Per l’Inca, il Patronato della Cgil, è necessario assicurare le giuste tutele ai contagiati

FONTE  COLLETTIVA.IT

Chi chiede uno scudo penale generalizzato per le imprese o è in mala fede oppure non sa leggere le disposizioni dei protocolli sottoscritti con le parti sociali. Per il Patronato della Cgil, è importante assicurare le tutele individuali ai lavoratori e alle lavoratrici contagiati da Covid-19 rispettando la normativa sulla prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il principio ispiratore delle norme, contenute nell’articolo 2087 del codice civile, nel Testo Unico 1124/65 e nei Decreti legislativi 38/2000 e 81/2008, è che il datore di lavoro è responsabile e garante della salute e della sicurezza dei lavoratori e che, pertanto, è tenuto ad assicurare la loro integrità psicofisica adottando ogni misura necessaria allo scopo.

Pur comprendendo la drammatica situazione economica causata dalla pandemia da Coronavirus, non si capisce perché nell’attuale emergenza sanitaria si voglia rimuovere ogni possibile responsabilità in capo alle aziende, consentendo loro di non rispondere di eventuali inadempienze che, proprio in ragione dell’altissimo rischio di contagio nei luoghi di lavoro, possono aggravare la diffusione del virus, mettendo a repentaglio non soltanto la salute di quei lavoratori, che non possono lavorare in smart working, ma anche delle loro famiglie. Chiedere, come fanno le associazioni datoriali, che i casi di contagio da Coronavirus in occasione di lavoro siano da considerare come malattia comune e non infortunio, significa, di fatto, che chi ha contratto il virus debba essere trattato alla stregua di chi ha una semplice influenza, senza la copertura assicurativa antinfortunistica Inail, escludendo ogni possibile aggravamento, che pure in questi casi, è quanto di probabile possa accadere.

Richiamare le difficoltà di dimostrare l’origine professionale dei casi di coronavirus non è sufficiente a giustificare la richiesta di uno scudo penale generalizzato. Vorrei ricordare che il nostro Paese ha bandito la commercializzazione dell’Amianto nel 1992, dopo la chiusura per fallimento dello Stabilimento Eternit di Monferrato (1986), a cui sono seguiti numerosi processi, alcuni dei quali ancora in corso. A oltre trent’anni di distanza, nessuno mette più in dubbio l’origine professionale del mesotelioma pleurico e, nonostante i numerosi sforzi, ancor oggi dobbiamo aggiornare costantemente la lista dei decessi per amianto: c’è una ricca legislazione al riguardo che assicura le tutele Inail non soltanto per i lavoratori ex esposti, ma anche per chi è venuto a contatto con l’amianto per motivi ambientali o familiari.

Leggi tutto

Parrucchieri ed estetisti, pubblicate le raccomandazioni di Inail e Iss per la ripresa delle attività dopo il lockdown

Fonte Inail.it 

Il documento tecnico, approvato nella seduta di ieri dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19, contiene l’analisi del rischio contagio per il settore della cura alla persona e fornisce indicazioni sulle misure da adottare per il contenimento della diffusione del virus. Il presidente Bettoni: “Non sono regole vincolanti, sarà il governo con le parti sociali a operare la sintesi tra i vari interessi in gioco”

Parrucchieri ed estetisti, pubblicate le raccomandazioni di Inail e Iss per la ripresa delle attività dopo il lockdown

ROMA – Il Comitato tecnico scientifico istituito presso la Protezione civile nella seduta di ieri ha approvato il documento tecnico elaborato dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità, che fornisce raccomandazioni sulle strategie di prevenzione da adottare per il contenimento del nuovo Coronavirus nei servizi dei parrucchieri e degli altri trattamenti estetici, in vista della ripresa delle attività dopo la fase di lockdown. È l’ultima pubblicazione realizzata in ordine di tempo, dopo quelle dedicate all’analisi del rischio da Covid-19 nei luoghi di lavoro, nel trasporto pubblico terrestre e nei settori della ristorazione e della balneazione.

“Potranno essere riviste sulla base del trend epidemiologico”. “Non si tratta di disposizioni vincolanti – precisa il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – ma di contributi di carattere scientifico, che contengono analisi del rischio per settori specifici di attività, per cui forniscono ipotesi di modulazione delle misure di contenimento del contagio già note, anche attraverso criteri per l’individuazione di misure di prevenzione e protezione. È  evidente che non si tratta di linee guida impartite alle imprese, che né l’Inail né l’Iss sono titolati a emanare. Spetterà alle autorità politiche e alle parti sociali trovare il giusto contemperamento tra gli interessi in gioco, con la flessibilità che le situazioni territoriali possono richiedere. Se, sulla base del trend epidemiologico e dell’analisi dei dati di monitoraggio regionale, si dovesse verificare un miglioramento degli indici di contagio, il Comitato tecnico scientifico potrà richiedere la  revisione del quadro delle raccomandazioni”.

