Notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
Cassazione Penale, Sez. 7, 16 ottobre 2017, n. 47470 – Non sussiste alcun comportamento abnorme del lavoratore infortunato quando manca un’adeguata formazione
“La Corte territoriale ha insindacabilmente escluso il carattere abnorme della condotta posta in essere dal lavoratore infortunato, in considerazione del fatto che il lavoratore non era stato adeguatamente formato. Oltre a ciò, il Collegio ha evidenziato che il dipendente, al fine di riparare il motore con urgenza, aveva inopinatamente utilizzato, come da prassi aziendale, un muletto elevatore assolutamente inadatto.”
EU Call for Tender: Mental health in the workplace
In most European countries, absences from work and early retirement due to mental illness have increased in recent years. This is the topic of a new call in Horizon 2020, the EU Research and Innovation funding programme.
What action can an employer/organization take to promote good mental health and prevent mental illness in the workplace? The research should assess these actions in terms of individual and collective health outcomes and cost-effectiveness and how to facilitate their implementation.
È stato pubblicato il report regionale a conclusione dello studio di prevalenza nazionale negli ospedali per acuti sulle infezioni ospedaliere.
Nel periodo ottobre-novembre 2016 è stato condotto lo studio nazionale di prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza e uso di antibiotici negli ospedali per acuti, promosso a livello europeo dall’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control).
27/11/2017: L’organo politico di un ente locale risponde delle violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro qualora non ha provveduto a individuare un dirigente competente e dotato in concreto degli autonomi poteri di gestione, decisionali e di spesa.
La mancanza di una legislazione nazionale specifica, che prescriva la dotazione sulle coperture di sistemi necessari a garantire la sicurezza dei lavoratori che svolgono attività su di esse, ha determinato, in molte regioni italiane, l’emanazione di regolamenti ad hoc. Essi, ove presenti, non sono per ovvie ragioni “armonizzati” a livello nazionale e non facilitano il lavoro dei vari soggetti coinvolti.
Individuare tutte le possibili misure di prevenzione e protezione da utilizzare in copertura non è semplice. In questo contesto ne vengono analizzate alcune per l’accesso ed altre relative al transito e all’esecuzione.
Lo studio cerca, inoltre, di identificare e fornire informazioni e dati agli operatori di settore che possono essere utilizzati anche dalle istituzioni pubbliche per la loro attività di verifica, controllo e indirizzo per condividere le misure di sicurezza da adottare per l’esecuzione delle attività sulle coperture.
Il documento non vuole essere esaustivo, ma si propone di affrontare una parte delle problematiche relative alla realizzazione delle citate misure, con particolare riguardo ai requisiti che i prodotti debbono soddisfare.
L’esplicitazione di tali requisiti è la sintesi di specifica attività effettuata dal Dipartimento, anche a livello sperimentale, negli ambiti di ricerca e normativa nazionale e internazionale.
Prodotto: Volume – Collana Quaderni di ricerca
Edizioni: Inail – ottobre 2017
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it
Il 7 novembre 2017 si è svolto a Firenze il Workshop ” I sistemi di sorveglianza sugli stili di vita a supporto delle politiche sanitarie in Toscana ” organizzato dall’Agenzia Regionale di Sanità.
All’interessante iniziativa il Dipartimento della Prevenzione della USL Toscana Centro ha contribuito con tre presentazioni:
– Evidence based prevention a supporto della programmazione delle azioni sugli stili di vita , Alberto Baldasseroni – CeRIMP Usl Toscana Centro
– Giovani ed anziani seguono la Piramide Alimentare Toscana? I dati sui consumi alimentari, Francesco Cipriani – UFC Epidemiologia Usl Toscana Centro
– Attività fisica e mobilità attiva, Giorgio Garofalo – UFC Igiene e Sanità Pubblica Usl Toscana Centro
Balpa è il Sindacato inglese dei piloti di aereo. In questo comunicato Balpa esprime il suo consenso per l’impegno del governo britannico a legiferare in materia di utilizzo dei droni che possono costituire un grave rischio per il traffico aereo. editor
BALPA is pleased the concerns of pilots about the risks of collisions with drones are being heeded at last.
We very much welcome the Government’s promise to introduce a drone registration and regulation package together with greater police powers.
BALPA has also called for no-fly zones and geofencing around airports to be considered and these too are now very much on the agenda.
