ISOCHIMICA AVELLINO-AMIANTO: Tribunale di Avellino Condanna a 10 anni di reclusione 4 imputati – (2 resp. sicurezza di Isochimica e 2 funzionari FF.SS)

Fonte AFevA Emilia Romagna 

Bologna, 1 febbraio 2022

Il Tribunale di Avellino, il 28 gennaio 2022, ha emesso quattro condanne per disastro doloso, omicidio colposo, lesioni personali e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro nella vicenda AMIANTO all’ ISOCHIMICA di Avellino.

I condannati in primo grado di giudizio sono: i responsabili della sicurezza di ISOCHIMICA Vincenzo Izzo e il suo vice Pasquale De Luca, i funzionari delle Ferrovie dello Stato Aldo Serio e Giovanni Notarangelo.

La sentenza del tribunale di Avellino

Disposta anche una provvisionale di 50.000 € per ognuna delle famiglie di 33 ex operai deceduti per patologie Asbesto-Correlate.

Leggi le dichiarazioni del segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci e il segretario generale della Cgil Avellino, Franco Fiordellisi su “Collettiva” portale CGIL

Isochimica fu aperta nel 1982 ad Avellino dall’imprenditore Elio Graziano (deceduto nel 2017).

“Graziano aveva ricoperto, per quasi trent’anni, il ruolo di Dirigente tecnico chimico delle FS e per buona parte del suo incarico, aveva prestato servizio proprio presso le OGR di Bologna.

In prepensionamento dal 1968, era rientrato in Campania, sua regione d’origine, dove aveva aperto due fabbriche specializzate nella produzione di prodotti chimici trovando fra i maggiori acquirenti proprio le FS. agli inizi degli anni Ottanta fu protagonista dello scandalo cosiddetto “delle lenzuola d’oro”, a seguito del quale l’intero Consiglio d’Amministrazione delle FS si dimise. All’Isochimica, in una costruita e criminale invisibilità del rischio amianto…dal 1982 fino alla chiusura nel 1989, vennero decoibentati almeno 1740 vagoni e 499 elettromotrici.” da Agata Mazzeo ed Ernesto Vaggi “Treni d’amianto, binari di memoria” Ed. Pendragon

Negli anni ’80, a seguito delle vertenze amianto sviluppate dai lavoratori OGR per la messa in sicurezza dei lavoratori dalle polveri di amianto (leggi tutto su afevaemiliaromagna.org), l’azienda FF.SS., se da una parte fu costretta ad inserire nel processo produttivo misure di sicurezza via via più stringenti in OGR, parallelamente scelse di appaltare a ditte esterne parti del lavoro, segnatamente alle Officine Casaralta di Bologna e all’ISOCHIMICA di Avellino, quest’ultima per la decoibentazione dall’amianto di vetture e elettromotrici. Come riporta nel suo saggio A. Petrozziello “Isochimica: come una bonifica può devastare vite e territorio”, “…l’operazione Isochimica fu un affare in un certo qual modo ‘conveniente’ anche per le Ferrovie. Essa consentì, esternalizzando le lavorazioni di bonifica dei rotabili, di ‘liberare’ l’azienda da un problema scottante, quale era quello della decoibentazione dell’amianto nelle sue Grandi Officine, dove, da diversi anni, i lavoratori rivendicavano garanzie sempre più stringenti per la loro salute.” (*)

Guarda il servizio su ISOCHIMICA (intervista ad Antonello Petrillo su Il caffè di Rai Uno, 27 gennaio 2016
“Avellino, morire di amianto”) dal minuto 10′ al minuto 15′.

Le condizioni di lavoro, nonostante il valore miliardario delle commesse di FS, erano pessime in ISOCHIMICA, l’amianto era onnipresente e i lavoratori, posti sotto ricatto del posto di lavoro in un’area territoriale devastanta dal terremoto recente, costretti a lavorare senza le necessarie misure di sicurezza.

La qualità del lavoro era peraltro pessima, tanto che le carrozze e le elettromotrici, quando arrivavano nello stabilimento OGR di Bologna per le operazioni di manutenzione, erano ancora piene di amianto, e questo causava ulteriori esposizioni ai lavoratori OGR, per tutti gli anni ’80 e ’90, ci sono numerose denunce di presenza amianto in OGR.

Solo le denunce dei lavoratori ISOCHIMICA, e la loro graduale presa di coscienza, anche grazie ad un reportage che nel 2014 lessero su “L’Espresso” , articolo che parlava della vicenda amianto alla ETERNIT di Casale Monferrato, assieme a denunce delle Associazioni ambientaliste (WWF), avviarono un percorso che portò nel 1989 alla chiusura della fabbrica. Lungo fu poi lo stillicidio di morti fra i lavoratori e di centinaia di patologie asbesto-correlate.

Dopo 33 anni dalla chiusura di ISOCHIMICA arriva la sentenza di condanna, della quale siamo in attesa delle motivazioni, augurandoci che i prossimi gradi di giudizio confermino la sentenza di primo grado.

Per saperne di più sulla vicenda ISOCHIMICA, il prezioso testo curato da Antonello Petrillo “IL SILENZIO DELLA POLVERE – Capitale, verità e morte in una storia meridionale di amianto” Ed. MIMESIS 2015

(*) Per l’intreccio Isochimica con le Officine Grandi Riparazioni di Bologna – il libro di Agata Mazzeo ed Ernesto Vaggi “Treni d’amianto, Officine di memoria” Ed. Pendragon Bologna 2021 (Come acquistare il libro)

Altre notizie sul processo ISOCHIMICA sul sito DBAMIANTO.IT

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