“L’Istituto si è attivato con l’obiettivo di tutelare la salute di tutti”. “Lo spirito con cui si è mosso l’Istituto – aggiunge Bettoni – è quello di mettere al servizio del Paese le proprie competenze tecniche. Fin dall’inizio dell’epidemia, infatti, ci siamo attivati per tutelare i lavoratori e le imprese, operando in stretta sinergia con il Ministero della Salute, la Protezione civile, il Comitato tecnico scientifico, il commissario straordinario e le altre istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza per individuare misure di prevenzione e protezione adeguate, con l’obiettivo di consentire la progressiva ripresa di tutte le attività produttive, tutelando allo stesso tempo la salute dei lavoratori, degli imprenditori e della popolazione in generale”.

I rischi maggiori derivano dalla stretta prossimità con la clientela. Come sottolineato nel documento tecnico pubblicato oggi, nel settore della cura alla persona, che comprende i saloni di barbieri e parrucchieri, gli istituti di bellezza e quelli di manicure e pedicure, per un totale di oltre 140mila imprese e 260mila addetti, i rischi maggiori derivano dalla stretta prossimità con il cliente e dall’elevata probabilità di esposizione a fonti di contagio, legata anche alla presenza di operazioni che comportano la formazione di aerosol.

Prevista la possibilità di realizzare aree di attesa all’esterno. Tra le misure di prevenzione proposte, la possibilità di consentire deroghe ai giorni di chiusura, l’estensione degli orari di apertura dei locali e una razionalizzazione degli spazi tale da permettere il distanziamento, anche attraverso la realizzazione di aree di attesa all’esterno, consentendo ove possibile l’occupazione del suolo pubblico in deroga. Per garantire la sostenibilità delle attività quotidiane, è necessaria una buona programmazione di tutte le attività e dei tempi medi dei trattamenti, che andrebbero predeterminati già al momento della prenotazione, per ottimizzare i tempi di attesa e prevenire ogni forma di affollamento. La distanza minima tra le postazioni dovrebbe essere di almeno due metri ed è preferibile lavorare con le porte aperte.

L’utilizzo della mascherina di comunità è obbligatorio. Come previsto dall’articolo 3 del Dpcm del 26 aprile, è obbligatorio l’utilizzo di mascherine di comunità da parte del cliente a partire dall’ingresso nel locale, a eccezione del tempo necessario per effettuare i trattamenti che non lo rendano possibile. È preferibile, inoltre, fare ricorso a grembiuli e asciugamani monouso. Se riutilizzabili, devono essere lavati ad almeno 60 gradi per 30 minuti. In tutti i casi possibili, le procedure devono essere svolte rimanendo alle spalle del cliente.

L’infortunio sul lavoro per Covid-19 non è collegato alla responsabilità penale e civile del datore di lavoro

“L’infortunio sul lavoro per Covid-19 non è collegato alla responsabilità penale e civile del datore di lavoro
Il datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa…”
Così recita il comunicato Inail che spazza via il chiacchericcio interessato e strumentale che circolava in rete.

dal sito Inail

“L’infortunio sul lavoro per Covid-19 non è collegato alla responsabilità penale e civile del datore di lavoro

Il datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa

ROMA – In riferimento al dibattito in corso sui profili di responsabilità civile e penale del datore di lavoro per le infezioni da Covid-19 dei lavoratori per motivi professionali, è utile precisare che dal riconoscimento come infortunio sul lavoro non discende automaticamente l’accertamento della responsabilità civile o penale in capo al datore di lavoro.

Sono diversi i presupposti per l’erogazione di un indennizzo Inail per la tutela relativa agli infortuni sul lavoro e quelli per il riconoscimento della responsabilità civile e penale del datore di lavoro che non abbia rispettato le norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Queste responsabilità devono essere rigorosamente accertate, attraverso la prova del dolo o della colpa del datore di lavoro, con criteri totalmente diversi da quelli previsti per il riconoscimento del diritto alle prestazioni assicurative Inail.

Pertanto, il riconoscimento dell’infortunio da parte dell’Istituto non assume alcun rilievo per sostenere l’accusa in sede penale, considerata la vigenza in tale ambito del principio di presunzione di innocenza nonché dell’onere della prova a carico del pubblico ministero. E neanche in sede civile il riconoscimento della tutela infortunistica rileva ai fini del riconoscimento della responsabilità civile del datore di lavoro, tenuto conto che è sempre necessario l’accertamento della colpa di quest’ultimo per aver causato l’evento dannoso.

Al riguardo, si deve ritenere che la molteplicità delle modalità del contagio e la mutevolezza delle prescrizioni da adottare sui luoghi di lavoro, oggetto di continuo aggiornamento da parte delle autorità in relazione all’andamento epidemiologico, rendano peraltro estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro.”

Inail:i primi dati sulle denunce da Covid-19 (monitoraggio al 21 aprile 2020)

 

La tutela infortunistica

L’articolo 42, comma 2, del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020, stabilisce che nei casi accertati di infezione da Coronavirus (SARS-CoV-2) in occasione di lavoro, il medico certificatore redige il consueto certificato di infortunio e lo invia telematicamente all’Inail che assicura, ai sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell’infortunato. Le prestazioni Inail nei casi accertati di infezioni da Coronavirus in occasione di lavoro sono erogate anche per il periodo di quarantena o di permanenza domiciliare fiduciaria dell’infortunato con la conseguente astensione dal lavoro. (…segue)

LEGGI TUTTA LA SCHEDA

Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione

Documento tecnico sulla possibile rimodulazione
delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione.