These are all good steps and we will work with Government to ensure the details are right and they are delivered quickly to maintain safety in the sky.
BALPA General Secretary, Brian Strutton said:
“I very much welcome the Government’s firm commitments in this announcement.
“BALPA recognised the potential of drone technology long ago. But it soon became clear that without the right rules and regulations in place to enable them to share airspace safely, these devices could pose a huge threat to commercial aircraft.
“This is evidenced by the sharp rise in reported near misses with drones last year, up from 29 to 71. And we have exceeded that already this year with the UK Airprox Board already noting 81 reported near misses in 2017 so far.
“These proposals are a step towards the safe integration of drones, but until the new rules are in place the threat of a serious collision remains.
“It would be a tragedy if such an incident were to occur and lives were lost while we await these measures.
“That’s why BALPA continues to push for this programme of legislation to be adopted quickly; pilots would prefer to see it implemented in 2018 rather than at a later date.”
È il tempo del caporalato digitale! Nella cornice della gig economy il food delivery sembra farla da padrone nella scalata allo sfruttamento. L’obbiettivo delle multinazionali delle consegne di cibo a domicilio è semplice, cristallino: imporre un modello di business che massimizzi i profitti a scapito delle tutele dei propri lavoratori. Forti di un bacino di giovani – e meno giovani – inoccupati e disoccupati a cui attingere e di sempre meglio rodate tecniche di gestione del personale (contratti truffa e gamification in prima fila), hanno condotto in pochissimo tempo ad un’efficace offensiva su scala sovranazionale contro i diritti dei lavoratori.
Nelle ultime settimane sta tornando sotto i riflettori il conflitto tra i lavoratori precari della cosiddetta ‘gig economy’ e le ditte di consegna a domicilio del settore – come Deliveroo, Foodora, Glovo, UberEats e così via. Proprio la settimana scorsa i fattorini di Deliveroo di Bologna e Milano hanno avanzato in una lettera rivendicazioni comuni verso l’azienda, gettando le basi per una nuova disputa; mentre i ‘rider’ di varie ditte di consegna in bici si preparano a scendere in piazza il 24 Novembre a Bologna, uniti sotto la sigla comune di ‘Riders Union Bologna’, per chiedere diritti e salari degni. Come contributo al dibattito e alle lotte dei rider italiani in corso, ci sembra utile fare un po’ di chiarezza sugli ultimi sviluppi della lunga mobilitazione e battaglia legale che coinvolge i lavoratori della gig economy nel Regno Unito.
Buone notizie dal fronte Uber
Cominciamo dalle buone notizie. La settimana scorsa Uber, la multinazionale americana che offre un servizio taxi tramite app, ha perso il ricorso presso il Tribunale di Appello del Lavoro a Londra contro la sentenza che ormai un anno fa aveva dato ragione a due autisti James Farrar e Yaseen Aslam,che sostenevano che lo status di lavoratori autonomi adottato da Uber nei confronti dei suoi autisti non corrispondesse alla natura del rapporto di lavoro effettivamente vigente. Il tribunale ha cosi’ confermato lo status di worker che la sentenza di primo grado aveva assegnato ai due autisti, condizione giuridica che garantisce ad un lavoratore il diritto ad un salario orario minimo e alle ferie pagate (ma che ha comunque meno garanzie rispetto al contratto di lavoro subordinato). Continua a leggere “È il tempo del caporalato digitale!”
Il 18 aprile 2006 all’Ilva di Taranto moriva l’operaio Antonio Mingolla dipendente della ditta Cmt. Ci sono voluti cinque anni per chiudere il processo d’appello e confermare la condanna per sei preposti e responsabili aziendali tra diretti Ilva e ditta di appalto. Giuseppe Romano, segretario genrale della Fiom di Taranto, sottolineando l’importanza di “una sentenza che fa giustizia”, specifica che “alla Fiom Cgil di Taranto, costituitasi parte civile sin dall’udienza preliminare, è stato riconosciuto, a carico di tutti gli imputati, il risarcimento del danno, perché la nostra organizzazione è stata.ritenuta portatrice degli interessi collettivi dei lavoratori alla tutela della salute e sicurezza del lavoro.
