Documento Unitario CGIL CISL UIL su Salute e Sicurezza sul Lavoro

 

Pubblichiamo il Documento Unitario CGIL CISL UIL su Salute e Sicurezza sul Lavoro: “Un’azione di prevenzione efficace, partecipata e diffusa” definito con il contributo dei Coordinamenti Unitari SSL riuniti in gruppi di lavoro e illustrato all’Assemblea RLS-RLST-RLSS svoltasi a Mestre nei giorni del 18 e 19 gennaio 2018.

IL DOCUMENTO

Travailleurs migrants et accès aux soins de santé : quelle est l’influence de l’admissibilité aux soins sur la trajectoire de la santé au travail ?

 

Pathways to Healthcare for Migrant Workers : How Can Health Entitlement Influence Occupational Health Trajectories ?
Rutas hacia la salud de los trabajadores migrantes : ¿cómo el derecho a los servicios de salud influencia en la salud ocupacional ?
Jill Hanley, Sylvie Gravel, Katherine Lippel et Jah-Hon Koo

RESUME’

Cet article présente les résultats d’une étude exploratoire sur l’accès aux services de santé des migrants à statut précaire. Une enquête a été menée auprès de 211 hommes et femmes migrants, et parmi ceux-ci, 31 ont été retenus pour un entretien en profondeur. Pour cet article, nous présentons les résultats concernant 78 travailleurs comprenant ceux recrutés en tant que travailleurs (travailleurs étrangers temporaires) ou qui n’ont pas d’accès au filet de sécurité sociale et doivent habituellement travailler (les sans-papiers). Une revue de la littérature est présentée, reliant le statut migratoire à l’accès aux soins de santé et aux problèmes de santé au travail. Nous présentons la méthodologie et ensuite les résultats qui décrivent les réseaux sociaux auxquels les travailleurs migrants ont recours pour répondre à leurs préoccupations en matière de santé, comprenant notamment les professionnels du Québec, et des ressources transnationales en santé. Ces résultats pourront être utiles aux professionnels de la SST pour comprendre certains obstacles auxquels font face les travailleurs migrants ayant subi un accident du travail ou une maladie professionnelle. Les difficultés d’accès aux soins de santé peuvent-elles compromettre le recours des travailleurs migrants victimes de lésions professionnelles ?

Tumori professionali: i dati del progetto Nocca

                                                                                       

Newsletter Medico-Legale Inca Cgil a cura di Marco Bottazzi                                    Numero 1/2018

Tumori professionali: i dati del progetto Nocca

In un recente articolo Laurent Vogel dell’Unità sulle Condizioni di Lavoro, Salute e Sicurezza dell’ Institut Syndacal Européen (ETUI) fa il punto sui risultati de sistema Nocca.

Il progetto NOCCA (Nordic Occupational Cancer) coinvolge i 5 paesi nordici: Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia ed Islanda e si basa su uno strumento statistico che permette di collegare patologie e condizioni di lavoro.

Gli aspetti della salute professionale restano spesso sottovalutati. Il progetto NOCCA (acronimo di Nordic Occupational Cancer) dimostra che, anche con finanziamenti modesti, si possono creare strumenti statistici che attenuano la scarsa visibilità delle neoplasie occupazionali nel settore pubblico. Vi partecipano 5 Stati (Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda) con l’istituzione e l’utilizzo dei registri tumori, nei quali acquistano particolare importanza le conoscenze sulle attività lavorative svolte dai pazienti (oltre al sesso, la localizzazione della neoplasia, il paese di appartenenza), onde stabilire l’incidenza e la mortalità di ciascun tipo di tumore per professione.

Una associazione statistica è un segnale di allarme e potenzia le iniziative di miglioramento della prevenzione primaria e di potenziamento degli studi epidemiologici, essenziali nel ridurre il fenomeno della ”ignoranza organizzata” nei diversi Paesi. A tali scopi della lotta alle diseguaglianze sociali di salute partecipano attivamente le organizzazioni sindacali di ogni azienda.

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La Commissione Europea esorta l’Italia ad adottare mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale

Fonte ARPAT.IT che ringraziamo 

 

Il quadro della situazione contenuto nel rapporto SNPA sulla Qualità dell’ambiente urbano, registra molti ritardi

La Commissione Europea esorta l'Italia ad adottare mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale

La Commissione Europea ha recentemente esortato l’Italia a rispettare le disposizioni fondamentali della direttiva sul rumore (direttiva 2002/49/CE).

Il rumore ambientale, causato dal traffico stradale, ferroviario e aeroportuale, è la seconda causa di decessi prematuri dopo l’inquinamento atmosferico.

La direttiva prevede che gli Stati membri adottino mappe acusticheche rappresentino l’esposizione acustica nei maggiori agglomerati, lungo gli assi stradali e ferroviari principali e in prossimità degli aeroporti più importanti.

Tali mappe costituiscono quindi la base per definire misure antirumore nei piani di azione.

Poiché l’Italia non ha comunicato tutte le informazioni richieste dalla Commissione europea, quest’ultima ha inviato una prima lettera di costituzione in mora nell’aprile 2013. Vista la mancanza di progressi, nel febbraio 2016 la Commissione ha inviato una seconda lettera di costituzione in mora.

Dal momento che mancano ancora mappe strategiche per 17 agglomerati e 22 strade e che devono ancora essere adottati piani d’azione per 32 agglomerati, 858 strade e un importante asse ferroviario, Commissione chiede ora una risposta motivata ed il pieno rispetto della direttiva.

L’Italia dispone di due mesi per rispondere; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

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Cassazione: sicurezza sui luoghi di lavoro – rispetto degli obblighi

Fonte Dottrina per il Lavoro

Con sentenza n. 6121 dell’8 febbraio 2018, la Corte di Cassazione ha affermato che il datore di lavoro è responsabile della valutazione dei rischi presenti in azienda e che deve fornire, ai lavoratori, tutti i rischi ed i fattori di pericolo cui quest’ultimi sono esposti in relazione ai compiti Loro affidati e che deve verificare, periodicamente, la efficacia del documento di valutazione dei rischi.

In pratica, il datore di lavoro ha il compito di fornire adeguate informazioni ai lavoratori, in relazione al funzionamento delle macchine ivi esistenti ed ai rischi a cui sono esposti durante il loro impiego, nonché, di attuare una organizzazione del lavoro che tenga i lavoratori indenni da eventuali infortuni.

Detta responsabilità è presente anche in capo al direttore generale della struttura aziendale, in quanto destinatario iure proprio, al pari del datore di lavoro, dei precetti antinfortunistici, indipendentemente dal conferimento di una delega di funzioni. Ciò in quanto, in virtù della posizione apicale ricoperta, assume una posizione di garanzia in materia antinfortunistica a tutela della incolumità e della salute dei lavoratori dipendenti (Cassazione n. 22249 del 14/03/2014).