A cura del
Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, INAIL
Autori: Sergio Iavicoli, Fabio Boccuni, Giuliana Buresti, Diana Gagliardi, Benedetta Persechino, Bruna Maria Rondinone, Antonio Valenti
Aprile 2020

IL DOCUMENTO

 

«A che ora ti sei contagiato?» I paletti dell’Inail per chi cura e assiste i malati

Al patronato della Cgil arrivano segnalazioni di alcune “pretese insopportabili” avanzate dall’istituto per dare accesso alla tutela antinfortunistica. Una questione che riguarda anche il personale sanitario. Candeloro (Inca): “Siamo al paradosso”

 

Avevamo tutti creduto che la circolare di Inail avesse sciolto ogni riserva sul diritto dei lavoratori contagiati da Covid-19 alla tutela antinfortunistica, saltando magari qualche passaggio burocratico di troppo, data l’emergenza sanitaria, ma così non è. All’Inca Cgil arrivano segnalazioni preoccupanti circa alcune “pretese insopportabili” da parte di Inail per le denunce.

A Padova, dieci infermieri ospedalieri, sette lavoratori di case di riposo, due dipendenti di una società, che fornisce servizi di pulizia in appalto presso l’ospedale e un sanitario dell’Istituto oncologico di Padova, si sono visti richiedere dall’Inail un altro adempimento per la denuncia di infortunio sul lavoro giustificandolo in questo modo: “Il certificato medico di malattia Inps non può essere preso in esame perché non idoneo ai fini della tutela Inail”, in quanto “privo di alcune informazioni essenziali previste dall’articolo 53 del Testo Unico n.1124/1965 per poter trattare l’evento quale infortunio sul lavoro anche in caso di contagio accertato da Covid-19”.

Per avere accesso alle prestazioni economiche previste dalla normativa antinfortunistica, nonostante l’emergenza sanitaria, per Inail il certificato di malattia da Coronavirus, inviato all’Inps ancor prima della pubblicazione della sua circolare, il lavoratore contagiato da Covid-19 deve acquisire il “consueto certificato di infortunio”, rilasciato dal medico certificatore (di famiglia o ospedaliero), al quale è giunta la segnalazione del contagio, da inviare  telematicamente all’Inail”, nel quale devono essere indicate tutte le circostanze, anche quelle temporali, in cui si è sviluppato il virus.

In esso, oltre alle generalità del contagiato, il giorno e l’ora in cui è avvenuto l’infortunio (come se fosse possibile), le cause e le circostanze di esso, anche in riferimento ad eventuali deficienze di misure di igiene e di prevenzione, la natura e la precisa sede anatomica della lesione, il rapporto con le cause denunciate, le eventuali alterazioni preesistenti. Solo una volta acquisito “il consueto certificato di infortunio” potrà essere formalizzata la denuncia, con il conseguente riconoscimento della tutela.

“Tutte informazioni – spiega Silvino Candeloro, del collegio di presidenza di Inca – che, come considerando le scarse conoscenze scientifiche sulle modalità di diffusione del virus, sono davvero di difficile individuazione”. Questa procedura così irragionevole vale per tutti, anche per il personale sanitario, che pure è stato indicato tra le categorie per le quali vale il principio della semplice presunzione dell’origine professionale della malattia; quel principio per cui si dà per scontato il nesso eziologico, sollevando il lavoratore dall’onere del nesso causale.

“Paradossalmente, quindi – osserva ancora Candeloro – e nonostante all’Inps spetti in via esclusiva la competenza di acquisire i certificati medici su tutto il territorio nazionale, si richiede anche al personale sanitario, indicato tra quelli più meritevoli di tutela, considerando l’alta esposizione al contagio, uno sforzo ulteriore per circostanziare le modalità del contagio, che devono essere avvalorate da un altro medico certificatore (anche medico di base). Senza questo passaggio, per Inail i casi non sono meritevoli di tutela”.

“Ci sta pure che nell’emergenza sanitaria qualcosa non funzioni come dovrebbe – conclude il dirigente del Patronato della Cgil – ma è davvero insopportabile il comportamento di Inail, che assume sempre più la forma di un accanimento su cittadini che si sono contagiati svolgendo un lavoro straordinario per assicurare la cura di tanti malati e il contenimento della diffusione del virus. Per questa ragione è urgente un ripensamento da parte dell’Istituto per evitare che il diritto alla tutela, sancito per legge, si traduca in un nulla di fatto”.

COVID-19: Sospensione termini di prescrizione e decadenza prestazioni Inail. Tutela infortunistica per infezione da Coronavirus

Fonte Inail.it

Con la circolare n. 13 del 3 aprile 2020 sono fornite indicazioni in merito alla sospensione dei termini di prescrizione e decadenza per le richieste di prestazioni e la revisione delle rendite Inail, nonché per la tutela degli infortuni sul lavoro per infezione da nuovo coronavirus.

La circolare n. 13 del 3 aprile 2020 chiarisce che l’art. 42, co. 1, del d.l. 18/2020 ha sospeso dal 23 febbraio 2020 al 1° giugno 2020 il decorso dei termini di decadenza e prescrizione relativi alle richieste di prestazioni erogate dall’Inail, nonché dei termini di decadenza per la revisione delle rendite che scadono nel predetto periodo.