La salute delle donne e dei bambini è considerata un passo fondamentale nella direzione dell’uguaglianza sociale. Le risorse non mancano e nemmeno le intenzioni politiche, stando alle ultime dichiarazioni del G7. Ma i rapporti internazionali descrivono una situazione critica
Ridurre la mortalità materna, infantile e fra gli adolescenti. Questo è l’obiettivo rilanciato dalla vice direttrice dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) Flavia Bustreo, medico epidemiologo, in occasione del G7 dei ministri della salute a Milano.
Le risorse non mancano: due miliardi di euro sono stati previsti dal fondo Global Financing Fscility a favore della tutela della salute delle donne e dei bambini, considerata un passo fondamentale nella direzione dell’uguaglianza sociale.
Se si guarda alla salute delle donne a livello nazionale, per esempio, secondo l’indagine conoscitiva portata avanti dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della donna il 49% delle donne nel 2016 ha dichiarato di fare prevenzione rispetto al 44% nel 2006. Cambiano nettamente i comportamenti: se nel 2006 soltanto il 48% delle donne dichiarava di sottoporsi a controlli e visite anche quando stava bene, nel 2016 la quota sale al 62%.
Modena, 24 Nov – Sono tanti gli aspetti rilevanti, anche con riferimento all’impatto su salute e sicurezza sul lavoro, che riguardano l’attuale evoluzione tecnologica e industriale, gli scenari aperti dalla cosiddetta quarta rivoluzione industriale, la digitalizzazione dei processi di produzione e la crescita del crimine informatico. Tutti aspetti che ormai i vari attori che si occupano di gestione della sicurezza nelle aziende devono conoscere.
Ad esempio è importante soffermarsi sulle conseguenze della diffusione, sempre maggiore nel mondo industriale, della robotica o, di fronte alla continua crescita del cyber crime e alla possibilità di minacciare la sicurezza delle macchine, su come comportarsi in relazione al rischio informatico aziendale.
Per affrontare questi temi e fornire qualche utile informazione ai nostri lettori abbiamo realizzato durante la manifestazione “ Ambiente Lavoro Convention” (Modena, 13/14 settembre 2017) un’intervista ad alcune persone che hanno partecipato, come relatori o come referenti organizzativi al convegno modenese “La ROBOTICA, opportunità e rischi di salute e sicurezza”.
À l’occasion de la conférence « Travail et cancer », l’Institut syndical européen (ETUI) présentera ce mardi 14 novembre à Bruxelles les résultats d’une étude sur les coûts des cancers liés au travail dans l’Union européenne. La facture est très lourde : entre 270 et 610 milliards d’euros chaque année, ce qui représente de 1,8 % à 4,1 % du produit intérieur brut de l’Union européenne.
Ces montants considérables s’expliquent par le fait que la totalité des coûts a été prise en compte. Les coûts directs pour les systèmes de santé des États membres (liés aux traitements médicaux), les coûts indirects pour les travailleurs et les employeurs (liés aux pertes financières dues à l’arrêt de l’activité professionnelle) et les coûts humains pour les victimes (impact sur la qualité de vie des travailleurs et de leur famille).
« Avec plus de 100 000 morts par an, les cancers professionnels sont la première cause de mortalité au travail dans l’UE. Cette étude démontre que le coût sociétal des cancers liés au travail est faramineux. Ce sont les travailleurs et leur famille qui en assument la part la plus importante. Cette situation constitue une injustice inacceptable, tant sur le plan social qu’économique et l’UE se doit d’agir pour mettre fin à ces cancers évitables », a commenté Tony Musu, expert en risques chimiques à l’ETUI.
L’écart entre l’estimation haute et l’estimation basse s’explique par le fait que les coûts ont été calculés en fonction de diverses projections sur le pourcentage de cas de cancers attribuables au travail.
L’étude a été commandée par l’ETUI aux cabinets de consultants Risk & Policy Analysts et FoBIG. Ces deux cabinets, spécialisés en évaluation des risques chimiques, ont pris
en compte l’exposition des travailleurs à 25 agents ou situations de travail cancérogènes (par ex. l’amiante, le benzène, la silice, le travail de nuit ou posté, les émissions des moteurs diesel).
Pour en savoir plus :
The Cost of Occupational Cancer in the EU-28. Final Report, November 2017
Il progetto Diario per la Prevenzione continua. Nei prossimi giorni implementeremo la nuova piattaforma con informazioni, documentazione e link . Rimetteremo on line come Archivio il vecchio sito dopo che avremo risolto alcuni problemi di compatibilità di software… A presto, e a tutte/i , Buon Lavoro !
editor
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