Settimana corta di 28 ore: i tedeschi lavorano meno e vivono di più, perché il tempo è la vera ricchezza

 Fonte Pressenza.com

08.02.2018 – Paolo Ermani Il Cambiamento

Settimana corta di 28 ore: i tedeschi lavorano meno e vivono di più, perché il tempo è la vera ricchezza
(Foto di Il Cambiamento)

Se in Germania si avanza la proposta di una settimana lavorativa di 28 ore, perché qui in Italia siamo ancora lontani anni luce da questa prospettiva? Sì, una ragione c’è. Ma non è detto che non si possa cambiare.

Abituati a pensare ai tedeschi come lavoratori indefessi che lavorano 20 ore al giorno, ci potrebbe stupire conoscere perché è stato recentemente approvato un accordo nel settore metalmeccanico, ad iniziare dalla regione del Baden Wuerttemberg, per avere la possibilità di lavorare 28 ore a settimana. Ma come è possibile che i tedeschi, campioni di tutto, possano lavorare così poco? Chi conosce i tedeschi e la Germania avrà notato che più che lavorare tanto, sono bene organizzati ed efficienti.

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Commissione Uranio: le considerazioni del generale Bertolini sulle misure di sicurezza in ambiente operativo

Segnaliamo ai lettori e alle lettrici questa intervista al Generale Bertolini in merito ai risultati della Commissione parlamentare Uranio e alle specifiche misure di sicurezza in ambiente operativo. Le forti critiche contenute nel Rapporto di maggioranza della Commissione ai vertici delle Forze Armate rispetto alla valutazione e gestione dei rischi di natura chimica e fisica potrebbero essere di stimolo ad una maggiore sensibilità ed attenzione rispetto alla gestione dei rischi non specifici alla operatività militare. In alternativa a prese di posizioni polemiche contrapposte sarebbe opportuno sottoporre le modalità operative ad una valutazione critica e ad uno sviluppo delle capacità di valutazione e gestione dei rischi. Questo al fine di impedire che i militari si ammalino per la esposizione indebita  a rischi ben noti alle discipline della medicina del lavoro e della tossicologia industriale. Editor

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Commissione Uranio: le considerazioni del generale Bertolini sulle misure di sicurezza in ambiente operativo

di Andrea Cucco). FONTE DIFESAONLINE.IT

09/02/18

Alla luce di quanto è emerso in questi ultimi due giorni, dopo la presentazione alla stampa il 7 febbraio scorso della relazione finale della commissione d’inchiesta parlamentare sull’uranio impoverito nel comparto Difesa, da parte del presidente senatore Gian Piero Scanu (PD) ed oggi della relazione di minoranza presentata dall’on. Mauro Pili (Popolo delle Libertà), è apparso evidente un attacco frontale ai massimi vertici delle Forze Armate, almeno quelli che erano in carica al tempo delle missioni e dei fatti oggetto dell’inchiesta. >>> segue alla fonte.

>>> LEGGI L’ARTICOLO ALLA FONTE : DIFESAONLINE.IT

Il mesotelioma maligno in Emilia-Romagna: Report COR-RENAM aggiornamento al 31 dicembre 2017

FONTE AFEVA

Bologna, 08 febbraio 2017

Pubblicato il Report aggiornato al 31 Dicembre 2017 dal titolo: “Il mesotelioma maligno in Emilia Romagna: incidenza ed esposizione ad amianto aggiornata al 31 dicembre 2017” a cura di A.Romanelli, C. Storchi, O.Sala, L. Mangone.

A produrre il report, è la struttura (COR) del Registro Mesoteliomi Regione Emilia Romagna con sede a Reggio Emilia, struttura operativa nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna.

L’Emilia Romagna conferma un tasso di incidenza (casi di mesotelioma x 100.000 abitanti) superiore alla media nazionale per il periodo 2011-2015  (Emilia Romagna  4,4 per gli uomini e 1,6 per le donne, Italia 2011 3,8 uomini 1,5 donne) in particolare il tasso più alto riguarda Reggio Emilia per gli uomini (7,0) e Piacenza per le donne (2,7).

Per i dati di dettaglio leggere tutto il Report.

I dati contenuti nel report sono stati raccolti fino al 31 dicembre 2017, purtuttavia “...L’Incidenza può considerarsi pressoché completa per gli anni 1996-2015, mentre per il periodo successivo è in corso la rilevazione dei casi.

Scarica il rapporto (.pdf)

Scarica il V rapporto nazionale RENAM  (dal sito INAIL)

 

Il rapporto sulla salute mentale in Piemonte

Fonte Ires Piemonte

Rapporto 2017 Salute mentale in Piemonte – Novembre2017

Abstract

Img 2017 Rapporto salute mentale

 

Il Rapporto è frutto di un percorso di lavoro intrapreso nel 2016 – all’interno della Direzione Sanità della Regione Piemonte – da un gruppo di esperti e professionisti del settore. Il suo obiettivo è quello di mettere insieme, in forma sintetica, buona parte di quel che oggi si sa e si fa per tutelare la salute mentale dei piemontesi.

Ne emerge l’immagine, ancora un po’ sfocata per la carenza di dati certi, di un servizio sanitario regionale vitale e presente di fronte alla complessità dei bisogni, capace di intercettarne l’evoluzione (si vedano i percorsi di presa in carico di adolescenti e immigrati), pur tra disomogeneità – alcune aree della regione più presenti – carenze – di risorse, finanziarie e personale – necessità di maggior focalizzazione sull’appropriatezza dei servizi.

Il punto di partenza è rappresentato da sintetiche immagini di salute, mentale e psicologia dei piemontesi, insieme ad analisi sul consumo di ricoveri e farmaci per la salute mentale e sul fenomeno dei suicidi, colte attraverso indicatori epidemiologici. Segue, nel capitolo 2, il resoconto di un’indagine condotta dall’Osservatorio Regionale Salute Mentale nel 2016 sull’organizzazione dei Dipartimenti di Salute Mentale piemontesi.

I capitoli centrali contengono un’analisi delle risorse utilizzate e delle attività erogate a tutela della Salute mentale dei piemontesi: qui la descrizione si fa più mirata, operando selezioni, tra le necessità imposte dalle carenze nei dati attendibili e la virtù delle buone pratiche già oggi esistenti nel territorio regionale. Il capitolo 3 tenta primi ragionamenti sulle risorse destinate alla Salute Mentale, attendendo flussi informativi attendibili sulla spesa sostenuta per il funzionamento dei servizi. Nel capitolo 4, “antipasto” di un menù più ricco, in corso di elaborazione (una volta completato il lavoro in corso sui dati del Sistema Informativo), si tratteggia quel che oggi erogano i Dipartimenti di Salute Mentale. Nel capitolo 5 ancora quel che si fa, in una dimensione processuale: i percorsi, per categorie cruciali di persone all’attenzione, adolescenti e immigrati e le reti di cura, che mettono insieme risorse e competenze per rispondere ai bisogni prioritari che emergono nei territori.

