ECHA sous le feu des critiques à propos du glyphosate

Pubblichiamo anche una versione lite in italiano  di questo articolo

Fonte Etui 

Le comité d’évaluation des risques (RAC) de l’Agence européenne des substances chimiques (ECHA) vient de conclure dans un nouvel avis que la classification du glyphosate comme cancérogène n’est pas justifiée.

L’Agence maintient la classification actuelle de l’herbicide le plus vendu au monde comme causant des dommages oculaires graves et comme étant toxique pour la vie aquatique. Elle estime par ailleurs que les preuves scientifiques disponibles ne répondent pas aux critères de classification du glyphosate en tant que substance cancérogène, mutagène ou reprotoxique. Cet avis ouvre par conséquent la voie à un prolongement de l’autorisation de l’herbicide vedette du géant Bayer. En effet, si l’ECHA avait classé cette substance active comme cancérogène présumé (catégorie 1B selon le règlement Classification, Etiquetage et Emballage de l’UE), elle aurait été automatiquement interdite d’utilisation selon les critères d’exclusions définis dans le règlement de l’UE sur les substances phytosanitaires.

L’avis de l’ECHA, très attendu, a déchainé un flot de critiques de la part des syndicats européens et d’autres organisations de la société civile. Un communiqué commun, signé par la Fédération européenne des syndicats de l’alimentation, de l’agriculture et du tourisme (EFFAT) et de nombreuses ONG, qualifie cet avis de « déni de la science et de non-respect du droit européen ». D’après l’EFFAT, pour parvenir à sa conclusion, l’ECHA a dû rejeter voire même ignorer un grand nombre d’éléments de preuve provenant de diverses revues scientifiques à comité de lecture – des éléments tendant vers un classement du  glyphosate comme un cancérogène humain présumé.

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CIIP. Nota in merito alla sicurezza da aggressioni al personale in ambito sanitario

Il Gruppo di Lavoro della CIIP ha elaborato una nota in merito alla sicurezza degli operatori socio-sanitari.La nota individua l’esigenza di omogeneizzare definizioni e interventi in materia di valutazione e gestione dei rischi da atti violenti cui sono esposti gli operatori socio sanitari. La nota CIIP è stata inviata ai Componenti dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.

lettera CIIP_Osservatorio_ Sicurezza 2022

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Globale: gli organismi delle Nazioni Unite confutano le affermazioni sulla sicurezza dell’amianto

Fonte Risks Tuc

Gli organismi delle Nazioni Unite responsabili per i diritti globali del lavoro e della salute hanno confutato le dichiarazioni della lobby dell’industria dell’amianto secondo cui “sostengono” l’uso continuato del crisotilo, l’ultima fibra di amianto commercializzata. Le risposte schiaccianti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) sono arrivate dopo che l’International Chrysotile Association (ICA) ha affermato che le politiche dell’OMS e dell’ILO sono favorevoli all’amianto. L’OMS ha risposto: “L’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce la sua politica, che rimane invariata, che il modo più efficace per eliminare le malattie legate all’amianto è interrompere l’uso di tutti i tipi di amianto”. L’ILO ha ribadito la sua politica di lunga data che “chiede l’eliminazione dell’uso futuro dell’amianto”.
Posizione dell’OMS sull’amianto crisotilo . Sito web dell’ACI

Alerte européenne sur les masques anti-amiante 3M défectueux

Fonte ETUI.ORG

La Confédération européenne des syndicats (CES) a récemment relayé auprès de tous ses affiliés à travers l’Europe une alerte initiée en France sur les défaillances du masque Proflow asbestos fabriqué par le géant américain 3M. Ce masque de protection est le plus utilisé sur les chantiers de désamiantage partout en Europe. Rien qu’en France, il est régulièrement porté par plus de 25 000 travailleurs.

Le moteur qui pulse l’air ambiant contaminé par les fibres d’amiante à travers le système de filtration de cet équipement de protection individuel présenterait des baisses de régime au cours de son utilisation. Le débit d’air de 160 litres par minute requis par la législation et nécessaire au bon fonctionnement du dispositif n’est pas assuré de façon constante et les travailleurs qui portent ce masque ne sont donc plus protégés efficacement contre l’inhalation de fibres d’amiante.

D’après le quotidien Libération qui a révélé l’affaire au grand public, les dysfonctionnements de ces masques à ventilation assistée ont été rapportés à la direction de 3M pour la première fois en mai 2018 par une de ses salariées, elle-même alertée via les centres de maintenance des masques. Elle rapporte que « 90 des 100 équipements Proflow reçus présentent un problème de débit d’air insuffisant » et « qu’il n’y a pas d’alarme quand le débit est inférieur à 160 L/mn ». Mise à l’écart par son employeur et devant l’inaction de 3M qui affirme que ses masques sont homologués et donc parfaitement sûrs, cette lanceuse d’alertes s’est adressée à la Commission nationale Déontologie et Alertes en Santé publique et environnement (cnDAspe) qui a ouvert une enquête en décembre 2020 (voir son signalement 133).

La cnDAspe a informé la Direction Générale du Travail (DGT) – l’autorité française de surveillance compétente sur le matériel de protection des travailleurs – qui, après investigation, a publié en octobre 2021 un avis dans lequel on apprend que 3M a modifié la notice d’utilisation des masques Proflow asbestos et les a équipés depuis juillet 2020 d’un dispositif d’indication du débit d’air. L’avis stipule que l’utilisation des masques sans ce dispositif est prohibée.