La sospensione si applica anche nei casi di domande per ottenere la rendita in caso di morte in conseguenza di infortunio, nonché di richieste, sia su domanda del titolare sia su disposizione dell’Inail, di revisione delle rendite per inabilità permanente, per infortunio e/o per malattia professionale. I termini riprendono a decorrere dalla scadenza del predetto periodo di sospensione.

La circolare, inoltre, precisa che i casi di infezione da nuovo coronavirus, contratta in occasione di lavoro, e occorsi a qualsiasi soggetto assicurato Inail, sono inquadrati come infortuni sul lavoro.

Leggi tutto

Inail.Coronavirus, online il nuovo documento per la protezione degli operatori sanitari

Fonte Inail.it

Pubblicata la seconda edizione della scheda informativa a cura dell’Inail. Contiene indicazioni aggiuntive, rispetto alla versione precedente, per tutelare la salute e la sicurezza delle categorie professionali in prima linea nel contrasto all’emergenza sanitaria in corso

Immagine di operatori sanitari durante l'emergenza da contagio Covid-19

ROMA – È online “Covid-19 e protezione degli operatori sanitari”, la seconda edizione del documento pubblicato dall’Inail che contiene indicazioni per tutelare la salute e la sicurezza di questa categoria di lavoratori, in prima linea nel contrasto all’emergenza sanitaria in corso nel nostro Paese, causata dalla diffusione del nuovo coronavirus. Le informazioni sono state aggiornate tenendo conto della costante evoluzione della situazione epidemiologica.

Le malattie professionali delle lavoratrici nelle statistiche INAIL

Newsletter Medico Legale Inca Numero 8/2020

In occasione dell’8 marzo l’INAAIL ha presentato i dati relativi alle malattie professionali denunciate dalle lavoratrici.

Si tratta di dati importanti ed utili al nostro lavoro di tutela. Come pure importante anche ai fini della prevenzione e alla evidenziazione del rischio il dato relativo agli infortuni in itinere.

LA NEWSLETTER MEDICO LEGALE INCA  N° 8/2020

Seminario a Ravenna il 12 marzo. Organi di vigilanza e RLS: conoscenze e relazioni. Diversi soggetti, un’unica prevenzione.

 

S.I.R.S Ravenna    Cgil Cisl Uil Ravenna     Servizio Sanitario Regionale Regione Emilia Romagna  Inail 

Organi di vigilanza e RLS: conoscenze e relazioni.
Diversi soggetti, un’unica prevenzione.

RAVENNA 12 marzo 2020
Sala D’Attorre via Ponte Marino n°2

POSTI DISPONIBILI: 150

Obiettivo del corso: I RLS, come Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, hanno una formazione sul ruolo ma non necessariamente una importante formazione specialistica e tecnica, tuttavia si trovano a interagire con organi di vigilanza che a vario titolo si occupano di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Si ritiene utile un momento di approfondimento e condivisione con i diversi organi che hanno funzione di vigilanza in azienda, anche sulle possibili interazioni con gli RLS.

PROGRAMMA E ISCRIZIONE AL SEMINARIO 

Esposizione a silice, dall’Inail una mappatura completa del rischio

In un convegno a Roma il prossimo 5 marzo saranno presentati il Rapporto scientifico 2000-2019 e la banca dati contenente dettagliate informazioni sulla silicosi e sulle altre patologie connesse al rischio. Con un applicativo dell’Istituto sarà possibile evidenziare la pericolosità delle lavorazioni in relazione alle attività produttive

Nella medicina del lavoro, la silicosi è una delle malattie professionali più conosciute e studiate. Le informazioni più recenti su questa patologia e sulle altre legate all’esposizione a silice cristallina sono ora raccolte in una banca dati con oltre 8mila campioni raccolti dal 2000 al 2019, progettata e realizzata dalla Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp) e dalla Direzione centrale organizzazione digitale, consultabile nella sezione “servizi online” del sito Inail.

Rischio silice presente in edilizia e in altri settori. Anche se i livelli di esposizione a silice sono molto ridotti rispetto al passato, grazie a misure preventive adottate dalle aziende, sono stati riscontrati casi di questa patologia in settori produttivi inattesi e poco esplorati, come quelli orafo, odontotecnico e della lavorazione dei marmi. Essi si sono affiancati a comparti tradizionalmente più esposti, come quello delle costruzioni, in cui la numerosità degli addetti coinvolti, una sorveglianza sanitaria a volte non adeguata e una formazione carente ne accentua le criticità.

Leggi tutto

Incidenti in gallerie stradali – Una pubblicazione Inail

La proposta riposta un’analisi sulla sicurezza e sull’incidentalità, anche di tipo lavoro-correlato, nelle gallerie stradali italiane.

Immagine Incidenti in gallerie stradali

Tra il 2013 e il 2017 l’incidentalità è crescente e interessa soprattutto le gallerie fino a 500 metri dove si osservano le più elevate frequenze e gravità. Per lunghezze superiori si osservano significative variazioni in percentuale. Il d.p.r. 151/2011 sulla prevenzione incendi e la direttiva 54/2004/EC sui requisiti di sicurezza e sui comportamenti degli utenti e soccorritori in gallerie della Rete Trans-europea sono due fondamentali norme di sicurezza applicabili a queste infrastrutture da cui, tuttavia, restano escluse le gallerie fino a 500 metri.