Il capitolo 6 sviluppa due punti caldi in agenda, ai quali il Piemonte sta dedicando attenzione e risorse: i Trattamenti Sanitari Obbligatori e il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per i pazienti autori di reato.

Il capitolo 7, più prospettico, traccia infine la direzione verso la quale il Sistema sanitario regionale tende, prefigurando possibili scenari per progettare, supportare e valutare i risultati degli interventi e descrivendo prime ipotesi di riorganizzazioni in corso nei servizi.


La Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito ha presentato la Relazione finale sugli esiti della sua attivita’ ispettiva in materia di sicurezza sul lavoro e tutela ambientale nelle Forze armate

La Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito ha presentato la Relazione finale sugli esiti della sua attivita’ ispettiva in materia di sicurezza sul lavoro e tutela ambientale nelle Forze armate

La Commissione parlamentare d’inchiesta ha rilevato sconvolgenti criticità nella valutazione e gestione dei rischi da parte delle autorità preposte in relazione alla esposizione del personale militare a microparticelle d’uranio impoverito e all’amianto.

“I militari italiani impegnati in patria e nelle missioni all’estero sono stati esposti a «sconvolgenti criticità» sul fronte della salute e della sicurezza del lavoro, che hanno «contribuito a seminare morti e malattie». È scritto nero su bianco nella relazione finale della commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, presentata il 7 febbraio dal presidente Gian Piero Scanu (Partito democratico). Nel mirino il «negazionismo» dei vertici militari e gli «assordanti silenzi generalmente mantenuti dalle autorità di governo».”  ( leggi articolo completo da lettera43)

Sintesi della Relazione definitiva presentata il 7 febbraio 2017

Audio della Conferenza Stampa del 7 febbraio per la presentazione della Relazione definitiva da parte del Presidente Gian Piero Scanu. Fonte Radio Radicale

 

 

 

 

Europa. Vertice ministeriale sulla qualità dell’aria

foto aria e acqua

I   Ministri di nove Stati membri (Repubblica ceca, Germania, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Regno Unito) si sono riuniti a Bruxelles su invito del Commissario per l’Ambiente Karmenu Vella in un ultimo sforzo per individuare soluzioni al grave problema dell’inquinamento dell’aria nell’Unione europea.

 
30-01-2018

I nove Stati membri sono oggetto di procedimenti di infrazione per il superamento dei limiti stabiliti per l’inquinamento atmosferico e, durante la riunione, il Commissario Vella li ha invitati a preparare entro la settimana prossima la documentazione da fornire in merito a come intendono conformarsi alle norme dell’UE sulla qualità dell’aria, pena l’adozione di provvedimenti legali.

A seguito della riunione, il Commissario Vella ha dichiarato: “Questa Commissione ha ribadito a più riprese di voler ‘dare importanza alle cose importanti’ e niente è più importante di combattere la perdita di vite umane dovuta all’inquinamento dell’aria. […] La protezione dei nostri cittadini è una priorità fondamentale del Presidente Juncker e dell’intero Collegio dei Commissari, e deve diventarlo anche dei Governi degli Stati membri e di tutti i Ministri interessati (trasporti, energia, industria, agricoltura e finanze); ne va della nostra credibilità comune.”

La dichiarazione integrale del Commissario Vella è disponibile qui

Cerca le traduzioni disponibili del link precedente.

Campi elettromagnetici: i rischi per chi ha dispositivi medici attivi

SEGNALAZIONE ARTICOLO 

FONTE PUNTOSICURO.IT

Campi elettromagnetici: i rischi per chi ha dispositivi medici attivi
Redazione

 Redazione
 Rischi campi elettromagnetici

 
06/02/2018: Un intervento si sofferma sulla valutazione del rischio relativo ai campi elettromagnetici per i portatori di dispositivi medici impiantabili attivi (DMIA). Le norme tecniche, l’analisi dei rischi e gli approcci per la valutazione specifica.
 

Bologna, 6 Feb – La pubblicazione della Direttiva 2013/35/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sulle disposizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dai campi elettromagnetici (CEM), se ha introdotto diverse innovazioni nell’impianto protezionistico rispetto alla precedente Direttiva 2004/40/CE (specialmente in relazione alle esposizioni ai campi in bassa frequenza), non ha sostanzialmente modificato l’approccio verso i lavoratori con dispositivi medici impiantabili attivi (DMIA). Infatti i Livelli di Azione (LA) e i Valori Limite di Esposizione (VLE) stabiliti dalla Direttiva 2013/35/UE non garantiscono ancora “un’adeguata protezione di soggetti esposti a rischi particolari quali i portatori di dispositivi medici impiantabili attivi e già nel preambolo viene evidenziato come ‘problemi di interferenza, in particolare per quanto riguarda gli stimolatori cardiaci, possono verificarsi a livelli inferiori rispetto ai LA e dovrebbero pertanto essere oggetto di adeguate precauzioni e misure protettive’. E malgrado la direttiva “esiga una particolare attenzione a questo aspetto, non stabilisce in ogni caso pertinenti misure operative”.

 Ad affrontare questo problema, fornendo utili informazioni in materia di valutazione è un intervento che si è tenuto al convegno “dBAincontri2016 – Campi Elettromagnetici nei luoghi di lavoro. Legislazione, Valutazione, Tutela” (Bologna, manifestazione “ Ambiente Lavoro”, 21 ottobre 2016).

Un intervento sulla valutazione del rischio per i portatori di DMIA

L’intervento “ Valutazione del rischio per i portatori di dispositivi medici impiantabili attivi (DMIA)”, a cura di Rosaria Falsaperla (INAIL – Dipartimento Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale) e Eugenio Mattei (ISS – Dipartimento Tecnologia e Salute), ricorda innanzitutto, come già raccontato anche in precedenti articoli di PuntoSicuro, che per dispositivo medico impiantabile attivo (DMIA) si intende ‘qualsiasi dispositivo medico attivo destinato ad essere impiantato interamente o parzialmente mediante intervento chirurgico o medico nel corpo umano o mediante intervento medico in un orifizio naturale e destinato a restarvi dopo l’intervento’ (ad esempio stimolatori cardiaci, defibrillatori, impianti cocleari, impianti al tronco encefalico, protesi dell’orecchio interno, neurostimolatori, pompe per l’infusione di farmaci, codificatori della retina).