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Sisma 2016: Report su sicurezza scuole, negli ultimi dodici mesi accelerazione importante

Fonte Regioni.it

(Regioni.it 4308 – 01/06/2022) Nelle quattro regioni colpite dal sisma del  2016, che ha visto coinvolti 138 comuni, gli edifici scolastici che  necessitano di interventi di riparazione o ricostruzione per i danni  inflitti dal terremoto, tutti finanziati, sono 450: 76 sono in  Abruzzo, 56 nel Lazio, 222 nelle Marche e 96 in Umbria.
L’impegno di  spesa complessivo è stimato in 1,3 miliardi di euro, una somma  destinata a crescere ulteriormente in seguito all’incremento dei  prezzi riconosciuto dall’Ordinanza del Commissario Sisma 126, appena  entrata in vigore.
Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto  ‘Programma straordinario – Ricostruzione e adeguamento sismico di  tutte le scuole danneggiate dal sisma 2016’ presentato il 1° giugno  alla presenza del Commissario Straordinario, Giovanni Legnini.
Rispetto alle scuole già finanziate in  passato, con l’Ordinanza Speciale 31 che avvia il Programma  Straordinario sono stati finanziati altri 189 nuovi interventi, la  cui necessità è emersa a seguito di un censimento capillare  condotto nel 2021 con la collaborazione della societa’ pubblica Sose  presso tutti i comuni e le Province delle quattro Regioni, e che è  stata verificata con il Ministero dell’Istruzione, le Regioni ed il  Dipartimento della Protezione Civile. Le 189 nuove scuole vengono  finanziate con 690 milioni di euro, e con la stessa Ordinanza 31  vengono adeguati i finanziamenti per 87 interventi gia’ previsti  dalle vecchie Ordinanze, con altri 86 milioni di euro. Sono stati  confermati, invece, i finanziamenti per gli altri interventi in corso sugli edifici scolastici, per i quali sono disponibili 510 milioni di  euro.
Parte delle nuove risorse proviene dai fondi del Dipartimento  Casa Italia, che coordina gli interventi di ricostruzione sul piano nazionale, che sono confluiti nella contabilita’ del Commissario allo  scopo di finanziare il Programma.
Subito dopo gli eventi sismici dell’agosto  2016 – si legge nel Rapporto – la Protezione Civile ha provveduto ad  una prima ricognizione informale sullo stato dei danni in 2.260  istituti scolastici presenti nelle aree colpite dal sisma, ed ha subito avviato d’intesa con il Ministero dell’Istruzione le soluzioni  alternative per far fronte all’emergenza, immediatamente evidente.
I  sopralluoghi effettuati dopo le scosse, e ripetuti dopo quelle di  ottobre e di gennaio 2017, sono stati centinaia, ed hanno fatto  emergere l’esistenza di almeno 100 edifici scolastici con esito di  danno gravissimo.
Utilizzando i fondi dei donatori, come Province, Regioni e  imprese, la Protezione Civile ha approntato per l’anno scolastico 2016-2017 scuole temporanee in dieci comuni: Amatrice, Cittareale,  Arquata del Tronto, Gualdo, Corridonia, Montegallo, Norcia, Cascia e  Crognaleto. Altre tre, a Valfornace, Acquaviva Picena, Sarnano, sono  state realizzate in tempo per l’anno scolastico 2017-2018, altre due,  San Ginesio e Esanatoglia, per quello successivo.
La ricostruzione delle scuole danneggiate dal sisma, benche’  avviata immediatamente dopo gli eventi, e’ andata avanti sinora tra  difficolta’ e lentezze. Negli ultimi dodici mesi, tuttavia, si  registrano segnali di accelerazione importanti, e gran parte degli interventi finanziati in passato si trova in una fase avanzata.

(Leggi il Rapporto scuole)

Un documento che contiene proposte importanti per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Riteniamo utile e importante  questo documento elaborato dal circolo tematico Lavoro Ambiente Salute Sicurezza del PD “Rosario Bentivegna”. Il documento contiene analisi e proposte organizzative per migliorare la valutazione e gestione dei rischi nell’ambiente di lavoro. Il riconoscimento implicito delle scelte inefficaci, confuse  contenute nella L.215/2021  e la proposta per la creazione dell’Agenzia per i Servizi di Prevenzione delle ASL – AGENAP rappresentano una elaborazione importante sulla quale lavorare.

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Per scaricare il file pdf del documento clicca QUI 

Le scelte difficili per la transizione ecologica: importare o no l’idrogeno dai paesi del Nord Africa ? Podcast Diario Prevenzione – 29 maggio 2022 – Puntata n° 99

 

a cura di Gino Rubini.

In questa puntata parliamo di :

– Valutazione dei piani dell’UE per importare idrogeno dal Nord Africa a cura TNI
– Prodotti fitosanitari e biodiversità: collegamenti pericolosi
– Inail . Rischio biologico nelle attività Agro-Zootecniche
– COVID-19: transizione di crisi
– AIE. Lettera aperta al governo Italiano
sull’urgenza di proteggere l’Italia e il mondo dalla minaccia nucleare e sulla priorità di aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW)
– UK.Pescatori picchiati e sfruttati sulle barche del Regno Unito
– Fritto misto

Valutazione dei piani dell’UE per importare idrogeno dal Nord Africa

Ripubblichiamo questo articolo ripreso dal sito TNI. L’Istituto TNI ha svolto una valutazione sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’importazione dell’idrogeno dal Nord Africa.

 

Assessing EU plans to import hydrogen from North Africa
The cases of Morocco, Algeria and Egypt

17 May 2022

Report

This report shows the EU’s plan to drastically increase imports of renewable hydrogen from North Africa is not realistic from a cost or energy perspective, and instead diverts renewable electricity away from local needs and local climate targets.

Executive summary

The European Commission’s 2020 hydrogen strategy has a big focus on importing ‘green’ renewables-based hydrogen from its neighbourhood (North Africa and Ukraine). Since the recent invasion of Ukraine and the subsequent need to reduce dependency on Russian gas, the EU has doubled its import targets to 10 million tonnes per year by 2030, as per the RePowerEU communiqué.

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Produits phytopharmaceutiques et biodiversité : les liaisons dangereuses

La contamination de l’environnement par les pesticides (largement utilités en agriculture) contribue largement au déclin de la biodiversité.
Nicolas Duprey/Flickr

Wilfried Sanchez, Ifremer; Laure Mamy, Inrae; Sophie Leenhardt, Inrae et Stéphane Pesce, Inrae

Avec environ 300 substances détenant au niveau européen une approbation valable pour la France, les produits phytopharmaceutiques, plus communément appelés « pesticides », sont largement utilisés pour protéger les cultures des organismes vivants nuisibles.

