Pendolaria: rapporto Legambiente su trasporto ferroviario

Le strategie per ridurre gli incidenti in itinere casa lavoro si basano sull’ampliamento dell’offerta del trasporto pubblico. Purtroppo solo una parte dei lavoratori, degli studenti riescono ad usufruire di un’offerta adeguata di servizi pubblici su ferro e su gomma . Il Rapporto Pendolaria offre un’immagine realistica sui pregi e sui limiti delle strategie degli anni scorsi. Si è investito molto arriveranno molti treni ma solo in alcune regioni, in altre sono diminuiti, le differenze aumentano tra regioni con cadute in Regioni come il Piemonte e situazioni drammatiche come la Sicilia… Su queste differenze occorre lavorare.
(Fonte : Regioni.it 3539 – 30/01/2019)
Il rapporto Pendolaria di Legambiente cerca di fare il punto sul nostro sistema di trasporto ferroviario. In particolare mette in evidenza come negli ultimi anni si sia investito molto sul trasporto ferroviario locale, con risultati visibili: “Gli investimenti di Trenitalia con la gara per 500 nuovi treni sta cambiando la situazione in molte Regioni e inciderà anche al sud nei prossimi anni – afferma il rapporto Pendolaria -. A questi si aggiungono quelli delle Regioni, che hanno consentito complessivamente di far entrare in esercizio oltre 410 treni nuovi. Inoltre, gli investimenti decisi nella scorsa legislatura stanno permettendo nel quadriennio 2017-2020 l’entrata in circolazione di 210 nuovi treni”.
Il numero dei passeggeri aumenta, toccando quota 5,59 milioni, con un nuovo record rispetto al 2012 (+8% in 4 anni). Sono 2 milioni e 874 mila coloro che ogni giorno usufruiscono del servizio ferroviario regionale e 2 milioni e 716 mila quelli che prendono ogni giorno le metropolitane, presenti in 7 città italiane. Tutti i servizi sono in crescita, ma “diminuiscono i chilometri di linee disponibili e la crescita nasconde differenze rilevanti nell’andamento tra le diverse Regioni e tra i diversi gestori. In alcune parti del Paese la situazione è migliorata, mentre in altre è peggiorata e si è ampliata la differenza nelle condizioni di servizio”.

L’Italia, insomma, è spaccata a metà, – afferma il rapporto – “con 9 Regioni e le due Province autonome in cui i passeggeri sono aumentati e 10 in cui sono diminuiti o rimasti invariati. Cresce il numero di persone che prende il treno al nord – come in Lombardia (750mila), è triplicato dal 2001 in Alto Adige, raddoppiato in Emilia-Romagna, cresciuto di 60mila in Puglia. Analoghi i successi della metropolitana a Milano (con più passeggeri delle altre 6 città italiane dotate di metro), dei tram a Firenze e a Bergamo. Molto diversa la situazione del Piemonte dove a causa delle linee soppresse i passeggeri sono calati del 4,4% mentre è drammatica in particolare la situazione in Sicilia, dove si è passati da 50.300 a 37.600 viaggiatori (dal 2009 ad oggi) in una Regione con 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari, e in Campania dove si è passati da 413.600 viaggiatori a 308.500 (ma con un trend in risalita negli ultimi anni)”.