E in relazione agli eventuali campi elettromagnetici, la direttiva 2007/47/CE stabilisce che tali dispositivi medici “devono essere progettati e fabbricati in modo da eliminare o ridurre al minimo i rischi connessi con condizioni ambientali ragionevolmente prevedibili, in particolare quelli connessi con i campi magnetici, le influenze elettriche esterne, le scariche elettrostatiche. Questo requisito include la necessità di prevenire possibili effetti di interferenza causati da campi elettromagnetici a cui il dispositivo può essere esposto, effetti rilevanti ai fini della valutazione dei rischi dei lavoratori portatori di DMIA

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE  PUNTOSICURO.IT 

SEMINARIO SOCIAL ART: L’USO DELL’ARTE COME STRUMENTO EDUCATIVO E DI FORMAZIONE ALLA SALUTE E ALLA SICUREZZA

Martedì 27 febbraio 2018

Ore 14.00 – 18.00

MILANO – Via Cappuccio, 2

Aula Magna Istituto Tecnico Industriale Carlo Bazzi

SEMINARIO

SOCIAL ART: L’USO DELL’ARTE COME STRUMENTO EDUCATIVO E DI FORMAZIONE ALLA SALUTE E ALLA SICUREZZA
14.00 – Registrazione partecipanti

14.15 – Saluti

Roberto Munarin – Direttore Area Lavoro e Formazione – Comune di Milano Umberto Andolfato – Preside Istituto Tecnico Industriale Edile Carlo Bazzi 14.30 – PRESENTAZIONE DEL CENTRO PER LA CULTURA DELLA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO E DI VITA E INTRODUZIONE ALLE TEMATICHE E AI LAVORI DEL CONVEGNO

Norberto Canciani – Vice Presidente CIIP – Segretario Nazionale Associazione Ambiente e Lavoro
14.45 – L’IMPEGNO DELL’ATS MILANO CITTÀ METROPOLITANA NEL MONDO DELLA SCUOLA PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Maria Grazia Fulco – Medico del lavoro – ATS Milano Città Metropolitana

15.15 – L’APPRENDIMENTO ESPERIENZIALE: METODI E TECNICHE PER UN APPROCCIO FORMATIVO
Piergiorgio Reggio – Pedagogista, formatore, ricercatore, Docente Università Cattolica del S. Cuore Milano

15.45 – LA FIABA DI PINOCCHIO COME STRUMENTO DI ORIENTAMENTO E PREVENZIONE DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA
Luca Monti – Orientatore e formatore – Associazione MEET
16.15 – ARTE COME VITA, COINVOLGIMENTO, SPERIMENTAZIONE: CREARE INSIEME AI BAMBINI NEI CONTESTI OSPEDALIERI

Gregorio Mancino – RLST comparto edile – Artista
16.45 – GIOCO E IMMEDESIMAZIONE PER FARE PREVENZIONE
NELLA SCUOLA E SUL LAVORO
Stefania Fasciani – Psicologa clinica e formatrice in tema di Salute
e Sicurezza sul lavoro e nella scuola – Associazione ParteChipAzione
17.15 – DIBATTITO
17.40 – PIERINO E IL LUPO – UNA FAVOLA PER LA SALUTE E LA SICUREZZA Enrico Intra – Musicista e compositore – Performance live
18.00 – CHIUSURA DEI LAVORI

LA LOCANDINA

Sull’utilizzo prioritario dei DPC rispetto ai DPI

segnalazioni

Sull'utilizzo prioritario dei DPC rispetto ai DPI
Gerardo Porreca

 Gerardo Porreca
 Sentenze commentate

 
05/02/2018: Nei lavori in quota contro il rischio di caduta dall’alto vanno utilizzati prioritariamente i dispositivi di protezione collettiva. l’uso dei dpi è consentito se la protezione collettiva sia tecnicamente impossibile e per esposizioni di breve durata.

Due le disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro messi in evidenza in questa sentenza dalla Corte di Cassazione chiamata a decidere sul ricorso presentato da un datore di lavoro per l’infortunio occorso a un lavoratore che, salito con i ramponi su di un palo in legno per sostituire un cavo telefonico, è caduto da una altezza di 4 metri per la rottura del palo stesso alla sua base.

A difesa dal rischio di caduta dall’alto nei lavori in quota, ha messo in evidenza la suprema Corte, vanno previsti nei DVR e utilizzati prioritariamente i dispositivi di protezione collettiva limitando il ricorso a quelli di protezione individuale solo nel caso che sia tecnicamente impossibile l’utilizzo di quelli collettivi e nel caso di limitati livelli di rischio o di una breve esposizione allo stesso.

L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU PUNTOSICURO.IT

Sicurezza dei voli aerei . La blacklist delle compagnie aeree emessa dalla Commissione Europea aggiornata al novembre 2017

Commission européenne – Communiqué de presse

Transport aérien: la Commission met à jour la liste des compagnies aériennes interdites dans l’UE afin d’assurer le niveau de protection des passagers le plus élevé possible

Bruxelles, le 30 novembre 2017

Aujourd’hui, la Commission européenne a mis à jour la liste des compagnies aériennes interdites dans l’UE, autrement dit la liste des transporteurs aériens non européens faisant l’objet d’une interdiction ou de restrictions d’exploitation dans l’Union européenne car ils ne respectent pas les normes internationales de sécurité.

La constitution de la liste des compagnies aériennes interdites dans l’UE vise à procurer aux citoyens européens le plus haut niveau possible de sécurité aérienne, ce qui constitue une priorité absolue de la stratégie de l’aviation de la Commission. Par suite de la mise à jour effectuée aujourd’hui, une compagnie aérienne, Avior Airlines (Venezuela), est ajoutée à la liste, tandis que deux autres — Mustique Airways (Saint-Vincent-et-les-Grenadines) et Urga (Ukraine) — en sont retirées, compte tenu des progrès qu’elles ont réalisés en matière de sécurité.

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Le presentazioni del Convegno : ” Invecchiare al lavoro: proposte di gestione in sanità” celebrato a Milano il 31 gennaio 2018

Invecchiare al lavoro: proposte di gestione in sanità
Aula Magna Clinica Mangiagalli – Milano, Via Commenda 10
mercoledì 31 gennaio 2018 – ore 9:30-16:00

Convegno
sono disponibili le presentazioni

PROGRAMMA

9.30 Registrazione partecipanti

Saluti del Responsabile dell’UOC Medicina del Lavoro (Dr. Luciano Riboldi)

PRIMA PARTE
Moderatore: Prof. Paolo Carrer

INVECCHIARE AL LAVORO:
Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età

10.00 Aging-Ebook e campagna europea 2016-2017 (Tiziana Vai)

10.30 La gestione dei turni in un mondo che invecchia (Giovanni Costa)

11.00 Sanità: gestione dei rischi professionali per un invecchiamento attivo (Olga Menoni)

11.30 La sorveglianza sanitaria del lavoratore che invecchia e focus sulla sanità (Donatella Talini)

12.00 Impatto sull’idoneità alla mansione di patologie cronico-degenerative in una popolazione sanitaria che invecchia (Carlo Nava)

12.30 Discussione

13.00 – 14.00 Pausa Pranzo

SECONDA PARTE
Moderatore: Dr. Susanna Cantoni

PROPOSTE DI GESTIONE DEL LAVORATORE CHE INVECCHIA IN SANITA’:
la parola alle istituzioni

