Esposizione solare e radiazioni UV, informazioni dalle Agenzie regionali per la protezione ambientale

da AMBIENTELAVORO

Il SNPA e le Agenzie regionali per la protezione ambientale propongono una serie di informazioni utili relative alle radiazioni ultraviolette (UV). Alcune agenzie forniscono bollettini di previsione dell’indice-UV e diffondono le previsioni delle radiazioni UV anche attraverso APP per smartphone e tablet.

La radiazione ultravioletta (radiazione UV) è quella porzione dello spettro elettromagnetico di lunghezze d’onda comprese tra 100 e 400 nm (nanometri) o, equivalentemente, tra 0,1 e 0,4 micron. Verso le lunghezze d’onda maggiori, la radiazione UV confina con la luce visibile di lunghezza d’onda più corta, percepita dall’uomo come viola, da cui la denominazione “radiazione ultravioletta”.

L’intensità della radiazione ultravioletta solare è maggiore tra le ore 11 e le ore 16 e aumenta progressivamente se si sale di altitudine. Alcuni elementi riflettono parte degli UV ricevuti: acqua 5%; sabbia 20%; erba 5%; neve 85%.

L’Indice UV è un numero che esprime insieme l’intensità della radiazione solare UV (ultravioletta) rilevabile sulla superficie terrestre e la sua efficacia nel produrre effetti sul corpo umano. L’indice varia da 1 a 11 (o più): più è alto il valore, maggiore è il danno potenziale alla pelle e agli occhi e minore è il tempo necessario perché tale danno si produca.

L’esposizione del corpo umano alla radiazione solare è un evento naturale e si può dire che gli organismi viventi abbiano raggiunto nel corso della loro evoluzione un delicato equilibrio tra effetti benefici e danni biologici prodotti dalla radiazione. Piccole dosi di radiazione UV sono infatti benefiche, mentre una eccessiva esposizione può avere conseguenze indesiderate per la salute. La condizione di esposizione ideale alla radiazione UV non è quindi l’assenza di esposizione bensì una “giusta” dose. Tale “giusta dose” varia in funzione dell’età, del sesso e del tipo di pelle (fototipo).

Alcuni degli effetti avversi sulla salute umana sono visibili entro poche ore dall’esposizione. L’azione della radiazione UV sull’epidermide porta alla liberazione di sostanze (mediatori) che causano vasodilatazione ed eritema. E´solo a distanza di alcuni giorni che si ha un aumento della pigmentazione cutanea dovuta alla stimolazione della produzione di melanina da parte dei melanociti; tale reazione è da considerare un meccanismo di difesa della cute nei confronti dell’azione degli UV.

L’eritema solare, cioè l’arrossamento della pelle determinato dall’effetto combinato della dilatazione dei vasi capillari (indotta soprattutto dai raggi infrarossi) e da una reazione infiammatoria protratta, può trasformarsi in ustione. L’ustione è determinata dalle radiazioni UV.

Esiste una grande variabilità individuale rispetto al tempo di esposizione alla radiazione solare oltre il quale si manifesta l’eritema. Trascurando le questioni legate all’età, alla presenza di patologie e all’uso di farmaci, tale variabilità dipende soprattutto dal tipo di pelle di ogni individuo e cioè, in gergo più tecnico, dal suo fototipo. I fototipi vengono raggruppati in categorie e più basso è l´indice del fototipo e maggiori sono le probabilità di scottarsi. Conoscere il proprio fototipo è quindi importante perché ci permette di valutare correttamente il tempo ottimale di esposizione al sole in una determinata fascia oraria e in una precisa giornata. A tale proposito esistono delle tabelle che forniscono l’indicazione dei tempi di arrossamento in dipendenza dal fototipo e dall’intensità della radiazione UV e che permettono di valutare, almeno in condizioni standard di esposizione, i tempi limite per l’esposizione.

Fonte: SNPA