Ils sont toutefois accusés de contribuer à l’érosion de la biodiversité, aux côtés d’autres facteurs comme la détérioration et la destruction des habitats, le changement climatique, et la surexploitation des espèces.

Mais qu’en est-il réellement ?

Pour répondre à cette question, l’Ifremer et INRAE viennent de conclure une expertise scientifique collective portant sur les effets des produits phytopharmaceutiques sur la biodiversité et les services écosystémiques.

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Il magazine Inserm. Potenzialità e limiti dell’utilizzo dei big data per formulare previsioni e interventi sulla salute pubblica

 

Segnaliamo la Rivista INSERM n° 53  per i contenuti di questo numero . Inserm (*)

Nei contenuti del numero di maggio 2022, scopri il dossier Sanità Digitale: possiamo prevedere tutto? Rivista bimestrale di notizie, la rivista Inserm illustra le scoperte, i dibattiti e le domande della ricerca biomedica in continua evoluzione.
Oggi gli strumenti digitali sono in grado di catturare segnali molto sottili a diverse scale: nel funzionamento di un organismo, nel comportamento di una popolazione o nel nostro ambiente. Grazie all’analisi di enormi quantità di dati, i ricercatori hanno ora l’ambizione di formulare previsioni sull’aspetto, la diffusione e l’evoluzione delle malattie. In gioco? Interventi di salute pubblica più efficaci e trattamenti più personalizzati. Le possibilità sembrano infinite… ma il diavolo è nei dettagli. Cosa possiamo davvero prevedere e prevenire oggi grazie ai dati sanitari? Quali sono le applicazioni efficaci e concrete dell’intelligenza artificiale? Non stiamo sopravvalutando i benefici? Panoramica delle conoscenze e delle incertezze in questo settore… in modo che l’opacità del mondo digitale non sia altro che una nuvola lontana.

Per leggere la Rivista INSERM clicca QUI

(*) Creato nel 1964, Inserm è un ente pubblico scientifico e tecnologico, posto sotto il duplice controllo del Ministero della Salute e del Ministero della Ricerca. Dedicato alla ricerca biologica e medica e alla salute umana, è posizionato lungo l’intero percorso dal laboratorio di ricerca al letto del paziente. Nel panorama internazionale è partner delle maggiori istituzioni coinvolte nelle sfide e nel progresso scientifico di questi campi.

L’errore umano e la sicurezza sul lavoro

Fonte Puntosicuro.it che ringraziamo

Oggi possiamo dire che l’approccio che vedeva nell’errore umano la causa di un infortunio sul lavoro, nonostante gli ambienti e le attrezzature di lavoro fossero rispondenti alle norme di legge e regolamentari vigenti, è stato completamente abbandonato.

Quando ho cominciato ad occuparmi di sicurezza sul lavoro e cioè nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso, sentivo sempre ripetere che l’ ”errore umano” era la  spiegazione per gran parte degli infortuni sul lavoro avvenuti nonostante gli ambienti e le attrezzature di lavoro fossero rispondenti alle norme di legge e regolamentari vigenti.

Ancora oggi leggendo i giornali o ascoltando i servizi televisivi si continua a fornire questo tipo di spiegazione per l’accadimento di questi eventi.

Personalmente penso che questo tipo di spiegazione si porti dietro il solito approccio da normotecnosauri e cioè quello che porta a pensare che:

  • i processi sono pianificati e tenuti sotto controllo;
  • le regole a cui attenersi ci sono, sono note a tutti e concretamente applicabili nelle varie situazioni di lavoro;
  • se si è verificato un infortunio, allora la persona coinvolta non ha fatto ciò che doveva fare.

Oggi possiamo dire che, almeno in una buona parte degli addetti ai lavori, l’approccio che vedeva nell’ errore umano la spiegazione degli eventi avvenuti, è stato completamente abbandonato.

Si è fatto strada, non senza fatica, l’approccio che vede l’errore come conseguenza di situazioni contestuali in cui sono stati messi coloro che li hanno commessi.

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Brasile: Iniziativa di sensibilizzazione sull’amianto di Bahia

Il 14 maggio 2022 si è tenuto un seminario pubblico sull’amianto, organizzato dal personale dell’Istituto Federale di Bahia (IFBA), dell’Associazione brasiliana delle vittime dell’amianto (ABREA) e dell’Associazione delle vittime contaminate dall’amianto e delle famiglie esposte (AVICAFE) presso l’IFBA per prendere in considerazione misure per il monitoraggio della salute e il sostegno alle persone con malattie legate all’amianto nella regione di Bom Jesus da Serra. Le operazioni minerarie commerciali in una miniera di amianto locale e l’uso diffuso dei rifiuti di amianto negli spazi pubblici e privati ​​hanno portato a un’elevata incidenza di malattie legate all’amianto nella regione. Vedi: IFBA realiza seminário sobre os efeitos nocivos do amianto na região de Bom Jesus da Serra [IFBA tiene un seminario sugli effetti nocivi dell’amianto nella regione di Bom Jesus da Serra].

Inail . Rischio biologico nelle attività Agro-Zootecniche

Fonte Inail

La pubblicazione ha l’obiettivo di fornire informazioni sulle misure di prevenzione e protezione correlate al rischio biologico per la tutela della salute degli operatori del settore agro-zootecnico.

