Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) rappresentano una famiglia di sostanze ampiamente prodotte e utilizzate anche in Italia che desta preoccupazione per i possibili effetti sulla salute e sull’ambiente. Sono definite “eterne” per la loro persistenza e la loro alta resistenza alla degradazione ambientale. I PFAS sono utilizzati da decenni in rivestimenti antiaderenti, tessuti impermeabili, pesticidi, schiume antincendio, materiali per l’edilizia, prodotti per la pulizia e l’igiene personale. Si rimanda ad un precedente articolo per una descrizione più approfondita.
Ora occorre riparlarne per una recente valutazione della IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, che riconsidera e riclassifica 2 sostanze appartenenti alla famiglia dei PFAS: l’acido perfluoroottanoico – PFOA e l’acido perfluoroottansolfonico – PFOS.
La valutazione IARC
Un gruppo di lavoro di 30 esperti internazionali provenienti da 11 Paesi è stato convocato dal programma delle Monografie IARC e, dopo aver esaminato a fondo la vasta letteratura pubblicata, ha classificato il PFOA come cancerogeno per l’uomo (Gruppo 1) e il PFOS come possibile cancerogeno per l’uomo (Gruppo 2B).
PFOA è cancerogeno per l’uomo sulla base di prove sufficienti per il cancro prodotto negli animali da esperimento e per una forte evidenza ottenuta nei sistemi sperimentali (alterazioni epigenetiche e immunosoppressione). Questi elementi sono stati considerati sufficienti per inserire la sostanza nel Gruppo 1 anche se sussistono prove limitate per il cancro nell’uomo (carcinoma a cellule renali e carcinoma testicolare).
PFOS è un possibile cancerogeno per l’uomo (Gruppo 2B) sulla base di forti prove sul meccanismo d’azione, prove limitate per il cancro negli animali da esperimento e prove inadeguate per quanto riguarda il cancro nell’uomo.
Un riepilogo delle valutazioni finali è stato pubblicato online in The Lancet Oncology. La valutazione dettagliata sarà pubblicata nel 2024 (volume 135 delle Monografie IARC).