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2019
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Lavoro e Salute dei migranti, i risultati del Progetto Livingstone

 

Segnaliamo la pubblicazione degli interventi al Convegno conclusivo del Progetto Livingstone.
Il Progetto Livingstone ha studiato le correlazioni tra i fenomeni migratori e le relazioni complesse con la tematica della salute e sicurezza nel lavoro.
Questo Progetto biennale finanziato da Inail ha impegnato una pluralità di competenze scientifiche al fine di sviluppare strategie innovative per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori immigrati impiegati nei settori ad alto rischio infortunistico (in particolare il settore agro-zootecnico).
Per leggere le comunicazioni del Convegno conclusivo che si è svolto il 30 gennaio 2020 vai al sito del PROGETTO LIVINGSTONE.

Newsletter Medico Legale INCA Numero 3/2020 – Infortuni e malattie professionali nella filiera legno-arredo

 

Il periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto dedica un articolato approfondimento al settore del legno che è uno dei principali settori di attività del sistema manifatturiero italiano, con il 14,5% delle imprese, l’8,6% degli addetti e il 4,7% del fatturato; secondo per rischio di infortunio solo a quello della metallurgia.

Trenta casi mortali nel quinquennio 2014-2018. Gli infortuni sul lavoro denunciati nel solo settore del legno (taglio e fabbricazione di prodotti) nel 2018 hanno fatto segnare un lieve aumento (+0,7%) rispetto all’anno precedente, ma sono comunque in calo dell’8,7% rispetto alle denunce presentate nel 2014. Concentrando l’analisi sui casi riconosciuti dall’Inail, il decremento è ancora più rilevante. I 2.927 infortuni accertati nel 2018, infatti, sono in diminuzione del 4,3% rispetto ai 3.060 del 2017 e del 16,2% rispetto ai 3.493 del 2014. Nel quinquennio 2014-2018 i casi mortali riconosciuti sono stati 30.

Più infortuni nelle regioni settentrionali. Il 93,7% degli infortuni accertati si è verificato in occasione di lavoro e solo il restante 6,3% in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. A livello territoriale, i casi di infortunio si concentrano soprattutto al Nord e, in particolare, nel Nord-Est, con il 42,5% degli infortuni totali. Più di otto infortunati su 10 sono di nazionalità italiana, seguiti dai lavoratori provenienti da Marocco (2,7%), Romania e Albania (2,6% per entrambe).

In quasi un incidente su due sono le mani a subire lesioni. Le parti del corpo che subiscono principalmente le lesioni provocate dagli infortuni sono le mani (quasi il 47% dei casi totali), mentre la tipologia delle lesioni comprende ferite (38,9% dei casi), contusioni (20,3%) e lussazioni (15,9%). In più della metà dei casi l’infortunio è stato causato da un movimento scoordinato o dalla perdita di controllo di un utensile, mentre gli incidenti causati dal contatto con un agente materiale tagliente sono pari al 21,7%.
Il picco avviene nella seconda ora del turno di lavoro. Tra i giorni lavorativi, l’inizio della settimana risulta essere più a rischio. Tra il lunedì e il mercoledì, infatti, si è registrata una percentuale costante di infortuni del 20%, che scende al 18% il giovedì e il venerdì, con un residuo 4% il sabato. Gli infortuni si sono verificati in prevalenza all’inizio del turno lavorativo, con il picco nella seconda ora di lavoro (14,6%)…..

LA NEWSLETTER CONTINUA  >>> QUI

Amianto, online il nuovo opuscolo sul Fondo Inail per le vittime

 

FONTE  INAIL.IT 

Istituito nel 2008 per garantire una prestazione aggiuntiva ai lavoratori che percepiscono una rendita per patologie asbesto-correlate e ai loro eredi, dal 2015 prevede anche una misura assistenziale una tantum per i malati di mesotelioma non professionale causato da esposizione familiare o ambientale

Amianto, online il nuovo opuscolo sul Fondo Inail per le vittime

ROMA – È online sul sito dell’Inail l’edizione aggiornata dell’opuscolo dedicato al Fondo per le vittime dell’amianto. Istituito nel 2008 per garantire una prestazione aggiuntiva ai lavoratori che percepiscono una rendita per malattie asbesto-correlate o, in caso di morte, ai loro eredi, il Fondo dispone per il triennio 2018-2020 di una dotazione pari a 49 milioni di euro all’anno, di cui 27 milioni a carico del bilancio dell’Istituto. A partire dal 2015, inoltre, i suoi benefici sono stati estesi anche ai malati di mesotelioma non professionale, per esposizione familiare o ambientale, e ai loro superstiti, attraverso l’erogazione di una prestazione assistenziale una tantum pari a 5.600 euro.

In 10 anni la platea dei beneficiari è cresciuta del 40%. Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018, i beneficiari della prestazione aggiuntiva – tra titolari di rendita per malattia professionale asbesto-correlata e superstiti – sono aumentati di oltre il 40%, passando da 14.089 a 19.781. In particolare, a fronte della graduale riduzione dei tecnopatici, negli ultimi anni è aumentato sensibilmente il numero dei superstiti destinatari del contributo, che sono passati dagli 8.111 del 2008 ai 14.141 del 2018. La prestazione aggiuntiva prevista per ciascun anno è liquidata d’ufficio dall’Inail, mediante il versamento di due acconti e un conguaglio.