Immagine Rischio biologico nelle attività Agro-Zootecniche

Il testo presenta una sezione generale riguardante la normativa vigente in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, le sue applicazioni e i soggetti coinvolti, i concetti di rischio, pericolo e danno, la valutazione del rischio. Segue una sezione tecnica con schede monotematiche in cui sono descritte le caratteristiche degli agenti biologici più frequentemente riscontrabili ed emergenti in tale settore  e dei loro effetti sulla salute.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Nel settore agro-zootecnico e forestale, sono diversi i fattori che possono favorire lo sviluppo e la diffusione di agenti biologici: il tipo di attività, il processo o la fase lavorativa, le materie prime utilizzate, il cattivo funzionamento e la manutenzione degli impianti di ventilazione, il microclima, le scarse condizioni igienico-ambientali, il contatto diretto e/o indiretto con fluidi biologici animali, la presenza ed il numero di occupanti. Questi ultimi fattori di rischio sono quelli che maggiormente favoriscono la trasmissione di microrganismi al lavoratore.
Oltre alla difficoltà oggettiva nell’individuazione delle precise modalità di contagio da agenti biologici, nella misurazione ambientale dei microrganismi e nella stima di contaminazione microbica relativa a differenti ambiti lavorativi, si osserva spesso la mancanza di un’adeguata opera di prevenzione dai rischi lavorativi, per una serie di motivazioni. Molte aziende agro-zootecniche sono a gestione familiare, questo comporta la difficoltà di accesso alle risorse, al supporto di figure professionali della prevenzione, ai percorsi di informazione e formazione sui rischi lavorativi e alla realizzazione dei programmi di immunoprofilassi.

COVID-19: transizione di crisi

All’inizio di quest’anno, prima della guerra in Ucraina, l’UE stava appena iniziando a superare la sua più grande prova mai vista, la pandemia di COVID-19, e l’Europa si stava muovendo per stabilizzarsi dopo questa minaccia mortale e di vasta portata. L’ultimo  annuario Vivere e lavorare in Europa  evidenzia come il ciclo infinito di inasprimento e allentamento delle restrizioni che è durato per due anni ha avuto un impatto sulle persone, con stanchezza e ansia che hanno infuso le popolazioni di tutta Europa. Si concentra sui risultati delle  serie di sondaggi elettronici Living, working e COVID-19 di Eurofound , che hanno registrato un  nuovo minimo di benessere mentale tra gli europei nell’aprile 2021, si sentiva più acutamente tra i giovani e coloro che avevano perso il lavoro. Le difficoltà si sono intensificate tra i gruppi vulnerabili durante la pandemia, che hanno trovato sempre più difficile sbarcare il lunario.

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AIE. Lettera aperta al governo Italiano

Prendiamo dal sito della Associazione Italiana di Epidemiologia AIE il testo di questa lettera aperta al governo italiano per dare un contributo alla massima diffusione del messaggio che condividiamo. la Redazione

AIE. Lettera aperta al governo Italiano

sull’urgenza di proteggere l’Italia e il mondo dalla minaccia nucleare e sulla priorità di aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW)

 


Il conflitto in corso in Ucraina conferma come guerre e conflitti armati siano una seria minaccia, alla salute pubblica e all’integrità ambientale in Europa, così come nel resto del mondo.

Come persone appartenenti all’area biomedica desideriamo sottolineare che qualsiasi ragionamento su giuste cause di una guerra perda ogni ipotetico senso residuale se confrontato con il potenziale distruttivo della moderna tecnologia nucleare, il cui uso diventa più che mai possibile e temibile nello sviluppo della guerra ucraina.

Le armi nucleari provocano danni immediati in termini di morti e feriti, che superano di gran lunga la capacità di assistenza sanitaria anche in contesti ben organizzati. Le nostre infrastrutture sanitarie non sono e non possono essere preparate per la catastrofe umanitaria che risulterebbe dall’esplosione anche di una sola bomba atomica in una delle nostre città.

A questi danni immediati vanno sommati i danni a lungo termine sulla salute della popolazione e sull’ambiente. Impatti devastanti e ingovernabili che superano le capacità di recupero non solo di singoli paesi o territori ma del mondo intero. Finché queste armi di distruzione di massa continueranno ad esistere l’umanità sarà minacciata nella propria sopravvivenza.

Di fronte al potenziale distruttivo delle armi nucleari non esistono motivi che ne giustifichino l’uso, così come non sono sensate le strategie che le impiegano a fini di deterrenza. Lo stesso concetto di “difesa” non è applicabile al ricorso alle armi nucleari che, palesemente e per loro stessa natura, violano tutti i principi della proporzionalità e della protezione dei civili, della distinzione tra combattenti e non combattenti, sanciti dal diritto internazionale attraverso i protocolli delle Convenzioni di Ginevra.

L’Italia è uno dei cinque membri dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) ad ospitare armi nucleari statunitensi sul suo territorio come parte di un accordo di condivisione nucleare. L’Italia ospita non meno di 40 bombe nucleari B61, stoccate presumibilmente nelle basi di Aviano e di Ghedi[1].

Il 7 luglio 2017 è stato adottato un accordo globale storico per la messa al bando delle armi nucleari, noto come il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW)[2]. Esso è entrato in vigore il 22 gennaio 2021, riempiendo un vuoto significativo nel diritto internazionale.

Il Trattato proibisce alle nazioni di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare l’uso di armi nucleari, o permettere che armi nucleari siano posizionate sul proprio territorio.

Un paese che, come l’Italia, ospita le armi nucleari di un altro stato sul suo territorio può aderire al TPNW, a patto che accetti di rimuoverle entro una scadenza specifica.

Ad oggi l’Italia non ha ancora firmato il TPNW, tuttavia nel settembre 2017, il parlamento italiano ha adottato una risoluzione che incaricava il governo di “esplorare la possibilità” di diventare uno stato parte del trattato1. Nell’ottobre 2017, Luigi Di Maio, prima di assumere la carica di ministro degli Esteri, si è impegnato insieme ad altri 246 parlamentari a lavorare per la firma e la ratifica del trattato[3]. L’ex Presidente del Consiglio italiano Enrico Letta e l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini hanno firmato una lettera aperta[4] nel settembre 2020 chiedendo ai leader attuali di “mostrare coraggio e audacia e aderire al trattato”.

