La pandemia della disuguaglianza By Oxfam International 17 Agosto 2022

 

Articolo già pubblicato da Antropocene che ringraziamo

Fonte: Climate&Capitalism – 03.07.2022

La ricchezza miliardaria è aumentata a dismisura durante la pandemia da Covid-19, grazie alle aziende del settore alimentare, farmaceutico, energetico e tecnologico. Nel frattempo, milioni di persone in tutto il mondo stanno affrontando una crisi del costo della vita a causa dei continui effetti della pandemia e del rapido aumento dei costi dei beni di prima necessità, tra cui cibo ed energia.


Estratti da PROFITING FROM PAIN, un documento informativo pubblicato nel maggio 2022 da Oxfam International.

La ricchezza miliardaria e i profitti aziendali sono saliti a livelli record durante la pandemia da COVID-19, mentre oltre un quarto di miliardo di persone in più potrebbero precipitare verso livelli estremi di povertà nel 2022 a causa del coronavirus, della crescente disuguaglianza globale e dello shock dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari sovralimentato dalla guerra in Ucraina. La ricerca di Oxfam ha rilevato che:

I miliardari hanno visto le loro fortune aumentare in 24 mesi tanto quanto in 23 anni.

I miliardari del settore alimentare ed energetico hanno visto le loro fortune aumentare di un miliardo di dollari ogni due giorni. I prezzi del cibo e dell’energia sono aumentati ai livelli più alti degli ultimi decenni. Sono stati creati 62 nuovi miliardari del settore alimentare.

Le crisi combinate di COVID-19, l’aumento della disuguaglianza e l’aumento dei prezzi alimentari potrebbero spingere fino a 263 milioni di persone in condizioni di povertà estrema nel 2022, invertendo decenni di progressi. Questo è l’equivalente di un milione di persone ogni 33 ore.

Allo stesso tempo è nato un nuovo miliardario in media ogni trenta ore, durante la pandemia.

Ciò significa che nello stesso tempo impiegato in media per creare un nuovo miliardario durante la pandemia, quest’anno un milione di persone potrebbe essere spinto in condizioni di estrema povertà…

Sotto ogni aspetto, la disuguaglianza è salita alle stelle dall’inizio della pandemia.


Disuguaglianza di ricchezza

Secondo l’analisi di Oxfam degli ultimi dati di Forbes :

I miliardari nel mondo sono 2.668,573 in più rispetto al 2020 quando è iniziata la pandemia.

Questi miliardari valgono complessivamente 12,7 trilioni di dollari, un aumento in termini reali di 3,78 trilioni di dollari (42%) durante la pandemia da COVID-19.

La ricchezza totale dei miliardari è ora l’equivalente del 13,9% del prodotto interno lordo (PIL) globale, rispetto al 4,4% del 2000.

I 10 uomini più ricchi hanno una ricchezza maggiore del 40% più povero dell’umanità messa insieme.

I 20 miliardari più ricchi valgono più dell’intero PIL dell’Africa subsahariana.

Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, è così ricco che potrebbe perdere il 99% della sua ricchezza ed essere ancora tra lo 0,0001% più ricco delle persone più ricche del mondo. Dal 2019 la sua ricchezza è aumentata del 699%.

Disparità di reddito

Il COVID-19 è già destinato a guidare il più grande aumento sistemico della disuguaglianza di reddito mai visto. Inoltre, il rapido aumento dei prezzi di cibo ed energia, che ha colpito duramente i redditi dei più poveri, è destinato a far aumentare ulteriormente la disuguaglianza globale.

I redditi del 99% dell’umanità sono diminuiti a causa del COVID-19, con l’equivalente di 125 milioni di posti di lavoro a tempo pieno persi nel 2021.

Ci vorrebbero 112 anni perché una persona comune appartenente al 50% più povero ottenga ciò che qualcuno nell’1% più ricco ottiene in un anno.

I redditi dei più ricchi si sono già ripresi rapidamente dal colpo subito all’inizio della pandemia, mentre i redditi dei più poveri devono ancora riprendersi, il che sta aumentando la disuguaglianza di reddito.

Nel 2021, il 40% più povero ha registrato il calo più marcato del reddito, che in media è stato del 6,7% inferiore rispetto alle proiezioni pre-pandemia. Ciò ha portato a una crescente disuguaglianza di reddito, che era in calo dagli anni 2000 secondo l’indice Gini, ma che nel 2020 è aumentata dello 0,3% nelle economie emergenti e in via di sviluppo.


Disparità di genere

I governi non sono riusciti a impedire alla pandemia di aggravare le disuguaglianze di genere di lunga data nell’economia. Durante la pandemia le donne sono state espulse in modo sproporzionato dal lavoro, soprattutto perché i lockdown e il distanziamento sociale hanno colpito la forza lavoro altamente femminilizzata nei settori dei servizi, come il turismo, l’accoglienza e il lavoro domestico. L’aumento del lavoro non retribuito ha impedito a milioni di donne di rientrare nel mercato del lavoro. E ora, in tutto il mondo, ci si aspetta che le donne facciano fronte agli enormi aumenti dei prezzi del cibo e dell’energia per mantenere e nutrire le loro famiglie.

Il divario retributivo di genere si è ampliato: prima della pandemia si prevedeva che ci sarebbero voluti 100 anni per colmarlo; ora ci vorranno 136 anni.

Nel 2020, le donne avevano 1,4 volte più probabilità di abbandonare la forza-lavoro rispetto agli uomini e sostenevano un carico orario tre volte superiore di lavoro domestico non retribuito.

