparazione di molti distretti sanitari è sconcertante, la dimensione delle classi scolastiche (cd pollaio) non è cambiata, i trasporti locali sono più deboli di prima, le persone fragili sono impaurite.

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La conferma della trasmissione di aerosol di COVID-19 ha implicazioni per la sicurezza dei lavoratori

FONTE  IUF -UITA

L’approccio precauzionale IUF alla diffusione del COVID-19 è stato convalidato dall’emergente consenso scientifico sulla diffusione dell’aerosol della malattia. La valutazione iniziale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) era che il COVID-19 si diffondeva principalmente attraverso le “goccioline” della tosse e degli starnuti di una persona infetta e attraverso la contaminazione di superfici dure. Questa era la base per consigliare una distanza fisica di un metro sul posto di lavoro.

L’UITA ha sostenuto la distanza fisica di 2 metri come una delle tante precauzioni da adottare a causa dell’incertezza sulla possibilità di trasmissione da parte di particelle più piccole che viaggiano ulteriormente nell’aria.

Come ha recentemente notato il quotidiano britannico The Guardian , una conseguenza dei primi consigli dell’OMS è stata l’enfasi sul lavaggio delle mani e una sottostima dell’importanza di indossare maschere.

A luglio, una lettera aperta di 239 scienziati ha invitato l’OMS a rivedere la sua descrizione per dire che gli “aerosol” (cioè le particelle più piccole nell’aria) sono importanti e anche le “goccioline” più grandi possono andare molto più in là di quanto riconosciuto dall’agenzia.

Il Regno Unito è l’ultimo paese a riconoscere le prove ormai schiaccianti che gli aerosol rappresentano una delle principali vie di trasmissione del Covid-19.

“Non adottando il principio di precauzione riguardo alla diffusione del COVID-19, i governi e i datori di lavoro hanno esposto i lavoratori a danni inutili. Quando si tratta di misure di salute pubblica e SSL, il principio di precauzione dovrebbe sempre prevalere”, ha commentato l’assistente generale dell’UITA segretario James Ritchie.

Si consiglia vivamente agli affiliati di tenere conto della trasmissione di aerosol di COVID-19 nelle valutazioni dei rischi sul posto di lavoro e nella gestione del controllo del pericolo. Le guide specifiche del settore IUF sono disponibili qui e qui e anche qui.

IUF:L’Unione Internazionale delle Associazioni dei Lavoratori Alimentari, Agricoli, Alberghieri, Ristorazione, Ristorazione, Tabacco e Alleati (IUF) è una federazione internazionale di sindacati che rappresentano i lavoratori impiegati nell’agricoltura e nelle piantagioni; la preparazione e la produzione di cibi e bevande; alberghi, ristoranti e servizi di catering; tutte le fasi della lavorazione del tabacco. L’UITA è composta da 425 sindacati affiliati in 127 paesi che rappresentano oltre 10 milioni di lavoratori.

Cronache di vita a Berlin in epoca di corona – Franco Di Giangirolamo – 31 ottobre 2020

 

Street Foto Berlin 25/09/20 Globaler Klimastrekt – Foto gierre 

 

Dopo 3 mesi, con la „zweite welle“ (seconda ondata) riprendo a osservare dal buco della serratura spezzoni di vita berlinese ridimensionata, adattata, violata, soffocata, liberata dalla pandemia.

Evento d’eccezione quest’oggi: inaugurazione del nuovo aeroporto di Schoenefeld (nome d’arte: BER). Celebrazione sottotono per quello che doveva essere l’Aeroporto più moderno d’Europa, il terzo della Germania , che è diventato uno zimbello europeo di cui non c’è motivo di vantarsi. Dopo 30 anni di pianificazione e 14 anni di costruzione e riprogettazioni continue (9 anni più del previsto), un costo triplo (6 miliardi di euro) di quello preventivato, una sequela di errori incredibili di manager, pianificatori, politici, ingegneri, per i quali nessuno finora ha pagato. Nato già con problemi di capacità non mostrerà molto presto i suoi limiti di capacità e logistici, grazie alla pandemia, che terrà molto bassi i livelli di movimentazione (nel 2021 si dovrebbero avere 18 milioni di passeggeri anno, meno della metà della potenzialità prevista.)   A ricordarli ci penserà l’alleanza di protesta „restare a terra“ , in costume da „pinguini“ che chiama l’Aeroporto un „monumento al capitalismo fossile“.

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Regno Unito. Battaglia per la giustizia : vittime dell’amianto penalizzate.