Noi riteniamo che l’adesione dell’Italia al trattato sia un atto necessario e urgente. Ogni giorno di guerra in Ucraina aumenta il rischio che il conflitto si estenda e si ricorra all’arma nucleare. La firma del TPNW non solo è necessaria per garantire la sicurezza dell’Italia, ma lancerebbe anche un segnale internazionale di distensione e de-escalation.

Dal 21 al 23 giugno si svolgerà a Vienna la prima riunione degli stati sul TPNW[5]. L’evento è organizzato da ICAN (premio Nobel 2017), la International Campaign for the Abolition of Nuclear weapons, un’organizzazione che si aggiunge all’ International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW, premio Nobel 1985).

Il 18 maggio 2022 la commissione Esteri della Camera dei deputati ha approvato una risoluzione[6] che impegna il Governo “a valutare la partecipazione dell’Italia come «Paese osservatore» alla Prima Riunione degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW)”.

In qualità di persone impegnate nella ricerca, nella tutela e nella promozione della salute globale, esortiamo il governo italiano a partecipare senza esitazioni a questa riunione, con il fine ultimo di firmare e ratificare il trattato il prima possibile, in coerenza con le dichiarazioni d’intenti espresse in precedenza.

Il conflitto in Ucraina ha messo in chiaro che la guerra nucleare potrebbe essere più che mai vicina. L’unica soluzione è dare priorità al disarmo nucleare. Questa è a nostro parere la sola scelta coerente per un governo impegnato nel raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Certi che le motivazioni alla base del nostro appello saranno comprese, ci auspichiamo che verranno fatti passi importanti nella direzione suggerita.

Il Consiglio direttivo dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE)
Il Gruppo di lavoro AIE-Pace


[1] ICAN: How is your country doing? Italy, https://www.icanw.org/italy

[2] ICAN, Full text of the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, https://www.icanw.org/tpnw_full_text

[3] ICAN, Full list of pledge takers, https://pledge.icanw.org/full_list_of_pledge_takers

[4] Open Letter in Support of the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, https://d3n8a8pro7vhmx.cloudfront.net/ican/pages/1712/attachments/original/1600645499/TPNW_Open_Letter_-_English.pdf

[5] ICAN, First Meeting of Nuclear Weapons Ban Treaty set for June, https://www.icanw.org/tpnw_first_meeting_of_states_parties_june_2022

[6]   http://documenti.camera.it/leg18/resoconti/commissioni/bollettini/html/2022/04/21/03/allegato.htm#

I firmatari

Scarica la lettera in .pdf ITA / ENG DEU

UK.Pescatori picchiati e sfruttati sulle barche del Regno Unito

Fonte: Risks Tuc 1045 – 16 maggio 2022 

Un terzo dei lavoratori migranti sui pescherecci del Regno Unito lavora a turni di 20 ore e il 35% riferisce di violenze fisiche regolari, secondo una nuova ricerca che conclude che c’è sfruttamento e abusi dilaganti sulle navi britanniche. I ricercatori dell’Università di Nottingham Rights Lab, che si concentra sulla schiavitù moderna, hanno scoperto che i pescatori hanno riferito di lavorare in orari eccessivi, con poche pause, con uno stipendio medio di £ 3,51 l’ora. Più del 60% dei pescatori, compresi i cittadini britannici, ha affermato che non avrebbe mai denunciato un reclamo per paura di essere inserito nella lista nera e ha rifiutato il reimpiego. I lavoratori vengono assunti nell’industria della pesca britannica con “visti di transito” che li legano a un unico datore di lavoro, una scappatoia che “legalizza il loro sfruttamento”, secondo il rapporto.
Lasciare sfruttare lo sfruttamento fuori dai guai, Laboratorio per i diritti dell’Università di Nottingham, maggio 2022.

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USA: I giganti della carne mettono deliberatamente a rischio i lavoratori

Al culmine della pandemia, quando il coronavirus ha infettato decine di migliaia di lavoratori dell’industria della carne negli Stati Uniti e causato la morte di centinaia di persone, i dirigenti dei maggiori produttori di carne della nazione erano consapevoli del rischio di trasmissione nei loro stabilimenti e hanno fatto pressioni con successo sulla Casa Bianca di Trump e sulle autorità di regolamentazione per aggirare le misure e i regolamenti di prevenzione del coronavirus, secondo un’indagine del Congresso. “L’indagine della Select Subcommittee ha rivelato che gli incaricati politici dell’ex presidente Trump presso l’USDA [dipartimento dell’agricoltura] hanno collaborato con grandi aziende di confezionamento della carne per guidare uno sforzo a livello dell’amministrazione per costringere i lavoratori a rimanere al lavoro durante la crisi del coronavirus nonostante le condizioni pericolose” presidente della commissione , il rappresentante degli Stati Uniti James Clyburn, ha affermato in una dichiarazione del 12 maggio.
Washington Post

 

 

Fuoriuscire dalle emergenze . Percorsi e ricorsi. Podcast di Diario Prevenzione – 20 maggio 2022 – Puntata n° 98 *

 

Di cosa parliamo in questa puntata ?

– … E dopo il COVID? La formazione come strumento e metodo per una prevenzione efficace

– INAIL. PREVENZIONE E CONTROLLO DELLA RESISTENZA ANTIMICROBICA PER I LAVORATORI ESPOSTI NEGLI ALLEVAMENTI AVICOLI E SUINICOLI
– Quaderno nucleare Armi nucleari degli Stati Uniti, 2022 Hans M. Kristensen& Matt Korda
– Covid 19 e equità: sintesi delle evidenze
– Il rapporto OXFAM sul lavoro in Italia .DISUGUITALIA Ridare valore, potere e dignità al lavoro
– Una storia di lotte per la salute e la sicurezza in fabbrica

It was the Rubber Capital of the World. The health consequences linger.

Forced to breathe at times through oxygen tubes, the Rev. Kevin Goode nonetheless counts his blessings. Although his lungs are scarred from asbestos exposure and he has chronic obstructive pulmonary disease, he’s in better condition than other former employees of rubber factories in Akron, Ohio.