14.00 Lavori usuranti in Sanità (On. Maestri-Commissione Lavoro)

14.20 Criteri per l’accreditamento nel panorama delle Regioni italiane (Lanfredini Laura – Regione Lombardia)

14.40 Accreditamento: limiti o opportunità (Davide Rizzardi – Assolombarda)

15.00 Strategie Preventive Nella Gestione Aziendale -1- (Daniele Tovoli –  Fiaso)

15.20 Strategie Preventive Nella Gestione Aziendale -2- (Chiappa – Direzione Sanitaria Policlinico)

Ore 15.40 Discussione
Contributo Coordinamento RLS Sanità Milanese

scarica la locandina

DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI DI PRODUZIONE E INDUSTRIA 4.0 TEMI E QUESTIONI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE

TAO Programs News


Lecce, 23 febbraio 2018



UNIVERSITÀ DEL SALENTO
DIPARTIMENTO DI STORIA, SOCIETÀ E STUDI SULL’UOMO
In collaborazione con
PROGRAMMA DI RICERCA “L’OFFICINA DI ORGANIZZAZIONE”
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

Seminario

DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI DI PRODUZIONE E INDUSTRIA 4.0
TEMI E QUESTIONI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE

introduce
ANGELO SALENTO, Università del Salento
“Spazi d’azione e spazi di decisione nell’industria digitalizzata”


discutono

FRANCESCO BARBINI, ATTILA BRUNI, BRUNO CATTERO, VALERIA CIRILLO, ANGELO CORALLO,
GUGLIELMO FORGES DAVANZATI, ANGELO GASPARRE, DARIO GUARASCIO, BRUNO MAGGI, MICHELA MARCHIORI, 
GIOVANNI MASINO, MASSIMO NERI, GIUSEPPE RECCHIA, MATTEO RINALDINI, MARIA ENRICA VIRGILLITO,

Università del Salento
Sala della Grottesca, Rettorato

23 febbraio 2018

9.00-18.00

Programma allegato

 

 

Podcast audio di Diario Prevenzione puntata n° 52 – 01 febbraio 2018 a cura di Gino Rubini

 

In questa 52a puntata parliamo di:

– Appello di Pietro Paris (responsabile della Sezione Sostanze pericolose dell’ISPRA)

” In Europa ci sono circa 100.000 sostanze in uso, la maggior parte delle quali non ha mai (ho lo ha solo in parte) subito una valutazione di rischio. C’è un lavoro enorme da fare. È paradossale: l’Europa ci chiede di lavorare (ci sollecita), stanzia fondi, ci chiede di andare a prenderli (prima che arrivino i soliti tedeschi, olandesi, svedesi, ecc.) e noi smantelliamo le strutture che dovrebbero svolgere i compiti.
Perché gli italiani vanno a lavorare all’estero? “

– Legambiente. Rapporto “Pendolaria”. Boom di pendolari in Lombardia, ma si investe in autostrade

– MORTI SUL LAVORO 2017 IN ITALIA: UNA TRAGEDIA SENZA FINE. IL 2017 SI CHIUDE CON 1029 VITTIME: UNA MEDIA DI QUASI 86 MORTI AL MESE. UN TRAGICO AUMENTO DEL 1,1% RISPETTO L’ANNO PRECEDENTE. ( Rapporto Vegaengineering )

– La prevenzione senza ossigeno

I tragici infortuni avvenuti negli ultimi giorni hanno suscitato sconcerto, anche fra quanti hanno operato ed operano nel sistema pubblico di prevenzione. Nonostante tutto l’impegno profuso nelle attività di informazione, assistenza e controllo, anche mirate, i fatti ci dicono che nei luoghi di lavoro si ripetono ancora eventi mortali spesso con dinamiche che riportano al passato. Questi eventi ci interrogano, e hanno indotto in alcuni di noi riflessioni che qui pubblichiamo, sperando che siano utili all’apertura di un dibattito “largo” che vogliamo ospitare in questo spazio. ( fonte Snop.it )

– Quelle vulnérabilité des travailleurs européens face aux conditions de travail dégradées ?

IL NOTIZIARIO AUDIO

(25 minuti )

 

Linee guida per la gestione dei cantieri ai fini della protezione ambientale

 

Anno di pubblicazione: 2018

A cura di: ARPAT – Settore VIA/VAS

In collaborazione con: Dipartimenti e altri Settori ARPAT

Pagine: 17

Prezzo:

Indicazioni generali di buona pratica tecnica da adottare al fine di tutelare l’ambiente durante le attività di cantiere e le operazioni di ripristino dei luoghi. Aggiornamento gennaio 2018

Le Linee Guida – pubblicate nel marzo 2017 e adesso disponibili nella 2° edizione aggiornata a  gennaio 2018 – danno indicazioni generali di buona pratica tecnica da adottare al fine di tutelare l’ambiente durante le attività di cantiere e le operazioni di ripristino dei luoghi.

Possono essere utilizzate dai Proponenti nella redazione dei documenti a supporto delle procedure di VIA/Verifica o inserito nell’eventuale capitolato d’appalto, a cui l’Impresa esecutrice dovrà attenersi per lo svolgimento dei lavori.

Gli argomenti trattati riguardano l’impostazione del cantiere e le relative modalità di conduzione, con riferimento alle seguenti tematiche specifiche:

  • inquinamento acustico
  • emissioni in atmosfera,
  • risorse idriche e suolo
  • terre e rocce da scavo
  • depositi e gestione dei materiali
  • rifiuti
  • ripristino dei luoghi.

Gli argomenti vengono trattati con taglio generale, così da essere applicabile in più situazioni, e forniscono indicazioni di massima sugli aspetti che ARPAT ritiene debbano essere trattati nella documentazione e nella gestione dei cantieri di opere sottoposte a VIA/Verifica di assoggettabilità a VIA.

L’edizione 2018 contengono la revisione e l’aggiornamento delle Linee guida alle normative vigenti – in particolare alla nuova disciplina in materia di terre e rocce da scavo – del documento già proposto in passato da ARPAT quale riferimento tecnico nelle procedure di VIA/Verifica di assoggettabilità a VIA.

È disponibile anche la versione sfogliabile della pubblicazione (sito Web esterno, si apre in una nuova finestra)

Vi prego di aiutarmi a non far morire questo flebile grido

Pubblichiamo questo appello con la preghiera di diffonderlo il più possibile.

30 gennaio 2018 – Pietro Paris (responsabile della Sezione Sostanze pericolose dell’ISPRA)
In Europa ci sono circa 100.000 sostanze in uso, la maggior parte delle quali non ha mai (ho lo ha solo in parte) subito una valutazione di rischio. C’è un lavoro enorme da fare. È paradossale: l’Europa ci chiede di lavorare (ci sollecita), stanzia fondi, ci chiede di andare a prenderli (prima che arrivino i soliti tedeschi, olandesi, svedesi, ecc.) e noi smantelliamo le strutture che dovrebbero svolgere i compiti.