 

Articolo  di Laurie Kazan-Allen

Fonte : Segreteriato Internazionale contro l’amianto 

I malati di malattie legate all’amianto nel Regno Unito sono maggiormente a rischio di Covid-19 poiché i loro polmoni sono già lesionati dalle fibre tossiche precedentemente ingerite. Oltre a temere per la propria vita durante questi tempi turbolenti, devono affrontare un compito enorme per accedere al risarcimento a cui hanno diritto. Secondo le informazioni fornite dall’Amianto Victims Support Groups Forum UK (il Forum), 272 richieste di amianto per infortuni sul lavoro Disablement Benefit devono ancora essere elaborate dal Department of Work and Pensions (DWP) e 16 vittime sono morte mentre aspettavano di riceverle benefici. Come ha spiegato il presidente del forum Joanne Gordon:

“Dopo il Coronavirus, le valutazioni mediche della Disabilità sugli infortuni sul lavoro si sono interrotte e, pertanto, non è stata assegnata alcuna prestazione né per l’indennità di invalidità degli infortuni sul lavoro (IIDB) né per il regime di indennizzo dei lavoratori (WCS) per i richiedenti di malattie prescritte Asbestosi o pleurica Ispessimento. Inoltre, alcune di queste richieste risalgono a gennaio 2020 perché, sebbene la richiesta fosse stata presentata prima del blocco, il  controllo medico non aveva avuto luogo “.

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Coronavirus in Germania: nuove restrizioni a Berlino

Fonte ilmitte.com

A causa del crescente numero di infezioni da Coronavirus e su istanza della senatrice alla sanità di Berlino, Dilek Kalayci, martedì 27 ottobre 2020 il Senato ha approvato il nono emendamento all’attuale ordinanza sulla prevenzione dei contagi e introdotto nuove restrizioni.

Ecco le nuove regole:

  1. In nuove strade di Berlino si dovrà indossare la mascherina anche all’aperto. L’obbligo si riferisce ai soli pedoni e le nuove strade saranno inserite solo a partire dal 30 ottobre in questo elenco ufficiale, che al momento contiene solo le strade in cui l’obbligo era già vigente.
  2. L’obbligo di indossare la mascherina nel caso di eventi all’aperto sussiste a partire dai 20 partecipanti in su.
  3. Le università resteranno chiuse fino al 31 marzo 2021. Le lezioni del semestre invernale 2020/2021 si svolgeranno online e non più in aula a partire dal 02.11.2020. Fanno eccezione i casi in cui non è possibile utilizzare la didattica a distanza e quindi nel caso di aule di laboratorio, insegnamento medico-clinico, lezioni di arte, lezioni di sport pratico, avviamento dei nuovi studenti.
  4. Il numero massimo di partecipanti a un evento è fissato a 500 per gli eventi all’esterno e 300 per quelli all’interno. Questa restrizione può essere modificata o eliminata, dopo la verifica dell’adozione delle norme di igiene previste da parte dell’amministrazione del senato.
  5. I distributori di benzina, i panifici o i punti vendita nelle stazioni ferroviarie potranno vendere determinati prodotti, quali prodotti da forno, fiori e giornali anche tra le 23.00 e le 6.00.

L’ordinanza modificata entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dello Stato di Berlino, e quindi le nuove restrizioni entreranno in vigore il 31 ottobre 2020.

Usa. Quando il governo è gestito da pochi, i lavoratori essenziali ne pagano il prezzo

 

Fonte:  Public Employees for Environmental Responsibility – PEER  che ringraziamo 

Con il coronavirus in “diffusione incontrollata” a fine ottobre in 34 stati e a Porto Rico, secondo CovidExitStrategy.org, e con il massimo esperto di malattie infettive Anthony Fauci che dice che siamo in una posizione “precaria”, dobbiamo ricordare chi rimane nella posizione più precaria per essere devastato se le infezioni da COVID-19 riportano i blocchi: I lavoratori essenziali.

Oltre agli anziani nelle case di cura, i lavoratori essenziali , spesso di colore,  hanno pagato uno dei prezzi più alti  fino a questo punto della pandemia. I lavoratori essenziali  hanno letteralmente messo le loro vite sulla linea come se fosse la guerra. Tra i migliori esempi ci sono: 

  • Il  Midwest Center for Investigative Reporting ha finora registrato 214 morti di confezionatori di carne in tutta la nazione e 41.000 infezioni in strutture in 40 stati . Un rapporto dei  Centers for Disease Control and Prevention ha  rilevato che mentre i confezionatori di carne sono per il 61% latini, neri e asiatici, sono responsabili di quasi 9 infezioni su 10;  
  • Il National Nurses United ha  pubblicato un rapporto che ha rilevato che più di 1.700 operatori sanitari erano morti al 16 settembre. Il gruppo ha  detto  al New York Times alla fine di ottobre che il numero è ora vicino a 2.000. 

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Ricordo di Marco Bottazzi

 

Voglio ricordare Marco Bottazzi, il medico gentile, responsabile della consulenza medico legale del Patronato della Cgil che si è battuto fino agli ultimi giorni per i lavoratori e le lavoratrici affette da malattie di origine professionale per farne riconoscere i loro diritti. A Diario Prevenzione mancherà la sua competente newsletter medico legale che per molti anni, fino a pochi giorni fa, ha messo a disposizione dei nostri lettori. Voglio ricordare la passione, la chiarezza e l’efficacia dei suoi lavori che sono stati riferimento nella formazione di tante e tanti sindacaliste/i e operatori/operatrici del Patronato. Grazie Marco per tutto quello che ci hai dato con il tuo lavoro, con il sorriso e con la tua raffinata competenza .

Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione.

Il costo degli infortuni e delle malattie professionali in Austria

Fonte EU-OSHA 

Gli infortuni e le malattie professionali causano sofferenza alle persone interessate e alle loro famiglie e costi economici elevati per i sistemi sanitari e la società. Nell’ambito di un progetto di ricerca pluriennale che si è concluso nel 2019, l’EU-OSHA ha pubblicato  Il valore della sicurezza e della salute sul lavoro e i costi sociali degli infortuni e delle malattie legati al lavoro , uno studio completo e dettagliato per stimare l’onere finanziario del lavoro. lesioni e malattie correlate a livello europeo.

Alla luce dell’analisi dettagliata dell’EU-OSHA, l’  Istituto austriaco di ricerca economica (WIFO)  presenta ora “Die Kosten arbeitsbedingter Unfälle und Erkrankungen. Österreich – Il costo degli infortuni sul lavoro e delle malattie in Austria. ” Questo studio segue il sistema di stima dell’EU-OSHA e applica una metodologia simile a livello nazionale austriaco, combinando l’interpretazione dei dati con politiche specifiche e raccomandazioni politiche.

Ulteriori informazioni sullo studio dell’EU-OSHA sul  valore della salute e sicurezza sul lavoro e sui costi sociali degli infortuni e delle malattie professionali

Ulteriori informazioni su  Die Kosten arbeitsbedingter Unfälle und Erkrankungen. Österreich – Il costo degli infortuni sul lavoro e delle malattie in Austria  (in lingua tedesca)

Il mondo del lavoro, il medico competente e la pandemia da SARS-COV-2. Cosa abbiamo imparato


Verona, Auditorium Domus Mercatorum-Centro Congressi CCIA

mercoledì 30 ottobre 2020 – ore 9:00-18:00

Seminario nazionale ANMA

9:00 APERTURA DEI LAVORI E SALUTI
Dott.ssa G. LecceMinistero della Salute – Direzione Prevenzione

INTRODUZIONE AI LAVORI Dott. U. CanduraPresidente ANMA

MODERATORI DEL SEMINARIO
Dott.ssa G. Lecce – Ministero della Salute
Prof. S. Porru – Università di Verona
Dott. U. Candura – Presidente ANMA

Caratteristiche e dinamica di circolazione del virus Sars-Cov-2: una importante lezione di epidemiologia
Prof. A.Crisanti – Università di Padova

Interpretazione dei test sierologici. A che punto siamo?
Prof. G.Lippi – Università di Verona

L’impatto dell’epidemia negli operatori sanitari
Prof. P. Mascagni – Ospedale di Desio ASST Monza

Sicurezza dei lavoratori e prevenzione della diffusione dell’infezione negli ambienti di lavoro non sanitari
Dott. D. Bontadi – Gruppo di lavoro ANMA Veneto

Le misure adottate dalle aziende per il contrasto al contagio da Sars-Cov-2. Valutazione dell’efficacia
Ing. F. Santi – Presidente AIAS

La sorveglianza sanitaria ai tempi del Covid19 e la gestione dei lavoratori cosiddetti “fragili”
Dott. T.Cassina, Dott. P. Patanè – ANMA Lombardia, ANMA Veneto

Come affrontare gli eventuali sviluppi dell’epidemia: il punto sulle strategie di prevenzione
Prof. G.Rizzardini – Ospedale L. Sacco, Milano

Accompagnare il lavoratore in sicurezza – Attualità del Vademecum ANMA per il Medico Competente
Dott. G. Boschiroli, dott. G. Briatico Vangosa – ANMA Lombardia

Medico Competente e salute pubblica: nuovi possibili scenari nell’epoca post-COVID?
Prof. M. Del Vecchio – Università L. Bocconi, Milano

L’ANMA e l’emergenza Covid19: cosa è cambiato nel mondo del lavoro in questi mesi e cosa ci aspetta
Dott. U.Candura, Dott. D. Ditaranto – ANMA Campania, ANMA Lombardia

17:00 Discussione, conclusioni, fine lavori

Responsabili del programma scientifico:
Dott. Danilo Bontadi – ANMA Veneto
Prof. Paolo Mascagni – Ospedale di Desio ASST Monza, ANMA Lombardia

scarica il programma
vai al sito del seminario

Le iscrizioni in presenza sono chiuse, ma è possibile la partecipazione in modalità virtuale (FAD sincrona).

Leçons sur les phénomènes de la vie

Fonte mentepolitica.it

Autore :Francesco Domenico Capizzi * – 28.10.2020

Leçons sur les phénomènes de la vie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorno al passato: mi vesto nei panni di un famoso chirurgo del tardo XIX secolo per impartire una lezione accademica di Clinica chirurgica a Vienna. Si svolge nell’anfiteatro del Policlinico davanti ad aiuti-chirurghi che occupano le prime file insieme ad assistenti e chirurghi in formazione. A seguire, sugli spalti, gli studenti della Facoltà medico-chirurgica. Una disposizione topografica che corrisponde alla gerarchia di funzioni e responsabilità.

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