Goode, retired pastor of Church of the Harvest, worked 15 years for the Goodyear Tire & Rubber Co. For most of that time, he tested the characteristics of competitors’ tires in a lab while other employees built new tires below. He didn’t think much about the asbestos, chemicals and soot inside the building, or the black clouds billowing from smokestacks around the Rubber Capital of the World.

“The stuff was everywhere – in your pores, on your skin,” Goode recalled of the lamp black, also known as carbon black, which added sturdiness and color to the tires but can cause skin conditions, cancer, respiratory problems and cardiovascular disease. “You take a shower, you blow your nose or if you cough up phlegm, it was always black.”

The Rev. Kevin Goode developed chronic obstructive pulmonary disease, or COPD, after working in a rubber factory for 15 years. (Courtesy of Yanick Rice Lamb)

Goode, 64, started at the factory in 1975 when he was 17. “You’re young and you think you’re invincible, but you knew it had an impact,” he said of his exposures.

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… E dopo il COVID? La formazione come strumento e metodo per una prevenzione efficace

 


 

Tavola rotonda in diretta web organizzata dall’o.d.v.
“Scienza Medicina Istituzioni Politica Società”,
in collaborazione con LAB – I Dialoghi della Bolognina.

mercoledì 18 maggio h.21

INTERVENTI

La formazione per la prevenzione, com’è e come dovrebbe essere
Giovanni Leonardi, Agenzia nazionale della Sanità pubblica della
Gran Bretagna

La formazione dei medici per far fronte ai rischi sanitari ambientali e climatici
Claudio Lisi, Coordinatore GdL Ambiente e Salute” della Federazione Nazionale di Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri

L”Università e Ambiente e Salute: Ricerca, Formazione e Terza Missione

Maria Pia Fantini, Direttrice della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Università di Bologna

Le proposte della Task Force Ambiente e Salute del Ministero della salute
Margherita Ferrante, Docente di Sanità Pubblica, Università di Catania

La formazione dei medici del territorio e la prevenzione primaria ambientale
Roberto Romizi, Presidente di “Medici per l”Ambiente, ISDE”

Prima e dopo il Covid: una prevenzione mancata, quella climatica
Ugo Mazza, Associazione “Meglio così, Solare qualità urbana”, Bologna

COORDINAMENTO
Paolo Lauriola, Coordinatore “Rete Italiana Medici Sentinella per l”Ambiente” (FONMCeO-ISDE).Co-autore del libro “E dopo il Covid…? Proteggere
la salute e l’ambiente per prevenire le pandemie e altri disastri” Edizioni Intra, Pesaro 2022

COVID has reached North Korea, threatening a humanitarian emergency

Michael Head, University of Southampton

The World Health Organization declared COVID-19 a pandemic in March 2020. But it’s only in recent days, in May 2022, that the secretive Democratic People’s Republic of Korea (North Korea) has reported its first confirmed cases of the virus.

While it may seem somewhat astounding that a country has managed to get so far into the pandemic without an outbreak, North Korea has reportedly had its borders sealed since January 2020, with no movement in or out of the country. So it is plausible that they’ve had no COVID until now.

But now, the country, which has a population of roughly 26 million people, looks to be facing a very sizeable and rapidly-spreading outbreak of the omicron variant. As of May 17, 1.4 million cases of “fever” had been reported, with 56 deaths since late April. The country is treating fever as indicative of COVID infection owing to reported shortages of testing supplies.

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INAIL. PREVENZIONE E CONTROLLO DELLA RESISTENZA ANTIMICROBICA PER I LAVORATORI ESPOSTI NEGLI ALLEVAMENTI AVICOLI E SUINICOLI

LA RESISTENZA ANTIMICROBICA
La resistenza agli antimicrobici (AMR) è il fenomeno per il quale un microrganismo acquisisce la resistenza all’azione di un farmaco antimicrobico a cui generalmente risulta sensibile per il trattamento delle infezioni da esso causate. Il problema può riguardare tutti i tipi di farmaci antimicrobici: gli antibatterici (detti anche antibiotici), gli antifungini, gli antivirali e gli antiparassitari; questa monografia esamina l’AMR in relazione all’uso degli antibiotici in allevamento.
L’antibiotico-resistenza è un meccanismo evolutivo insito nei batteri, i quali esprimono naturalmente geni di resistenza per contrastare tossine e sostanze prodotte da altri batteri competitori con cui condividono la stessa nicchia ecologica. Si riconoscono due tipologie di resistenza: intrinseca e acquisita. La resistenza intrinseca è determinata da caratteristiche fisiologiche o anatomiche del batterio, che impediscono al farmaco di agire sul target……

La Brochure Inail

PrevenzioneAntimicrobicaAllevamenti

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Quaderno nucleare Armi nucleari degli Stati Uniti, 2022 Hans M. Kristensen&Matt Korda

Il Nuclear Notebook è stato studiato e scritto da Hans M. Kristensen, direttore del Nuclear Information Project con la Federation of American Scientists, e Matt Korda, un ricercatore senior associato al progetto. La rubrica Nuclear Notebook è stata pubblicata nel Bollettino degli scienziati atomicidal 1987. Questo numero esamina lo stato dell’arsenale nucleare statunitense. L’arsenale nucleare statunitense è rimasto pressoché invariato nell’ultimo anno, con il Dipartimento della Difesa che mantiene una scorta stimata di circa 3.708 testate. Di queste, solo circa 1.744 testate sono dispiegate, mentre circa 1.964 sono tenute in riserva. Inoltre, circa 1.720 testate in pensione sono in attesa di smantellamento, per un inventario totale di circa 5.428 testate nucleari. Delle circa 1.744 testate dispiegate, 400 sono su missili balistici intercontinentali terrestri, circa 944 sono su missili balistici lanciati da sottomarini, 300 sono su basi di bombardieri negli Stati Uniti e 100 bombe tattiche sono su basi europee.