Newsletter Medico Legale  INCA  Numero 2/2020 -Gli infortuni e le malattie professionali nei dati  INAIL anno 2019

Newsletter Medico Legale  INCA  Numero 2/2020

Gli infortuni e le malattie professionali nei dati  INAIL anno 2019

 

Nella sezione Open Data dell’INAIL sono stati resi pubblici i dati relativi agli infortuni ed alle malattie professionali denunciate all’INAIL nei primi 11 mesi dello scorso anno. Rileviamo che per quanto concerne le malattie professionali minore è il dettaglio statistico.

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi 11 mesi del 2019 sono state 56.556, 1.504 in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+2,7%), non disponibile trattandosi di casi ancora in corso di definizione  è il dato relativo ai riconoscimenti da parte delle sedi INAIL:

In aumento la partecipazione della componente femminile alla numerosità delle denunce di malattie professionale come pure quella dei lavoratori stranieri 1.343 sono infatti le denunce presentate da lavoratori provenienti da paesi dell’Unione Europea e 2.620 quelle  presentate da lavoratori extraUE.

LA NEWSLETTER N° 2 – 2020

#Perunavoltapensoame, al via la nuova campagna di comunicazione dell’Inail contro gli infortuni domestici

FONTE INAIL.IT

L’iniziativa nasce con un doppio obiettivo: sensibilizzare chi si prende cura della casa rispetto ai rischi più frequenti e ai comportamenti da adottare per prevenirli e far conoscere le prestazioni garantite dalla polizza assicurativa dell’Istituto. Il presidente Bettoni: “Tutele rafforzate con le ultime modifiche normative”

ROMA – A poco più di un mese dalla scadenza del 31 gennaio per il versamento del premio annuale di 24 euro dell’assicurazione contro gli infortuni domestici – obbligatoria per chi si prende cura della casa e dei familiari in maniera abituale, esclusiva e gratuita – l’Inail lancia #Perunavoltapensoame, una nuova campagna di comunicazione promo-informativa che nasce con un duplice obiettivo: sensibilizzare casalinghe e casalinghi rispetto ai rischi più frequenti tra le mura domestiche e far conoscere le prestazioni garantite dalla polizza dell’Istituto.

La campagna utilizza lo stile visivo delle storie Instagram per creare delle scene ispirate ai vari pericoli presenti in casa e proseguirà per circa un mese su radio, televisione, web e carta stampata. Nel corso del prossimo anno, però, continuerà anche attraverso alcuni brevi video realizzati con la tecnica dello storytelling, per raccontare le insidie degli ambienti domestici e i comportamenti corretti da adottare per prevenirli attraverso le testimonianze di alcune casalinghe.

“Diffondere la cultura della prevenzione anche all’interno delle abitazioni è tra i nostri obiettivi strategici – spiega il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – Grazie all’ultima revisione legislativa, inserita nella legge di bilancio 2019, le prestazioni erogate dall’Istituto in favore degli assicurati contro gli infortuni domestici sono migliorate e la tutela è stata estesa fino ai 67 anni d’età”. Per Bettoni, “ci si è mossi nella direzione giusta, offrendo tutela ai soggetti più fragili, perché i dati più aggiornati che abbiamo a disposizione ci dicono che a infortunarsi sono soprattutto le donne ultrasessantenni”.

Leggi tutto

Lavoro, 997 morti nei primi 11 mesi del 2019

 

FONTE RASSEGNA.IT CHE RINGRAZIAMO

 

Le vittime sono 49 in meno rispetto all’anno precedente, ma la flessione non è rassicurante perché legata soprattutto ad alcuni incidenti plurimi avvenuti nel corso del 2018. In aumento le patologie professionali

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail entro il mese di novembre sono state 997, 49 in meno rispetto alle 1.046 dei primi 11 mesi del 2018 (-4,7%). È quanto emerge dagli ultimi open data pubblicati dall’Istituto. “La flessione – sottolinea il rapporto – non è però da ritenere rassicurante, in quanto legata soprattutto agli incidenti plurimi, con cui si indicano gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori, che per loro natura ed entità possono influenzare l’andamento del fenomeno”. È proprio quello che è accaduto tra gennaio e novembre del 2018, quando gli incidenti plurimi sono stati 23 e hanno causato 80 vittime, quasi il doppio dei 44 lavoratori che hanno perso la vita nei 19 incidenti plurimi avvenuti nei primi 11 mesi del 2019.

Il raffronto appare quindi poco significativo, se si considera che circa la metà degli 80 decessi in incidenti plurimi dei primi 11 mesi del 2018 è avvenuta nel solo mese di agosto, funestato soprattutto dai due incidenti stradali occorsi in Puglia, a Lesina e Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti, e dal crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 casi mortali. Nel mese di agosto del 2019, invece, non sono stati registrati eventi di uguale drammaticità. Gli ultimi mesi del 2019 si sono contraddistinti, tuttavia, per alcuni drammatici eventi mortali che hanno coinvolto, a settembre, quattro lavoratori indiani caduti in una vasca per la raccolta dei liquami in Lombardia e, a novembre, quattro operai nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio in Sicilia e altri tre travolti da un camion mentre erano impegnati in lavori di potatura in Puglia; nello stesso incidente è deceduto anche il conducente che ha perso il controllo dell’auto travolgendo il camion, fermo sul ciglio della strada, che ha a sua volta investito gli operai. Infine, sempre a novembre, due camionisti sono deceduti in uno scontro frontale nelle Marche.