Perché gli italiani vanno a lavorare all’estero?
Non ho una risposta adeguata al problema, notoriamente complesso. Posso presentare solo la mia piccola esperienza personale.
Lanciare grida è tutto sommato facile, distinguere se sono di dolore è più difficile. Chi grida è spesso autoreferenziale. Non pretendo che si condivida quello che penso, ma sento il dovere di dirlo.
Sono il responsabile della Sezione Sostanze pericolose dell’ISPRA. Mi occupo di questo tema dai primi anni ’90. Io e il mio piccolo gruppo di colleghi siamo forse più noti per il rapporto sui pesticidi nelle acque. In realtà quella è solo una parte minore della nostra attività. Svolgiamo il ruolo tecnico-scientifico per l’applicazione dei regolamenti (probabilmente) più onerosi varati in Europa: il regolamento REACH e il regolamento CLP sulle sostanze chimiche.
Svolgere tali compiti richiede una competenza multidisciplinare: sono ovviamente necessari chimici, ma non meno sono necessari esperti di comportamento delle sostanze nell’ambiente (si dice destino ambientale), sono necessari esperti del ciclo di vita delle sostanze e delle varie applicazioni, sono necessari esperti di pericolosità e di tossicologia. Tutte queste componenti concorrono all’unica disciplina chiamata valutazione di rischio delle sostanze chimiche.
In Europa ci sono circa 100.000 sostanze in uso, la maggior parte delle quali non ha mai (ho lo ha solo in parte) subito una valutazione di rischio. La sicurezza, purtroppo, insegue sempre con ritardo l’evoluzione tecnologica: in certi casi, ahimé, troppo tardi.
C’è un lavoro enorme da fare. Caso abbastanza raro in questo paese, partecipiamo ai programmi di valutazione del rischio chimico varati dall’Europa. Portando in Italia fondi, che altrimenti andrebbero altrove. Portando, cosa ancora più preziosa, un minimo di autorevolezza e visibilità. È paradossale: l’Europa ci chiede di lavorare (ci sollecita), stanzia fondi, ci chiede di andare a prenderli (prima che arrivino i soliti tedeschi, olandesi, svedesi, ecc.) e noi smantelliamo le strutture che dovrebbero svolgere i compiti. In questa attività potrebbero trovare lavoro molti laureati, che ora sono disoccupati o costretti a emigrare.
Elena, Lucia, Tommaso, Silvia, Valeria… sono miei ex-colleghi, con un’esperienza nel campo del rischio chimico di livello internazionale. Hanno lavorato per anni con me, se ne sono dovuti andare perché precari (tutti ultra quarantenni). Hanno lasciato l’Istituto perché non vi erano garanzie di poter restare in servizio. Competenze buttate al vento. E avevamo i soldi per garantire i loro stipendi (dal 2008 ad oggi grazie alla nostra attività sono entrate nelle casse dell’Istituto non meno di 7.000.000 di EURO). Soldi stanziati appositamente e guadagnati con le attività di valutazione europee.
Ma non era la priorità di questo Istituto!
Ora siamo un pugno di persone a dovere svolgere una mole di lavoro enorme. Lavoro da cui dipende la sicurezza delle persone e dell’ambiente. Lavoro richiesto e pagato dall’Europa.
Per gestire la sicurezza di migliaia di sostanze chimiche, abbiamo un solo chimico, un esperto di destino ambientale, due-tre tossicologi. Una missione impossibile!
Pazienza! I soldi andranno ai soliti tedeschi, olandesi, ecc. certo molto più consapevoli dell’importanza di questa attività. E quelli che continuiamo a portare in cassa andranno in economia, o forse a garantire il premio di produzione di una pletora di dirigenti, super pagati e inammovibili.
Qualcuno ha parlato di società della mediocrità. Le eccellenze sono sgradite alla casta dei mediocri, perché sottolineano la mediocrità, la esasperano.
Sono arrivato quasi a fine carriera, non ho ambizioni, ma con me ci sono colleghi/e di grande esperienza, riconosciuta in ambito internazionale, completamente svilita qui dentro, dove sembra altre logiche imperino.
Continuiamo, però, a lavorare con entusiasmo, nonostante tutto, finché ci sarà consentito.
Il “grido di giustizia”, forse uno dei tanti, e autoreferenziale, lo voglio lanciare, perché anche in questo paese si possa vivere e sperare in modo normale.
Vi prego di aiutarmi a non far morire questo flebile grido.

Oms: aumentano casi antibiotico-resistenti nel mondo

(Fonte : Regioni.it 3311 – 29/01/2018)
Il primo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sulla sorveglianza degli antibiotici lancia l’allarme sul fatto che sempre un maggior numero di persone sono colpite da infezioni resistenti agli antibiotici: nel mondo se ne contano almeno mezzo milione. Ma il dato è relativo solo a 22 Paesi nel mondo, senza i casi di resistenza a infezione da tubercolosi (Tbc).
L’Oms sostiene che potrebbero essere un milione i decessi all’anno in Europa già nel 2025 per malattie infettive non più curabili, mentre il 2050 viene indicato da studi commissionati dal governo britannico come data limite, con quasi 10 milioni di persone nel mondo che potrebbero morire ogni anno.
Servono quindi “urgenti politiche di ricerca e di investimento per rendere disponibili nuovi farmaci efficienti, economici e soprattutto a disposizione di tutti”. Il sistema di sorveglianza Global Antimicrobial Surveillance System (GLASS) è stato lanciato dall’Oms nell’ottobre 2015 per far fronte a un’emergenza crescente, quella di super batteri che non rispondono agli antimicrobici normalmente utilizzati per debellarli.
I batteri resistenti più comunemente riportati sono stati Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Staphylococcus aureus e Streptococcus pneumoniae. Non sono inclusi però i dati sulla resistenza del batterio che causa la tubercolosi (TBC), dal momento che l’OMS fornisce aggiornamenti annuali in un rapporto specifico. Secondo quest’ultimo, nel 2016 sono stati almeno 490.000 i casi di TBC multiresistente, da aggiungere quindi al computo totale.

Cantieri navali. Potetti (Fiom): Basta morti sul lavoro, le regole e i diritti non sono lacci!

FONTE FIOM-CGIL.IT

“Lo scorso 19 gennaio è avvenuto un tragico incidente presso il Cantiere Navale Vard Tulcea in Romania. Un operaio di 48 anni è rimasto decapitato mentre lavorava a bordo di una nave in costruzione. Non possiamo che esprimere il nostro cordoglio alla famiglia di questo lavoratore e alle famiglie di tutti quanti in questi primi giorni del 2018, anche in Italia, hanno perso la vita sul posto di lavoro o andando al lavoro. Come sindacato dobbiamo continuare nel nostro impegno per far rispettare le normative e le garanzie previste in materia di sicurezza sul lavoro e più in generale dobbiamo riuscire a contrastare l’idea che le regole e le tutele siano “i lacci” da tagliare per rispondere alla crisi e alle sfide economiche imposte dalla globalizzazione. In tutta Europa avanzano le politiche liberiste e le “riforme” imposte dai centri finanziari e dalle lobbies industriali cancellando i diritti, le pensioni, la sanità e la scuola pubblica. Un contesto nel quale, in assenza di risposte ai grandi temi sollevati dai cittadini, proliferano nuove forme di fascismo. A livello europeo, visti anche i processi di integrazione industriale in corso, occorre portare avanti un disegno comune di salute e sicurezza sul lavoro, di diritti sul lavoro e salari adeguati”. Lo dichiara in una nota Fabrizio Potetti, responsabile cantieristica navale Fiom-Cgil nazionale.