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Covid 19 e equità: sintesi delle evidenze

Fonte :  diseguaglianzedisalute.it

È stato recentemente pubblicato dal WHO il documento “COVID-19 and the social determinants of health and health equity: evidence brief“. Questo ricco documento esamina l’influenza dei determinanti sociali della salute sulla pandemia di COVID-19, concentrandosi in particolare sull’impatto differenziale della pandemia tra i gruppi di popolazione. I risultati sono tratti da una revisione sistematica delle evidenze disponibili entro l’estate 2021.

Le informazioni raccolte sono sintetizzate in 4 capitoli principali:

  1. Le disuguaglianze negli esiti dell’infezione, in cui si passano in rassegna i gruppi di popolazione maggiormente colpiti dal virus in termini di ospedalizzazione e mortalità: persone in condizioni di maggiore svantaggio socioeconomico (poveri, immigrati, senza tetto, detenuti), ma anche anziani nelle case di riposo e lavoratori dei servizi essenziali, come gli operatori sanitari e gli addetti alla produzione e commercio alimentare.
  2. I meccanismi che spiegano le disuguaglianze a sfavore di questi gruppi, che vanno da una maggiore esposizione al virus COVID-19 e una maggiore cronicità, che aumentano sia il rischio di infezione sia quello di esiti peggiori, ad una minore capacità o possibilità di aderire alle misure sanitarie e sociali pubbliche (lavaggio delle mani, uso di mascherine, distanziamento fisico, ecc…) e un minore accesso ai servizi sanitari per le cure e la vaccinazione.
  3. L’impatto sui percorsi di cura non Covid-19 e in particolare sulla salute mentale, legato al sovraccarico dei servizi sanitari, alle interruzioni di alcune prestazioni e alle misure di isolamento sociale che si erano rese necessarie per il contenimento della diffusione del virus, e che hanno inciso in misura maggiore sui gruppi di popolazione più svantaggiati.
  4. Gli effetti sui determinanti sociali della salute, originati dalle misure di contenimento: impoverimento, perdita del lavoro, interruzione dei servizi d’istruzione, che hanno ulteriormente esacerbato le differenze sociali esistenti nella popolazione e che avranno conseguenze sulle future disuguaglianze nella salute.

Il documento si conclude quindi con la raccomandazione di tenere maggiormente conto dei determinanti sociali della salute nei piani di risposta all’attuale pandemia e di preparazione per analoghe future emergenze, per realizzare una ripresa più equa.

Il documento completo è disponibile al seguente link https://www.who.int/publications/i/item/9789240038387

 

Sintesi a cura di Teresa Spadea, Servizio a Direzione Universitaria Epidemiologia, ASL TO3 Regione Piemonte

 

Il rapporto OXFAM sul lavoro in Italia .DISUGUITALIA Ridare valore, potere e dignità al lavoro

Fonte Oxfam Italia

Dalle consegne per l’e-commerce, al cibo sulla nostra tavola, al lavoro domestico: “risultanze visibili” di lavoratori “invisibili”, sfruttati, precarizzati, dai
diritti e dignità profondamente erosi e “valore sociale” scarsamente riconosciuto. Questo rapporto restituisce una fotografia delle moderne forme di sfruttamento lavorativo e di un mercato del lavoro nazionale profondamente
iniquo – con ampi divari territoriali, generazionali e di genere – e che produce strutturalmente povertà. E una riflessione sul senso e sul valore del lavoro e su
come le istituzioni dovrebbero riportare la dignità del lavoro al centro dell’agire politico.

WEB_Disuguitalia_2022CLEAN

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INRS. Francia. Prevenire le allergie professionali

Fonte INRS Francia

[ traduzione automatica google]

Due nuovi volantini INRS per le imprese

Le professionali, cutanee o respiratorie sono comuni. La loro prevenzione è essenziale. Per supportare le aziende e sensibilizzarle su questo tema, l’INRS mette a disposizione due nuovi volantini.
La prima riguarda la prevenzione delle allergie in generale. Il secondo è dedicato alla prevenzione dell’eczema alle mani.

La prevenzione delle allergie professionali , cutanee o respiratorie è fondamentale. Queste malattie professionali possono infatti avere gravi conseguenze socioeconomiche. Nella maggior parte dei casi richiedono l’adattamento al lavoro, la riclassificazione o il riorientamento professionale dei lavoratori interessati.

Allergie professionali in poche cifre

  • 6-7% di prevalenza di asma nella popolazione generale in Francia, di cui dal 15 al 20% sarebbe di origine professionale. L’asma professionale è una delle malattie polmonari professionali più frequenti.
  • Dal 70 al 90% delle dermatiti da contatto tra le patologie cutanee professionali. Tra questi, la dermatite allergica da contatto (eczema) è una delle più comuni, dopo la dermatite irritativa.
  • 40 anni, età media di insorgenza per asma professionale, 35 anni per dermatite allergica da contatto. Queste malattie professionali colpiscono i soggetti giovani.
  • Circa 180 casi di asma e più di 400 casi di dermatite allergica da contatto all’anno in media riconosciuti di origine professionale (media degli ultimi dieci anni). (Attenzione! Queste cifre sono probabilmente sottovalutate, per una sottodichiarazione molto certa)

Fonti: RNV3P e Cnam

 

“Prevenire le allergie professionali”

Questo opuscolo è destinato alle aziende di tutti i settori di attività, per sensibilizzarle alla ricerca sistematica di potenziali esposizioni ad agenti sensibilizzanti (o allergeni) nella valutazione dei rischi.

Se viene identificato un tale rischio, questo opuscolo ricorda che si applicano tutti i principi generali dell’approccio preventivo . Lo scopo di queste misure è eliminare l’esposizione agli agenti sensibilizzanti o ridurla al livello più basso tecnicamente possibile.

Per l’attuazione di adeguate misure di prevenzione, le aziende possono essere accompagnate se necessario dai servizi di prevenzione e salute del lavoro (SPST) o dai servizi di prevenzione di Carsat, Cramif o CGSS.

