La ricerca della verità

 

 

“statue of Socrates from the Academy of Athens,Greece”

 

Fonte Smips.org

di Vincenzo Balzani*

Il campo della scienza si estende dalle cose più semplici a quelle più complesse e i vari gradi di complessità richiedono categorie interpretative diverse. Sappiamo tutto sulle molecole, ma questo non ci permette di spiegare le proprietà dell’uomo, che pure è fatto di molecole. È impossibile, almeno per ora, dare una base scientifica alle manifestazioni più elevate che caratterizzano l’uomo, quali la mente, i sentimenti, la coscienza. Inoltre, la scienza può spiegare “come”, ma non “perché” avvengono i fenomeni naturali. Ad esempio, sappiamo che c’ è la forza di gravità e conosciamo le sue leggi, ma non sappiamo perché essa ci sia. La scienza, poi, non può dare risposte alle domande che sorgono nell’intimo di ogni uomo: che senso ha la vita? esiste Dio? perché c’è il male? Le risposte a queste domande vanno cercate nella filosofia e la religione. Scienza, filosofia e religione sono tre branche del sapere distinte; sono tutte e tre molto importanti per l’uomo, per cui non possono essere separate da nette linee di demarcazione. Questo però non autorizza sconfinamenti ingiustificati.

Un esempio di sconfinamento della scienza nei campi della filosofia e della religione è fornito dal famoso libro di Stephen Hawking La Teoria del Tutto – Origine e Destino dell’Universo, nel quale l’autore considera la possibilità di unificare tutte le teorie della fisica e conclude che se saremo abbastanza intelligenti per scoprire questa teoria unificata saremo in grado di capire perché l’universo esiste e, quindi, di conoscere il pensiero stesso di Dio. Hawking afferma anche che, mentre la scienza è in continuo sviluppo, la filosofia è in declino. Ma ha senso paragonare lo sviluppo della scienza con quello della filosofia?

Ludwig Wittgestein, il filosofo più illustre del XX secolo, è famoso per aver detto: ”Di ciò di cui non si può parlare, è meglio tacere”. Mi sembra una posizione molto saggia, che però gli scienziati talvolta abbandonano per cimentarsi in ragionamenti che esulano dalla scienza. Infatti, tornando all’esempio di prima, anche se la fisica giungerà a scoprire una teoria del tutto, che sarà una formula matematica più o meno complessa, non vedo come si potrà capire perché l’universo esiste e conoscere il pensiero stesso di Dio. Rimarranno, comunque, molte cose da spiegare: perché i fenomeni fisici che accadono nell’universo sono interpretati proprio da quella teoria e non da altre, quale è il senso di quella teoria, quale è la sua relazione con l’origine e la presenza della vita sulla Terra, perché l’evoluzione ha portato all’uomo, perché la nostra mente può comprendere l’origine e il destino dell’universo.

La scienza ci insegna che dietro ad ogni come si nasconde un perché che essa non è in grado di svelare. Per cui, davanti a ciascuna scoperta scientifica, si deve scegliere fra “mi basta” e “non mi basta”; nel secondo caso si aspira a qualcosa che va oltre il sapere scientifico. Tornano allora alla mente le parole di Martin Buber nei racconti dei Chassidim: “Se hai acquistato conoscenza, allora soltanto sai cosa ti manca”. Parole che esprimono il desiderio dell’uomo di continuare a cercare, nel mistero, la Verità ultima della sua vita.

  • professore emerito di Chimica nell’Università di Bologna