Leggi tutto

Come fare prevenzione e ridurre gli infortuni nelle attività su strada?

Segnaliamo questo articolo pubblicato su Punto Sicuro.it

Bologna, 20 Dic – Sono ormai innumerevoli gli articoli e le interviste che abbiamo pubblicato in questi anni per denunciare e sottolineare come siano ancora troppi gli incidenti stradali in ambito lavorativo, incidenti che rappresentano circa la metà delle morti sul lavoro.

Interviste che ci hanno ricordato anche la dimensione degli infortuni in itinere (“ Una morte sul lavoro su quattro avviene con incidenti in itinere”) e le specificità dei rischi correlati all’uso dei veicoli aziendali (“ Chi guida veicoli aziendali ha maggiori rischi di incidenti stradali”).

È dunque un nostro compito, come organo di informazione, tornare periodicamente sull’argomento affinché vengano messe in atto per tutti gli infortuni su strada, a livello locale e nazionale, idonee politiche di prevenzione, a partire dalla diffusione della consapevolezza di quelli che sono i principali fattori causali alla base degli incidenti.

Per farlo abbiamo intervistato, il 15 ottobre 2019, durante la manifestazione bolognese “ Ambiente Lavoro”, Annalisa Guercio (Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione dell’Inail), referente scientifica del workshop Inail a Bologna “Attività su strada, incidenti e infortuni alla luce delle novità legislative”.

Quali sono le differenze tra infortunio su strada in occasione di lavoro, infortunio in itinere e infortunio alla guida? E riguardo agli infortuni su strada in occasione di lavoro, cosa differenzia un cantiere stradale da un non cantiere?

Qual è la dimensione del fenomeno infortunistico su strada?

 Su quali fattori si può incidere per ridurre il fenomeno infortunistico su strada? Come rendere più sicuri i comportamenti alla guida?

 Cosa si può dire riguardo all’utilizzo dello smartphone nei veicoli e ai limiti di velocità da rispettare?

 

L’intervista si sofferma sui seguenti argomenti:

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU PUNTOSICURO.IT

Metodi per l’ingegneria della sicurezza antincendio

FONTE INAIL.IT

Il ‘Codice di prevenzione incendi’, nella sezione M ‘Metodi’, si occupa della Metodologia per l’ingegneria della sicurezza antincendio, degli Scenari d’incendio per la progettazione prestazionale e della Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale.

Immagine Metodi per l'ingegneria della sicurezza antincendio

Obiettivo della pubblicazione è illustrare che la vera novità del Codice è rappresentata dalle soluzioni alternative e che, in tale ambito, ciascun professionista antincendio può far valere le proprie competenze e professionalità.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2019
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Inail. Esposizione a micotossine aerodisperse: un rischio occupazionale?

Fonte : Inail.it 

Numerosi studi epidemiologici riportano effetti sanitari dovuti a ingestione di alimenti contaminati.

Immagine Esposizione a micotossine aerodisperse: un rischio occupazionale?

Meno studiato è il rischio di contrarre patologie a seguito di inalazione di spore fungine o particelle di polvere contaminate, rischio che, per alcune attività, può essere consistente. I lavoratori a maggior rischio espositivo risultano quelli addetti alla raccolta di cereali, stoccaggio di materiale agricolo, carico e scarico (es. autotrasportatori), produzione e distribuzione di mangimi.
Il documento intende approfondire le problematiche connesse con l’esposizione a micotossine per via inalatoria e il loro impatto sulla saluto occupazionale.

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2019
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Inail: Illustrazioni delle dinamiche infortunistiche in cava. Dall’analisi alla prevenzione

fonte Inail.it

Dall’esame dei dati contenuti nell’osservatorio degli infortuni del Dipartimento prevenzione della Asl Toscana nord-ovest si è sviluppata l’idea di realizzare una pubblicazione che, partendo dall’analisi dell’accadimento infortunistico, proponesse una riflessione in chiave prevenzionistica.

Immagine Illustrazioni delle dinamiche infortunistiche in cava dall'analisi alla prevenzione

Il testo vuole essere quindi il nuovo punto di partenza per informare e sensibilizzare tutti gli addetti ai lavori, dando valore alle esperienze passate per orientare buoni comportamenti futuri. All’interno vi sono le illustrazioni di 19 infortuni, avvenuti nel comparto delle cave di Massa Carrara tra gli anni 2006 e 2016. Al termine di ogni scheda è stato previsto uno spazio ‘appunti/riflessioni’ a disposizione del singolo utilizzatore per annotare osservazioni e suggerimenti per migliorare situazioni operative presenti nelle proprie aree di lavoro.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2019
Disponibilità: Si – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Inail. Bollettino trimestrale delle denunce di infortunio e malattie professionali – 2° trimestre2019