 

“Prenditi cura delle tue mani al lavoro per prevenire l’eczema”

Questo opuscolo viene messo a disposizione delle aziende e degli SPST per sensibilizzare i dipendenti sulla prevenzione dell’eczema alle mani, indipendentemente dal settore di attività. Riguarda in particolare i dipendenti che ricoprono incarichi riguardanti:

  • lavorare in un ambiente umido ( avere le mani in acqua o indossare guanti per più di 2 ore al giorno, lavarsi le mani più di 20 volte al giorno, ecc.),
  • manipolazione di prodotti irritanti o sensibilizzanti ( detergenti , solventi , oli e grassi, disinfettanti, ecc.).

Indica le migliori pratiche da adottare sulla propria postazione di lavoro quando ci si lava le mani e quando si indossano i guanti . Per evitare che la pelle delle mani si secchi, ci ricorda anche l’importanza di applicare regolarmente la crema.

Per saperne di più:

Ue: l’Italia viola i limiti qualità dell’aria

Fonte Regioni.it

(Regioni.it 4294 – 12/05/2022) L’Unione europea condanna l’Italia per violati limiti qualità dell’aria. La Corte di Giustizia Ue, infatti, ha accolto il ricorso della Commissione Ue e ha dichiarato l’inadempimento (infrazione) dell’Italia sia per il mancato rispetto, “sistematico e continuativo”, del valore limite annuale fissato per il biossido d’azoto in varie
zone concernente la qualità dell’aria, sia per la mancata adozione, dall’11 giugno 2011, di misure atte a garantire il rispetto nelle stesse zone dei valori limite di NO2.
Sono aperte contro il nostro Paese tre procedure di infrazione per il superamento dei parametri previsti dalle normative europee.
L’inadempimento dell’Italia viene quindi giudicato  “sistematico e continuativo”, violando gli obblighi negli agglomerati di Torino, Brescia, Milano, Bergamo, Genova, Roma e Firenze.
L’inquinamento atmosferico è un problema grave che in Italia, soltanto, nel 2019 ha causato la morte prematura di circa 60mila persone l’anno, 165 in media ogni giorno, secondo i dati dell’Agenzia europea dell’Ambiente.
Tra le zone più colpite ci sono la Valle del Sacco nel Lazio, l’agglomerato di Napoli e Caserta e soprattutto il bacino padano, una delle aree a maggior rischio sanitario d’Europa insieme ad alcune regioni di Polonia e Repubblica Ceca, secondo gli ultimi dati del Position paper “La qualità dell’aria”, pubblicato oggi dall’ASviS.
Pur registrando un generale miglioramento rispetto al passato, il documento rivela che in buona parte delle città italiane i livelli di inquinanti atmosferici sono oltre ai limiti consentiti dalla legge.
L’ASviS aggiunge che solo quattro delle 17 azioni “a carattere operativo e di urgenza” per affrontare la questione previste dal Protocollo di Torino, sottoscritto tra Ministeri e Regioni nel 2019, risultano a oggi implementate.
Le maggiori carenze riguardano in particolare l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca e i disincentivi ai veicoli più inquinanti e all’uso di biomasse e gasolio per il riscaldamento.
L’assessore della regione Lombardia all’Ambiente, Raffaele Cattaneo, commenta che “la sentenza della Corte di Giustizia di condanna dell’Italia sul superamento dei limiti dei biossidi di azoto non è una sorpresa; sapevamo da tempo che oggi sarebbe arrivata questa sentenza e che con ogni probabilità sarebbe andata in questa direzione”.
La condanna non comporta automaticamente sanzioni per l’Italia, ma prende atto che c’è stato un superamento sistematico per il biossido di azoto. Tuttavia la regione Lombardia evidenzia come in questi anni la riduzione delle emissioni di biossido di azoto in Lombardia è stata “significativa” con “risultati evidenti” sulle concentrazioni e sul conseguente rispetto dei limiti,
“La Lombardia – prosegue Cattaneo – con le Regioni del Bacino Padano e il governo nazionale sta lavorando alacremente, a maggior ragione dopo la condanna per i superamenti anche del Pm10, per mettere in campo ulteriori misure finalizzate a ridurre gli inquinati con l’obiettivo di evitare l’irrogazione di sanzioni”.

Incontro su Claudio Sabattini a Bologna 16 maggio Cgil Bologna

Incontro su Claudio Sabattini con:
Maurizio Lunghi
Michele Bulgarelli
Francesco Garibaldo
Achille Occhetto
Massimo Serafini
Rossella Vigneri
Gabriele Polo
Il sindacalista è il titolo del libro scritto da Gabriele Polo e pubblicato da Castelvecchi che ripercorre le vicende politiche e sociali del secondo Novecento attraverso la vita di Claudio Sabattini. Leader del Sessantotto, dirigente del Pci bolognese e segretario nazionale della Federazione Lavoratori Metalmeccanici, Claudio Sabattini guidò lo scontro con la Fiat nell’autunno 1980, scontro che si concluse con la “marcia dei 40.000” e la sconfitta sindacale di cui Sabattini divenne il capro espiatorio. Dopo alcuni anni di “esilio”, Sabattini fu responsabile internazionale della Cgil e poi segretario generale della Fiom negli anni dei movimenti, dal 1994 al 2002.
L’evento si terrà nel rispetto delle normative anticovid e sarà trasmesso in diretta sulle pagine Facebook della Cgil Bologna e della Fiom-Cgil Bologna

Una storia di lotte per la salute e la sicurezza in fabbrica

Ringrazio Gianni Marchetto che con questa intervista raccolta da Luigi Agostini testimonia  e  rappresenta il lungo percorso di lotte per la salute nelle fabbriche Fiat negli anni 70 e 80 . Gianni Marchetto, operaio Fiat divenne un protagonista di questo movimento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro che ha portato a miglioramenti delle condizioni di lavoro.

La Salute e il Lavoro ultimo

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