Nel 2021 le donne occupate erano 13 milioni in meno rispetto al 2019, mentre l’occupazione maschile è tornata ai livelli del 2019.

Più di quattro milioni di lavoratrici non sono state in grado di tornare al lavoro in America Latina e nei Caraibi, una tendenza trainata da alti livelli di occupazione informale e da un aumento del lavoro domestico.


Disuguaglianza razziale

In tutto il mondo, la pandemia ha colpito più duramente i gruppi razzializzati. Questo è direttamente collegato alle eredità storiche della supremazia bianca, tra cui la schiavitù e il colonialismo. Precedenti ricerche di Oxfam hanno trovato esempi di come le persone di origine africana e indigene in Brasile, i Dalit in India e i nativi americani, i Latinx e i neri negli Stati Uniti debbano affrontare impatti duraturi sproporzionati a causa della pandemia.

Durante la seconda ondata di pandemia in Inghilterra, le persone di origine bengalese avevano cinque volte più probabilità di morire per COVID-19 rispetto alla popolazione britannica bianca.

Altri 4 milioni di neri americani sarebbero vivi oggi se la loro aspettativa di vita fosse la stessa di quella dei bianchi. Prima del COVID-19, quel numero allarmante era già di 2,1 milioni.

La metà di tutte le lavoratrici di colore negli Stati Uniti guadagna meno di 15 dollari l’ora, una soglia ampiamente utilizzata per distinguere i lavoratori a basso salario in quel paese.


Disuguaglianza sanitaria

Un’assistenza sanitaria di buona qualità è un diritto umano, ma troppo spesso viene considerata un lusso. Avere più soldi in tasca non solo ti consente di accedere all’assistenza sanitaria, ma ti offre anche una vita più lunga e più sana.

L’aspettativa di vita delle persone nei paesi ad alto reddito è di 16 anni più lunga di quella dei paesi a basso reddito.

Si stima che circa 5,6 milioni di persone muoiano ogni anno nei paesi poveri a causa della mancanza di accesso all’assistenza sanitaria. Sono più di 15.000 persone ogni giorno.

A San Paolo, in Brasile, le persone nelle aree più ricche possono aspettarsi di vivere 14 anni in più rispetto a quelle che vivono nelle aree più povere.

In definitiva, la disuguaglianza, inclusa la mancanza di accesso all’assistenza sanitaria, contribuisce alla morte di almeno una persona ogni quattro secondi.

La pandemia e la mancata risposta del mondo ad essa hanno messo in luce queste vaste disuguaglianze sanitarie, le hanno alimentate e le hanno di gran lunga peggiorate.

A causa della pandemia, nelle nazioni più povere sono morte quattro volte più persone che in quelle ricche.

Nel mondo sono state somministrate circa 11,66 miliardi di dosi di vaccino. Se fossero stati distribuiti in modo equo, ogni adulto nel mondo che lo desiderasse potrebbe essere completamente vaccinato; invece, solo il 13% delle persone nei paesi a basso reddito è stato completamente vaccinato.

Ogni minuto, quattro bambini in tutto il mondo perdono un genitore o un tutore a causa della pandemia. Quasi la metà di loro si trova in India, dove oltre due milioni di bambini hanno subito una tale perdita.

Quando si è diffuso il COVID-19, il 52% degli africani non aveva accesso all’assistenza sanitaria e l’83% non aveva una rete di sicurezza su cui fare affidamento in caso di perdita del lavoro o malattia.


Disuguaglianza tra paesi

Prima della pandemia, la disuguaglianza tra paesi ricchi e paesi a basso reddito era in calo da tre decenni. Il COVID-19 ha invertito questa tendenza. I paesi a basso e medio reddito ora affrontano gli effetti della perdita di un decennio mentre le nazioni ricche ancora una volta vanno avanti.

Particolarmente preoccupante è l’enorme onere del debito che ora tanti paesi devono affrontare, che mina ogni speranza di ripresa e impedisce loro di fare di più per proteggere i propri cittadini dall’impennata dei prezzi. Sta diventando sempre più costoso per i governi onorare questo debito, costringendoli a tagliare drasticamente i servizi pubblici come la sanità e l’istruzione e lasciandoli incapaci di fornire sostegno finanziario ai cittadini.

Quattordici delle sedici nazioni dell’Africa occidentale intendono tagliare i propri budget nazionali nei prossimi cinque anni per un totale di 26,8 miliardi di dollari, nel tentativo di colmare in parte il divario di 48,7 miliardi di dollari persi nella regione nel solo 2020 a causa della pandemia.

Il servizio del debito per tutti i paesi più poveri del mondo è stimato a 43 miliardi di dollari nel 2022, equivalenti a quasi la metà delle loro fatture di importazione alimentare e della spesa pubblica per l’assistenza sanitaria messe insieme. Nel 2021, nei paesi a basso reddito il debito rappresentava il 171% di tutta la spesa per sanità, istruzione e protezione sociale insieme.

L’87% dei prestiti concessi dal Fondo monetario internazionale (FMI) durante il Codid-19 presenta condizioni che richiedono che i beneficiari dei paesi a basso e medio reddito adottino misure di austerità severe che aggraveranno ulteriormente la povertà e la disuguaglianza.

Il 60% dei paesi a basso reddito è ora sull’orlo della crisi del debito.


Traduzione di Alessandro Cocuzza – Redazione di Antropocene.org

Fonte: Climate&Capitalism 03.07.2022