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

Roma, 26 gennaio 2018

Casa degli RLS: L’esternalizzazione del rischio

Casa degli RLS: L’esternalizzazione del rischio
Centro Cultura per la Prevenzione – V.le D’Annunzio 15 – Milano
Mercoledì 14 febbraio 2018 – ore 9.00-13.00

Seminario CCP Milano

Interventi

9.15 – Esternalizzazione del rischio
Flavio Acquati – Gruppo promotore “Casa degli RLS”

9.45 – Responsabilità amministrativa e sicurezza sul lavoro, DLgs 231/01
Angelo GerosaATS Milano – Gruppo promotore “Casa degli RLS”

10.15 – Applicazione del DUVRI e azioni di vigilanza negli appalti
Massimo AvosaniATS Milano Città Metropolitana
Calogera CampoATS Milano Città Metropolitana

10.45 – Il punto di vista degli RLS e dibattito
Coordina Claudia MoroGruppo promotore “Casa degli RLS”

Esternalizzazione dei rischi in sanità
Simona Di RosaCoordinamento RLS sanità milanese

Esperienze di intervento degli RLS nell’amministrazione pubblica
Modesto Prosperi e Antonella TarantoloRLS Funzione pubblica

13.00 – Chiusura dei lavori

scarica la locandina

Les Sentinelles : hommage aux victimes de l’amiante et des pesticides

Segnalazione documentario

fonte sciencetavenir.fr

Le 9 novembre 2017 sort dans les salles le documentaire poignant de Pierre Pézerat sur les victimes de l’amiante et des pesticides. 

Film Les Sentinelles

Difficile de ne pas compatir avec ces victimes, et leurs familles, dont le documentaire fait la part belle.

L’articolo prosegue alla fonte sciencetavenir.fr

 
 
 
 

 

Rumore, la Commissione europea esorta l’Italia a rispettare le disposizioni fondamentali della Direttiva 2002/49/CE

Fonte Ambiente Lavoro

L’Italia è in ritardo nel rispettare la direttiva comunitaria sul rumore (Direttiva 2002/49/CE) e la Commissione europea ha inviato un parere motivato in cui esorta l’adozione di mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale.

Commissione europea
Pacchetto infrazioni di gennaio: decisioni principali del 25 gennaio 2018
Settore Ambiente

Rumore: la Commissione esorta l’ITALIA ad adottare mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale

La Commissione europea esorta l’Italia a rispettare le disposizioni fondamentali della direttiva sul rumore (direttiva 2002/49/CE).

Il rumore ambientale, causato dal traffico stradale, ferroviario e aeroportuale, è la seconda causa di decessi prematuri dopo l’inquinamento atmosferico.

La direttiva prevede che gli Stati membri adottino mappe acustiche che rappresentino l’esposizione acustica nei maggiori agglomerati, lungo gli assi stradali e ferroviari principali e in prossimità degli aeroporti più importanti. Tali mappe costituiscono quindi la base per definire misure antirumore nei piani di azione.

Poiché l’Italia non ha comunicato tutte le informazioni richieste dalla Commissione europea, quest’ultima ha inviato una prima lettera di costituzione in mora nell’aprile 2013. Vista la mancanza di progressi, nel febbraio 2016 la Commissione ha inviato una seconda lettera di costituzione in mora. Dal momento che mancano ancora mappe strategiche per 17 agglomerati e 22 strade e che devono ancora essere adottati piani d’azione per 32 agglomerati, 858 strade e un importante asse ferroviario, la Commissione invia ora un parere motivato.

L’Italia dispone di due mesi per rispondere; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

Quelle vulnérabilité des travailleurs européens face aux conditions de travail dégradées ?

 FONTE MIROIR SOCIAL 

JANV262018

Les mutations organisationnelles et technologiques engendrent des risques de dégradation des conditions de travail susceptibles d’affecter le bien-être et la santé des travailleurs. Le projet INGRID, financé dans le cadre du programme européen Horizon 2020 pour la recherche et l’innovation, développe de nouvelles méthodes pour mieux identifier les travailleurs qui font face à ces risques.

À partir de données recueillies entre 1995 et 2015 pour les quinze pays fondateurs de l’Union européenne, ces 4 pages dressent le portrait des travailleurs les plus vulnérables au cumul de conditions de travail dégradées et illustrent les différences entre pays européens.

Si, dans l’ensemble, ces pays se caractérisent par des niveaux de vulnérabilité stables, certains (dont la France et la Belgique) observent une hausse constante de la vulnérabilité. De plus, les CDD, le travail indépendant et les petites entreprises (1 à 9 salariés) sont associés à une plus grande vulnérabilité des travailleurs.

MORTI BIANCHE 2017 IN ITALIA: UNA TRAGEDIA SENZA FINE. IL 2017 SI CHIUDE CON 1029 VITTIME: UNA MEDIA DI QUASI 86 MORTI AL MESE. UN TRAGICO AUMENTO DEL 1,1% RISPETTO L’ANNO PRECEDENTE.

FONTE NEWSLETTER VEGAENGINEERING

“La legislazione italiana sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è considerata una buona legislazione e il sistema dei controlli interviene su 200.000 imprese ogni anno. Serve, però, anche un impegno permanente di tutti i soggetti interessati ed una peculiare attenzione da parte degli imprenditori perché non dovrebbe mai accadere che un lavoratore perda la vita mentre svolge la sua attività”- Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro.

Il fenomeno delle morti bianche continua silenziosamente il suo luttuoso cammino che conta un incremento della mortalità del 1,1% rispetto l’anno precedente. Infatti, il 2017 si è concluso con 1029 decessi (1018 casi registrati nel 2016), di cui 283 in itinere e 746 in occasione di lavoro. Soffermandosi su questi ultimi, appare significativo evidenziare che la situazione rispetto al 2016 è invariata: si segnala un’irrisoria diminuzione dello 0.4% (il numero di infortuni con esito mortale in occasione di lavoro rilevati nel periodo gennaio-dicembre 2016 era 749).

Analizzando le statistiche degli infortuni mortali avvenuti nei luoghi di lavoro, gli esperti dell’Osservatorio Sicurezza evidenziano che la fascia d’età più colpita è quella dei 55-64 anni. In questo caso, l’indice di incidenza sugli occupati è pari al 61,2 (30,8% del totale) con 230 casi registrati. A seguire troviamo i lavoratori con età compresa tra i 45 e 54 anni con un indice di incidenza sugli occupati del 33,0 (30,6% del totale) con 228 casi registrati.