Il Bollettino trimestrale dell’Inail contiene informazioni riferite al numero delle denunce di infortunio e malattie professionali rilevato a partire dall’inizio di ciascun anno con riferimento ai periodi: gennaio-marzo (I trimestre),
gennaio-giugno (II trimestre), gennaio-settembre (III trimestre) e gennaio-dicembre (IV trimestre). I dati esposti non sono definitivi in quanto soggetti a consolidamento in esito alla definizione amministrativa dei singoli casi.
Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori
assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.
La pubblicazione è corredata da una nota metodologica sulle fonti dei dati statistici e da un glossario attinto
dal modello di lettura della numerosità degli infortuni e delle malattie professionali.
Le tavole statistiche e i “dati elementari” relativi al numero delle denunce di infortunio e malattie professionali sono resi disponibili mensilmente nella sezione “Open data” del Portale Inail.
Il Bollettino è realizzato da Inail, Direzione centrale pianificazione e comunicazione. Per eventuali chiarimenti, possono essere inoltrate richieste all’indirizzo e-mail: dcpianificazione-comunicazione@inail.it.

IL BOLLETTINO INAIL DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI 2° trimestre 2019 

 

Patrizia Veclani Un esposto contro il petrolchimico di Marghera arriva in procura 22 agosto 1994

 

Quel 22 agosto del 1994, Gabriele Bortolozzo, in sella alla sua bici, si reca alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia e deposita sulla scrivania del pm un fitto fascicolo. Si tratta dell’esposto contro il petrolchimico di Portomarghera (Venezia) che, quattro anni dopo, porterà al maxiprocesso penale alti dirigenti di Montedison, Enichem ed Enimont per strage, omicidio e lesioni plurime a titolo colposo.

Gabriele è operaio al petrolchimico dal 1956, da quando aveva 22 anni, assunto come manovale comune. A tratteggiare la tremenda realtà di Portomarghera bastano questi versi del poeta-operaio Ferruccio Brugnaro: “L’aprile è scomparso da Portomarghera/la primavera/è morta”; “L’aria oggi puzza di uova marce/è infetta/di tetraetile idrocaburi/catrami” (da Verde e ancora verde e L’ho sentito implorare con durezza). Un ragazzo di 22 anni entra così in quel mondo senza aprile, carico di veleni, gerarchico e autoritario, per rimanerci l’intera vita lavorativa. Fin dal primo giorno viene destinato al reparto Cv6, l’impianto di polimerizzazione Cvm in emulsione, come turnista. Il Cvm è il cloruro di vinile monomero, un gas usato per produrre Pvc, che secondo il suo esposto, presentato 38 anni dopo e siglato da Medicina Democratica, sta moltiplicando le malattie e le morti tra i suoi compagni di lavoro. Gabriele ne ha viste tante, in tanti anni di lavoro in quel reparto della Montedison; dice che si sente un sopravvissuto perché dei sei operai con cui ha iniziato, quattro sono morti di tumore e uno è malato.

È il 1973 quando viene a conoscenza che l’Organizzazione mondiale della sanità classifica il Cvm come sostanza cancerogena; la sua prima reazione è quella di andare dal responsabile dell’infermeria di fabbrica a contestare che le persone che si ammalano non vengono curate ma mandate a casa o spostate di reparto. Si rifiuta quindi di sottoporsi alle visite mediche obbligatorie nella fabbrica, dichiarandosi invece disponibile a farsi visitare da strutture esterne, pubbliche, senza però ricevere mai risposta né dalla direzione, né dal consiglio di fabbrica, né da strutture esterne. Silenzio. E sporge le sue prime denunce alla magistratura. Ancora silenzio.

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SULLA RIVISTA IL MULINO

Ma come abbiamo fatto ?

Un altro giovane lavoratore precario ha perso la vita cadendo durante la riparazione di un tetto di un’azienda di Castelfiorentino.

Dolore infinito della famiglia e amici. Fa nuovamente pena leggere queste notizie. E fa riflettere. Un aspetto che molto colpisce e che dovrebbe veramente collocare appieno questo ‘evento’ nella ‘storia’ della zona empolese-valdelsa e della Toscana – pur terra di grandi e gloriose conquiste del lavoro nei decenni passati – è apprendere che è avvenuta una ripetizione dello stesso infortunio, nello stesso luogo, con la morte di un altro lavoratore, alcuni anni fa.

Non valgono nulla i protocolli d’intesa, non valgono nulla le discussioni politiche su chi fa il capo di che cosa, non valgono nulla le discussioni sullo sviluppo locale, non valgono nulla i dibattiti esoterici sull’industria 4.0, non valgono nulla le ‘magnificenze’ sull’alternanza scuola-lavoro.
Non valgono nulla se non denunciamo tutti i giorni il declino, il degrado complessivo delle condizioni di lavoro. Ma come abbiamo fatto a permettere che tanto lavoro diventasse in questi anni sempre più penoso, come, ad es., quando in molti luoghi di lavoro, a parità di mansione, ci sono differenti trattamenti di paga e diritti?

Troppi sono i lavoratori, soprattutto del mondo della microimpresa, che pur di avere un lavoro devono adattarsi ad ogni condizione.
Pezzi di ‘nuda vita’, individui che si arrangiano a tirare avanti, ai margini e spesso all’esterno di ogni contrattazione collettiva, lontanissimi da ogni rappresentanza e istituzione.

Leggi tutto