Un Dicembre tragico per Lombardia ed Emilia Romagna, le quali rimangono stabili nella luttuosa classifica nazionale, contando rispettivamente 92 e 81 decessi (dati infortuni mortali in occasione di lavoro). Il Veneto si posiziona al terzo posto con 61 decessi, seguito da Piemonte e Lazio (60).

Nel 2017 il fenomeno delle morti bianche in occasione di lavoro ha toccato anche la Valle d’Aosta con 2 casi, al contrario del 2015 e del 2016 nei quali contava zero morti.

Roma si riconferma la provincia con più casi di infortuni mortali sul lavoro anche nel 2017. La capitale, con un indice di incidenza sugli occupati pari a 22, conta infatti 39 vittime (nel 2016 erano 35). Subito dopo si trovano Torino (24) e Milano (22).

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Legambiente. Rapporto “Pendolaria”. Boom di pendolari in Lombardia, ma si investe in autostrade

FONTE CONTROLACRISI 

Pubblicato da il manifesto. Autore: Roberto Ciccarelli

Legambiente. Rapporto “Pendolaria”. In Italia i pendolari sono aumentati di 11 mila unità al giorno. 931 milioni di euro investiti per strade e autostrade dal 2003 al 2017 (60,1 per cento del totale). Alle ferrovie sono andati 386 milioni, ovvero il 24,9 per cento dei fondi. L’aumento dei viaggiatori smentisce le politiche classiste che privilegiano il trasporto di lusso

La linea Cremona-Milano è stata segnalata come una delle peggiori della Lombardia. Conta oltre 10 mila pendolari giornalieri, su treni lenti e sovraffollati dall’età media di 17 anni. Lo sostiene Legambiente che qualche giorno fa ha presentato il rapporto «Pendolaria». «I convogli – sostiene la sezione lombarda dell’associazione – viaggiano quotidianamente, su alcune tratte versano in condizioni inaccettabili, troppo spesso soggetti a guasti, per lo più dovuti all’età dei convogli stessi».

LA RETE REGIONALE lombarda conta su 1.733 chilometri e trasporta 735 mila viaggiatori al giorno. Con le sue 2.400 corse nel 2016 è la rete che sostiene la maggiore domanda di trasporto pendolare in Italia. Anche il bilancio di Trenord, l’azienda che eroga il servizio, è cresciuto in maniera considerevole nel giro di pochi anni. Nel 2011 era di circa 402 milioni di euro. Nel 2011 è salito a circa 440 milioni di euro. Ma questo non è bastata per soddisfare la richiesta dei lavoratori e dei viaggiatori, né a garantire un servizio di qualità.

IL PROBLEMA È SISTEMICO e riguarda la politica industriale. Da tempo infatti gli investimenti regionali sono stati diretti al trasporto su gomma. Per questa ragione sono state create nuove strade e autostrada. Le ferrovie hanno visto decrescere il flusso dei finanziamenti. Dal 2003 al 2017 a strade e autostrade sono andati 931 milioni (il 60,1% del totale). Alle ferrovie 386 milioni 24,9%. Dal 2007 ad oggi sono entrati in servizio 189 nuovi convogli su 196 acquistati per totale che supera 1,65 miliardi di euro. Sono cresciute, in maniera considerevole, anche le tariffe. Dal 2010 al 2017 più del 30 per cento. La mancanza di fondi ha impedito di affrontare i problemi delle linee ancora a binario singolo, senza considerare il fatto che i convogli restano insufficienti e sono sempre più vecchi.

LA LOMBARDIA non è sola. Prendiamo, ad esempio, l’Emilia Romagna che ha investito 179 milioni di euro per realizzare l’autostrada regionale Cispadana. Nella legislatura appena trascorsa sono state realizzati 271 chilometri di autostrade, tra cui la Bre.Be.Mi., il quadrilatero nelle Marche e Umbria, parte della Asti-Cuneo, a cui vanno aggiunti 1.825 chilometri di strade nazionali e 2.080 di strade provinciali e regionali. Per le metropolitane, invece, 58,6 chilometri (12 a Milano, 7 a Roma), 34,5 di tram (17 a Palermo, 6 a Cagliari).

NELLA MAPPA disegnata da Legambiente si descrive una regione così divisa: la bassa Cremonese e Mantovana soffre per un servizio insufficiente. La qualità cresce man mano che i treni sono diretti verso l’area metropolitana di Milano dove la flotta è più moderna e numerosa. Magia della «smart city» che si conferma attrattrice di giganteschi capitali, anche quelli investiti nelle infrastrutture.

NELLA REGIONE più ricca, e popolosa, del paese c’è un’altra tratta pendolare molto frequenta e in difficoltà: la Brescia-Casalmaggiore-Parma che – come nel caso della Brescia-Cremona con cui questa linea condivide un piccolo tratto iniziale – collega città importanti oltre che due tra le regioni a maggiore domanda di pendolarismo in Italia: la Lombardia, appunto, e l’Emilia Romagna. In totale sono 92 chilometri da incubo. I treni viaggiano a 46 chilometri all’ora, in media. La linea viene definita nel rapporto «in stato di abbandono» e, solo nell’ultimo anno, ha registrato una serie di gravi guasti alla linea che hanno messo a repentaglio la salute e la sicurezza di molte persone. L’età media dei treni è superiore ai 30 anni.

QUESTA SITUAZIONE va inserita nel quadro nazionale. Al colossale aumento dell’offerta per i treni extra-lusso costosissimi per i passeggeri – le «Frecce» che corrono sulla traiettoria Salerno-Milano (con le diramazioni Torino e Venezia) pari al 435% in undici anni corrisponde il crollo dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza: meno 15,5 tra il 2010 e il 2016 e un crollo del 40% dei passeggeri. Senza contare la diminuzione dei collegamento regionali (-6,5%) cominciati a causa dei tagli voluti dal governo Berlusconi nel 2009.

L’AUMENTO dei pendolari smentisce l’orientamento delle politiche classiste che hanno privilegiato il trasporto di lusso. Accade anche in Friuli Venezia Giulia dove si è passati da 13 mila a 21.500 viaggiatori. Oppure in Emilia Romagna che in sei anni è passata da 106 mila viaggiatori a 205 mila. In totale sono 2 milioni e 841mila i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale, e oltre 2milioni e 672mila quelli che ogni giorno prendono le metropolitane. 140 mila quelli che prendono le «Frecce».

Podcast audio di Diario Prevenzione puntata n° 51 – 26 gennaio 2018 a cura di Gino Rubini

 

In questa puntata del Podcast, la prima del 2018, parliamo di:

– Ancora una strage sul lavoro, 4 operai morti a Milano in un’azienda metalmeccanica.
– Morti per esalazioni di gas: come prevenire questi infortuni?
– Processo amianto CEMENTAL: presenza e presidio a Reggio Emilia lunedì 29 Gennaio 2018 ore 12.00
– Incidenti sul lavoro, i dati del Rapporto Inail 2017 c’entrano con le prossime elezioni e con la politica ?

Notiziario Audio 

( 27 minuti )